Alla luna, alla pioggia, ai sogni -To the moon, to the rain, to dreams

Se smette il vento piove a impronte colorate

Amore, amore zitto, quatto silenzioso, quello tuo

urlo

quello muto che mi schianta i fianchi quando mi stringi

occhi, occhi grandi nuca e foce di non pensarti

gettarmi alle spalle un pugno di farfalle

stanotte è vento e luce-luna appena-appena

se smette il vento piove a  impronte colorate

strisce senza vetro, acqua e lenzuolo, lenzuolo che scivola di seta

un’altra notte senza te e io senza di te mi manco

mi manco tanto.

Ventisqueras

 

 

 

a fili volanti di strass

Solca nuvole viola

il pianto notturno

della pioggia

a primavera,

vi apre un varco

con dita luminose

la chiglia sognante della luna,

lascia cadere l’argento:

fa magie sui prati, veste le margherite

a fili volanti di strass

e le tele di tulle dei ragni in collane

di scintille festanti.

Ventisqueras

                                                                                                   sex

Saliva mistargento ingoio
sabbia come un letto
piega l’onda ermafrodita il limite della battigia
al suo volere ingordo

piccole luci a fottersi
le curve sinuose del quieto golfo

Ventisqueras

O falce di luna calante
che brilli su l’acque deserte,
o falce d’argento, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù! Gabriele D’Annunzio

 

Questa sera la luna sogna più languidamente; come una
bella donna che su tanti cuscini con mano distratta e leggera
prima d’addormirsi carezza il contorno dei seni,
e sul dorso lucido di molli valanghe morente, si abbandona
a lunghi smarrimenti, girando gli occhi sulle visioni
bianche che salgono nell’azzurro come fiori in boccio.

Quando, nel suo languore ozioso, ella lascia cadere su questa
terra una lagrima furtiva, un pio poeta, odiatore del sonno,

accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
dai riflessi iridati come un frammento d’opale, e la nasconde
nel suo cuore agli sguardi del sole Charles Baudelaire

 

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, nè cangia stile,
O mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l’etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l’affanno duri! Giacomo Leopardi

i tre dipinti che ornano i canti alla luna di tre amati Poeti così onirici sono di un altro grande innamorato della luna Christian Schloe

Il mio blog era nato esclusivamente per la Poesia…e ogni tanto me ne ricordo

un sorriso Ventisquera

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3 ) San Gimignano dalle belle torri -Siena- La Collegiata di Santa Maria Assunta e l’architettura medioevale religiosa-the Collegiate Church of Santa Maria Assunta and the medieval religious architecture

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si leva il sole con una soffusa nebbia che rende i collie le colline un sogno lieve

Sunflowers grow on a hillside near San Gimignano (Background) on July 3, 2011. AFP PHOTO / FABIO MUZZI

bussa il sole alla finestra del mondo

toc toc

un mare di fiori lo sta accarezzando

gira e rigira lo stanno sempre seguendo

nel corso del suo cammino

sfiorano meraviglie in tondo

Ventisqueras

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e il pieno sole, salendo dalla via volterrana anche oggi dispiega e svela tutta la maestosità del paesaggio toscano

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si entra dalla porta pisana ( San Matteo, ma è detta comunemente così perchè vi si arriva dalla parte di Pisa ) di primo mattino, l’auto relegata  nel parcheggio, le strade   deserte, si entra in pieno medioevo, il rumore dei mie passi solitari fa eco ai fantasmi delle generazioni passate che sembrano far folla con me alla scoperta degli ultimi tesori scelti fra i mille, cui raccontare

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piazza del Duomo in tutta la sua preziosità si appresta a svelarci i suoi segreti, le belle torri già conosciute nell’altro post sono schierate come guardie d’onore

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fulcro della città è la spettacolare piazza del Duomo con i grandiosi monumenti: Il Palazzo Comunale chiamato anche Palazzo nuovo del Podestà e,

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salendo una ripida scalinata   la Collegiata di Santa Maria Assunta o più semplicemente il   Duomo, costruita nel 1148 è considerata uno dei più prestigiosi esempi di romanico toscano

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dal lato opposto della piazza il Vecchio Palazzo del Podestà ( che non ha più questa funzione ma è divenuto un museo ) con la torre Rognosa, un tempo proprietà della famiglia Ghibellina dei Salvucci

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osserviamole anche nella loro fantasmagorica veste notturna

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la luce del cristianesimo irradia fasci di strie iridescenti nella penombra della magnifica collegiata

Fede

Il mio cuore si riempie d’acqua

cielo di nubi d’inchiostro

mi si schianta addosso

-sto forse annegando?-

aggrappata a un filo di vento

m’accorgo che sto pregando.

Ventisqueras

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completamente affrescata dai maggiori artisti senesi e fiorentini dell’epoca

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da perderci gli occhi…e l’anima si fa leggera, leggera

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la chiesa è costruita su tre navate i grandi pittori dell’epoca  espressero il meglio della loro Arte:Benozzo Gozzoli, Domenico  Ghirlandaio Bartolo di Fredi, Taddeo di Bartolo, 

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ma esistono anche sculture in legno ed tante altre opere di grandi artisti del tempo, per citarne solo uno Jacopo della Quercia

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magnifico il  Giudizio Universale di Taddeo di Bartolo

BGA-F-015233-0000Santa Fina, figura locale portata agli onori degli altari ( nella collegiata  il Ghirlandaio narra la sua vita con bellissimi affreschi)  di lei si racconta una gentile leggenda-miracolo, ella morì in giovane età minata da una grave malattia che le procurava atroci dolori e la costringeva a stare immobile nel letto, nonostante questo chi andava a visitarla usciva da lì consolato e confortato  nessuno la sentì mai emettere un lamento, nel giorno della sua morte quando fu tolta dal suo letto per le solenni esequie  il letto improvvisamente fiorì tutto  di violacciocche che si propagarono subito anche tra gli interstizi delle pietre della città, per questo miracolo

violaciocca-gialla                                           ora sono comunemente chiamati ” i fiori di Santa Fina”

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naturalmente San Gimignano abbonda di splendide architetture religiose medievali questa è la facciata in mattoncini e volte ad arco di San Bartolo

civitella-del-tronto-chiesa_di_santa_maria_dei_lumi-e1447350889712lo spettacolare interno di Santa Maria dei Lumi ( non trovate incantevole la sua titolazione? ) si dice dovuta ad una apparizione miracolosa avvenuta circa nel 1500 ai Sangimignanesi

20130809113123_img_3cc01misteriosamente avvolta di fantasmagoriche  luci certo di origini divine

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altro stupendo portale quello della chiesa di San Francesco  in stile romanico- pisano- lucchese eretta circa nel XII sec in origine dedicata a San Giovanni,( costruita nell’omonima, ma poi tuitolata al Poverello di Assisi ) di cui si è conservata solo la parte inferiore

38014_014in questo dipinto si può vedere come fosse stata la chiesa alle sue origini

img_0429in mezzo a tutti questi pregevolissimi repeti storici penso non debba affatto stonare l’immagine molto attuale di uno splendido micione!

san-gimignano-italy-blogma per  lalutarvi  ed invitarvi al prossimo post è certo più adatta una immagine ” turrita” sotto un cielo imbronciato, a presto

Ventisqueras

6 ) In cerca dell’Est- Ritormo a Miramare-Trieste- ( Friuli-Venezia-Giulia) Looking East-Back to Miramare

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come un grande vascello candido il Castello di Miramare, quello che doveva essere il nido d’amore di Carlotta e Massimiliano D’Asburgo,  sembra ancora attendere i due sfortunati amanti per salpare con loro verso il largo e trovare in un’altra dimensione i loro sogni

                                    Ritorno a Miramare

https://ventisqueras.wordpress.com/2014/03/23/miramare-bianco-gabbiano-in-volo-sul-golfo-di-trieste-miramare-white-gull-in-flight-over-the-gulf-of-trieste/

se interessati, in questo primo post su Miramare potrete trovare tutti dettagli storico-culturali che riguardano il Castello e i suoi ospiti nel tempo

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Il viaggio

Dal mio quarto piano sopra l’infinito, nella plausibile intimità della sera che scende, alle finestre verso lo spuntare delle stelle, i miei sogni viaggiano in sintonia con la distanza evidente per i viaggi verso paesi sconosciuti, o immaginati o soltanto impossibili.
Fernando Pessoacastello-di-miramare-3

mi è impossibile viaggiando verso Trieste non soffermarmi qui per l’ennesima volta…uno sguardo dall’interno del Castello-Museo: una finestra che incontra il mare ed ancora i battiti del cuore accelerano e il tempo va a ritroso                                            16531925144f26bc21f1582                                                    Red passion

giovani, belli, innamorati…fu questo a far preferire il colore rosso della passione per arredare il loro nido ? ho immaginato, nella pazzia di Carlotta che è morta aspettando il ritorno dell’amatissimo Massimiliano,( fucilato in Messico, e da lei mai creduto morto) vagando da una finestra all’altra tra il rosso dei tendaggi e il rosso del tramonto

Impazzire d’amore ( A Carlotta D’Asburgo )

Vele rosse
con la marea che avanza
vele rosse
sottovento pensieri alla deriva,
chiodati alle alberature
da albatros fantasma

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Interni del Castello di Miramare

toccano come dita umide
le alghe la fronte
il succo amaro della riva avanza
lontana e prossima mai abbastanza

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ha la prua
un grifone d’argento
rosso e oro il cielo del tramonto
rosso, oro e argento

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dondola un  suono di campana
è il tempo che batte rintocchi
fermo alle unghie rotte
del giorno e della notte

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nulla contro nulla
i piedi toccano la terra-rumore di sangue
in punta di miele d’acacia e  di coltello-
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irreale scogliera- l’ultima-
tra i boschi la ghiandaia nera-nera
nel nido si rinserra, d’infinito canta
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si elevano gli occhi e la schiena
le combinazioni danzanti nelle costellazioni
contendono lacrime di stelle sui tappeti rossi delle nuvole
ogni giorno spazzolati dagli ultimi raggi del sole

mi mancano i ginocchi e le parole.

Ventisqueras

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uscendo all’aperto il candore accecante del castello per un istante fa dimenticare la tragedia appena passata come un’ombra sugli occhi

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Trieste, Italy --- Stairway at Castello di Miramare --- Image by © Elio Ciol/CORBIS

la fantasioa e insieme austera architettura dei giardini scendendo giù al porticciolo, mi ricorda visioni di tappeti rossi stesi per l’arrivo di ospiti importanti, fra cui la Principessa Sissi ( Elisabetta d’Austria )

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anche lei vittima della maledizione della sfinge che vuole gli ospiti illustri morire prematuramente di morte violenta

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eppure allo sguardo è un rilassante incanto di bianco-verde-ocra…..

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nello sfondo la sfinge trafugata dall’Egitto, in posa ieratica fa subito sentire forte la sua maledizione

“da le animose tavole: una sfinge
l’attrae con vista mobile su l’onde:”

Giosuè Carducci da Miramar

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solo qualche gabbiano impavido sembra non curarsene

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( i risultati si vedono! ben le sta, ha ha)

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ad ogni angolo si trova uno spunto diverso e gentile

5393890279_55c0cae350_z Le statue  del parco

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immemori e immote si offrono volentieri allo sguardo ammirato

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un perfetto   sguardo sull’orizzonte senza scorgerne la finefoto_castello_miramare_050

” sursum corda”

foto_castello_miramare_069            dal ” Castelletto” un cannoncino minaccia, non si sa bene che cosa

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“O Miramare, a le tue bianche torri
attediate per lo ciel piovorno
fosche con volo di sinistri augelli
vengon le nubi.
Miramare, contro i tuoi graniti
grige dal torvo pelago salendo
con un rimbrotto d’anime crucciose
battono l’onde”

Giosuè Carducci da Miramar

perché tanta bellezza lascia infondo al cuore tanta tristezza?

Ventisqueras

5) In cerca dell’Est- Sistiana-L’incantevole baia e la sua storia millenaria-Trieste.-( Friuli Venezia Giulia) Sistiana- the charming Bay and its history

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img_0929e finalmente come una magica visione in uno sbuffo di foglie rosse appare in lontananza il castello di Duino, la meta è raggiunta è ora di tornare

0 è scesa la notte, e il rosso del tramonto lentamente colma di luci sempre più scure la riva del mare, con me saluta questo piccolo-grande angolo di paradiso

Ventisqueras

4 ) In cerca dell’Est- Duino e il Castello dei Grandi Artisti-Trieste-( Friuli Venezia Giulia)-The Castle of the great artists

Il viaggio

La vita è ciò che facciamo di essa . I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo.
Fernando Pessoa

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Impavido sulla rotta del vento  costruito sulle rovine di un avamposto romano, ingloba una torre del XVI secolo, A strapiombo sopra  una roccia carsica  sfida secoli e ricordi gloriosi è il Castello di Duino

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un panorama incredibile lo ha fatto meta nei secoli di visitatori eccellenti, si dice abbia soggiornato qui anche padre Dante, certo avrebbe potuto  ispirargli qualche canto del Paradiso  :-)!

                  Piccoli ricordi di perla

La via delle colline pisane (entroterra di Pisa-SanGimignano, Siena) The”via” delle colline pisane-inland to Pisa-San Gimignano, Siena-

san_gimignano_04_bancora un sogno ad occhi aperti

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la nebbia del mattino quando dolcemente evapora accarezzata dai primi raggi del sole…

4508493378_b3d4c7627e_zscopre paesaggi che chi li ha visti anche soltanto per una volta li porterà per sempre scolpiti nell’anima

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è quella che noi pisani chiamiamo la via delle colline pisane e che il  National Geographic  ha inserito fra le 100 più belle strade del mondo …come dargli torto?

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more1  all’altezza pressappoco di Pontedera e poco distante da dov’è la mia residenza, si devia dalle comode  e transitatissime strade di grande comunicazioni o autostrade

tosc15per inoltrarsi in una via secondaria che attraversa territori poco abitati

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L’insieme si frantuma e si evidenziano i particolari, piccoli borghi dalle case in pietra non sembrano reali, ma dipinti da un grande artista paesaggista, nomi per me dolci come l’uva matura conosciuti e scanditi ad uno ad uno

 

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Castelfalfi

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Castelfalfi farmhouse, Montaione, Tuscany, Italy

Montaione

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Terricciola

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vicoli e case come sculture antiche

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Lajatico, qui la strada attraversando in basso il centro abitato passa proprio dal paese natale del grandissimo Andrea Bocelli

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e qui in mezzo al velluto delle “sue” colline il Maestro ha creato dal nulla il magico Teatro del Silenzio

Passando in primavera si nota solo il laghetto attorno al quale si verifica a fine luglio, rigorosamente all’aperto

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il grande evento che coinvolge migliaia di spettatori e le più grandi star dello spettacolo internazionale

questo video è autobiografico, stralci della vita di Andrea da bambino, nella tenuta dei suoi genitori a Lajatico, ed è drammaticamente scritta e dedicata per morte dell’amatissimo babbo, che tanta parte ha avuto nell’educazione e nell’amore per il figlio. Lo ha accompagnato insieme alla madre in quella che poteva essere anche una insuperabile difficoltà nella sua vita e che invece l’ha condotto a primeggiare nel mondo intero

chissà se questa sua grande voce, così potente,calda e vallutata l’ha rubata proprio a questa sua ( nostra) impareggiabile terra

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Con le stagioni  si evidenziano dai colori della natura, sterminate distese di giirasoli

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e tl rosseggiare dei papaveri tra il grano

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o davanti allo scoppiettare del camino l’autunno, con le castagne e il vino nuovo….siamo nella terra del Chienti DOC, ricordate ?

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moltissimi stranieri, soprattutto nordici, tedeschi, olandesi, norvegesi ecc. hanno preso casa qui per viverci stabilmente o trascorrerci le vacanze in una atmosfera rilassante e idilliaca

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foto1 sfiorerà  Volterra , la bellissima città etrusca

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dai lunari panorami mozzafiato

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fino a condurci al bivio di Castagno dove finisce la provincia di Pisa e si entra in quel di Siena

806291800-san-gimignano-skyline-citta-tramonto-del-sole-patrimonio-mondiale-dell'unescogiungendo al tramonto gia da qui si scorge nell’infuocato suo clamore, troneggiante sulla collina  San Gimignano   e le sue antiche torri…ma questa è una storia che vi racconterò un’altra volta

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ora voglio salutarvi facendo un piccolo omaggio al cipresso, questo nobile ed elegantissimo albero che sempre in primo piano o in lontananza

c7ec300f5def6bb3caef59e360158ba2integra e completa la perfezione del paesaggio toscano

b1422642220544%20night%20viewe mentre si addensano le ombre della sera e si accendono le luci negli splendidi rustici di pietra

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l’ultimo saluto lo rivolgiamo a lui

                                Cipressi

Salgono in ordinata fila
sgranando la collina silenziosa.
Preme il cielo di rosso
come una trina ordita
da demoni danzanti sul crinale.
E presto saranno le stelle
a domandare, dove si ferma
il passo nel cammino…
dove dolente l’ammasso
di speranze, s’andrà a posare
l’incerto della vita
in calici frementi assaporare
                Ventisqueras

 

 

1)-Civita di Bagnoregio- Viterbo- la città fra le nuvole- Le fiabe che vanno scomparendo-the city in the clouds-fairy tales that are disappearing-

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a capitarci così,  in un giorno di nebbia quando  la piana è sommersa dalla sua  coltre ovattata e solo la sommità del vecchio borgo di Civita affiora da un ipotetico nulla

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ecco che ritorna prepotente il sogno delle fiabe che vanno scomparendo lasciando scie di malinconia come lontane comete assorbite dai buchi neri all’origine dell’universo

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un’isola incantata sospesa tra sogno e realtà
431_1civita ed anche quando la nebbia si dirada resta il sogno, immutato nel tempo

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una immensa luna piena che troneggia, alta, riaccende la magia e  si pensa di  non stare più sognando ma che le comete di ghiaccio ritornino a portare la luce della Bellezza rapite  da un lontano universo

queste parole che sembravo cadere dal cielo mi danno modo di rendere omaggio ad un  “alieno” da poco ritornato nel suo mondo, il grandissimo “Duca Bianco”

Alla luce del sogno

Tra nere farfalle una chiara fontana di luna

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abbandonati i bianchi serpenti della nebbia

arde un falò di luce indossando collane di stelle

vaga inconsapevole in un tremore d’argento

a un ritmo che non muta

sanguinando trafitta dal pugnale del tempo.

Ventisqueras

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                                                  La valle dei Calanchi

onde sonore come candide schiume marine increspano la valle dei Calanchi che si estende tra il Lago di Bolsena ad ovest e ad est la valle del Tevere nel comune di Bagnoregio

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emozione tattile perduta nel trascorrere dei millenni morfologicamente disegnata dalla corrosione dei fiumi e dele frane. Il territorio è costituito da due formazioni distinte  per cronologia e tipo.

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quella  più antica è argillosa, di origine marina, costituisce lo strato base più soggetto all’erosione nelle cui pieghe scorrono torrenti impetuosi, e una vegetazione perlopiù composta da canneti, rovi e bassi cespugli

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in questa vegetazione esistono piccoli fiori molto coriacei che resistono nelle zone di aridità come le splendenti ginestre, i frutti dei rovi le succulente more selvatiche, i delicati cystus o rose canine che ingentiliscono i calanchi

gli strati superiori sono costituiti da materiale tufico e lavico, la veloce erosione è dovuta oltre che all’opera dei torrenti e degli agenti atmosferici

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anche alla mano dell’uomo che ci ha messo del suo con un feroce disboscamento.Su questi materiali relativamente meno friabili poggia  Civita di Bagnoregio detta  -la città che muore- in assoluto uno dei borghi più belli  e suggestivi al mondo.

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furono gli Etruschi circa 2500 anni fa a fondare Civita, ( purtroppo non ci   è stato tramandato il nome da loro  scelto per questo sito ) Posta lungo una delle vie più antiche italiane che congiungevano  il Tevere – a quei tempi grande via di comunicazione fluviale del centro Italia- al lago di Bolsena,

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all’antico abitato di Civita si accedeva mediante cinque porte

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oggi quella detta Santa Maria della cava  è rimasto l’unico accesso

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con queste incredibili visioni di Civita finisco qui la sua presentazione, nel prossimo post ci  addentreremo nella magia del borgo costruito su basi etrusche, proseguito dai romani, ed ancora rivestito da pietre medioevali e rinascimentali. A presto,dunque, un grazie e un abbraccio da

Ventisqueras

5 ) Bruges Brugge- Minniwater lake-Il lago degli innamorati

5 2011_10_31 bruges 139 Minniwater: dalla parola “minni”che in olandese significa “amore”questa idilliaca localitdà appena fuori Bruges viene denominata” lago degli innamorati” o “lago dell’amore”

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niente di più appropriato per questo luogo incantevole ed incantato che anticamente fu il bacino da cui le navi provenienti da ogni parte del mondo conosciuto-perfino dalla lontana Russia – arrivavano con le stive cariche di sete, vini, spezie,e lana e ripartivano con il carico del prezioso panno fiammingo

 

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il suo meraviglioso parco è meta rilassante per i turisti o i cittadini di Bruges in ogni mese dell’anno, ma  in estate e nella tarda primavera che si muta in una oasi paradisiaca con i concerti e le varie rappresentazioni artistiche

Minnewater-43437e qui torna a riproporsi  con dolce violenza la parola “fiaba” e la parola “amore”

i testi sono tratti dalla Silloge” Soffi penduli d’amore”

Sillabe di luna sulla guancia smorta

a te piegava il sogno sull’erba abbandonato

come a ridire il tuo nome dolce di polline

sul labbro superiore leccato.

 

a riso tuo mi specchio in semicerchi gloriosi

di vento profumato.

Ventisqueras

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la Grande musica immortale non ha confini ed anche su nel nord non ho trovato modo migliore per onorare l’Amore  e gli innamorati di quella sublime  del toscano di Livorno Maestro Pietro Mascagni  con l’ineguagliabile esecuzione del direttore d’orchestra Maestro   RiccardoMuti, un po’ di sano orgoglio italiano non ci sta mica male, no? 🙂

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C’è una radice amara nel vento che porta la pioggia

cado minutamente sopra di te, divento

l’aspra sostanza che ti bagna. Il ramo fiorito

del melo, ti sono, dove l’ape che il suo fiore feconda

è il sospiro innamorato che per te si sosta.

Ventisqueras

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                                            4887590127_dae1496542_zi cigni di Bruges

i cigni, questi splendidi e maestosi uccelli sono uno dei simboli di Bruges, se ne vedono ovunque nei canali, nei prati e allietano l’atmosfera rendendola ancora più romantica

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racconta la leggenda che nel 1488 gli abitanti della città uccisero un amministratore ritenuto corrotto appartenente alla corte dell’odiato imperatore Massimiliano D’Austria succeduto alla guida del Ducato dopo la morte della moglie  Maria di Borgogna

Location Flanders - Brugge: Minnewater - Wijngaardplein

l’uomo assassinato  era tale Pieter Lanchals  che tradotto  dal fiammingo significa ” collo lungo”, Massimiliano adirato con la popolazione punì i cittadini di Bruges obbligandoli a mantenere per l’eternità sui laghi, fiumi e canali del suo dominio i cigni che ricordavano col  loro collo lungo il nome del suo servitore ucciso.

 

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il cigno stilizzato viene anche riprodotto come sostegno per le panchine del lungo fiume

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Queste leggende e interpretazioni romantiche sono datate  dal XIX tramandate a voce dalla popolazione, un’altra di queste di queste parla del soprannome dato ai cittadini di Bruges Zot, ( matti ) risale ancora ai tempi dell’odiato imperatore Massimiliano che aveva dato un bel giro di vite all’agiatezza dei cittadini quando assunse il potere esagerando con  le tasse ( tipo come ora in Italia, he he, ma qui da noi  non c’è nessun Massimiliano con cui prendersela,  sono tutti massimiliani!)

birrificionel 1448  Massimiliano si recò a Bruges per sedare una ulteriore rivolta ma fu fatto prigioniero e in seguito  però rilasciato.La sua  rappresaglia fu dura, fra l’altro tolse  la possibilità di fare i mercatini ( che erano una grande risorsa per il popolo) e proibì ogni tipo di festa. Per farsi perdonare i c suoi sudditi organizzarono una grande  sfilata festosa con canti e giullari e vessilli con mille giochi e colori, e riuscirono a far  pace col loro re :gli chiesero di ripristinare feste e mercati ed anche un nuovo ospedale psichiatrico,( !!!! ) le prime richieste furono accolte  all’ultima rispose” Non c’è bisogno di un muovo manicomio, basta chiudere le porte della città!” così da allora i cittadini di bruges vennero chiamato Zot ( matti) questo epiteto viene scherzosamente riprodotto da una birra locale

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vista la grande quantità d’acqua facilmente si osservano ogni genere di uccelli acquatici, molte le simpatiche oche

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un vero culto è dedicato anche ai cavalli che in grande quantità scorrazzano con le carrozze portando a passeggio i turisti nella città e dintorni, a loro dedicato questo molto particolare monumento

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ancora visioni da sogno,  impossibile definirle tutte

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Location Flanders - Brugge: Minnewaterpark - brug aan Poertoren

dal ponte dell’ antica torre di vedetta

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si ha una stupenda visione panoramica della città

6733008-lge mentre si avvicina la notte e mille lucette si accendono sul lago riflettendo fantasmagoriche ombre ondeggianti, penso che domani con il sole il mio tempo qui  sarà scaduto e sarò pronta per salire ancora più a nord certa di portare con me tutti i tesori di questa città, proprio tutti, senza tralasciarne nessuno! Sarei veramente felice se fossi riuscita a far amare questa fiaba del nord anche a coloro che ancora non la conoscessero e ravvivarne la memoria a quelli che già l’hanno conosciuta, un abbraccio

Ventisqueras

 

3 ) Bruges- Brugge- La fiaba del Nord-Conoscere la città -Northern fairy tale- About the city

I grandi monumenti

Onze Lieve Vrouwekerk

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La Onze lieve Vrouwekerk  ( Chiesa di Nostra Signora)  visibile da ogni parte della città di Bruges con il suo campanile alto  ben 122 metri, terzo  edifico in mattoni più alto del mondo dopo la Mole Antonelliana di Torino e la Chiesa di di San Martino  a Landshut in Germania

Chiesa-di-Nostra-Signora-a-Brugessi erge sopra una marea di tetti appuntiti ed è una visione quasi surreale. La prima chiesa in questo luogo fu una cappella carolingia sorta intorno all’875, in seguito divenne parrocchia indipendente e nel 1216 iniziò la costruzione della chiesa così come ora la vediamo

chiesa-della-nostra-signora-a-bruges-in-belgio_27473la parte più antica, la navata centrale, fu costruita in pietra di Tournai, nel tipico stile gotico di Shelda ( Sheldegotick dal nome del fiume fiammingo )

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chiesa_nostra_signora_bruges2come tutti gli edifici costruiti in epoche diverse ne risultò variato anche lo stile aggiornato all’epoca del momento,  nel 1450 si conclusero i lavori con il Portale del Paradiso in stile gotico-bramantino

Bruges Church Of Our Lady

84505f64e2d9c20dfe5ac8f97f5b66d3la prima torre eretta crollò nel 1163, fu ricostruita fra il 1270 e 1l 1340, la parte finale venne aggiunta nel XV sec.Tipico di questo gotico è l’uso del mattone

6838214345_cf1573f0c5_zincastonata al centro della chiesa, in un sontuoso trittico, incorniciata da colonne che sembrano proteggerla, è certo la più fotografata dai turisti, e certo il monumento più famoso dovuto all’italianità del genio di Caprese Michelangelo Buonarroti, la pala, scorrendo dal lungo corridoio mostra appunto il suo più grande tesoro artistico 

Chiesa_di_nostra_signora,_bruges,_int_,_madonna_di_bruges_08una Madonna col Bambino conosciuta appunto come: La Madonna di Bruges, scolpita intorno al 15o4 e originariamente destinata al Duomo di Siena, fu acquistata invece da due mercanti di Bruges che nel 1514 la donarono alla chiesa dov’è ancora ospitata

Mater dulcissima

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 unica opera del grandissimo artista ad avere lasciato l’Italia prima della sua morte.La scultura è stata per ben due volte trafugata da occupanti stranieri e recuperata, la prima volta durante la rivoluzione francese ( he, ‘sto Napoleone!!!!) la seconda nel 1944 dai tedeschi, doveva far parte del Museo di Hitler ( altro riconosciuto depredatore di tesori altrui!!!) che avrebbe dovuto sorgere a Linz

f6445db7b5885b98771d241ec4e969bfnon si potrebbe non attribuirla a Michelangelo tanto nelle forme e nella potenza racconta in ogni suo particolare la sua provenienza.Nel periodo della creazione di questa scultura Michelangelo lavorava a Firenze al David ma non disdegnava committenze private. L’opera fu imbarcata a Livorno in gran segretezza probabilmente legata al clamore che ogni sua opera smuoveva e forse non voleva spazientire altri committenti che stavano in attesa, venne pagata 4000 fiorini, cifra enorme per l’epoca.

madonna brugesil volto della Madonna lo trovo particolarmente asciutto, quasi severo, come se meditasse sul destino che suo Figlio avrebbe avuto su questa terra

Michelangelo Buonarroti 1475 - 1564 - La Madonna di Bruges 1503-1505 - Tutt'Art@la dolcezza sembra tutta incentrarsi nel volto del piccolo Gesù e nel tenerissimo intrecciarsi delle mani

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nello spazio coro dietro l’altare maggiore si trova un dipinto rappresentante la crocifissione di Bernard Van Orley

e i sarcofagi di Carlo il temerario di Borgogna ultimo della dinastia di Valois

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mary of burgundy tombe di sua figlia la duchessa  Maria di Borgogna, entrambe le effigi in bronzo dorato riposano su lastre di pietra nera e sono incoronate, le mani giunte tenute alzate sul corpo in una posizione innaturale che io non avevo mai visto in un monumento funebre,quasi un’elevaziose dello spirito sul corpo

0b0c231eb14107df9934c3d552024184un ultimo scorcio della navata centrale con il grande crocifisso che domina l’interno, ed usciamo per le strade di Burges

Particolari-Fontana-di-Piazza-T-Zand-Bruggela grande fontana sulla piazza della Torre Civica ci accoglie con i suoi spruzzi festosi

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p098_1_00dalle  vetrine occhieggiano preziose trine delle Fiandre nelle più varie trasposizioni

cosa-vedere-in-olanda_6cabe2732738afcad16d286cbdf9c4df                          e bellissime porcellane nel classico bianco-azzurro, da me molto amate

Bruges (3)bruges-belgio

qualcosa di rosso

allontanandoci dalle vie del centro per cercare i canali, si attraversano vie silenziose dove capita d’incontrare di tutto, sopra questi scalini vasi di agrumi…mi chiedo come faranno per entrare in casa? li saltano o li spostano? mah 🙂

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         una dolce nonnina con i tipici zoccoli, intesse con perizia e pazienza i suoi ricami preziosi

896492_mo questo buffissimo cagnone che spunta dal un cancello, avrei tanto voluto strapazzarlo  e coccolarlo un po’…ma il suo sguardo era davvero poco rassicurante!

BRUGES-7                                    i canali offrono sempre angoli di sogno

Bridge_to_The_Church_of_Our_Ladytutto è quieto e silenzioso, mi chiedo dove siano finiti gli abitanti, ma forse sono inavvertitamente entrata nella macchina del tempo che mi sta riportando indietro di secoli e il rumore assordante delle nostre città è ora  un ricordo insostenibile

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le prime ombre della sera accentuano questa sensazione, ma l’arrivo di ciclisti mi riporta drammaticamente alla realtà
3874036768_0195b69001è una continua altalena fra sogno e realtà, la voce potente e vellutata di Bocelli mi sorprende da una finestra spalancata, mi coglie una improvvisa saudage per la mia terra

belgio_3ey1z_T0che subito passa quando le luci si fanno più brillanti e invitanti.Un altro giorno è passato con immagini che mi seguiranno per  sempre racchiuse infondo al cuore.

Ventisqueras

Un felice Natale dalla mia bellissima Toscana! A Merry Christmas from my beautiful Tuscany

 

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Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno detto
da quattromill’anni i profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Da quattromill’anni s’attese
a quest’ora su tutte le ore.
E’ nato, è nato il Signore!
E’ nato nel nostro paese.

Guido Gozzano

le dolci Poesie della tradizione della nostra infanzia. Il Natale, il Presepio e i canti di Natale fanno parte della nostra storia, del nostro essere, della dolcezza dei nostri ricordi di bambini credo che sia un nostro preciso dovere e diritto tramandarli alle future generazioni

siena

La bella Siena in tutto il suo splendore, la Piazza del Campo dove si corre il suo famosissimo Palio delle Contrade

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per festeggiare il Natalr ospita un mercatinoSiena-at-night2resized

Siena-Natale-2009ritaglio1le sue strade, e i suoi storici palazzi sono ancota più suggestivi addobbati di lici e colori

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Copyright-www.pgmedia.it

Lucca esiste un luogo straordinario unico al mondo, sopra un antichissimo anfiteatro Romano, in perfetta sequeza sono state costruide delle abitazioni, anche’esse molto antiche

39_eventi_luccaed anche qui si tiene un delizioso mercatino

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mercatino-natale-pisaen, no! nella mia bella Pisa il mercatino di Natale non si può tenere nel Campo de miraoli, ovvio, si fa festa in Borgo

 

Albero di Natale di fronte al palazzo comunale

davanti al Palazzo Comunale

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sui lungarn

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e dai ponti

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e poi, ovvia una bella immagine della piazza illuminata ed è sempre Natale!

non poteva mancare la versione di Adeste Fideles nella versione di un grande cittadino pisano, Andrea Bocelli, in contrasto con la straordinaria vocalità di Enya la sua potenza di velluto, Frank Sinatra quando lo sentì cantare per la prima volta disse di lui ” Se Dio avesse una voce sarebbe questa!”

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Set_Film_N_Piombino_LI_www_bellezzedellatoscana_it_024 da Livorno ad augurarvi buon Natale un tre alberi di luce, l’Amerigo Vespucci, orgoglio della città e di tutta la marineria italiana

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pistoia

    Pistoia e le sue mille lanterne                                                albero_di_nataleed ancora dalla provincia di Pistoia  la sua rinomata stazione sciistica di L’Abetone : un albero di luci fra la neve

palle-di-natale

427835 Natale_2012_Prato-2ed ancora da Prato un’altra straordinaria coreografia, con antiche statue che fanno da sentinelle d’onore ad un elegantissimo e stilizzato albero di Natale

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Natale al mare

Come uno schiaffo l’odore del mare

notte di stelle da un lontano Natale

Dove si è perso Gesù Bambino?

quello accanto al pane soffice vicino al camino…

 

 

L’odore del mare come uno schiaffo

stelle inquiete che andavano e venivano

in un girotondo senza fame né tempo

nella luna, nuotava una stella mattutina

la luna

quella infinita lievitava col pane vicino al camino

gialla, gialla, fatta di miele tutta da spalmare,

il cielo incoronato di rami d’abete era per il vento

duro come un muro,

la fiamma: un fuoco piccolo a ondeggiare

piccolo Presepe dal profumo di pane

di un lontano, troppo lontano Natale al mare.

Ventisqueras

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e per finire in bellezza una fra le città in assoluto più belle al mondo, per c

la quale ogni aggettivo superlativo  stato adoperato, cantata e amata dai più grandi artisti e Poeti Firenze

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Casa Babbo Natale (foto Christian Maran)ed ora saliamo sulla slitta di babbo Natale che ci condurrà incontro al nuovo anno sperando che per tutti sia

Logo_International_Peace_Day_Worldun 2016 di Amore e di Pace

Ventisqueras

Alla mia bella Pisa con amore

11542012_928499390546277_900593805203019547_nnostalgia? molta.Forse perché negli ultimi mesi ho scritto molto sulla mia città o forse perché questi ultimi tempi frenetici è come se me l’avessero tenuta a distanza.

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arno-in-piena-gerardo-teta-2è la prima volta che invio un post dalla mia “lontananza” soprattutto emblematicamente con immagini tempestose: fulmini su Piazza de’ miraoli e l’ultima grande piena dell’Arno che per alcuni giorni ci ha tenuto tutti con fiato sospeso.Sono immagini spettacolari e insieme paurose ma noi pisani sappiamo convivere con la furia del fiume che come la vita è insieme odio e amore.

11401262_929125840483632_6191577527925061779_nma presto si torna a gioire   della quotidianeità come magnificamente racconta questa immagine di M.Ardilio

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i vecchi gloriosi palazzi dei lungarni che sembrano far schiera compatta a fronteggiare i mille nemici con cui Pisa con orgoglio mai domo ha combattuto

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ed ora si beano del placido scorrere fra le luci ovattate del tramonto e una grande luna gialla molto curiosa

 

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e le guglie di Santa Maria della Spina innalzano in controluce tabernacoli  tabernacoli di preghiere nella sera

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                 Sguardo sulla città in un giorno di vento impetuoso

Dove e a che ritornare.

S’impigliano i pensieri sui pinnacoli gotici

tentacolari di Santa Maria della Spina  esaltata

nei suoi marmi venati d’universale.

 

 

 

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Dove e a che ritornare.

Voli di colombe  sulle spallette dei lungarni

dilaganti in semicerchi chiari

sostano sulle antiche pietre         mentre

i palazzi austeri intorno i caldi colori

nell’oro vanno a sconfusare

il vento di terra sospinge all’interno il mare

increspature spumeggianti di minime

onde schiantano pensieri a Bocca d’Arno

Pisa a ingoiare

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….dove e a chi ritornare.

Ancora sulla mia spalla la tua mano

si posa            chiama alla barca che avanza

vuota

non so più se è amore quello     che

eterno mi dai       quello che non ti posso

dare

dammelo

forse mi può bastare

buttalo

forse lo potrò scordare.

                      Ventisqueras

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si frantumano i particolari e si amplia l’orizzonte, la piana rigogliosa si estende fino al litorare passando il vento a frusciare sul parco marittimo della pineta di san Rossore11391462_914038721992344_5868430627873256960_n

10653419_916992141697002_3177706830639280126_nma come per un gioco di magia o un volo di angeli nella sera si ritorna là dove sembra tutto nascere

10420367_928043120591904_4734763179914911801_n                                                              ed entrano con noi nel Duomo

11659307_929397053789844_8253944874474268355_npoi di nuovo all’esterno , come per rincorrersi e giocare…giorno, notte a loro sembra tutto permesso un solo istante e variano i colori

11392854_923365621059654_5773471129352385618_nma lo stupore e la meraviglia non smettono mai di sorriderti nell’animo

11219592_931870686875814_8074796416853523163_ne la magia della mia città torna più forte a vibrare.

Ringrazio i fotografi di Pisatoday per alcune delle foto qui postate

e a chi se non a un grande pisano dare voce e musica alle mie parole

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Pisa vista dall’alto, da una grotta del monte Serra

un abbraccio e un saluto a tutti gli amici e i lettori, mi sto “ricaricando” ci vedremo a settembre Y love you so much

Ventisqueras

Giacomo Puccini e il suo lago ( Torre del Lago Puccini, Lucca )

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                                                                      Il troppo pieno della memoria

é il lontano rumore del treno che si frange

nel sempre nuovo e antico dilatarsi dell’alba

è il profilo di neve della ” bella addormentata”

nel troppo pieno della memoria

che goccia di stille

piccole stelle dalla notte dimenticate

o consapevoli lacrime:

sono

soltanto,

lentamente esistono fra queste luci spente

è la strada che va avanti

mentre il tempo slitta  dolcemente.

Ventisqueras

Il coro a bocca chiusa della Madama Butterfly è la musica che mi accompagna in sottofondo nella dolcezza dei pensieri ogni volta che ritorno o che penso a Torre del Lago: Cio-Cio-San.quella piccola farfalla che volteggia fra le note e fiori è il ” troppo piena della memoria” che mai si corrompe

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nella  bella villetta della mia dolcissima madrina passavo le mie estati di bambina, il rumore del treno  nella notte che mi giungeva da lontano mi era strano, nella mia casa in piena campagna non lo avevo mai ascoltato e mi accompagnava  mentre tornavano alla mente le fiabe e leggende che lei mi raccontava per farmi addormentare, la ” bella addormentata” era quella che più amavo perché al mattino svegliandomi, e aprendo la finestra ne vedevo il profilo luminoso nell’alba guardando le Apuane a nord-ovest.

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si racconta che nel paesino di Forno, nell’alta Garfagnana vivessero un pastore e suo figlio e che ogni mattina il profilo della “bella addormentata” fosse un tormento per il pastorello incuriosito dalla leggenda che raccontava di una bellissima giovinetta pietrificata nella montagna da una strega cattiva invidiosa della sua bellezza ( eh, ‘ste streghe, mai che vogliano farsi gli affari loro!) l’incantesimo sarebbe svanito solo se una persona coraggiosa avesse valicato i sette torrenti del diavolo e le sette rocce di spine per raggiungerla portando con se un mazzolino fresco di fiordalisi senza guarcirli. Quando fu il tempo di raccogliere i fiorellini azzurri il pastore si decise a raccoglierli e a tentare l’avventura

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e partì per la montagna guidato dal volo di sette corvi. valicati i sette fiumi del diavolo e le sette rocce di spine ( dove si graffiò tutto, ma tenendo sempre i fiori in alto non li fece sciupare neanche un po’) arrivò proprio dove il profilo della fanciulla disegnava il seno e vi poggiò il mazzolino di fiordalisi.Subito il cielo diventò nero e tuoni e  lampi lo squassarono, un forte terremoto spalancò la terra e ne uscì la bellissima fanciulla che manco a dirlo si precipitò sul suo eroe abbracciandolo stretto…e come finì? beh si sa, si sposarono e furono felici e contenti fino al resto dei loro giorni ( questo solo per le favole, he? allora non esistevano il divorzio e la famiglia allargata:-) )

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ma veniamo a colui per cui sto scrivendo questi ricordi il maestro Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini (  he ma quanti nomi! sembra un hidalgo spagnolo) nato a Lucca  nel 1858 e morto a Bruxelles nel 1924 considerato uno dei più grandi maestri d’Opera mondiale,

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da 4 generazioni i Puccini erano  maestri di cappella del Duomo della Repubblica lucchese. Appena fu in grado di guadagnare abbastanza, dopo il successo del suo primo capolavoro ( la Manon Lescaut)  poté permettersi di costruire una villa, lo fece lontano dalla città ( che non amava) in un luogo prossimo alle sue origini Torre del Lago ( ora Torre del lago Puccini )  che lui stesso così descriveva:

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Gaudio supremo, paradiso,  eden, ” turris eburnea” ” vas spirituale”, reggia.lago-980x360

abitanti 120, case 12, Paese tranquillo con macchie splendide fino al mare popolato da ogni genere di cacciagione,

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Padule immenso con tramonti lussuriosi e straordinari.

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Vento dominante in estate il maestrale, in inverno il libeccio o il grecale. Oltre i suddetti 120 abitanti, i canali navigabili e le troglodite capanne di falasco ci sono molte folaghe, fischioni, tuffetti e mestoloni, certo più intelligenti degli abitanti ( era un tipo caustico, he? bello spirito, cattivo carattere, si dice, no?) perché difficili ad accostarsi.

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Dicono che nella pineta “bagoli” un animale raro chiamato Antilisca. ( l’Antilisca naturalmente non esiste , il maestro aveva fatto uno scherzo ad un amico lasciandolo nella pineta per ore ad aspettare il fantomatico animale) e  questo la dice lunga sul suo spirito goliardico.

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amava, come avrete capito la caccia e per lui fu ideato e costruito  il primo fuoristrada

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La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove sui mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
sui ginestri folti
di coccole aulenti,
piove sui nostri volti
silvani,
piove sulle nostre mani
ignude,
sui nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l’anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
l’illuse, che oggi m’illude,
o Ermione
Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell’aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
nè il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d’arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come un foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Gabriele D’Annunzio

in questa stessa pineta amata da Giacomo Puccini per la caccia, Gabriele D’Annunzio compose una delle sue più celebrate liriche, le atmosfere erano molto diverse da quelle odierne, la popolazione era molto povera, ancora non aveva conosciuto il boom turistico, viveva di pesca e per arrotondare nella pineta andavano a raccogliere legna da vendere e salivano sugli altissimi pini secolari per scuotere le pine, a volte facendo brutte cadute anche mortali

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questi frutti e fiori del bosco ne illeggiadriscono la rigogliosa ed esuberante natura

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che arriva fino alle dune sabbiose e tocca la fine sabbia marmorea del bellissimo litorale

Verga-doro-delle-spiagge-endemismodove prolifica la pianta endemica della verga d’oro

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ma torniamo al lago di Massaciuccoli che si estende come infiltrazione marina creando una zona paludosa che ora è parco lacustre e oasi faunistica e non è più abitato solo dalle 120 persone conosciute da Giacomo Puccini, ma è divenuta una fiorente e deliziosa cittadina dove il grande compositore sembra continuare a vivere, quasi non se ne fosse mai andato, tanto grande è l’affetto  e il ricordo per lui dei torrelaghesi, tutti hanno aneddoti da raccontare tramandati dalle generazioni che si sono succedute dopo la sua morte.

Auditorium-torre-del-lagoun grande anfiteatro da pochi anni  ampliato proprio di fronte alla villa-museo del maestro, ospita ogni anno nei mesi di luglio-agoste la grande manifestazione del Festival pucciniano, vi accorrono ospiti entusiasti da ogni parte del mondo

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Torre_del_Lago_LU_www_bellezzedellatoscana_it_002in questa stessa villa  c’è nella sua piccola cappella la tomba del maestro

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questo fu anche il luogo di una grande tragedia e scandalo nella vita di Puccini la bella Dora Manfredi nipote del barcaiolo che accompagnava Puccini alle battute di caccia alle folaghe e domestica nella villa   si suicidò avvelenandosi perseguitata dalla gelosia di Elvira la moglie del compositore, aggravando ancora di più i già difficili rapporti fra i coniugi

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con le prime ombre della sera che s’addensano sul lago e la musica dolcissima della Manon è tempo di salutare questo luogo incantato da cui un Grande trasse ispirazione per lasciare le sue musiche immortali ad aleggiare nei luoghi dove ha vissuto, che tanto ha amato e che sembrano davvero misteriosamente essere sempre  captate oltre silenzio.

Ventisqueras

Francesco De Gregori- L’In Finito

Pochi Poeti e autori riescono a rapire i miei sensi  per farmi viaggiare come lui nell’In Finito , non riesco a fuggire il suo immenso fascino e quasi ad ogni suo pezzo  mi si smuovono dentro parole ed emozioni, si che mi riesce facile ovviare alla gravità del peso della vita e fuggo leggera …oltre

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…vorrei potesse perdonarmi questo atto d’amore verso la sua Arte

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

                            Giacomo Leopardi

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” …chi ha ucciso quel giovane Angelo che girava senza spada” De Gregori tratto dal testo di Festival 

A Luigi Tenco  Angelo e…Principe mai conosciuto e…mai dimenticato!

                                            Lontano, lontano

A questa moltitudine di cose

sedute nel selvaggio movimento delle ore

nessuno può indietro tornare

io sola

a me tolta e remota, vagabondo muta.

La musica zampilla di rosso,

violenza di pagliuzze dorate negli occhi

urlano sciami di strofe, nere nel tuono dorato

a gemere oltre, lontano…lontano

Ventisqueras  

 

casino-san-remonei primi anni, prima che la manifestazione assumesse dimensioni internazionali il festival si svolgeva nella sala delle feste del Casinò municipale, fu poi trasferito al teatro Ariston

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immagine emblematica di Sanremo la statua della Primavera che si trova sulla passeggiata dell’ Imperatrice, ai tempi del massimo fulgore della cittadina rivierasca dai lussuosi alberghi situati nei paraggi, la notte scendevano a piedi per recarsi al Casinò con splendidi abiti da sera, ( le signore ostentando con noncuranza gioielli da favola) gli ospiti che rappresentavano il massimo della ricchezza sfrenata dell’epoca… immagine davvero impossibile da ravvisare per i tempi che corrono, dove non bastano guardie del corpo armate a proteggere i vips che hanno sostituito la grande nobiltà di allora

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Benazir Bhutto e i monaci del popolo tibetano simboli di  lotta per la libertà

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                         LIBERTA’  VERITA’ RELIGIONE

                                 QUANTI DELITTI SI COMMETTONO NEL VOSTRO NOME

                oui, JE SUIS également CHARLIE

non amavo particolarmente quel tipo di satira blasfema e spesso volgare, anche se spesso mi faceva ridere, ma questa parentesi atroce della storia fa davvero raggelare il sangue nelle vene, quindi ogni essere umano che si sente tale non può che riconoscersi in questi uomini liberi sacrificati sull’altare della mera e inutile crudeltà

                           Politis lachrymis ( La storia siamo noi)

Distratta si perde fra la neve la riva del fiume
d’arancio liquido l’alba irrora le cime
m’ingloba
un fitta lancinante di bellezza nel nuovo del suo grembo
mi fa embrione intrappolando
le vene con preciso salto che al vecchio
s’oppone, il nero fardello dei corvi
dall’alto in calata
sempre mi sorprende
ammutolita estasiata.Sembra distorcersi succedendosi l’aculeo nascosto
di un giorno come un altro
porta notizia dell’anno che verrà.Generali dell’aria combattono, scrollano
dai candidi racemi nelle abetaie sogni chiusi
in uno stelo di ferro per condurli alle talpe che
vivono cieche in cunicoli sottoterra
di un giardino pensile di rose canteranno
in Babilonia
ah, gli oracoli di Tiresia ora uomo
ora donna!
il flagello eterno della gente in movimento, monaci
dalla veste rossa e arancio incolonnati nell’indifferenza
dei Profeti
e dal sangue di Benazir che si coagula sul velo
bianco
mattoni oscuri il tempo assomma: si sgretoleranno
a lasciar passare quella farfalla
dal foro di fumo degli anni che verranno
e noi
che restiamo saremo
la storia
chicchi di sabbia e di grano.
                          Ventisqueras
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                         Era partito per caso ( Pablo )

Era partito per caso
– forse anche lui si chiamava Pablo –
non era tornato, la chiazza d’amore, rossa sul cappello
dimenticato sopra la panca dell’orto
– erano maturati i fichi –
a fronte
una minuscola marina silenziosa
– la luna di brina… come aveva sobbalzato!-
Uccido
questa emozione di carta
alle gambe rappresa -che si fermarono
mentre camminavi e ti chiamavo Pablo
Era partito per caso
legando tutte le stelle della piccola marina
con uno spago
[ e la luna: catturata! nella tela luccicante
di un ragno aveva sobbalzato ]
ma non era tornato.
                        Ventisqueras
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giovanni-boldini

La luce cade a pezzi ( BellAmore )

Mi ascolti?

 stavo finendo questo post e mi ha raggiunta la notizia della morte improvvisa di Pino Daniele parlando di grandi cantautori italiani non potevo non lasciargli un ricordo e un saluto commosso in bianco-celeste i colori della sua anima napoletana, ciao Pino 

negli ultimi giorni del 2o14 un altro Pino ( Mango ) anche lui da me molto amato se n’è in tutta fretta andato…che stia loro stretto questo mondo con così poca dimensione umana? forse nel loro oltre avranno una musica più intensa e lieve da cantare

1) Eran trecento eran giovani e forti…Sapri e Ponza sulle tracce del nostro Risorgimento

 

Alba-sulle-Ponziane

una palla di luce si alza dalle acque limpidissime e presto andrà a illuminare le scogliere multicolori, annunciando ancora un giorno di Bellezza sulla nostra bella e amata Patria
Spigolatrice_di_Sapri
me ne andavo un mattino a spigolare, quando ho visto una barca in mezzo al mare…

era una barca che andava a vapore e portava la bandiera tricolore

così inizia la poesia di Luigi Mercantini ” La spigolatrice di Sapri”, idealizzata con questo monumento molto particolare che la rappresenta mentre osserva da uno scoglio lo  sbarco nell’isola dei patrioti 

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” all’isola di Ponza si è fermata, è stata un poco poi si è ritornata/

 

s’è ritornata ed è venuta a terra, sceser con l’armi e a noi non fecer guerra

saprima s’inchinaron per baciar la terra, ad uno ad uno li guardai nel viso, tutti avevano una lagrima e un sorriso

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li disser ladri usciti dalle tane, ma non portaron via  nemmeno un pane/ e li sentii mandare un solo grido: siam venuti a morir pel nostro lido

Carlo_Pisacane

con gli occhi azzurri e coi capelli d’oro un giovin camminava innanzi a loro/ mi feci ardita e presol per la mano gli domandai: “Dove vai bel capitano?”/ Guardommi mi rispose ” O mia sorella, vado a morir per la mia Patria bella/Io mi sentii tremare tutto il core, ne potei dirgli ” V’aiuti il Signore/

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eran trecento eran giovani e forti e sono morti.

Carlo Pisacane, duca  di san Giovanni  rivoluzionario e patriota sicilano  ( Napoli 22 agosto 1818-Sanza 2 luglio 1857)di ideologia socialista, partecipò attivamente all’impresa della Repubblica Romana con Giuseppe Mazzini,Goffredo Mameli e Giuseppe Garibaldi, ma è passato alla storia soprattutto per il tentativo di rivolta che iniziò a Sapri e si concluse tragicamente nel sangue a  Sanza

Ancora un grandissimo italiano il maestro Riccardo Muti,che al Teatro dell’Opera di Roma, all’insistenza per un bis del  “Va Pensiero” dal Nabucco di Giuseppe Verdi, fa richiesta al pubblico di cantare assieme all’orchestra e  al coro l’inno che fu ritenuto il vessillo della Resistenza durante il Risorgimento italiano, e con parole forti ed accorate fa il paragone dell’attuale situazione italiana richiamando il nostro grande popolo ai suoi veri ideali e a risorgere ancora contro i mali che lo affliggono, suscitando una grandissima commozione nel pubblico e fra gli stessi artisti lirici, fino alle lacrime.

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l’osservatorio meterologico a Sapri, e sotto il palazzo comunale che a me ha  ricordato la casa degli Addams, ha ha, da qualche parte mi aspettavo di veder saltar fuori Morticia!!!

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I miei ricordi di bambina si legano molto all’immagine di questa Poesia studiata alle elementari, desideravo conoscere i luoghi dove era morto quel” bel capitano dagli occhi azzurri e dai capelli d’oro”, scoprendo così altri luoghi magici della nostra ineguagliabile Italia, nel fare la cronostoria sono partita da Sapri dove appunto mi sono recata per prima, ma la storia aveva avuto inizio  a Ponzaponza3                ecco la bellissima isola in avvicinamento dall’aereo, con le sue bianche scogliere di caolino e tufo nella costa frastagliata che parlano della sua origine vulcanica insieme con i numerosi crateri spenti

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man mano che prende forma il cuore prende a battere più accelerato

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spalancandomisi infine in tutta la sua smagliante bellezza

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       il suo nome deriverebbe dal greco antico Pòntos -Hçvroc o Pòntia, ossia mare

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è la maggiore delle Pontine il cui arcipelago  comprendono anche le isole di

Gavi, Zannone, Palmarola,Ventotene e Santo Stefano,

situate nel Mar Tirreno, Golfo di Gaeta è a 21 miglia nautiche da San Felice Circeo.

Isola%20di%20PonzaPopolata fino dal Neolitico fu colonizzata dai Greci ,nel 312 a.c.,

poi giunsero i romani

la destinarono a luogo di confino, ma anche di villeggiatura, non si può certo dire

che non avessero un grande talento  per scoprire le meraviglie della natura

e goderne in pieno!

tramonto-ponzaper la vastità dell’argomento  il seguito al prossimo post,

lasciandovi un saluto nel tramonto

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                Suoni come aromi saliti dal nulla di un ricordo

Di parole senza senso s’è rivestito, pallido

questo tremore di stelle velato dal profumo d’incenso,

per un attimo ha dilaniato il ricordo.

Aromi di sandalo speziato sulla strada che fù d’ombra

dove nuda abbandonai la mia cetra.

Si tacque il canto percosso dai rossi arcobaleni della notte

mentre il soffio  del mare fioriva silenzioso sulla pelle.

                 Ventisqueras

 

2 ) Istambul, Costantinopoli o Bisanzio? La Fiaba-the fairy tale

 

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                                                  Bisanzio

In lancinante fiorire d’anima

uno stuolo turrito di sogni e di pensieri in tondo

mi colma gli occhi fino all’orlo

cadendo da una fitta gola di stelle muoiono le parole sulla pelle

stanno strette alla vita

che corre e scorre infinita e finita

Ventisqueras

 

medium_7574046808-634x396nel primo post su Istambul vi ho narrato delle sue origini romanico-storiche, delle guerre, delle dinastie che si sono succedute fra sconfitte e vittorie

istanbul-bazaar-lamp-shopin questo post che ho intitolato ” La fiaba” vi dirò la sua visione ottomano-bizantina, quella degli harem, delle odalische e sultani, degli eunuchi e delle moschee blu, di quel lato fiabesco, appunto e romantico che vive in ogni angolo nascosto della immensa megalopoli e che ti assale e la ridimensiona , servendola su un piatto d’argento cesellato alla tua portata di essere umanobazar-135302_Lmi sono perdutamente innamorata di queste lampade nel Gran Bazar, avrei voluto acquistarle tutte ( qui riaffiora il mio essere eterna bambina, Peter Pan al femminile, he he, chissà se volessi forse potrei anche volare)…dove le avrei messe? non so, forse nella mia stanza…mhhh troppe, sì, allora in giardino a far concorrenza alla luna o alle luccioline di maggio

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contro il cielo rosso del tramonto e le snelle guglie dei minareti i grandi stormi delle oche selvatiche provenienti da Eliath e dirette a nord migrano con certezza assoluta cecrando la loro meta come ogni anno, io amo moltissimo le oche, mi sembra di averne già parlato in un post sull’Alaska

турция-11questo straordinario video costruito sulle note colme della malinconica bellezza del violino di Ahu Saglam grande musicista e autore turco, sembra inneggiare alla loro libertà e splendore che completa l’incanto della natura dei luoghi sorvolati…(poi che un esercito di cacciatori giunti da ogni parte di Europa ne interrompe il volo con la stolta idea di cacciarle…beh è solo un fatto che mi strazia l’anima…)

Palazzo Topkapi ( letteralmente ” La porta del cannone”)

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  costruito in posizione strategico-panoramica a  Punta Serraglio

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    il palazzo fu arem e residenza dei Sultani ottomani

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stupisce ad ogni angolo per la preziosità leziosa di ogni suo particolare

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il maestoso ingresso al grande palazzo prelude a magiche visioni

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                                                     Odalisca 

 

Sono andata cercando catene.

-Pesanti catene per te.-

Sono andata cercando
l’amore molto felice 
che non ha catene –per me-

ti ho cercato al mercato degli schiavi

non ti ho trovato.

Sono allora andata a vendermi
al mercato degli schiavi
con un fiore rosso fra i capelli

mi hai trovata.

Con catene di fiori mi hai liberata.

                              Ventisqueras

 

 

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immaginavo un frusciare di vesti di seta

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giovani voci far fiorire risate …ma chissà quante storie di gelosie ed anche di morti misteriose ad intrecciarsi

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in questi ambienti ovattati e sfarzosi

 

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dove immensi tesori sono ancora custoditi gelosamente

The Topkapi Emerald Dagger from the Topkapi Museum in Istanbul, Turkey

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architettura grandiosa e contemporaneamente intimistica nei preziosi particolari

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chissà quali occhi bellissimi si sono affacciati da queste finestre

 

P1050662 a malincuore si lasciano alle spalle visioni magiche e sogni, ora persi in mezzo ai fiori

 

Ventisqueras

si dice che anche il pavimento dell’inferno sia lastricato di buone intenzioni….sì, sì, questo vale anche per me! Vorrei trascorrere più tempo sul blog, ma per ora non mi è ancora possibile, per farmi scusare solo un pochino posto un altro dei miei piccoli pensieri-emozione sulla splendida ISTAMBUL,

grazie a tutti, vi voglio bene

It is said that even the floor of hell is paved with good intentions. … Yes, Yes, this is also true for me! I would like to spend more time on the blog, but for now I don’t is still possible for me to excuse just a wee bit post another of my small thoughts-emotion on the beautiful Istanbul
 
UN PARTICOLARE GRAZIE ANCHE A SAN GOOGLE TRADUTTORE HE HE!!!!! POSSO IMMAGINARE CHE SIA QUESTO…LA FANTASIA NON HA LIMITI 🙂 OLE’
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Santa Sara la -Kali- la misteriosa patrona degli Zingari- Saintes Maries-de-la-Mer (Gypsies, the sons of the wind)

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Narra la leggenda che Santa Sara la-Kali (  Sara la nera ) o  Santa Sarah,  venerata dalla comunità gitana dei Rom presso la città francese di Saintes-Maries-de-la-Mer, nella Camargue  fosse originaria dell’Alto Egitto

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fu la serva nera di Maria Salomè e Maria Iosè, presenti presso la croce di Gesù, dopo la resurrezione di Cristo, andarono alla deriva su un’imbarcazione raggiungendo infine le coste della Francia,

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Sebbene sia chiamata anche con l’appellativo di Santa, non è riconosciuta come tale da nessuna delle principali confessioni religiose

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i suoi abiti  e gioielli sontuosi sono sempre diversi perché ad ogni anno per la festa dei Gitani  il giorno  del loro pellegrinaggio che è il 24 maggio le varie tribù o clan, fanno a gara per farle  doni, e spesso  sovrappongono  regali mantelli gli uni sugli altri. i gitani giungono da ogni parte di Europa ed anche da  molto più lontano, per portarla  in processione

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la grande massa dei gitani  l’accompagna sulla spiaggia e fino dentro al mare

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ricordando in questo modo lo sbarco della Santa,  Sarah-la-Kali (Sara la nera) secondo alcuni potrebbe essere collegata alla divinità indiana Kali (Bhadrakali, Uma, Durga, e Syama)  Questo nome concorda con l’ipotesi dell’origine indiana della comunità Rom che giunsero in Francia verso il IX secolo

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Sara rappresenterebbe quindi una manifestazione sincretistica e cristianizzata della dea Kali. Non solamente il nome coincide (benché questo abbia la propria spiegazione nel suo significato letterale), bensì anche nel rituale, alcuni hanno colto coincidenze singolari: Durga, altro nome di Kali, dea della creazione, della malattia e della morte, rappresentata con il volto nero, durante un rito annuale in India viene immersa nella acque e poi fatta emergere

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Sara la nera ricorda altresì il culto alla Vergine Nera, con la quale è evidentemente confusa.
Tali teorie non sono tuttavia pienamente condivise, ma fermamente negate dai sostenitori di un’origine ebraica dei Rom antecedente al periodo della loro migrazione indiana, che trovano insussistente la coincidenza del nome, che sarebbe giustificato dal suo semplice significato letterale, e del tutto insignificanti le coincidenze di rito, insistendo sulle radicali differenze tra la mitologia indiana e quella rom: per loro il rito di Sara è si una forma di sincretismo cristiano, ma con ancestrali elementi ebraici e non indiani

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una delle altre leggende che parlano di Sarah la Kali, racconta invece che fu una dei primi membri del popolo Rom a professare la religione cristiana. I Rom in quel tempo praticavano ancora una religione politeista, e usavano trasportare sulle spalle la statua di Ishtar (Astarté) entrando con essa nelle acque del mare per ricevere la sua benedizione.

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Altre leggende invece narrano che un giorno Sara ebbe una visione che la informava dell’arrivo delle sante donne presenti alla morte di Gesù, stavano per giungere in una barca senza remi e  sarebbe stato loro compito aiutarle. Sara le vide giungere sulla loro imbarcazione, il mare era agitato e l’imbarcazione rischiava di rovesciarsi. Maria Salomè getto il suo mantello sui flutti, usandolo come un zattera, Sara ed i suoi aiutarono le Sante a raggiungere la terra ferma dove si radunarono, al fine, sulla spiaggia in una preghiera di ringraziamento.

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 il popolo gitano raggiunge il luogo del pellegrinaggio con i mezzi più svariati, molto colorati e pittoreschi come è nella loro tradizione, ma preferibilmente a cavallo

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si accampano ovunque a sera organizzando danze e  bellissime e molto rumorose feste

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                           Santa Sarah la Kali

Santa Sara, la nera, cuore chiodato a stelle
spalanca il mantello sul seno palpitante.

L’alba dalla ruvida bocca rende spinoso il sentiero
sotto al ponte di cemento dove una morte di fiamme
famelica di giovane carne.  si saziò.

Si chinò, Santa Sara la nera, raccolse silenzi di rane
e campanule azzurre della primavera
di urla strazianti: un fascio, recò di bimbi Rom,
strinse  al seno scuro : tutto quello che era rimasto
di chi arse nella baracca di sterpi e canne
nell’immondizia vicino al fiume mormorante.
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purtroppo la realtà di questo popolo detto anche I figli del vento per il loro continuo spostarsi non è quella colorata e gioiosa delle immagini della festa, e spesso si sente parlare di qualche incendio nei loro campi nomadi con piccole vittime innocenti lasciate da sole, incapaci di difendersi…per quelle piccole anime ho immaginato che Sarah la Kali andasse con un abbraccio a sollevarle e portarle con se negli infiniti campi del paradiso

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una vecchia immagine di un raduno di gitani

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non è raro che si scelga l’occasione del pellegrinaggio per celebrare anche matrimoni festosi
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è risaputo che i gitani amino molto i gioielli vistosi…ma non disdegnano neppure i tatuaggi…guardate un po’ questi!
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La prima citazione relativa all’abitato risale al IV secolo, da parte del poeta e geografo Festo Avieno, che segnalava un oppidum priscum Ra, un’antica fortezza dedicata a Ra, dio egizio, forse su un’isola del delta paludoso del Rodano. In era cristiana si sarebbe corrotto in ratis, cioè “battello” o “isolotto”. Da qui l’antico nome di Notre Dame de Ratis, poi Notre Dame de Radeau (isolotto) e infine Notre Dame de la Mer.
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Il nome attuale risale al 1838. Le “Marie” che danno il nome al paese sono Maria Maddalena, Maria Salomé e Maria Jacobé, che secondo la leggenda sarebbero arrivate in questi luoghi assieme alla serva Sara,
Urlaub in der Provence 18. - 21. Maerz 2008

–Monumento principale del paese, la chiesa ha da sempre avuto un importante funzione strategica ancor prima che religiosa.

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Costruita tra i secoli IX e XI come una vera e propria fortezza serviva come torre di avvistamento e per proteggere gli abitanti dai pirati saraceni che allora imperversavano nella regione.

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È composta da un’unica navata dritta, priva di ornamenti, ed è alta 15 metri. Sul tetto c’è un passaggio per la ronda con feritoie e merli. Le feritoie sono presenti anche sui muri perimetrali. Su una facciata laterale è presente una croce della Camargue.
All’interno c’è anche un pozzo di acqua dolce.
Sul fondo dell’attuale cripta vennero rinvenute, nel 1448, dei resti considerati reliquie delle due sante che furono poi bruciate durante la Rivoluzione Francese

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Le spiagge situate ad est della cittadina composte di sabbia finissima, sono eccezionali sia per la  lunghezza che per la loro notevole ampiezza.

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nella locale  plaza de toro) si tengono ancor oggi corride non cruente  chiamate “Course à la cocarde”

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.

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Maries-de-la-Mer è punto di partenza per safari fotografici nelle acque paludose del delta del Rodano. Numerosi sono i possibili itinerari naturalistici in bicicletta e a cavallo.

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vi si possono ammirare ancora allo stato brado i superbi cavalli bianchi della Camargue

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e la danza degli aironi, qui in primo piano i bellissimi esemplari di ” large flamante”

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difficile ammirare in natura qualcosa di più armonioso ed elegante

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Le leggende, in un ambiente così suggestivo si susseguono, questa vuole  che le paludi della Camargue fossero abitate da un terribile mostro, la tarasque che passava il tempo a terrorizzare la popolazione. Santa Marta, con la sola preghiera, lo fece rimpicciolire  così tanto da renderlo innocuo, e lo condusse nella città di Tarascon. Qui però i cittadini terrorizzati uccisero povera la creatura. Come non credere che fosse esistito se anche questo tronco portato dalla marea sulla spiaggia sembra ricordarlo?202965541_640

ed anche questo mio più volte ripetuto viaggio in un mondo così suggestivo e variopinto è giunto al termine, il pensiero mi riporta alla cripta colma di candele votive per Santa Sarah la-Kali   con tanta nostalgia…voi non so se avrete avuto la pazienza di seguirmi fino in fondo…se lo avete fatto i miei ammirati ringraziamenti!!! 🙂

Ventisqueras

 

questo video bellissimo è dovuto alla creatività dell’amica Laura a cui mi unisce l’amore per l’immenso Faber

——

..

D’amore

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      Hommage à Charles Baudelaire,  ispirata da un suo verso ne ho tratto gioia per un mio piccolo omaggio

*

                                                                …je sais l’art d’évoquer les minutes heureuses…

Le lune s’infrangono di schizzi luminosi sull’alto del monte

come i canti della giovinezza nel tempo

e le mandole quando nei lieti giorni sanno far fuggire le risa

dalle loro bocche rotonde.

Quelle sere arrossate passate di baci al balcone sul fiume

dove fluttuavano rose in mulinelli d’acqua e luccioline

pigolavano di bagliori azzurri

                                                    je sais l’art d’évoquer les minutes heureuses…

così tu mi pensi tra le forme che cercano il cristallo:

desta nei prati, umida di rugiada e sogni a togliermi dagli occhi

i grumi dolorosi degli anni.

E’ a te che penso, sull’alta marea dalla pallida guancia

in lotta amorosa fra luce e grecale teso nell’erbaceo stupore

del sorriso. E ti penso crescere senza fine in gemme di sale

crepitanti alle scogliere in riflessi maturi di stelle cave

                                                            je sais l’art d’évoquer les minutes heureuses…

mentre l’ombra a folate ricade sulle labbra dischiuse.

Ventisqueras

Je sais l’art d’évoquer les minutes heureuses,
Et revis mon passé blotti dans tes genoux.
Car à quoi bon chercher tes beautés langoureuses
Ailleurs qu’en ton cher corps et qu’en ton cœur si doux?
Je sais l’art d’évoquer les minutes heureuses!

citazione da Le balcon di Charles Baudelaire

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                                          il me semble parfois que mon sang coule a flots

Un eremo di mature angosce

inerpicava alla montagna gialla:

preparava il viso a dolcissime frasi di luce

stillate

in gocciolarsi a sangue

s’incrociavano allora, parole-mare così limpideazzurre

a occhi.

Urgeva  d’un falso rigore – ch’è settembre-

sulla ragnatela immobile del petto, delirio di mani

raggiunte, intrecciate, chiodate multiple

a quello che parve dirci il cielo.

Addobbammo la nostra tana d’abbracci in rose

il sangue fioriva puro, precipitando dalle stelle

immobilizzato in atomi di mercurio

ma forse

– mi dicevi-

Amore:

è solo sangue azzurro

Ventisqueras

.Il me semble parfois que mon sang coule à flots,
Ainsi qu’une fontaine aux rythmiques sanglots.
Je l’entends bien qui coule avec un long murmure,
Mais je me tâte en vain pour trouver la blessure.

citazione da La fontaine de sang di Charles Baudelaire

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Le dèmon, dans ma chambre haute est venue me voir

ti gemo a fianco:

in un sonno di mondi

e selve in fiamme.

Nella stanza alta dei cieli

mi abiti

-intrecciati e sconvolti

in sussurri di nuvole-

Sangue di nebbia

vive le tende assorte.

Certe notti di marzo

ci svegliano gli usignoli.

Ventisqueras

Le Démon, dans ma chambre haute,
Ce matin est venu me voir,
Et, tâchant à me prendre en faute,
Me dit : ” Je voudrais bien savoir,

Parmi toutes les belles choses
Dont est fait son enchantement,
Parmi les objets noirs ou roses
Qui composent son corps charmant,

citazione da Tout èntiere di Charles Baudelaire

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Bientot nous plongerons dans  le froides tenebres

lasciando chiarità luminosa di troppo brevi

estati                                                                                                                       .Citazione da Chant d’automne C. Baudelaire

inoltrandoci negli stagni del sangue disseccati

scorrere immobili nel sussulto di arterie esauste.

Lontano, il rumore del tempo sfiderà silenzi siderali

rotolando su pavimenti lastricati di mai dome speranze.

Ventisqueras

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Bouquet

 

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Buonanotte…buonanotte, fiorellino

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Bussa la tua chitarra alla mia finestra che sbadiglia

ha intrappolato le note nel cerchio di luce della lampada

la mattina si frange contro le bacche del laburno

apro gli occhi a un onda deliziosa sul prato di brina lucente

m’abbandono a te

” buonanotte…buonanotte, fiorellino”

( ma non dovrebbe essere un buongiorno?)

gratta la tua voce al vetro con aliti fissi di gelsomino

mentre la notte si rompe

e va ad abitare la sua casa d’ombra.

Non dormo più sai? arrotolo la mia coda di gatta.

La luna che sul cuscino di seta rossa ha impresso la sua faccia

nei miei stivali di gomma mi ha ricondotta

a ripararmi dalla pioggia.

Il pettirosso, dalla siepe di agrifoglio a stella

non canta più, s’imbroglia, arruffa le penne, e

al suono della tua voce

sogna.

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Laburnocytisus adami

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Via del campo – silloge: ” Fabrizio De André e le sue puttane”

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Immenso cantautore, grandissimo interprete, ma soprattutto UOMO LIBERO, guardava la vita dal basso, fra gli umili e gli emarginati e ne fu cantore senza falsi pietismi o false verità, niente più delle sue puttane ha dato vita a quel groviglio di violente vicissitudini da lui cantate nelle viuzze della città vecchia di Genova all’ombra complice dei caruggi, per questo le ho scelte come protagoniste della mia silloge a lui dedicata.

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Puttana può essere anche la sorte o la malasorte. Fabrizio De André

—E PARE FACILE, ADESSO LA FOLLIA

e pare facile adesso la follia
quella nera
matrice secca d’amori mai nati
mai vissuti
racchiusi in grembi sconosciuti di donne
scomposte al fiume.

Estati solenni, miti di cosce esposte
a tutti i venti, risuonanti pianure sconfinate
a stoppie di gialli stinti

e pare facile adesso la follia
quella vera
tutta spatolata di vividi colori imbrattati
a rabbia sulla tela immobile della vita:
che tutto il resto passa
e si sta
solo una porta rosa
labbra aperte di donna mai presa
e mai tradita
ma per sempre distesa, languida e stranita
in un campo in mezzo ai fiori.

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Caróggi [ka’rudʤ:i] (questa è la corretta grafia, sebbene talvolta sia resa anche con caruggi o carroggi, ma pure del tutto erroneamente con carrugi o carugi) è il termine con il quale in lingua genovese si indicano i caratteristici e stretti portici e/o vicoli ombrosi di molte città e paeselli della riviera ligure.
Il termine deriva da quadrivium forse con l’apporto di “carro”. Secondo taluni potrebbe derivare da carriaggi, dalla parola di lingua francese charriage (variante in lingua spagnola carruaje; latino càrrus+àticum, ovvero carràticum o carriàticum, carro+aggio).[

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Distinta dal caruggio, ma ad esso accomunata dalle anguste proporzioni, è la crosa, o meglio la crêuza, mulattiera, o scalinata o ancora piccola salita che dalle alture collinari scende ripidamente a valle; se situata nei pressi del mare, spesso in prossimità di trivi (incroci di tre strade) la crêuza diventa una Crêuza de mä, ovvero una crêuza di mare, così come è stata cantata da Fabrizio De André nel brano intitolato, appunto, Crêuza de mä (e il popolare cantautore aveva precedentemente avuto occasione di dedicare una sua canzone ad uno dei principali caruggi di Genova: la via del Campo che congiunge piazza Fossatello alla via e al quartiere di Pré).

FILA-FILASTROCCA

Fu una terra magra, truccata, sospesa al lato della strada
-forse in fase discendente-
attraeva  labbro inferiore di puttana amaro e senza succo
che aveva prima troppo a lungo tremato nel pianto
era stata anche lei bambina

Fila-filastrocca
-un tempo-
giro-girotondo di cangianti occhi strappati via dal vento
sotto una luna torba

la prossima volta che torno
-giuro-
non la canto più.
La cancello

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SCHIAVA, SCHIAVETTA BELLA

E’ nello spreco a notte che l’alba è maledetta?

Calda
lunalucegialla dannatamente stanca ( forse una morte
per saliva in senza sangue nulla?)
Querula
di labbra siliconate oscenamente gonfie: finte
e anche la morte finge, come tutto finge qui attorno?
A soffocarsi di fumo in mani fredde tese al fuoco.

S’incantano d’umido le dita frugando una piaga che non geme
( Perché finge, come tutto finge qui attorno?)
Tutto,
(meno il dolore)
anche le tette stragonfie che temono
lo scoppio.

Gira e rigira giostra giostrella  a baracchette bellecolorate
di mini-minigonne soffiate a scoprire culi sodirotondi
in senza mutande niente
per overdose di coca e di euro da lasciarsi fottere
a chi comanda a botte
e ti schianta: schiava-schiavettabella
e bellemmorta.

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D’anima di lucciola

Forse
non sei, discinta bruna
( o negra )
forse
non hai, impigliato
sulla schiena
un arco di gocce
di pioggia che ti
masturbano la bocca.
forse pensi che passando
uomini
sotto la tua gonna a
campana
si rabberci la luna piena.
Ma forse non è così
e tu sei solo
fumo
di croci e di pianti
che implodono
se ti stanchi
e ti cospargi
d’acqua benedetta
i fianchi.

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Video

Mille papaveri rossi

C’è uno strato di cera d’oro sulla tua bara
e mille papaveri rossi.

I cieli in piena si riversarono sopra di te
ti avevano prediletto.
Figlio del tuo tempo
generale di porte aperte
giaci nelle apparenze di angoli muti
in questa serenità di lucciola
oltre le pietre.

Ci serra l’istinto alla tua folgorante forza
a quel tuo puro dire di poeta, per bere ancora
del tuo vino chiaro d’inesauribile fonte
solchi di grano su cui dondolano pensieri
al suono della tua voce.

S’abbassa il cielo sulle colline, vecchio
è il sangue incrostato di terra cruda
che il sole non guarisce.

C’è uno strato di cera d’oro sulla tua bara
e mille papaveri rossi.

                                              A Faber l’inimitabile

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