Godt nytår-Buon anno!!!! Wonderful, wonderful Copenhagen-

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Copenhagen-Andersen un binomio inscindibile, e per chi, come me sempre con la testa nelle nuvole nelle fiabe un po’ ci vive… quali città eleggere come regine delle fiabe? Bruges a Natale e Copenhagen a capodanno lapalissiano! 🙂

9a6a60cfcfe regno delle favole per grandi e piccini  è senz’altro il Tivoli  che si presenta da subito con un ingresso altamente scenografico 

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dopo Disneyland-Paris è il giardino-parco tematico più visitato in Europa, fondato nel 1879 da allora si sono aggiunte sempre nuove attrazioni spettacolari accogliendo ogni anno milioni e milioni di visitatori,   periodo natalizio o riapertura secondo come si presenta la stagione intorno alla Pasqua è sempre un tripudio di colori

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ovviamente con l’occasione delle festività natalizie quando alle miriadi di scintillanti colori si aggiunge il fascino dei fuochi d’artificio lo spettacolo è veramente mozzafiato!

 

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tivoli-2ogni tipo di divertimento ed attrazione  accompagnato da una marea di luci che cambiano colore ed anche forma come quelle del laghetto davanti al palazzo orientaleggiante che io ho chiamato delle” mille e una notte”

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ese vuoi puoi diventare chiunque ed andare ovunque…un passo e anche  la Cina con le sue pagode  è  ai tuoi piedi. All’interno del Tivoli c’è il più grande mercatino di Natale di tutta la Scandinavia, e l’atmosfera è da sogno! pare siano più di due milioni le luci usate per abbellire il parco, basta guardare la cascata del grande salice vicino al lago per capirne le dimensioni

tivoli-copenaghen-cosa-vedere-parco-divertimenti-5ci spintoniamo per le direzioni da prendere: dai andiamo da questa parte, no forse  meglio di là…ma credete ogni direzione è poi quella giusta

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all’esterno del parco continua l’atmosfera fiabesca ed allora andiamo  al porto dalla “Sirenetta” (Den lille Havfrue ) durante il giorno la sua visione è deludente, minuscola e stagliata contro il porto industriale, specialmente la prima volta che l’ho vista mi sono detta ” ma poverina, ti stanno mettendo ancora in punizione!”

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il piccolo monumento  in bronzo è dedicato a quella che è la più conosciuta e forse anche la più bella fiaba di Andersen, la dolce sirena che si sacrifica per amore del suo principe forse  è meno triste avvolta da tutte queste luci

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Nelle città scandinave dove la notte è sempre molto lunga, (man mano che si sale a nord, sempre di più! ) il buio e l’inverno sembrano accrescerne il fascino, l’atmosfera è sempre festosa e la città viene addobbata con gusto e sobrietà cosa che non guasta mai. Si comincia ad augurarsi Glaedelig Jul (buon Natale ) sino dalle prime settimane di novembre, ma per la popolazione il Natale comincia il 7 novembre inizio del mitico giorno “J” data  in cui le birrerie aprono alle birre Juleberg, l’argomento birra è una cosa pazzesca e per i non danesi non troppo facile da capirsi!

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lungo la banchina del porto non manca mai qualche nave da crociera  o traghetto  parato a festa, qui in un giorno d’estate ho assistito ad un indimenticabile raduno di velieri in cui la nostra Amerigo Vespucci era indiscutibilmente quello più bello, ammirato e visitato 

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nelle strade notturne il gelo colma di ghiaccio le strade e i venditori di caldarroste fanno affari d’orocapodanno-copenaghen-3

il  dolce tradizionale delle feste danesi però  è una pagnottella di mandorle ricoperta di zucchero, di cannella, noci e ciliege, qui il freddo fa fare incetta di alcool e zuccheri!

natale_copenhagen4  intorno alle prime settimane di novembre ( come si è detto ) le bancarelle natalizie aprono e sono subito prese d’assalto, invase dalla gente che passeggiando si sofferma a bere bevande calde o a sgranocchiare qualche dolcetto. Incredibile la varietà dei prodotti tutti  in vendita con prezzi molto salati!

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oltre la birra, è il vin brulè glogg, servito caldo sopra un misto di miele, mandorle e uvetta. ad attrarre visitatori e turisti. Molto legati a leggende di Elfi e folletti della mitologia norrena con loro si celebra la tradizione,  simboleggiano le forze della natura e dei suoi fenomeni climatici, vengono  rappresentati con un berretto rosso appuntito,
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simpatici e birbanti alla  vigilia di Natale si lascia per loro fuori dalla finestra un piatto di riso o di budino, se capitasse che l’elfo Nisse si trovasse da quelle parti potrebbe approfittarne e grato lasciare in pace  gli abitanti della casa evitando far loro brutti scherzetti
quando le luci della notte si spengono si accendono i colori del giorno, Copenhagen è la città  della Scandinavia che conosco meglio, è sempre stata il punto di partenza per i miei viaggi nel Grande Nord, questa volta è stata il mio punto d’arrivo!
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una volta o l’altra mi deciderò a descriverla meglio per ora vi mostro la sua veste festosa  limitandomi a delinearne solo pochi aspetti, quelli, appunto che mi ricollegano alle festività natalizie e del capodanno

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Nyhavn ( letteralmente Porto nuovo), ha le sue origini nel seicento, i due lati del canale possono venire considerati come il bar all’aperto più lungo e frequentato dell’intera Scandinavia
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ristoranti, negozi cioccolaterie, caffetterie quasi non bastano a contenere ogni giorno  la massa di gente che si da appuntamento nella parte più caratteristica della città, eppure quasi incredibile  a dirsi la zona continua ad essere tranquilla!

nyhavn_in_winterOggi viene chiamata anche waterfront all’inglese, parola forse più appropriata per descrivere questo luogo di una città che diventa sempre più cosmopolita

Den Lille Havfrue, mso_PPT_1Lascia il tuo ricordo risplendere in una goccia d’acqua

dell’immenso mare

( io sarò sempre qui ad aspettare)

si farà sole a rischiarare la mia malinconia,

da lontano  vedo vele bianche passare

ma la tua mai la vedrò ritornare.

Ventisqueras

nytaar-big-imagebeh, lo so sono in ritardo per gli auguri di Buon 2016 ma l’anno è ancora molto giovane e quindi spero andrà bene lo stesso!Ringrazio coloro che così gentilmente sono passati da qui, con gli auguri, ho trovato il PC di nuovo in forma passarò quanto prima a salutarvi nelle vostre case.

Che cosa ci porterà questo anno nuovo? è il sentimento che ci costringe alla SPERANZA, ma voglio iniziare il 2016 con le rime di un autore che mi è molto caro, in poche parafrasi per chi ha orecchi da intendere spiega molte cose

Amo i fiori, non li cerco.
se ci sono Bene, ma procurarsi gioie implica
lo sforzo del cercare.
La vita sia come il sole, che è dato,
e non strappiamo fiori che, raccolti,
non sono nostri, ma morti.

Fernando Pessoa

7485462462_f8613cb79d_o   Prima di chiudere il post, però, una cartolina di Natale da Bruges, dove NON

ho trovato la neve, questo mi darà la scusante per tornare ancora su a cercarla?

he he chissà…

                                                     Ventis

 

 

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Un felice Natale dalla mia bellissima Toscana! A Merry Christmas from my beautiful Tuscany

 

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Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno detto
da quattromill’anni i profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Da quattromill’anni s’attese
a quest’ora su tutte le ore.
E’ nato, è nato il Signore!
E’ nato nel nostro paese.

Guido Gozzano

le dolci Poesie della tradizione della nostra infanzia. Il Natale, il Presepio e i canti di Natale fanno parte della nostra storia, del nostro essere, della dolcezza dei nostri ricordi di bambini credo che sia un nostro preciso dovere e diritto tramandarli alle future generazioni

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La bella Siena in tutto il suo splendore, la Piazza del Campo dove si corre il suo famosissimo Palio delle Contrade

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per festeggiare il Natalr ospita un mercatinoSiena-at-night2resized

Siena-Natale-2009ritaglio1le sue strade, e i suoi storici palazzi sono ancota più suggestivi addobbati di lici e colori

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Lucca esiste un luogo straordinario unico al mondo, sopra un antichissimo anfiteatro Romano, in perfetta sequeza sono state costruide delle abitazioni, anche’esse molto antiche

39_eventi_luccaed anche qui si tiene un delizioso mercatino

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mercatino-natale-pisaen, no! nella mia bella Pisa il mercatino di Natale non si può tenere nel Campo de miraoli, ovvio, si fa festa in Borgo

 

Albero di Natale di fronte al palazzo comunale

davanti al Palazzo Comunale

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e dai ponti

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e poi, ovvia una bella immagine della piazza illuminata ed è sempre Natale!

non poteva mancare la versione di Adeste Fideles nella versione di un grande cittadino pisano, Andrea Bocelli, in contrasto con la straordinaria vocalità di Enya la sua potenza di velluto, Frank Sinatra quando lo sentì cantare per la prima volta disse di lui ” Se Dio avesse una voce sarebbe questa!”

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Set_Film_N_Piombino_LI_www_bellezzedellatoscana_it_024 da Livorno ad augurarvi buon Natale un tre alberi di luce, l’Amerigo Vespucci, orgoglio della città e di tutta la marineria italiana

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    Pistoia e le sue mille lanterne                                                albero_di_nataleed ancora dalla provincia di Pistoia  la sua rinomata stazione sciistica di L’Abetone : un albero di luci fra la neve

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427835 Natale_2012_Prato-2ed ancora da Prato un’altra straordinaria coreografia, con antiche statue che fanno da sentinelle d’onore ad un elegantissimo e stilizzato albero di Natale

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Natale al mare

Come uno schiaffo l’odore del mare

notte di stelle da un lontano Natale

Dove si è perso Gesù Bambino?

quello accanto al pane soffice vicino al camino…

 

 

L’odore del mare come uno schiaffo

stelle inquiete che andavano e venivano

in un girotondo senza fame né tempo

nella luna, nuotava una stella mattutina

la luna

quella infinita lievitava col pane vicino al camino

gialla, gialla, fatta di miele tutta da spalmare,

il cielo incoronato di rami d’abete era per il vento

duro come un muro,

la fiamma: un fuoco piccolo a ondeggiare

piccolo Presepe dal profumo di pane

di un lontano, troppo lontano Natale al mare.

Ventisqueras

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e per finire in bellezza una fra le città in assoluto più belle al mondo, per c

la quale ogni aggettivo superlativo  stato adoperato, cantata e amata dai più grandi artisti e Poeti Firenze

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Casa Babbo Natale (foto Christian Maran)ed ora saliamo sulla slitta di babbo Natale che ci condurrà incontro al nuovo anno sperando che per tutti sia

Logo_International_Peace_Day_Worldun 2016 di Amore e di Pace

Ventisqueras

3 ) Pisa e i suoi miracoli, torre pendente, il calendario cosmico

20140901_mitoraj_cbcE’ con il Colosseo di Roma  il monumento italiano  più conosciuto al mondo e questo non solo per la sua indiscussa bellezza, ma per la peculiarità  della sua pendenza che da secoli sfida  la gravità terrestre, costruito tra il XII e il XIV sec.. la sua costruzione fu per lungo tempo interrotta a causa del cedimento del terreno

2010toscana1051Alcuni studi tra i più recenti attribuiscono la paternità del progetto a Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo il Battistero.Le analogie tra i due edifici sono infatti molte, a partire dal tipo di fondazioni. Altri suggeriscono invece Gherardi, mentre secondo il Vasari i lavori furono iniziati da Bonanno Pisano.

 

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i capitelli che si susseguono circolarmente sono tutti uguali meno uno, la cui provenienza è tuttora avvolta nel mistero, si pensa ad una razzia  dalle vittorie siciliane, ed è anche dubbia la definizione delle figure che potrebbero essere l’allegoria  di due grifoni o demoni

 

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La tesi del Vasari, oggi ritenuta priva di fondamento, fu invece ritenuta valida soprattutto dopo il ritrovamento nelle vicinanze del campanile di una pietra tombale col nome del Bonanno, murata nell’atrio dell’edificio

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inoltre nell’Ottocento fu rinvenuto sempre nei dintorni, un frammento epigrafico di materiale rosa, probabilmente un calco su cui venne fusa una lastra metallica, che attualmente trova collocazione sullo stipite della porta di ingresso dell’edificio. Su tale frammento si legge, ovviamente rovesciato: “cittadino pisano di nome Bonanno”.

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I lavori ripresero nel 1275 sotto la guida di Giovanni di Simone e Giovanni Pisano, aggiungendo alla costruzione precedente altri tre piani. Nel tentativo di raddrizzare la torre, i tre piani aggiunti tendono ad incurvarsi in senso opposto alla pendenza. Il campanile fu completato alla metà del secolo successivo, aggiungendo la cella campanaria.

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alto circa 56 metri, pesa circa 14 tonnellate e la sua pendenza allo stato attuale è di 3, 97° rispetto all’asse verticale

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ma la vera percezione della pendenza della torre si può provare solo salendo le scale interne, per raggiungere la cima, ci si sente letteralmente spostare da un lato all’altro del muro provocando sensazioni di capogiro, o anche di spavento, questo mi ricorda un amico ( fra l’altro un atletico “marines” dell’esercito USA!!!!) che dopo aver salito la seconda rampa non ne volle più sapere di proseguire, sbeffeggiato da noi pisani

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la luna e venere in romantica simbiosi occhieggiano dalla seta della notte

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qui è la luna piena a gareggiare in splendore con il campanile pendente

Torre di Pisa con luna

Pisa-il-duomo-e-la-luna-2-2011-e1352146630438ancora un immagine suggestiva d’amore fra la torre e la luna

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mentre durante il giorno si osservano strane contorsioni da parte di turisti che posano minacciando di buttarla giù, o di sorreggerla secondo i desideri delle loro burlesche aspirazioni

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ma lei, imperterrita continua a sfidare i secoli e i terremoti ! Questa immagine fa piena giustizia alla sua pendenza

Ma riprendiamo a scrivere sul nostro calendario cosmico: questo è il terzo segmento: la torre simbolizza l’elevazione dell’uomo incontro alla sua meta spirituale o terrena

Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante  Kahil Gibran

Il modo in cui lo spirito è unito al corpo non può essere compreso dall’uomo, e tuttavia in questa unione è compreso l’uomo.  Santagostino

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Quando acquista la ragione l’uomo sa che deve dare un senso alla sua vita, e che il suo scopo è quello di ascendere  incontro ad una meta, ognuno si prefigge la sua, può essere spirituale o materiale, si può o non si può raggiungere, ma si deve e si può anelarvi ( questo è un mio pensiero riferito al segmento dell’elevazione )

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                        Speranza

Turris eburnea liscia e nuda

da scalare con costanza

profumi di fiele e menta

tocchi il cielo

ardita:

un ghiacciolo di luna ti condensa.

Alto nell’alto

si deve scrutare se si vuole

conservarla con amore.

Ventisqueras

Capodanno pisanoche noi pisani siamo  particolarmente fieri e orgogliosi della nostra unicità lo dimostra anche il fatto che abbiamo un nostro capodanno da festeggiare; l’anno a Pisa inizia il 25 marzo anticipando, pertanto questo per noi è l’anno di grazia 2016,

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si festeggia il capodanno con nove mesi e sette giorni d’anticipo dal resto del mondo che segue il calendario Gregoriano

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Esattamente allo scoccare del mezzogiorno  quando, secondo la tradizione un raggio di sole entrando dalle vetrate del Duomo scandisce l’inizio dell’anno solare allora con grande solennità il corteo storico entra in Duomo dando inizio alle celebrazioni

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Fino al 1749 Pisa aveva un suo calendario che iniziava nel giorno della ricorrenza dell’Annunciazione della Vergine Maria e dell’Incarnazione

cb9f750abf23f9fe191d7c7d8ea27cfdi festeggiamenti durano per qualche giorno con con solenni funzioni in Duomo,  magnifici cortei storici in costume dove troneggiano il rosso e il bianco, colori di Pisa, manifestazioni culturali, e gl’immancabili fuochi d’artificio che colmano di riflessi e colori lo scorrere dell’Arno e le sue rive contornate dallo splendore dei suoi palazzi .

Ed è con un’altra immagine di festa che finisco il terzo capitolo del mio calendario cosmico su Pisa e i suoi miracoli, grazie dell’attenzione, un abbraccio e un saluto

Ventisqueras

Venezia e la magia del suo carnevale

gondola-nella-nebbia-aa05e18a-1695-4dcd-876e-a89bbab8214d               Serenata di nebbia 

Si staglia
appoggiandosi
all’angolo della malinconia
un rutilare dorato di nebbia
accarezzando
occhi socchiusi in vortici ovattosi
In piedi
abita la notte
nelle preziose calli
dai ponti sospesi graziati dal tempo
s’abbruma,
contaminandosi in note
a struggersi di pensieri,
errano nidi d’amore nella notturna serenata-
                                             Ventisqueras
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è da qualche anno che manco l’appuntamento  con il carnevale di Venezia, e pur avendolo programmato ho dovuto rinunciare anche ora…ma non mi sono persa d’animo, ricercando foto e parole nel mio archivio e sul web  vi sono volata sull’ali della fantasia ricercando emozioni mai sopite

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La festa di Carnevale risale al periodo greco-romano ed è  legata alle cerimonie pagane in onore del dio Saturno, per propiziare un raccolto copioso. Più tardi è entrata a far parte del calendario liturgico cristiano ponendosi tra l’Epifania e la Quaresima.carnevale-venezia-2015-mongolfiere-LARGE2il carnevale si festeggia quasi in ogni parte del mondo e pur essendocene di maestosi e grandiosi ( come ad esempio quello di Rio de Janeiro o di Viareggio) nessuno supera la magia di quello veneziano
laguna-di-venezia-al-tramontoquale altro luogo al mondo può esssere paragonato a questo?
pb107111 suggestione, romanticismo e quel fascino dell’irreale che riesce a farti tornare indietro nel tempo e sentirti parte tattile ed intima di epoche perdute
primi-giorni-del-carnevale-2015puoi immaginare e sentire vera qualsiasi cosa, ti si appiccica alla pelle e ti culla di sogni
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Il termine “carnevale” deriva da “carnevalare” (carnem levare) cioè: “togliere la carne dalla dieta” poiché dopo l’Epifania ci si asteneva dal mangiare la carne. Nel medioevo il martedì e giovedì prima delle ceneri venivano detti “grassi” e si festeggiava con ricchi banchetti e ogni tipo di sfrenato divertimento
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                                      Venezia Dama

Avverto luci distratte uncinarmi gli occhi
minuetto delle nebbie
sopra il piatto vetroso dell’onde
a circuirmi in rallentata movenza sguincia
sorge dal funebre scafo scuro Venezia- Dama
candore scisso di giglio attraversato
il baratro del tempo in calli di rimpianto
sciorina il suo velo a curiose stelle,
langue dove il suo silenzio sbatte.
Scarabocchi di vita pulsante abitano le finestre,
asciutte dai putridi venti della laguna.
Venezia piange
il suo disciogliersi è lento fra gli urli e i canti
che farò, ora io
fra questi campi e campielli?
Mi ucciderò.
D’amore. Di colori.
D’istanti.
                         Ventisqueras
Carnevale di Venezia 2014
Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l’ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all’inizio del carnevale seguente. Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell’anno solare.
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Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell’impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi . Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale.
untitledddd In Babilonia poco dopo l’equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo.
Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell’universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore. Nel corteo c’era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa – simbolo della parte superiore dello Zodiaco – verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell’ordine sociale e morale.
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gli occhi traboccano di tanta bellezza, ogni scorcio  un dipinto d’autore
venezia-al-tramonto-1e quando s’approssima la notte con caldi tramonti aranciati il mistero danza sulle nubi
venezia-passeggiata_kt7de_T0e s’allontana con tutta la sua magia Venezia-Dama
                          Ventisqueras

Campitello di Fassa capodanno con la neve. Happy new year 2015 !

                                                            Campitello-di-Fassa-di-sera-Inverno

questa magica visione ( se cliccate x ingrandire lo sarà ancora di più) è quella di Campitello di Fassa il paese della Val di Fassa nel trentino che ho scelto come casa della mia anima…e non venite a dirmi che ne esistono di più belli nell’intero globo terracqueo perché non riuscirete mai a convincermi!fiaccolatacampitello-rbrunel-249487_0x410 la fiaccolata che i maestri di sci e guide alpine di Campitello organizzano il 31 dicembre per salutare l’anno vecchio e render onore agli ospiti ,partendo dalla frazioncina di Pian che è l’unica località del trentino ancora interamente originale nelle costruzioni di legno, scendendo lungo il bellissimo tracciato della Via Crucis fino a raggiungere la valle 

capodanno-2015-offerte-viaggi_115637non è mia abitudine inviare post dal luogo delle vacanze, ma  il mio  PC è andato in tilt  e non ho potuto come previsto  passare a salutarvi  nei vostri blog per gli auguri delle festività 2014-15, spero con questo vorrete perdonarci ( il mio Pc e me di questo inconveniente) ed eccomi qui ad anticipare l’arrivo del 2015vacanze-attive-e-sport-sciare-in-val-di-fassa-campitello-sellaronda-ciampedie

Della linea simmetrica ( Luce)

Si scioglie la luce dell’inverno, al sole

uno stretto nodo l’aveva legata a sette corde di colore

ora schianta tende segrete, irrompe e dilaga.

Taglia, spada dolce e acuminata

è metallo di silenzio nel candore nevoso,

la vedo scuotere l’assoluto, vibrare, della linea simmetrica

dove fluidifica il dolore.

Niente è come può sembrare:l’albero, la foglia, la vita

l’amore

solo la luce di se stessa vive, nulla in lei cambia, niente muore.

           Ventisqueras

datata? ok…ma sempre tanto romantica 🙂

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..ma tu che vai, ma tu rimani/Vedrai la neve se ne andrà domani/rifioriranno le gioie passate/ col vento caldo di un’altra estate

Fabrizio De André

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prima di amare impara a camminare sulla neve senza lasciare tracce

( proverbio turco)

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                             Cime dolomitiche

Strette, incollate a un invincibile

stupore rosazzurro troneggiano

le vette denudate, fiori d’avorio semi-eterno

sbocciano tra clamori

a smuovere rondini di vento

Ventisqueras

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avete mai passato la notte di Capodanno in  un rifugio?

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è un’esperienza indimenticabile

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il mondo e tutti i suoi clamori sono lontani, laggiù nella valle ricolma di luci  e fuochi d’artificio, sopra di noi solo le stelle e quel respiro puro che ci avvicina all’infinito

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si sale con la funivia, ma se fai tardi al ritorno devi scendere con gli sci o ( questo dipende dalla tua sobrietà) col gatto delle nevi

capodanno-500x251lo scorso capodanno lo passai immersa nella folla aVenezia, è vero, splendidissimo…ma sono certa che amerò molto di più quello di stanotte

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guardate che amore! questo era il gufo-guardiano della funivia!!!

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e questa regale aquila? forse era un guardiano di sogni—-

 

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e in tutta questa Bellezza e questa pace ci vogliamo dimenticare di tutte le tragedie che ci accadono intorno? lo so, non si può mitigare il dolore con un pensiero, una dolce canzone, una preghiera al bambin Gesù…però, il cuore è triste ed anche nella festa non si può fare a meno di ricordare…

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piazza-canazeiancora qualche immagine di queste meraviglie

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e qualche altra un tantino folle

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nell’augurarvi che l’anno si chiuda in allegria—-

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e che quello nuovo dolce vi sia

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auguri auguri auguriiiiiiiiiiii buon 2015

 Ventisqueras

 

Notte di stelle. Mercatini di Natale in Austria: Innisbruck e Salzsburg

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Dallo spazio le distanze si restringono, l’intero mondo sembra farsi piccolo, ci si potrebbe tutti abbracciare, infondo è tempo di sognare 

From the distances are narrowed, the entire world seems to be small, we could all embrace, giving it time to dream

Merry Christmas to all the word, Merry Christmas !!!!! 

                 Buon Natale a tutto il mondo, Buon Natale !!!!!

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fuoco                                  

                                                                             Natale

Non ho voglia di tuffarmi
in un gomitolo di strade.
Ho tanta stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una cosa posata
in un angolo e dimenticata.
Qui non si sente altro che il caldo buono
Sto con le quattro capriole
di fumo del  focolare.
                               Giuseppe Ungaretti
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i miei auguri per il Natale 2014 vi raggiungano dall’ Austria ed esattamente da Innisbruch e Salzsburg con i loro incantevoli mercatini di Natale

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…Doveva essere un cielo d’aquilone bianco e gentile

…doveva essere un cielo d’aquilone bianco e gentile

invece piove

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li senti i campanellini delle renne di Santa Klaus?

sono i clacson delle auto all’ingorgo bloccate

nei viali spogli di foglie, con vortici  di lucette colorate

vestite d’ ipocrisia galoppante

infagottate negli stracci d’un clochard

che manda a fottersi le campane e i campanelli

sogna una cena da re e profumi grassi tra i fornelli

più in là stazionano le puttane

che pure loro se ne sbattono della notte di Natale

vengono dall’africa nera e Cristo non c’è

( ma anche qui lo hanno perso sai? sulla metro delle tre)

dalle pellicce di lusso profumate

guaiscono i fantasmi delle bestioline scuoiate

singhiozza la stella cometa che s’è persa lo strascico di seta

e i Magi che portano in dono l’ultima manovra del governo

insieme a una collana dinonso e chissàmaiperché

verrebbe tanta voglia di piangere e imprecare

forse la pioggia che cade ci riesce più di me

scrollo e spalle e penso alla neve

al suo candore lieve

al gelo sulle mani

a un cielo d’aquiloni

a quello sciagurato di pèreNoèl

che biascica in francese

“ per i bimbi rom

di doni  non ce n’è”.

Se tornasse a nascere il Re dei Re si farebbe di nuovo

sulla croce innalzare? Passarono duemila anni

e nessuno sembra capire

che senza Amore

anche il Natale non c’è.

Ventisqueras

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non si dovrebbe aspettare il Natale per essere migliori e per fare buoni propositi….allora vi auguro che sia Natale ogni giorno, un giorno!

Ventisqueras

Viareggio, Lucca: le follie ed i segreti del suo mitico Carnevale.The humor and the secrets of his legendary Carnival

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Chi come me, vive in Toscana, non può dire che sia Carnevale senza essere passata dal Corso Mascherato di Viareggiolo specchio d'argento

Lo specchio d’argento

Vanno i morti fra i vivi

hanno lo specchio della verità sull’unica faccia

l’eterna corrente

che muove le crespe del volto in rigidezze d’argento.

Sfinge astratta lamento di Sibille e Profeti.

Alti alberi di lacrime e sentieri incolti

dove corre, scorre si straccia

lo specchio dell’eterna verità sull’unica faccia.

                          perché l’uomo sente il bisogno di mascherarsi?

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                      Nata nel 1873 è la più grande manifestazione folcroristica europea e una delle più importanti al mondo 

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La prima sfilata di carrozze addobbate a festa si svolse nella storica via Regia, nel cuore della città vecchia. Fu la prima edizione del grande spettacolo che oggi è il Carnevale di Viareggio.L’idea di una sfilata per festeggiare il carnevale nacque fra i giovani della Viareggio-bene di allora che frequentavano il caffè del Casinò. Era il 24 febbraio 1873, giorno di martedì grasso.

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a monte di questa imponente manifestazione ci sono anni ed anni di sperimentazioni, ed evoluzione di questo genere di arte costruita con la carta riciclata e poi nominata cartapesta

il lavoro di  maestri della cartapesta, progettisti, artisti, tecnici ed operai specializzati comincia subito dopo l’uscita dell’ultimo Corso Mascherato  nella cittadella del carnevale  dove si susseguono una serie imponenti di hangar,  si studiano movimenti e le fantasiose idee che porteranno i nuovi carri a sfilare l’anno dopo, in questo video si assiste appunto partendo dal bozzetto, alla parziale realizzazione di un carro della prima categoria, quella dalle dimensioni imponenti

>>>/ TURISMO: SI PUNTA A CARNEVALE, TRA VENEZIA E L'EUROPA

ed ecco il carro” Revolution “dedicato al mito John Lennon e ai suoi ideali di pace,  lo stesso che abbiamo visto nel video in costruzione realizzato ed ora in sfilata durante il Corso Mascherato

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Su questo carro troneggia il Re Carnevale, la maschera viareggina di Burlamacco

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Nel 1930 Uberto Bonetti, pittore e grafico futurista, ideò Burlamacco: la maschera simbolo di Viareggio, che, nel manifesto del 1931, sullo sfondo dei moli protesi sul mare, apparve in compagnia di Ondina, bagnante simbolo della stagione estiva. Prendendo spunto dalle maschere della Commedia dell’Arte e disegnandolo in chiave futurista

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                  L’imponenza

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                 la grandiosità

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da questo particolare del carro visto sopra per intero si evincono appunto le gigantesche proporzioni, notando la massa delle maschere sul carro stesso e la folla sul corso in basso

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                la fantasia

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il divertimento

…………

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               la feroce satira politica

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che quest’anno ha lasciato molto spazio al giovanissimo neo eletto premier Matteo Renzi ( non si sono dimenticati neppure la sciarpa viola di grande tifoso della Fiorentina calcio,  che è anche la mia squadra del cuore)  da apolitica quale io sono gli auguro buona fortuna per il bene del mio amatissimo Paese, che ha risorse umane, inventiva, idee, per tornare al posto che gli spetta in Europa e nel mondo 

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                           le “caricature”

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che non risparmiano nessuno, qui vediamo un angelico Papa Benemerito Benedetto RatzingerViareggio-Carnival-in-Viareggio-Italy-  i carri sfilano per concorrere all’ambito premio che decreterà il vincitore dell’anno

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per parte mia non avrei mai dubbi, premierei sempre tutti ex-aequocarnevale-di-viareggio-fg-08

ditemi voi, come si fa a scegliere tra simili meraviglie?

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poi, spettacolo nello spettacolo ci sono i mille movimenti che fanno aprire, chiudere, roteare gli occhi, muovere mani, e ogni altra diavoleria che i maghi  del movimento con ingegnosissimi meccanismi riescono a realizzare

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queta immagine rende l’idea dell’imponenza della manifestazione che si svolge sul bellissimo lungomare di Viareggio

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con questa immagine giocosa vi saluto, sperando di avervi contagiato con l’allegria e la spensieratezza di questo ineuguagliabile carnevale

Capodanno a Venezia…pura magia!

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Capodanno-2013-Veneziaamici carissimi ben ritrovati! In ritardo, ma con affetto e gioia vi faccio i miei più grandi auguri per il nuovo anno, se avessi la bacchetta fatata vorrei che per ognuno di voi si avverasse un desiderio, ma ancora non me ne hanno dato licenza ( !!!) e per quest’anno  vi dovete accontentare , sorry 🙂

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qualcosa di veramente magico, però, l’ho tenuto in serbo per voi, le immagini del mio capodanno a Venezia

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Un carico di balconi bianchi opulenti deposti su petali di rosa sorride dai palazzi serrati fitti di prolungamenti astratti, dal mare pressati arretrano di secoli avanzati d’acque fluttuanti allo scoperto.

Onde a onde. Onde. Onde. Sconfitte, sul Canal Grande.

Gelida si fa la culla preziosa perché nessuno sfiori la sposa.

Tratta dal mio testo dedicato a Venezia ” Sposa al mare” perché Venezia Dama è la bellissima sposa del mare da cui anticamente proviene e forse fra le cui braccia un giorno ritornerà

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.Immobile il tempo fra le calli

Guarda come intenso specchio concavo
l’acqua percorre molle tra le calli,
 gli occhi
spalanca in armonie e solfeggi aperti.

in bisluccica traccia d’argenti fioccosi -molto contorti- s’accastella fissa d’emozione dipinta  pallida a sommergermi a sconvolgermi come fossi trascinata via dal tempo che non è mai passato

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dal ponte di Rialto mi osserva
sembra addormentato.
                                Ventisqueras

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di solito non amo la ressa e la troppa confusione, ma l’unicità di un capodanno a Venezia è valso anche di sopportare tutto questo

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pura e assoluta follia e magia

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l’ignoto, il mistero, l’imprevedibile: sempre in agguato, un anticipo del carnevale!

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sembrava di non toccare la terra con i piedi, lievitando nel sogno

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obbligo indossare qualcosa di bianco, magari anche solo la mascherina…. e allo scoccare della mezzanotte nella piazza forse più bella ( certo la più romantica) al mondo si rinnova la tradizione del bacio collettivo

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le cupole veleggiavano nella piazza festosa

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e la sirena Venezia  ancora ammalia come mai !!!!

Natale…un giorno

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Perché
dappertutto ci sono cosi tanti  recinti?
In fondo tutto il mondo e un grande recinto.

Perché
la gente parla lingue diverse?
In fondo tutti  diciamo le stesse cose.

Perché
il colore della pelle non e  indifferente?
In fondo siamo tutti diversi.

Perché
gli  adulti fanno la guerra?
Dio certamente non lo  vuole.

Perché
avvelenano la terra?
Abbiamo solo  quella.

A Natale – un giorno – gli uomini andranno d’accordo in  tutto il mondo.
Allora ci sarà un enorme albero di Natale con milioni  di candele.
Ognuno ne terrà una in mano, e nessuno riuscirà a vedere l’enorme albero fino alla punta.

Allora tutti si diranno “Buon Natale!” a Natale, un  giorno.

è con questa  bellissima Poesia di Hirokazu  Ogura che esprime, tutti, ma proprio tutti i miei pensieri che  vi faccio i miei auguri per il Santo Natale, poi per nuovo anno; che porti sulle spalle tutti i vostri sogni, e le feste tutte di serenità e pace  che possiate passare con coloro che più amate,

starò via per un po’ ( sono la solita girellona) mi mancherete, ma prima o poi torno

le foto sono dei mercatini di Natale dell’Alto Adige, avvolti in una magica atmosfera da fiaba *cliccare  per ingrandire/click to enlarge

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Incredibilmente notte di stelle

cantava il cielo un canto a onde,

attraversando  aghi di luce e ghiaccio della cometa

cantavano d’oro gli angeli scendendo in Betlem

 frutto succoso di pace e Amore

era sceso il Signore,

con la sua polpa amara ci venne a dissetare.

E’ una notte incredibilmente di stelle, a mille altre uguale,

dopo mille e mille anni:

fame, freddo, guerre, orrore…

sembra che nessuno ti stia ad ascoltare…

ma che sei venuto qui a fare mio dolce Signore ?

                                                                                              Ventisqueras

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Sposa al mare

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Un carico di balconi bianchi opulenti deposti su petali di rosa
sorride dai palazzi serrati fitti di prolungamenti astratti
dal mare pressati
arretrano di secoli avanzati d’acque fluttuanti allo scoperto.

Onde a onde. Onde. Onde.
Sconfitte, sul Canal Grande.

Gelida si fa la culla preziosa perché nessuno sfiori la sposa.

Nel gesto dei rintocchi folleggianti, dal campanile snello
l’angelo – spiegate l’ali finte- discende.
Soffocata da pizzi di nebbia la cupola del Redentore
-mongolfiera sgonfia- geme di gas nella grande piazza
circondata dai lampioni che emettono dorate luci
di circostanza.

Un finale di cuori salmastri
scricchiola la lontananza
nei recessi d’aria spalancati alla penombra
perché nessuno tocchi quella sposa bianca
anche se il carnevale di colori intatti
volteggia inarrestabile

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( Venetia, la X Regio dall’impero romano)

zona soggetta a progressivi mutamenti orografici, con fiumi di ampia portata che, combinando la loro azione con quella dei flutti marini, davano origine a un ambiente di tipo paludoso, con numerose lagune, ecosistema “dinamico”, una sorta di “via di mezzo” fra l’ambiente dell’entroterra, relativamente stabile, e quello marino:

così lentamente è sorta Venezia dal mare per diventarne sua sposa , che certo tornerà ad abbracciare quando le sue fondamenta per quell’eterna deriva dei continenti la faranno risprofondare…sarà una perdita indicibile per l’umanità intera…voglio pensare che forse a quel momento anche la vita umana si sarà già estinta anche lei soggetta alle forze immani ed ineluttabili che la comandano…chissà…ma ora voglio averla negli occhi così, come le immagini della memoria me la rappresentano : la più bella città al mondo, meretrice astratta che seduce ad ammalia per avvolgerti nella sua magia, attirarti nel suo misterioso amplesso .

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Qui ogni cosa è possibile, talvolta camminando per le calli in quell’atmosfera rarefatta di di nebbiolina mista a pioggia mi sembra di diventare un essere anfibio, respirare con le branchie e

in quella luce di acquario , fluire nel nulla , mentre Venezia Dama chiusa nella sua Baütta, scompare nella gondola nera lungo immateriali canali che conducono verso l’oltre, incontro all’irreale della Bellezza e dell’eterna perfezione,

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Video

Oh, Valentina! ( alla messa di mezzanotte fineanniquaranta )

A gruppi camminavano per le strade in salita del piccolo paese
fra le pietre assonnate  scintillavano stelle luminose
racchiuse in aghi di ghiaccio

d’incenso e candele si colmava la chiesetta
si accendevano i fiati al calore di chi Agnello fra i lupi discese
sconvolgendo egoismi e coscienze giungendo dal lontano oriente

improvviso serpeggiò un brusio a onde che tutti fece voltare
i ricci neri a incorniciare sotto al cappuccio rosso
un volto da bambina
oh, Valentina!
Il frutto mulatto di un amore scandaloso fra le braccia del tuo uomo nero
che alto reggeva quell’ osanna silenzioso

oh, Valentina, che ingresso da regina fra quel sussurrare ingiurioso

fineanniquaranta o giù di lì, eri tornata: una “segnorina”
il tuo volo di colomba sverginata i contro all’america finì.

Prima che il largo d’oro delle campane di suoni colmasse la mezzanotte
dalla povera paglia del presepe il Re dei Re a tutti le braccia aprì

Oh, Valentina!
anche il tuo sorriso sul volto di porcellana di bambina di lacrime fiorì.

 

 

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Questo è  un avvenimento davvero accaduto, raccontatomi dalla nonna, il prete di quel paesino di campagna udito quel brusio che poco aveva di cristiano fece sciogliere le campane prima della mezzanotte, anticipando la nascita del Bambinello affinché nei suoi fedeli si rinnovasse il messaggio dì Amore e Pace universale portato dal Cristo, e fu così che accadde il piccolo miracolo. Alla fine della messa tutti si strinsero intorno alla famigliola a porgere gli auguri per un mondo migliore…ma che il mondo sia  poi diventato davvero migliore, questa  è un’altra cosa…sta a noi e solo a noi fare in modo che accada, questo è il mio augurio e ringraziamento di Natale per tutti voi che avete la pazienza di seguirmi nonostante la mia latitanza , credete non voluta

Dedicata anche a tutte le Valentine del mondo che superando razzismi e pregiudizi di ogni tipo infrangono le invisibili ma feroci barriere con la forza del loro Amore.

 

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