Pisa e i suoi monti Pisani un inferno di fuoco-Pisa and its Pisani mountains a hell of fire

Monti Pisani 24 settembre 2018 ore 22,30 inizia l’incendio

Questa immagine è  il simbolo della tragedia che sta devastando la mia amatissima terra:la Torre degli Upezzinghi a Caprona,  perennemente in bilico su una ex cava di pietra, da lassù il ghibellino Dante Alighieri fu l’osservatore fiorentino della battaglia di Cascina combattuta contro i guelfi pisani, riandando a quel ricordo ora la ” Torretta” come la chiamiamo noi pisani, così avvolta dalle fiamme sembra uscire da uno dei suoi gironi infernali

l’incendio sta divorando il monte Serra attaccato da diverse angolazioni, per lo scellerato disegno di un piromane

anche la storica e meravigliosa Certosa di Pisa nel comune di Calci è  stata assediata dalle fiamme e solo la grande lotta dei vigili del fuoco e un fortuito cambio di direzione di vento sono riusciti a salvarla

la luna piena affacciata sopra quell’orrore guarda stupita.il disegno perverso dell’uomo contro Madre Natura

Altro

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San Valentino degli indemoniati…e degli innamorati ( Bièntina-Pisa )San Valentino of the indifferent and the lovers

Ci sono nel corso della nostra esistenza interrogatovi cui non riusciamo a dare risposta, o eventi così detti inesplicabili proprio perché non si riesce loro a dare una spiegazione.Queste domande sono proprie della sfera spirituale, dell’invisibile, dell’oltre, che non può non affascinare noi, piccoli granelli di sabbia sempre esposti a tutti i folli venti del fato che inevitabilmente ci conducono incontro all’infinito Certo non mi propongo di darle io queste spiegazioni, ma semplicemente di tentare di raccontare ed analizzare alcuni  aspetti incomprensibili dell’esistere, lasciando a chi legge di trarre le proprie conclusioni.

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San Valentino soldato romano convertito al cristianesimo fu  martirizzato  in Roma per non aver voluto abiurare la sua fede.Da antichi documenti dell’epoca è possibile conoscere la storia di questo Santo, i cui resti furono riesumati dalle catacombe di San Callisto, sulla via Appia Antica, il 9 novembre 1681 e consegnati alla nobildonna iromana Laura Grozzi, la quale li donò alla popolazione di Bièntina, da allora custodite nella chiesa di

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  Santa Maria Assunta ( di cui si hanno notizie già nel x sec.)  custodite e venerate circa dal XI sec. La particolarità di questo Santo taumaturgo è quella di combattere il Demonio, per questo alla guida della chiesa si sono sempre succeduti preti esorcisti per aiutarlo a sconfiggere il male. E qui si raccontano, riportati da testimoni oculari, vere e proprie lotte fra il prete esorcista che voleva scacciare il maligno dal corpo dell’ossesso e il demonio che urlava con voci improprie ( se era uomo di donna e viceversa) bestemmiava, si contorceva, sbavava, aggrediva chi voleva accostarlo al busto d’argento raffigurante San Valentino, per poi cadere un tratto, appena lo aveva sfiorato, come morto per terra.

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sono sempre stata incuriosita e affascinata da questo lato oscuro della mente umana, quello della cosiddetta possessione su cui nei secoli bui del cristianesimo si  avevano enormi pregiudizi, la scienza moderna con gli studi sulla psiche e sulla psicanalisi ha messo ordine richiamando questi fenomeni nella maggioranza dei casia fenomeni  schizofrenici o  alle malattie mentali, Però si dice anche che se si crede in Dio bisogna credere anche al demonio.

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Nella pratica della Chiesa cattolica alcuni fattori sono considerati indicativi di una possessione demoniaca, ad esempio laddove il soggetto:

  • dimostra una forza fisica molto superiore alla sua normale capacità;
  • parla lingue a lei sconosciute o che è impossibilitata a conoscere (xenoglossia);
  • dimostra avversione al sacro;
  • prevede eventi non ancora accaduti, o conosce cose che non dovrebbe conoscere
  • 121 - Da Notre Dame

 

                     San Valentino degli indemoniati

La via delle colline pisane (entroterra di Pisa-SanGimignano, Siena) The”via” delle colline pisane-inland to Pisa-San Gimignano, Siena-

san_gimignano_04_bancora un sogno ad occhi aperti

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la nebbia del mattino quando dolcemente evapora accarezzata dai primi raggi del sole…

4508493378_b3d4c7627e_zscopre paesaggi che chi li ha visti anche soltanto per una volta li porterà per sempre scolpiti nell’anima

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è quella che noi pisani chiamiamo la via delle colline pisane e che il  National Geographic  ha inserito fra le 100 più belle strade del mondo …come dargli torto?

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more1  all’altezza pressappoco di Pontedera e poco distante da dov’è la mia residenza, si devia dalle comode  e transitatissime strade di grande comunicazioni o autostrade

tosc15per inoltrarsi in una via secondaria che attraversa territori poco abitati

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L’insieme si frantuma e si evidenziano i particolari, piccoli borghi dalle case in pietra non sembrano reali, ma dipinti da un grande artista paesaggista, nomi per me dolci come l’uva matura conosciuti e scanditi ad uno ad uno

 

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Castelfalfi

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Castelfalfi farmhouse, Montaione, Tuscany, Italy

Montaione

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Terricciola

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vicoli e case come sculture antiche

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Lajatico, qui la strada attraversando in basso il centro abitato passa proprio dal paese natale del grandissimo Andrea Bocelli

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e qui in mezzo al velluto delle “sue” colline il Maestro ha creato dal nulla il magico Teatro del Silenzio

Passando in primavera si nota solo il laghetto attorno al quale si verifica a fine luglio, rigorosamente all’aperto

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il grande evento che coinvolge migliaia di spettatori e le più grandi star dello spettacolo internazionale

questo video è autobiografico, stralci della vita di Andrea da bambino, nella tenuta dei suoi genitori a Lajatico, ed è drammaticamente scritta e dedicata per morte dell’amatissimo babbo, che tanta parte ha avuto nell’educazione e nell’amore per il figlio. Lo ha accompagnato insieme alla madre in quella che poteva essere anche una insuperabile difficoltà nella sua vita e che invece l’ha condotto a primeggiare nel mondo intero

chissà se questa sua grande voce, così potente,calda e vallutata l’ha rubata proprio a questa sua ( nostra) impareggiabile terra

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Con le stagioni  si evidenziano dai colori della natura, sterminate distese di giirasoli

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e tl rosseggiare dei papaveri tra il grano

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o davanti allo scoppiettare del camino l’autunno, con le castagne e il vino nuovo….siamo nella terra del Chienti DOC, ricordate ?

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moltissimi stranieri, soprattutto nordici, tedeschi, olandesi, norvegesi ecc. hanno preso casa qui per viverci stabilmente o trascorrerci le vacanze in una atmosfera rilassante e idilliaca

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foto1 sfiorerà  Volterra , la bellissima città etrusca

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dai lunari panorami mozzafiato

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fino a condurci al bivio di Castagno dove finisce la provincia di Pisa e si entra in quel di Siena

806291800-san-gimignano-skyline-citta-tramonto-del-sole-patrimonio-mondiale-dell'unescogiungendo al tramonto gia da qui si scorge nell’infuocato suo clamore, troneggiante sulla collina  San Gimignano   e le sue antiche torri…ma questa è una storia che vi racconterò un’altra volta

dintorni

ora voglio salutarvi facendo un piccolo omaggio al cipresso, questo nobile ed elegantissimo albero che sempre in primo piano o in lontananza

c7ec300f5def6bb3caef59e360158ba2integra e completa la perfezione del paesaggio toscano

b1422642220544%20night%20viewe mentre si addensano le ombre della sera e si accendono le luci negli splendidi rustici di pietra

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l’ultimo saluto lo rivolgiamo a lui

                                Cipressi

Salgono in ordinata fila
sgranando la collina silenziosa.
Preme il cielo di rosso
come una trina ordita
da demoni danzanti sul crinale.
E presto saranno le stelle
a domandare, dove si ferma
il passo nel cammino…
dove dolente l’ammasso
di speranze, s’andrà a posare
l’incerto della vita
in calici frementi assaporare
                Ventisqueras

 

 

Un felice Natale dalla mia bellissima Toscana! A Merry Christmas from my beautiful Tuscany

 

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Non sete, non molli tappeti,
ma come nei libri hanno detto
da quattromill’anni i profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Da quattromill’anni s’attese
a quest’ora su tutte le ore.
E’ nato, è nato il Signore!
E’ nato nel nostro paese.

Guido Gozzano

le dolci Poesie della tradizione della nostra infanzia. Il Natale, il Presepio e i canti di Natale fanno parte della nostra storia, del nostro essere, della dolcezza dei nostri ricordi di bambini credo che sia un nostro preciso dovere e diritto tramandarli alle future generazioni

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La bella Siena in tutto il suo splendore, la Piazza del Campo dove si corre il suo famosissimo Palio delle Contrade

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per festeggiare il Natalr ospita un mercatinoSiena-at-night2resized

Siena-Natale-2009ritaglio1le sue strade, e i suoi storici palazzi sono ancota più suggestivi addobbati di lici e colori

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Copyright-www.pgmedia.it

Lucca esiste un luogo straordinario unico al mondo, sopra un antichissimo anfiteatro Romano, in perfetta sequeza sono state costruide delle abitazioni, anche’esse molto antiche

39_eventi_luccaed anche qui si tiene un delizioso mercatino

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mercatino-natale-pisaen, no! nella mia bella Pisa il mercatino di Natale non si può tenere nel Campo de miraoli, ovvio, si fa festa in Borgo

 

Albero di Natale di fronte al palazzo comunale

davanti al Palazzo Comunale

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sui lungarn

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e dai ponti

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e poi, ovvia una bella immagine della piazza illuminata ed è sempre Natale!

non poteva mancare la versione di Adeste Fideles nella versione di un grande cittadino pisano, Andrea Bocelli, in contrasto con la straordinaria vocalità di Enya la sua potenza di velluto, Frank Sinatra quando lo sentì cantare per la prima volta disse di lui ” Se Dio avesse una voce sarebbe questa!”

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Set_Film_N_Piombino_LI_www_bellezzedellatoscana_it_024 da Livorno ad augurarvi buon Natale un tre alberi di luce, l’Amerigo Vespucci, orgoglio della città e di tutta la marineria italiana

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    Pistoia e le sue mille lanterne                                                albero_di_nataleed ancora dalla provincia di Pistoia  la sua rinomata stazione sciistica di L’Abetone : un albero di luci fra la neve

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427835 Natale_2012_Prato-2ed ancora da Prato un’altra straordinaria coreografia, con antiche statue che fanno da sentinelle d’onore ad un elegantissimo e stilizzato albero di Natale

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Natale al mare

Come uno schiaffo l’odore del mare

notte di stelle da un lontano Natale

Dove si è perso Gesù Bambino?

quello accanto al pane soffice vicino al camino…

 

 

L’odore del mare come uno schiaffo

stelle inquiete che andavano e venivano

in un girotondo senza fame né tempo

nella luna, nuotava una stella mattutina

la luna

quella infinita lievitava col pane vicino al camino

gialla, gialla, fatta di miele tutta da spalmare,

il cielo incoronato di rami d’abete era per il vento

duro come un muro,

la fiamma: un fuoco piccolo a ondeggiare

piccolo Presepe dal profumo di pane

di un lontano, troppo lontano Natale al mare.

Ventisqueras

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e per finire in bellezza una fra le città in assoluto più belle al mondo, per c

la quale ogni aggettivo superlativo  stato adoperato, cantata e amata dai più grandi artisti e Poeti Firenze

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Casa Babbo Natale (foto Christian Maran)ed ora saliamo sulla slitta di babbo Natale che ci condurrà incontro al nuovo anno sperando che per tutti sia

Logo_International_Peace_Day_Worldun 2016 di Amore e di Pace

Ventisqueras

Alla mia bella Pisa con amore

11542012_928499390546277_900593805203019547_nnostalgia? molta.Forse perché negli ultimi mesi ho scritto molto sulla mia città o forse perché questi ultimi tempi frenetici è come se me l’avessero tenuta a distanza.

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arno-in-piena-gerardo-teta-2è la prima volta che invio un post dalla mia “lontananza” soprattutto emblematicamente con immagini tempestose: fulmini su Piazza de’ miraoli e l’ultima grande piena dell’Arno che per alcuni giorni ci ha tenuto tutti con fiato sospeso.Sono immagini spettacolari e insieme paurose ma noi pisani sappiamo convivere con la furia del fiume che come la vita è insieme odio e amore.

11401262_929125840483632_6191577527925061779_nma presto si torna a gioire   della quotidianeità come magnificamente racconta questa immagine di M.Ardilio

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i vecchi gloriosi palazzi dei lungarni che sembrano far schiera compatta a fronteggiare i mille nemici con cui Pisa con orgoglio mai domo ha combattuto

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ed ora si beano del placido scorrere fra le luci ovattate del tramonto e una grande luna gialla molto curiosa

 

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e le guglie di Santa Maria della Spina innalzano in controluce tabernacoli  tabernacoli di preghiere nella sera

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                 Sguardo sulla città in un giorno di vento impetuoso

Dove e a che ritornare.

S’impigliano i pensieri sui pinnacoli gotici

tentacolari di Santa Maria della Spina  esaltata

nei suoi marmi venati d’universale.

 

 

 

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Dove e a che ritornare.

Voli di colombe  sulle spallette dei lungarni

dilaganti in semicerchi chiari

sostano sulle antiche pietre         mentre

i palazzi austeri intorno i caldi colori

nell’oro vanno a sconfusare

il vento di terra sospinge all’interno il mare

increspature spumeggianti di minime

onde schiantano pensieri a Bocca d’Arno

Pisa a ingoiare

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….dove e a chi ritornare.

Ancora sulla mia spalla la tua mano

si posa            chiama alla barca che avanza

vuota

non so più se è amore quello     che

eterno mi dai       quello che non ti posso

dare

dammelo

forse mi può bastare

buttalo

forse lo potrò scordare.

                      Ventisqueras

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si frantumano i particolari e si amplia l’orizzonte, la piana rigogliosa si estende fino al litorare passando il vento a frusciare sul parco marittimo della pineta di san Rossore11391462_914038721992344_5868430627873256960_n

10653419_916992141697002_3177706830639280126_nma come per un gioco di magia o un volo di angeli nella sera si ritorna là dove sembra tutto nascere

10420367_928043120591904_4734763179914911801_n                                                              ed entrano con noi nel Duomo

11659307_929397053789844_8253944874474268355_npoi di nuovo all’esterno , come per rincorrersi e giocare…giorno, notte a loro sembra tutto permesso un solo istante e variano i colori

11392854_923365621059654_5773471129352385618_nma lo stupore e la meraviglia non smettono mai di sorriderti nell’animo

11219592_931870686875814_8074796416853523163_ne la magia della mia città torna più forte a vibrare.

Ringrazio i fotografi di Pisatoday per alcune delle foto qui postate

e a chi se non a un grande pisano dare voce e musica alle mie parole

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Pisa vista dall’alto, da una grotta del monte Serra

un abbraccio e un saluto a tutti gli amici e i lettori, mi sto “ricaricando” ci vedremo a settembre Y love you so much

Ventisqueras

4 )Pisa e i suoi miracoli, il calendario cosmico: meditazione sulla Morte in leggerezza-Pisa and his miracles, cosmic calendar-Campo Santo monumental meditation on death in lightness

 

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Perché iniziare con la luna? la luna è mistero e magia…e quale mistero è più grande di quello della morte? e quale magia arcana meditare su di essa?

Io la immagino  figura lieve e diafana con indosso solo un ieratico sorriso

               Sulla punta di piccoli piedi candidi

Sulla punta di piccoli piedi candidi

muove un passo nuovo e antico di danza

 nei cerchi immoti e rutilanti dell’infinito

tutti la seguiamo senza esitare

non ci è concesso di rifiutare

Ventisqueras

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Il Campo Santo di Pisa: l’unico Camposanto che sia al mondo…tutti gli altri sono cimiteri

Curzio Malaparte

Questo termine Campo Santo deriva, secondo la tradizione dall’arcivescovo Ubaldo Lanfranchi, che ritornando dalla Terra Santa ne riempì l’interno con terra presa dal Monte  Calvario, tali leggende si riportano anche ad altri edifici simili Europei, molto probabilmente venne edificato per raccogliere degnamente le varie bellissime sepolture che si andavano accumulando nel Duomo e nei dintorni

dall’interno del Campo Santo la luna occhieggia dipingendo d’argenteo  stupore gl’imponenti monumenti  della Piazza de’  miraòli

L’assenza non è assenza, abbiate fede,
colui che non vedete è con voi.
SantAgostino

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 in questa prospettiva spettacolare scattata dalla cima della totte pendente il Camposanto è parte integrante dell’insieme, fu iniziato nel 1277 da Giovanni di Simone anche se alcuni fanno il nome di Giovanni di NIcola

pisa-camposanto-monumentale-e-piazza-dei-miracoliper scendere alla struttura superiose esterna

mb6361_800completandone la visione dell’insieme

IFpoi tornare subito al particolare, la costruzione dugentesca languì a seguito della sconfitta di Pisa nella battaglia de La Meloria per riprendere verso la metà del trecento, si susseguirono giganti della pittura dell’epoca con affreschi resi celebri dalla storia dell’arte, ne cito solo alcuni Benozzo Gozzoli col suo “Trionfo della Morte”, Taddeo Gaddi, Bonamico Buffalmacco ecc. non basterebbe l’intera sequenza di tutti i miei blog per illustrare e visualizzare tutte le opere qui esposte.

pisa-tabernacolo-sulla-porta-del-camposanto-foto-tratta-dal-libro-pisa-di-i-b-supino-1905del sontuoso tabernaco gotico posto sopra l’ingresso, con una statua rappresentante  Vergine col bambino e quattro santi opera di un seguace di Giovanni Pisano del XIV se.  e Angeli di Tino di CanainoPisa, Camposanto Monumentale

un’immagine molto suggestiva notturna della cappella centrale ci introduce all’interno

2890ee95a4e3700c6af75e98edd673b4 nell’eleganza snella delle trifore ad arco che ingentiliscono il porticato, ci trova raccolti e silenziosi

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Pantheon pisano, può essere definito , in quanto qui venivano sepolte le maggiori personalità cittadine, riutilizzando anche sarcofagi di epoca romana spesso di grandissimo pregio.

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più tardi furono raccolte opere d’arte provenienti dai musei cittadini soppressi per le riforme napoleoniche ( ‘800) impedendo così il disperdersi del patrimonio locale.Nello stesso periodo   la funzione cimiteriale ebbe un picco con i numerosissimi sepolcri spesso di ottima fattura che cominciarono ad affollare i corridoi da allora ribattezzati -gallerie-.

10289-08fra le numerosissime, maestose e pregevolissime opere qui esposte mi hanno sempre stupita ed ammirata due figure femminili : L’inconsolabile , scolpita per la tomba del conte Masiani da Lorenzo Bartolini ( 1841 ) che ne rappresenta la vedova, figura seduta, raccolte le gambe fra le braccia, superba portatrice di un dolore immenso e stupito, tutto incentrato intimamente e non risolvibile.

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Questa commistione fra antico e moderno, tra celebrazione della storia e riflessione sulla morte, fu alla base  del fascino malinconico che esercitò sui viaggiatori dell’epoca romantica, facendo sì che il Campo Santo diventasse uno dei monumenti più amati e visitati d’Italia con personaggi celebri che da tutta Europa venivano per visitarlo e studiarlo

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La seconda è Urania  ( dal greco antico Οὐρανία, Ouranos, «cielo», nella mitologia greca Musa dell’astronomia )   sovrastante la tomba d’ Ottaviano Fabrizio Mossotti ( autore Giovanni Dupré scultore senese da me moltissimo amato in ogni sua opera) si distende mollemente e sensualmente con le sue forme rese quasi calde pur nel nitore del marmo, sembra un insulto alla Morte, uno sguardo al ” cielo” dell’oltre nel suo indefinibile mistero,

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Vi consiglierei vivamente di cliccare sulle foto per ammirare con più attenzione la  straordinaria bellezza di questo capolavoro.

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Di cieli e di comete in contorni azzurri

giochi o Musa col vento dei ricordi

innalzi e stupisci di sogni gli sguardi.

Ventisqueras

Ed eccoci giunti all’ultimo dei quattro segmenti del calendario cosmico : il DECADIMENTO, più oltre solo il mistero

già nell’incipit avevo preannunciato di trattare con” leggerezza” questo argomento ,  il valzer di Strauss accennando quella che è la danza della vita nel confluire all’eterno, non per questo le meditazioni  che ho scelto saranno meno profonde:

Chi potrà dire quando e dove siano nate le figure che a un tratto sorgono dalla parte spessa e opaca di noi e ci appaiono turbandoci?

Gli eventi più ricchi accaddono in noi assai prima che l’anima se n’accorga. E, quando noi cominciamo ad aprire gli occhi sul visibile, già eravamo da tempo aderenti all’invisibile Ven

quando un grande poeta volge la fronte verso l’Eternità, la mano pia che gli chiude gli occhi sembra suggellare sotto le esangui palpebre la più luminosa parte della bellezza terrena. Gabriele D’Annunzio

L’anima della terra è notturna, ma la luce del sole la nasconde più che non la nasconda la tenebra. Gabriele D’Annunzio.

Ma è poi importante essere o diventare qualcuno, prima o dopo la morte? Per me la sola cosa veramente importante è stare in armonia con se stessi…questo  sconfigge il pensiero del decadimento lasciandoci fino in fondo a danzare

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il giorno di pubblicazione : da noi in Italia è LA FESTA DELLA LIBERAZIONE, per questo m’inchino e rendo omaggio a tutte le sorelle e i fratelli che si sono sacrificati, hanno lottando e combattuto, spesso dando la vita perché la nostra bella Italia fosse migliore..(quello che è successo dopo non è loro responsabilità ma pesa sulle nostre spalle)

riprendendo il mio tono scherzoso e riferita alla “liberazione” giuro che non è mio intento considerare Sorella Morte una liberazione anche se ( come vaticinava un certo sofista Socrate) nessuno potrà mai essere certo che la morte non sia il bene più grande

e per salutarvi e ringraziarvi del vostro affetto e della vostra pazienza stavolta faccio uno strappo alla ( mia) regola e pubblicando qualcosa di personale: fiori dal mio giardino

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La vita riesce sempre a sorprenderci e proprio quando ho scritto un post dove volevo parlare con “leggerezza della morte” è arrivata quella immane tragedia che a colpito il Nepal e, indirettamente anche molte nazioni del mondo con i turisti che si trovavano a visitarlo.Quando le forze immani della natura si risvegliano ci accorgiamo di essere, non dico ” niente” perchè ognuno di noi per il tempo che gli è concesso è più di niente, ma un soffio, che può estinguersi in qualsiasi istante. I nepalesi sono un popolo mite, sempre sorridenti e gentili nonostante la  povertà estrema della stragrande maggioranza di loro un popolo che sa accettare la propria condizione con dignità, ora quello che è accaduto li porrà in una condizione estrema…hanno bisogno di noi, ognuno secondo le possibilità può dare loro un aiuto per una nuova speranza, AIUTIAMOLI !!!!!!

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3 ) Pisa e i suoi miracoli, torre pendente, il calendario cosmico

20140901_mitoraj_cbcE’ con il Colosseo di Roma  il monumento italiano  più conosciuto al mondo e questo non solo per la sua indiscussa bellezza, ma per la peculiarità  della sua pendenza che da secoli sfida  la gravità terrestre, costruito tra il XII e il XIV sec.. la sua costruzione fu per lungo tempo interrotta a causa del cedimento del terreno

2010toscana1051Alcuni studi tra i più recenti attribuiscono la paternità del progetto a Diotisalvi, che nello stesso periodo stava costruendo il Battistero.Le analogie tra i due edifici sono infatti molte, a partire dal tipo di fondazioni. Altri suggeriscono invece Gherardi, mentre secondo il Vasari i lavori furono iniziati da Bonanno Pisano.

 

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i capitelli che si susseguono circolarmente sono tutti uguali meno uno, la cui provenienza è tuttora avvolta nel mistero, si pensa ad una razzia  dalle vittorie siciliane, ed è anche dubbia la definizione delle figure che potrebbero essere l’allegoria  di due grifoni o demoni

 

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La tesi del Vasari, oggi ritenuta priva di fondamento, fu invece ritenuta valida soprattutto dopo il ritrovamento nelle vicinanze del campanile di una pietra tombale col nome del Bonanno, murata nell’atrio dell’edificio

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inoltre nell’Ottocento fu rinvenuto sempre nei dintorni, un frammento epigrafico di materiale rosa, probabilmente un calco su cui venne fusa una lastra metallica, che attualmente trova collocazione sullo stipite della porta di ingresso dell’edificio. Su tale frammento si legge, ovviamente rovesciato: “cittadino pisano di nome Bonanno”.

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I lavori ripresero nel 1275 sotto la guida di Giovanni di Simone e Giovanni Pisano, aggiungendo alla costruzione precedente altri tre piani. Nel tentativo di raddrizzare la torre, i tre piani aggiunti tendono ad incurvarsi in senso opposto alla pendenza. Il campanile fu completato alla metà del secolo successivo, aggiungendo la cella campanaria.

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alto circa 56 metri, pesa circa 14 tonnellate e la sua pendenza allo stato attuale è di 3, 97° rispetto all’asse verticale

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ma la vera percezione della pendenza della torre si può provare solo salendo le scale interne, per raggiungere la cima, ci si sente letteralmente spostare da un lato all’altro del muro provocando sensazioni di capogiro, o anche di spavento, questo mi ricorda un amico ( fra l’altro un atletico “marines” dell’esercito USA!!!!) che dopo aver salito la seconda rampa non ne volle più sapere di proseguire, sbeffeggiato da noi pisani

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la luna e venere in romantica simbiosi occhieggiano dalla seta della notte

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qui è la luna piena a gareggiare in splendore con il campanile pendente

Torre di Pisa con luna

Pisa-il-duomo-e-la-luna-2-2011-e1352146630438ancora un immagine suggestiva d’amore fra la torre e la luna

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mentre durante il giorno si osservano strane contorsioni da parte di turisti che posano minacciando di buttarla giù, o di sorreggerla secondo i desideri delle loro burlesche aspirazioni

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ma lei, imperterrita continua a sfidare i secoli e i terremoti ! Questa immagine fa piena giustizia alla sua pendenza

Ma riprendiamo a scrivere sul nostro calendario cosmico: questo è il terzo segmento: la torre simbolizza l’elevazione dell’uomo incontro alla sua meta spirituale o terrena

Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante  Kahil Gibran

Il modo in cui lo spirito è unito al corpo non può essere compreso dall’uomo, e tuttavia in questa unione è compreso l’uomo.  Santagostino

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Quando acquista la ragione l’uomo sa che deve dare un senso alla sua vita, e che il suo scopo è quello di ascendere  incontro ad una meta, ognuno si prefigge la sua, può essere spirituale o materiale, si può o non si può raggiungere, ma si deve e si può anelarvi ( questo è un mio pensiero riferito al segmento dell’elevazione )

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                        Speranza

Turris eburnea liscia e nuda

da scalare con costanza

profumi di fiele e menta

tocchi il cielo

ardita:

un ghiacciolo di luna ti condensa.

Alto nell’alto

si deve scrutare se si vuole

conservarla con amore.

Ventisqueras

Capodanno pisanoche noi pisani siamo  particolarmente fieri e orgogliosi della nostra unicità lo dimostra anche il fatto che abbiamo un nostro capodanno da festeggiare; l’anno a Pisa inizia il 25 marzo anticipando, pertanto questo per noi è l’anno di grazia 2016,

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si festeggia il capodanno con nove mesi e sette giorni d’anticipo dal resto del mondo che segue il calendario Gregoriano

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Esattamente allo scoccare del mezzogiorno  quando, secondo la tradizione un raggio di sole entrando dalle vetrate del Duomo scandisce l’inizio dell’anno solare allora con grande solennità il corteo storico entra in Duomo dando inizio alle celebrazioni

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Fino al 1749 Pisa aveva un suo calendario che iniziava nel giorno della ricorrenza dell’Annunciazione della Vergine Maria e dell’Incarnazione

cb9f750abf23f9fe191d7c7d8ea27cfdi festeggiamenti durano per qualche giorno con con solenni funzioni in Duomo,  magnifici cortei storici in costume dove troneggiano il rosso e il bianco, colori di Pisa, manifestazioni culturali, e gl’immancabili fuochi d’artificio che colmano di riflessi e colori lo scorrere dell’Arno e le sue rive contornate dallo splendore dei suoi palazzi .

Ed è con un’altra immagine di festa che finisco il terzo capitolo del mio calendario cosmico su Pisa e i suoi miracoli, grazie dell’attenzione, un abbraccio e un saluto

Ventisqueras

2) Pisa e il suoi miracoli,Santa Maria Assunta, Duomo, interno: il calendario cosmico

detail_thumb_p181alh9sladc151i3nj79e8di5L’angelo della luce accompagnato da un rutilante raggio azzurro provenente dalle grandi vetrate, ci introduce all’interno del grandioso Duomo di Santa Maria Assunta, per la decorazione del quale un esercito di artisti ha lavorato appassionatamente dando il meglio di se stessi con il risultato di renderlo uno dei più grandi capolavori dello stile romanico pisano

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ancora come filo conduttore sulla scia del raggio luminoso ci apprestiamo a raccogliere messe di tesori

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nella cupola absidale troneggia risplendente im milioni di tessere d’oro la figura benedicente del Cristo Pantocratore in trono fra laVergine e  San Giovanni , Pantocratore :dal greco pas, pasa, pan [tutto] e kràtein [dominare con forza, avere in pugno], (resa celebre dal volto di San Giovanni ultima opera conosciuta del grande maestro Cimabue) è una raffigurazione di Gesù tipica dell’ arte bizantina

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seguiamolo ancora ci porterà a scoprire la meraviglia del pulpito ( o pergamo) capolavoro di Giovanni Pisano (1302 -1310) e più in generale della scultura gotica italiana

caratterizzato dalla presenza di cariatidi, figure scolpite al posto delle semplici colonne, che simboleggiano le Virtù;

e a guardare con emozione la famosa lampada che con il suo oscillare condusse Galileo Galilei lo scienziato astronomo gloria dell’Italia e di Pisa a concepire la  teoria sulla gravità terrestre

poi proseguendo negli studi ( per quei secoli bui blasfema) quella secondo cui non era il sole a girare intorno alla terra, ma viceversa101265048lo vedete il raggio azzurro? è ancora lì, che ci porta ad un ragguaglio del pulpito

PIC1759Oora invece è scomparso quasi per farci apprezzare il candore dei marmi e questo susseguirsi delle figure quasi fossero mosse da un circolare passo di danza

101265194mentre in un ideale girotondo ci apprestiamo a circumnavigarle

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 ma eccolo che torna a deliziarci in una prospettiva scenografica nel movimento delle colonne monolitiche di marmo bianco grigio e capitelli di ordine corinzio. Il  soffitto è a cassettoni dorati seicenteschi, in legno  e dipinto, dei fiorentini Domenico e Bartolomeo Atticciati; reca dorato lo stemma dei Medici

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ed ecco un prospetto in campo lungo con cui se ne abbraccia la magnificenza,

Le colonne granitiche in stile corinzio fra la navata e l’abside provengono dalla moschea di Palermo, bottino della battaglia nella Cala dai Pisani nel 1063

4016187291_fa2ca7cb43ora riusciamo anche a scoprire in queste scintillati cromature della vetrata a scoprire la provenienza di quel fascio di luce che tanta armonia e suggestione ha evocato in questa visita

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giungiamo all’Altar Maggiore, contornato da una sequela di preziosi dipinti e glorificato da angeli di bronzo sorreggenti candelabri sotto alla croce che troneggia, alta, quasi irraggiungibile a significare un arduo raggiungerla

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in questa teca preziosa si conservano le spoglie mortali di San Ranieri patrono della città. in cui onore durante i festeggiamenti annuali del giugno si svolge la famosissima Luminara, che richiama migliaia di turisti da ogni parte del mondo e cui quest’anno si spera possa essere data la riconoscesca dall’UNESCO quale patrimonio dell’Umanità

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chiudiamo con le sculture rappresentanti la gloria di Santa maria Assunta, cui questo Duomo è dedicato

Il mio guidarvi fra queste meraviglie, come avrete notato è del tutto informale, per le nozioni e le cifre più approfondite, se volete c’è Wikipedia, io vi ho preso sottobraccio come fossimo vecchi amici, amabilmente chiaccherando

                           Il Duomo è il secondo segmento del calendario cosmico

quello in cui si è alla ricerca della spiritualità, nel grande mistero della Fede: fino dagli albori della nascita dell’uomo  questo desiderio espresso i mille modi diversi, è sempre stato una costante di tutte le civiltà

                                                                                            Fede

Il mio cuore si riempie d’acqua
cielo di nubi d’inchiostro
mi si schianta addosso
aggrappata a un filo di vento
ascolto
sono le forme senza forma
che quetano il dolore
le posso conoscere
ma non toccare…chi è più distante
dalla verità di colui
 che la  sa sfiorare ?

                                                                                           Ventisqueras
la fede  è definibile come l’ adesione a un messaggio o un annuncio fondato sull’accettazione di una realtà invisibile, c’è chi  rifiuta la fede in Dio perché trova umiliante per uomini ragionevoli l’ ammettere l’esistenza di qualcuno superiore ad esso….( Superbia? ) altri per pigrizia, o per un ragionamento interiore cui mai riesce a dare una definizione stabile e precisa,  nella propria libertà ne fa, a suo modo una personale, faticosa ricerca.

e come ho fatto nel primo post sui miracoli di Pisa, anche questa volta voglio chiuderlo in modo festoso presentandovi qualche bella immagine della Luminara  di San Ranieri

 

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🙂 🙂 🙂 Ventisqueras

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                   AUGURI PER UNA SANTA PASQUA SERENA

               cari amici, starò via per qualche giorno , vi ringrazio infinitamente per l’attenzione e l’affetto che ricambio dall’anima…e vi raccomando: fate che sia una buona pasqua anche per tutti gli agnellini!!

1) Pisa e i suoi miracoli:Battistero e esterno del Duomo (calendario cosmico) Pisa and his miracles

 

 

 

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non di giorno quando la piazza è affollata da una moltitudine di turisti chiassosi provenienti da ogni parte del mondo, che un po’disturbano con i loro gridolini di stupore per la tenuta della torre pendente, sembrano spezzare l’incanto di questa piazza eclatante nella sua unicità, non per nulla chiamata Piazza dei miracoli, surnome dovuto al Vate Gabriele D’Annunzio, ma di notte  approcciarsi in questo spettacolare angolo di Toscana, meglio se con una leggera nebbia rasente e una luna che occhieggia, curiosa , allora sembrerà di camminare  sopra una nuvola, e si potrebbe anche pensare che  questa è l’anticamera del paradiso

Luna pisana

Sono l’ombra di ieri

il sorriso del domani

amore che vieni, amore che t’allontani,

sono il vento che soffia leggero sulle tue mani

l’onda che s’alza e senza fragore

s’abbatte ridendo sopra il tuo cuore

 

Sono la luna che quieta

stanotte sul mare, fa il suo giro in tondo

e leggera scompare.

Ventisqueras

                                Calendario cosmico

Pisa_-_Blick_durch_das_Tor_Saint_Mary_auf_den_Dom_und_Glockenturmse si arriva da nord ovest alle antiche mura che circondano la piazza, l’impatto  si ha con la grande forma circolare del Battistero di San Giovanni, edificato nel XXII secolo dall’ architetto  Diotisalvi

640px-PisaBaptistry20020323_rectilinearè il più grande Battistero in Italia, il cupolino con la statua di San Giovanni furono aggiunti in un secondo tempo, ma io l’ho sempre immaginata come una enorme, candida mongolfiera pronta a salpare per i lidi celesti, ancorata al suolo solo dal grande amore dei pisani

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particolari dell’esterno, tutto  un trionfo di ricami in sculture avvolgenti

Dome_interior-_Baptistry_-_Pisa_2014 una curiosa cupola tronco-conica forse ispirata al Diotisalvi dalla visione della Moschea della roccia, ritenuta costruita su un precedente tempio di Salomone, e dell’Anastasis del santo Sepolcro, entrambe a Gerusalemme.

Una particolarità  dell’interno è la perfetta acustica, se si battono le mani il suono si ripercuote e sembra rotolare in tondo creando un’atmosfera di grande fascino e stupore

 

 

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straordinario il movimento delle colonne che convergono nascendo dal prezioso pavimento di marmo  bicolore

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il magnifico pulpito fu scolpito intorno al 1255 da Nicola Pisano padre del più noto Giovanni , nei pannelli centrali sono  rappresentate storie della vita di Cristo, nel particolare la possente forma di Ercole sembra emergere volitiva dal marmo

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il fonte battesimale ottagonale è posto su tre scalini, scolpito da Guido Bigarelli  mentre la statua bronzea del Battista è un’eccellente opera del Griselli

 Questo dunque è il primo segmento del CALENDARIO COSMICO dove il battesimo introduce l’individuo alla cristianità

Nessuna cosa ha mai fine, ma tutte sono tra loro congiunte in uno stesso giro,
in cui si fuggono e si seguono. La notte manda via il giorno e il giorno la notte, l’estate finisce nell’autunno e l’inverno incalza l’autunno ed è poi a sua volta sopraffatto dalla primavera dai seni di giacinto. Tutte le cose passano per poi ritornare, Questo  è il senso del calendario cosmico universale cui nel primo segmento c’è il mistero della nascita.

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il Duomo di Santa Maria Assunta, al centro della Piazza dei Miracoli, è la cattedrale medievale di Pisa. Capolavoro assoluto del romanico, in particolare del  romanico pisano, rappresenta la testimonianza tangibile del prestigio e della ricchezza raggiunti dalla Repubblica Marinara di Pisa nel momento del suo apogeo

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Fu iniziato nel 10631064 dall’architetto Busketo, con la decima del bottino dell’impresa pisana contro le isole Baleari, vi si fondono elementi stilistici diversi, classici, lombardo-emiliani, bizantini ed in particolare islamici, a riprova della presenza internazionale dei mercanti pisani a quei tempi.

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In quello stesso anno veniva iniziata anche la ricostruzione della Basilica di San Marco a Venezia, per cui può anche darsi che vi fosse stata all’epoca una rivalità tra le due Repubbliche marinare a creare il luogo di culto più bello e sontuoso.

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La ricchissima decorazione comprende marmi multicolori, mosaici e numerosi oggetti di bronzo provenienti dal bottino di guerra, fra cui il Grifo utilizzato sul tetto sembra sporgersi curioso affascinato da tanta bellezza,  fu razziato  a Palermo nel 1061

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Gli archi a profilo acuto fanno riferimento ad influenze musulmane  La facciata di marmo grigio e bianco, decorata con inserti di marmo colorato, fu edificata da mastro Rainaldo

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unici la ricchezza e la fantasia dei disegni e dei colori si susseguono quasi senza interruzione in un crescendo di bellezza

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……Le arcate cieche con losanghe richiamano le analoghe strutture delle chiese dell’Armenia

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I tre portali sottostanno a quattro ordini di loggette divise da cornici con tarsie marmoree, dietro i quali si aprono monofore, bifore e trifore.-Sopra le porte ci sono quattro file di gallerie aperte, con, in cima, la Madonna con Bambino e, negli angoli, i quattro evangelisti35440305Le porte della facciata in bronzo massiccio furono realizzate da diversi artisti fiorentini nel XVII secolo. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, fin dai tempi antichi i fedeli entravano nel Duomo attraverso la porta di San Ranieri, posta sul retro nell’omonimo transetto, di fronte al campanile. Questo perché i nobili della città si recavano alla cattedrale venendo da via Santa Maria che conduce proprio a quel transetto. Tale porta fu fusa intorno al 1180 da Bonanno Pisano, e unica porta scampata all’incendio del 1595 che semidistrusse la chiesa. La porta di San Ranieri è decorata con 24 formelle raffiguranti storie del Nuovo Testamento. Questa porta è una delle prime prodotte in Italia nel Medioevo, dopo l’importazione di numerosi esempi da Costantinopoli, (ad Amalfi, a Salerno, a Roma, a Montecassino, a Venezia…) e vi si ammira una sensibilità tutta occidentale, che si stacca dalla tradizione bizantina.

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le “lucertoline” che risaltano così lucide in mezzo allo scuro antico del bronzo, devono questa loro particolarità alla credenza popolare che toccarle porti fortuna soprattutto  agli studenti prima degli esami (.Pisa è  una famosa sede universitaria fra cui spicca La normale in cui studiano le eccellenze, le menti più dotate,  non solo italiane, ateneo tra i  più  prestigiosi di tutta Europa ) anche io ho contribuito moltissime volte alla “lucidatura ” delle lucertoline e credo proprio mi abbia portato la fortuna richiesta ( 🙂 )….peccato che ora la porta sia stata  transennata e non si possano più toccare11009084_864062553656628_5045400182302713353_n

questi piccoli fori che si susseguono irregolarmente sono chiamati le unghiate del Diavolo si trovano

sul lato nord, a sinistra della facciata davanti al Camposanto, ad altezza dello sguardo: in un pezzo di marmo di origine romana (come testimonia la decorazione a motivi vegetali che si può ancora vedere in parte a lato)

Secondo la leggenda si tratterebbe dei segni lasciati dal Diavolo quando si arrampicò sul duomo nel tentativo di fermarne la costruzione

Se vi capita di visitare il Duomo, cercate questi segni e provate a contarli: sempre secondo la leggenda il numero di queste non è mai uguale e più si prova  a contarle e più non tornano (dovrebbero essere circa 150).

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con un ultimo sguardo con scorcio al favoloso trittico di gioielli rinascimentali, mi accorgo che  sono a riuscita con questo post a malapena a farvi conoscere l’esterno del Duomo, nel prossimo ( o nei prossimi, non so quanto tempo mi occorrerà per completarlo) seguiremo le altre tappe dell’orologio cosmico,

DSC_1890vi saluto dalla mia dolce Pisa con il corteo storico che solennemente attraversa la città portando alto il suo vessillo glorioso

Ventisqueras

San Valentino degli indemoniati….e degli innamorati

Ci sono nel corso della nostra esistenza interrogatovi cui non riusciamo a dare risposta, o eventi così detti inesplicabili proprio perché non si riesce loro a dare una spiegazione.Queste domande sono proprie della sfera spirituale, dell’invisibile, dell’oltre, che non può non affascinare noi, piccoli granelli di sabbia sempre esposti a tutti i folli venti del fato che inevitabilmente ci conducono incontro all’infinito Certo non mi propongo di darle io queste spiegazioni, ma semplicemente di tentare di raccontare ed analizzare alcuni  aspetti incomprensibili dell’esistere, lasciando a chi legge di trarre le proprie conclusioni.

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 San Valentino soldato romano convertito al cristianesimo fu  martirizzato  in Roma per non aver voluto abiurare la sua fede.Da antichi documenti dell’epoca è possibile conoscere la storia di questo Santo, i cui resti furono riesumati dalle catacombe di San Callisto, sulla via Appia Antica, il 9 novembre 1681 e consegnati alla nobildonna romana Laura Grozzi, la quale li donò alla popolazione di Bièntina: e da allora custodite nella chiesa di

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zie  Santa Maria Assunta( di cui si hanno notizie già nel x sec.)  nel piccolo  borgo in provincia di Pisa  sono custodite e venerate circa dal XI secolo. La particolarità di questo Santo taumaturgo è quella di combattere il Demonio, per questo alla guida della chiesa si sono sempre succeduti preti esorcisti per aiutarlo a sconfiggere il male. E qui si raccontano, riportati da testimoni oculari, vere e proprie lotte fra il prete esorcista che voleva scacciare il maligno dal corpo dell’ossesso e il demonio che urlava con voci improprie ( se era uomo di donna e viceversa) bestemmiava, si contorceva, sbavava, aggrediva chi voleva accostarlo al busto d’argento raffigurante San Valentino, per poi cadere un tratto, appena lo aveva sfiorato, come morto per terra.

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sono sempre stata incuriosita e affascinata da questo lato oscuro della mente umana, quello della cosiddetta possessione su cui nei secoli bui del cristianesimo si  avevano enormi pregiudizi, la scienza moderna con gli studi sulla psiche e sulla psicanalisi ha messo ordine richiamando questi fenomeni nella maggioranza dei casia fenomeni  schizofrenici o  alle malattie mentali, Però si dice anche che se si crede in Dio bisogna credere anche al demonio.

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Nella pratica della Chiesa cattolica alcuni fattori sono considerati indicativi di una possessione demoniaca, ad esempio laddove il soggetto:

  • dimostra una forza fisica molto superiore alla sua normale capacità;
  • parla lingue a lei sconosciute o che è impossibilitata a conoscere (xenoglossia);
  • dimostra avversione al sacro;
  • prevede eventi non ancora accaduti, o conosce cose che non dovrebbe conoscere
  • 121 - Da Notre Dame

 

                     San Valentino degli indemoniati

Gli antichi borghi: Vicopisano, Pisa

 

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si prega di cliccare per ingrandire, le immagini risulteranno molto più spettacolari

Si dice anticamente fosse  colonia degli Etruschi, così incastonato in posizione strategica nella piana pisana

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stretto fra le anse argentee dell’Arno che volge alla foce e il Serezza, affluente del fiume Serchio proveniente dall’antico lago di Sextum in seguito bonificato dalla potente casata fiorentina dei Medici  che con opera di ingegneria idraulica ( venne denominata ” della Botte) stupefacente per l’epoca fecero passare il canale scavato per la bonifica, sotto l’Arno in prossimità proprio di Vicopisano (dove anche lo stesso fiume Arno fu deviato dal suo naturale percorso troppo vicino all’abitato), per evitare che entrando altra acqua nel fiume si facessero più pericolose le piene e le grandi esondazioni  dello stesso

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Vicopisano

la Rocca del BRUNELLESCHI costruita nel 1434 inserita ora nel contesto della villa Fehr,  eretta dal grande architetto fiorentino a protezione del borgo, qui in due magiche visioni con la neve. Dalla denominazione ” vicus “( luogo aperto, non protetto) Vicopisano era già passato nei primi anni del secolo X a” Castellum” ( ossia, insediamento fortificato)640px-Vicopisano,_rocca_del_brunelleschi_03

Una buona situazione di agiatezza perdurò per parecchio tempo nella cittadina, fino alla metà del XIII secolo parallelamente allo sviluppo della città di Pisa, ma quando la gloriosa Repubblica Marinara fu costretta a cedere il passo dal mare a Genova e dall’interno a Lucca e Firenze, si trovò anch’essa al centro di scontri e combattimenti

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che contribuirono allo spopolamento e all’impoverimento delle campagne e alla conseguente crisi produttiva di tutto il territorio

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e così dopo quasi cento anni di scontri, battaglie ed anche pestilenze ( 1348 ) l’intero contado ed anche la città di Pisa caddero nelle mani di Firenze.

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con la cessazione delle guerre intestine che avevano segnato l’importanza del destino di molti castelli e fortezze furono modificate radicalmente le loro funzioni, trasformandosi in  pacifici centri rurali- agricoli

thESOZJD0Jvicopisano13nonostante le sue piccole dimensioni attuali ( circa 8.000 abitanti) difficilmente si possono riscontrare in altri siti un tale concentrato di monumenti medioevali di così grande importanza e bellezza

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quando ero bambina era una grande gioia passeggiare per le vie del borgo, riuscivo ad immergermi totalmente nella magia del luogo

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pensando di poter veder sbucare da qualche portone antico

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una donzella adornata in veli e preziosi damaschi medioevali

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o qualche romantico cavaliere nella sua argentea armatura

 

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spostando epoche e leggende ero convinta di essere a Camelot alla Corte di Re Artù, con l’amabile Cavalier Lancillotto e la Regina Ginevra

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in realtà ogni anno qui si tiene una Giornata in festa Medioevale

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‘intero borgo si mobilita per ripercorrere tornei, giostre, cene luculliane e danze accompagnate dal suono melodioso del liuto, e tutti diventano attori e comparse di se stessi, rivivendo una vita magari già attraversata nei secoli passati

ogni scorcio è occasione e incontro di bellezza

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ogni vicolo un’avventura

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ogni torre un cielo

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Torre-del-Brunelleschi-Vicopisano-Pisa_-Author-and-Copyright-Marco-Rameriniogni visione un sogno

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Francesca-Taormina-0000sospeso nello spazio-tempo

foto51111111accompagnato da antiche e nuove melodie, Angelo Branduardi è il nuovo e l’antico menestrello ( lo adoro!)

ma torniamo a dir di serio con la bellissima Pieve di Santa Maria,pregevolissimo monumento del XII secolo ricostruito con pietra verrucana sulle rovine di uno ricordato nel 936

 

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l’interno a tre navate, con un ciclo di affreschi del XIII secolo con Storie Cristologiche ed una deposizione lignea  risalente ai primi del DuecentoFrancesca-Taormina-0009si lascia a malincuore il ricordo di queste antiche ed austere pietre

Pisa-Vicopisano_Nino-Guidi-1per posare lo sguardo trasognato su nuove bellezze subito fuori dal borgo,

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antichissime chiesette nascoste tra il verde

169354-02viali di tigli profumati

Il-vecchio-ponte-sul-Canale-Imperiale-Vicopisano-Pisa_-Author-and-Copyright-Marco-Ramerinieleganti ponticelli che spuntano tra cipressi, platani e olivi

olivoe gli olivi, sì, grande ricchezza di questi monti

olivicoltura021con la loro famosa  Via dell’olio dei monti Pisani

olivicoltura051pregiata raffinatezza estratta dalle grandi macine di pietra in frantoi ad acqua ancora funzionanti sui vecchi rii

portico-e-olivetonegli ordinati filari a grottate colmano d’argento le colline ingentilendo il paesaggio

Narcissus%20poeticus%20La primavera i prati si riempiono di giunchiglie, qui nel pisano dette ” ginocchini”

3007254-narcissus-l-jonquilladi colorati narcisi

bella

e della bellezza micidiale del Maggiociondolo pianta velenosissima in ogni sua parte

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e con un abbraccio di verde e di fiori da questa mia amatissima terra di Pisa che vi saluto, lieta se sono riuscita per un pò a farvi sentire come me, pisani 🙂

Ventisqueras

Nave Amerigo Vespucci, il veliero più bello del mondo-

Bankoboev_Ru_parusnik_na_zakate                    Amerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare Italiana

Pubblicai questa foto in   ” Notte di primavera all’Elba” suscitando moltissimo interesse, così ho pensato di dedicare  un  intero post a questo straordinario vascello

                          Il ritorno del marinaio

La prima cosa che vidi, furono i fiori

oltre i boschi che bruciavano il mondo,

poi, scarabei dorati, nelle dolci nottate di calde lune.

Di fronte alla mia nave, acqua australe

in solchi profondi, azzurri.

Frugava , il sole del Sud nei miei occhi il vento

riverberando il miele del ritorno.

Stelle in tasca, un brulicare festoso

( solo una manciata…)

di tutto il mio viaggiare furioso

a casa ho riportato.

( Ma non mi sono mai pentito

di essere partito e ritornato)

Ventisqueras

amerigo vespucci varo castellammare napoli                                Il veliero alla fonda in un giorno di tempesta con la bandiera al vento

marina il  vessillo della Marina Militare Italiana con al centro gli stemmi delle  quattro gloriose Repubbliche Marinare, partendo dall’alto il leone di San Marco per la Repubblica di Venezia,la Croce di San Giorgio per la Repubblica di Genova, una croce di Malta di origine bizantina è lo stemma della Repubblica di Amalfi,il quarto stemma è quello della    Repubblica Di Pisa,  che fu concesso alla città ghibellina ( cioè vicina all’Impero) dal Sacro Romano Imperatore Federico Barbarossa.   Successivamente  al centro fu inserita la croce, che stava a simboleggiare il popolo pisano,  fu concessa dal Papa Benedetto VII per aver liberato la Sardegna dal dominio Saraceno, nella conformazione finale sono state aggiunte per ogni braccio della croce tre sfere per un totale di 12 che rappresentano i dodici apostoli di Cristo

scusate se mi sono dilungata nella spiegazione sullo stemma pisano…ma come è noto io sono dichiaratamente di parte!!! 🙂

Le quattro città- stato sopra citate furono le principali Repubbliche Marinare italiane. Divennero potenze marittime e per secoli spadroneggiarono nel Mediterraneo, per questo in loro memoria e in memoria della loro potenza sono stati utilizzati i loro stemmi uniti insieme per creare il simbolo della Marina Italiana, ad indicare il fatto che l’Italia è da secoli un popolo di (grandi) navigatori, e che la nostra Marina è il risultato finale di una lunga storia e tradizione. La musica che accompagna il video è l’inno ufficiale della M.M. Italiana

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la sede, in Livorno, dell’Accademia della Marina Militare Italiana, è l’istituto di formazione degli Ufficiali, sorta il 6 Novembre 1881 dalla fusione delle Scuole della Marina di Genova e di Napoli, ereditate con l’unità  d’Italia

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una suggestiva immagine dell’interno dell’Accademia Militare Navale durante una cerimonia, sullo sfondo la grande alberatura dove i cadetti si addestrano al montaggio e allo smontaggio delle vele. Uno dei primi allievi, fu Manlio Garibaldi figlio minore dell’eroe dei due mondi.

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dalla teoria alla pratica…

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i cadetti del pieno del loro addestramento sugli alberi della Vespucci

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ed ecco finalmente il nostro magnifico veliero a vele spiegate, quando la nave è completamente invelata la velocità raggiungibile è notevole, considerando anche il suo peso! Il record di velocità è di 14,6 nodi. E’ stato stabilito dall’ammiraglio Agostino Straulino, al comando di questa nave nella Campagna d’Istruzione del 1965 … “spremendo” gli Allievi del corso Kon-Tiki.

 

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La superficie totale delle vele è di circa 2.635 metri quadri. Sono di tela olona (tessuto di canapa) ed hanno lo spessore tra i 2 e 4 millimetri. Sono composte dall’unione, mediante cucitura, di più strisce chiamate ferzi.

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uno straodinario incontro ” al vertice” in alto mare la goletta Palinuro, altro gioiello e nave di addestramento della M M italiana incrocia la Vespucci, in gara di eleganza e di bellezza, un incontro che non potrò mai dimenticare! mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo e trasportata in un istante in quel mondo romantico e magico della marineria a vela

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                                                                                     una visione fantastica di nave Palinuro

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            anche il cielo sembra mettercela tutta per onorare nave Vespucci  Regina del mare, ed ha inscenato una serie roboante di fuochi d’artificio!

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        splendido particolare della prua,   i fregi sulla carena sono rivestiti in oro zecchino

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La polena raffigura il condottiero Amerigo Vespucci che ha dato nome  al continente Americano   ed è realizzata in bronzo dorato.

 L’uso di porre a prua una  polena affonda le sue radici nell’antichità, quando la navigazione era  esercitata per necessità e queste figure a volte misteriose o terrificanti, all’origine servivano per spaventare i nemici o per essere protetti dalle divinità
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fu varata nei cantieri di castellammare di Stabia nel 1928, ma entò in funzione effettiva nel 1931

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non è a conoscenza di molti che la Vespucci avesse una nave gemella nella Cristoforo ColomboC ( qui  vediamo le due navi in una  rara foto dell’epoca) e che la stessa fu data come pagamento dei danni di guerra alla Russia, cosa inaudita per una grande nazione ha lasciato per incuria che lentamente si deteriorasse ( sembra che non avessero le maestranze adatte per il costoso restauro ) e poi distrutta in un incendio… veramente assurdo e inconcepibile!

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a bordo vige una disciplina ferrea,  ogni più piccolo particolare viene tenuto del più perfetto ordine

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notare le dimensioni del cordame

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nella crociera annuale di addestramento il veliero tocca tutti i più grandi porti del mondo, accolta sempre  con grande entusiasmo  dalle varie popolazioni che si mettono in  paziente  fila per visitarla

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…..ancora qualche straordinario particolare di nave Vespucci, preso dal web

 

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Il 3 marzo 1977, si verificò una terribile sciagura,  un aereo partito dall’aeroporto militare di Pisa con  38 allievi della prima classe dei corsi normali dell’Accademia Navale di Livorno, a bordo per una attività di ambientamento al volo, con  un ufficiale accompagnatore e 5 membri d’equipaggio,

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dopo circa 5 minuti dal decollo, si schiantò sul  Monte Serra, nel territorio di Calci, non ci furono superstiti, ogni anno vi si svolge una cerimonia commemorativa

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le cause della sciagura non furono mai chiarite, si parla di manovre azzardate da parte dei piloti per spaventare gli allievi al battesimo dell’aria(  pare fossero di routine)  stavolta finite in tragedia. Sul posto che domina la piana dell’Arno  e Pisa fino al mare ora sorge un sacrario, con un faro che nella notte brilla a ricordare quelle giovani vite così colme di speranze per l’avvenire che furono spezzate, ironia della sorte, loro votate al mare, sulle pendici di un monte che guarda il mare.

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per loro ho immaginato questo viaggio con manovre notturne di quella che doveva essere il loro sogno, la loro bellissima nave

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per andare incontro all’infinito

 

                Ventisqueras

                                                                       Per l’amica Giovanna -blogger ” Restlessjo”-

ecco il tuo Angelo Jo, l’ho scelto fra quelli più belli, è del Botticelli :

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angelo numero 45. SEHALIAH
Motore di tutte le cose

Coro degli Angeli Virtù
Da 10° a 15° dello Scorpione

Angelo Custode dei nati
dal 3 novembre al 7 novembre

grado di virtù :Promozione

un grandissimo ringraziamento all’amica blogger” Lemieemozioniimmaginarie”

che ha voluto dedicarmi il suo gradito award ” the very inspiring blogger”

http://lemieemozioniinimmaginieparole.wordpress.com/2014/06/23/the-very-inspiring-blogger-award/

questa appendice è dovuta al fatto che come ben avrete potuto constatare il mio attuale tempo ( o meglio, la sua mancanza) non mi concede di essere presente sul blog e quindi di partecipare come tanto amerei fare ai vostri pensieri nelle vostre case, fra poco partirò per il mio viaggio dell’agosto, e non so se riuscirò ancora a postare, quindi intanto vi saluto da qui, sperando di riprendere la mia attività in pieno nel mese di settembre

GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE A TUTTI VOI AMICI E LETTORI

UN GROSSO BACIO

Ventisqueras

 

 

 

La valle dei ciliegi, Castello di Lari, Pisa

 

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….c’era una volta una valle dove fiorivano i ciliegi

e fortunatamente c’è ancora

 

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e c’era una volta un castello abitato dai fantasmi… che, si dice, ci siano ancora

 

 

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il Castello è quello medioevale dei  Vicari, qui vicino, a Lari, in provincia di Pisa…venite che vi accompagno

 

              La valle dei ciliegi

D’antico ocra vestito gigante altero
immoto riposi
abbandonato, come vecchio al sole,
riposano i tuoi piedi tra cipressi, filari di viti
e olivi, -castello di Lari-

Emergendo  dai tuoi colli ventosi
da secoli t’incurvi ad osservare
-in semicerchio di luci chiare-
a maggio l’alba a festa dei ciliegi.

Il candore ne ascolti, in sottofondo
sciami d’api a ronzare, marea
danzante che s’espande, e disperde
polline al crocevia del tempo.

Nell’arcate di  pietre consunte
del borgo, tra un rosseggiare di gerani
troni di aranci e di limoni esplodono
dall’angolo dove il rugoso vento
va a girare richiamando
di canti, voci antiche di vittoria.

Ventisqueras

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nella corte del castello sui muri bianchi di calce gli stemmi della potente casata dei Vicari

 

 

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sull’intersezione di tre crinali superiori, arroccato su una dolcissima valle  di ciliegi, ulivi secolari e cipressi sorge il piccolo borgo di Lari  sovrastato  al centro dal suo imponente Castello dei Vicari.

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La struttura attuale risale alla prima metà del Seicento, ma la sua esistenza è accertata già da alcuni documenti risalenti all’alto medioevo.

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fu conteso tra Pisa, che se ne impossessò e lo trasformò in Capitanato del Comune,  e Firenze che conquistò definitivamente Lari intorno al 1400, potenziandone tra le altre cose il sistema difensivo, dopo numerosi scontri e sanguinose battaglie.

 

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Il castello divenne la dimora stabile dei Vicari nonché sede del tribunale, che includeva la  sala delle torture, luogo dove gli interrogati venivano giustiziati qualora fossero risultati colpevoli, tra le più atroci sofferenze

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La sala dei tormenti. (ovvero la sala delle torture) E’ molto sconvolgente questa visita, si possono osservare e toccare ( brrrr) gli autentici strumenti dell’epoca, quali solo menti perverse potevano immaginare e costruire per terrorizzare e procurare sofferenza a poveri esseri umani, magari anche innocenti

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immagini  raccapriccianti, e come ogni luogo degli orrori che si rispetti anche il castello di Lari ha i suoi fantasmi.Giovanni Princi (detto il Rosso della Paola) venne incarcerato a Lari per le sue idee politiche e all’interno del castello trovò anche la morte dal momento che fu trovato impiccato alle inferriate della sua cella la mattina del 16 dicembre 1922.

 

Lari%20sotterraneaLe ragioni della sua morte (apparentemente un suicidio) non furono mai chiarite, anche se sul corpo furono trovati segni inequivocabili di percosse e torture e fu quindi ipotizzato che fosse stato ucciso e poi solo successivamente impiccato.
Quando il carcere venne chiuso l’ex guardiano continuò ad abitare il castello insieme alla sua famiglia e questi furono i primi ad affermare che ogni tanto, la notte del 15 di dicembre, il Rosso della Paola tornava a manifestarsi. Molte altre persone affermano di aver assistito a fatti inspiegabili avvenuti all’interno del castello e soprattutto di aver visto un uomo, avvolto da una strana nebbia, dileguarsi velocemente nell’oscurità.

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Gostanza da Libbiano fu anche lei ospite di queste tetre prigioni  inquisita per stregoneria, in realtà praticava solo cure diremmo oggi omeopatiche, era una strega buona, ma fu accusata di avere ucciso un giovane con le sue erbe,  trattenuta per lungo tempo nella cella al castello dove  finì per impazzire, ed anche se  non fu riconosciuta colpevole e in seguito liberata, morì senza riacquistare le sue facoltà intellettive e pare che ogni tanto torni nella  cella  dove fu tenuta prigioniera e  gridi tutta la sua disperazione, le sue urla strazianti nelle notti di luna echeggiano in tutta la valle.

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ma lasciamo queste atrocità e torniamo a camminare per le belle viuzze del borgo

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La bella chiesa del secolo X di Santa maria Assunta dedicata anche al culto di San Leonardo di Noblac,  abate, eremita, di Limoges o del Limosino (castello di Vandôme, Corroi, 496 circa – Noblac, 6 novembre 545 ) il suo culto risale all’epoca delle Repubbliche Marinare, gli equipaggi, viaggiando molto riportavano nei piccoli centri della provincia di Pisa echi di eventi lontani

 

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case caratteristiche con accesi colori rallegrano le vie

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panni stesi ad asciugare alle finestre sventolano come festose bandiere

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mentre ad ogni passo nuove  prospettive  ci accarezzano dalle stradine vuote,  ripercorrendo antichi passi che hanno consunto questo acciottolato

43186691 lari  scorci panoramici incorniciati dal candore dei ciliegi e dagli austeri cipressi incantano eciliegi-in-fioreqq ancora ci abbagliano

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a  tutta questa abbondanza di fiori seguono poi i frutti succosi,  inevitabile vi fosse una sagra paesana dedicata appunto alle ciliegie

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le strade si riempiono di colorate e festose bancarelle ed è impossibile resistere all’acquisto di questo dolcissimo

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ed invitante frutto

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sui rami del ciliegio due colombelle, una chiara, una scura

una era il sole, l’altra la bella luna, io non ero nessuno

ma volavo con loro quando accese fuochi la notte nel cielo

Ventisqueras

 

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la neve qui è un evento raro e questa nevicata nel 2012 ha accresciuto fascino all’indiscussa bellezza della valle dei ciliegi

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Fiore di ciliegio

Soffia un vento d’occhi chiari sulle cime delle colline,

spazia un gracidare di tenero sole
Esplodono i ciliegi in chiarore mentre il corvo

gracchia sui merli della torre e la ragazza dorata

nel fiume si bagna i capelli e l’acqua s’inchiara.

Cerco silenzi di guanciali, poggio il capo
sopra quel manto di profumato fiore
candida stella. tenero dolore.

   Ventisqueras

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ancora una volta il mio saluto ve lo lascio da qui, i miei impegni ancora non mi permettono di essere presente sul blog. Sto bene, ringrazio chi ha chiesto notizie della mia salute. Vi ringrazio tantissimo dell’attenzione e affetto che continuate a dimostrarmi nonostante la mia , ormai lunga assenza. Vi ricordo e vi abbraccio tutti con affetto. MI MANCATE TANTO!

…a sollevarsi un bavero di piume ( l’Arno alla foce-Pisa-the Arno River at the mouth- )

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                         …a sollevarsi un bavero di piume

Su quello scoglio piatto
stravisto d’albe e tramonti a Bocca d’Arno
assorbo con lo sguardo un tessere fitto d’onde
trame obese in strati azzurri, immobili.

Ancora ti siedi
mentre il vento con carezza fonda
ti scompiglia i capelli.

Un fruscio dal trabucco, guizzano d’argento
i pochi pesci.

Copre il colore dei tuoi occhi il riflesso del sole
-come rabbrividiscono le nuvole!-

Si porge una velata parola
bloccata
là dove ferme spuntano le lacrime.

Lento
struscia l’aria un gabbiano
a sollevarsi un bavero di piume
simile ai mie pensieri che si stringono
in un cappotto di abbandoni
mentre l’ombra tua sullo scoglio si cancella

piano.

Ventisqueras

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per ingrandire cliccare sulle foto

L’Arno è il fiume della mia vita, srotola le sue anse argentate attraversando paesaggi di sogno da me vissuti ed amati, e sul filo del ricordo corre ad abbracciare il Mare Tirreno nella suggestione infinita di Bocca d’Arno , incoronato dalle Alpi Apuane  sullo sfondo,  grande attrattiva i cosiddetti ” retoni” o trabucchi  postazioni fisse di pesca   che conferiscono unicità al già incredibile paesaggio

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…. sembra

questa grande rete

insieme con la neve dei monti

pescare sogni, pescare sogni…

 

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e il mare in burrasca sa

che gli eroi sono fossili dimenticati

morti ai limiti dei sentieri della verità

 

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e vanno indietro nei secoli

la gloria della grande Pisa

Repubblica del mare, occhi perduti

nello scrosciare dell’onde

 

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fra l’icone dei pesci e i nidi di alghe

a ricercare

armature senza ossa e senza pioggia

perse nella battaglia della Meloria

e s’aggiunge fango sulla pietra dura

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un ronzare come voce d’arnia

sempre mi tocca

col lontano silenzio degli astri.

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mi raggiunge e mi porta lontano

una vela bianca lo stupore dei secoli a svelare.

Ventisqueras

 

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un grande balzo e lasciando indietro le ombre della storia torniamo ad oggi: Marina di Pisa  dalla riva sud dell’Arno con le grandi dighe frangiflutti a proteggere l’abitato

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e lo splendido porto turistico inaugurato nel 2013

                           Pisa, la vedova del mare

 

 

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un tempo il mare Tirreno arrivava fino alle porte di Pisa , nel medioevo quando Pisa era una delle quattro repubbliche marinare più potenti, la Cittadella era l’antiporto della città

 

Pisa_La-Cittadella_2539                    qui arrivavano le merci dall’oriente e partiva la potente flotta pisana per la conquista dei mari limitrofi, si trova nella parte di tramontana (a nord dell’Arno) ed era un’antica fortificazione eretta all’estremo delle mura cittadine, verso il mare. Nei pressi della cittadella si trovavano, e se ne trovano tutt’oggi i resti, gli arsenali repubblicani e quelli medicei, lì venivano varate le navi Pisane: agli inizi del Duecento, infatti, in seguito alle numerose ed importanti vittorie riportate dalla sua flotta in tutto il bacino del Mediterraneo, la Repubblica Pisana riunì in unico ampio spazio le intense attività cantieristiche.

Delle strutture duecentesche oggi restano gli archi di mattoni inseriti nel muro di difesa lungo l’Arno, oltre alle trecentesche arcate tamponate dei capannoni

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la flotta pisana in quel periodo soprattutto difendeva le coste dalle incursioni e dalle cruente razzie dei pirati Saraceni, che dalle coste della Sardegna o della Corsica effettuavano rapide scorrerie, in questo fu alleata anche con Genova e si deve all’unione delle due grandi repubbliche marinare se le coste del tirreno potevano stare relativamente  tranquille

 

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 in questa immagine nel contorno di un rosso tramonto si delineano i pinnacoli gotici

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della bellissima chiesa di Santa Maria della Spina

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subito a nord della città di Pisa l’Arno scorre fra visioni incantevoli della pianura pisana

qui in prossimità del piccolo centro di Caprona si trova la storica torre degli Upezzinghi,  si erge sulla sommità di una collina quasi completamente consumata da una cava. Recandosi da Pisa verso il monte Serra per la SP. 2 vicarese è impossibile non rimanerne colpiti , in un’irreale precario equilibrio,

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La torre è quel che resta di un antico castello che dominava la valle dell’Arno fino a Pisa e alla foce.  Si dice che da questo castello Dante Alighieri con le milizie ghibelline alleate Di Firenze e Lucca partecipasse alla battaglia di Cascina e prima, come osservatore, da quassù scrivesse i famosi versi citati nell’ Inferno all’interno della  divina commedia  contro l’odiata fazione guelfa di Pisa

Ahi Pisa, vituperio de le genti
del bel paese là dove ‘l sì suona,
poi che i vicini a te punir son lenti,

muovasi la Capraia e la Gorgona,
e faccian siepe ad Arno in su la foce,
sì ch’elli annieghi in te ogne persona!

molto irriverente contro di noi, vero? Ma il popolo pisano secondo a nessuno per arguzia e salacia la cambiò così:

Ahi Pisa, vita e impero delle genti!

questa a Padre Dante noi pisani  non gli si perdona davvero, he he

….e poi c’è anche il detto.” meglio un morto in casa che un pisano all’uscio”siete avvisati…ha ha, ma questa è storia vecchia con i lucchesi e i livornesi, queste antiche città perennemente in lotta fra di loro  ed anche ai giorni d’oggi è rimasto un sano campanilismo antagonistico  ormai rivolto quasi esclusivamente alle contese delle squadre di calcio

 

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ma torniamo là da dove siamo  partiti alla foce dell’Arno, dove il mare come un amante pentito che ha tradito la sua bella, sta cercando di riconquistarla e con tua la sua forza cercherebbe di avanzare nell’interno, per questo marina di Pisa è protetta da grandi barriere frangiflutti

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ma prima di salutarvi ancora qualche immagine  di questo splendido paradiso

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che è Bocca d’Arno

 

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Ventisqueras 🙂

 

 

 

 

 

 

….                     ……          

Della Bellezza ( per Andrea Bocelli, nato come me con orgoglio pisano nelle vene)

C’era una volta…

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questa storia comincia come una fiaba, e come nelle fiabe ci sono  le grandi difficoltà e i melodrammi che s’incontrano nella vita

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allora, c’èra una volta un piccolo paesino, bellissimo ed antico fra le colline del volterrano: Lajatico ( Pisa) lì é nato Andrea Bocelli  da una famiglia dai saldi principi morali  e con una forza interiore  indistruttibile , questo lo ha aiutato nel momento durissimo in cui da bambino ha perso la vista  per poter continuare a condurre la vita  di sempre,  contribuendo  poi a farlo  diventare quella splendida persona  e grandissimo cantante idolatrato ed ammirato in ogni parte del mondo

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le immagini del video sono tratte da filmati privati della famiglia Bocelli, si può notare lo splendore del territorio che è poi il mio, visto che abito a soli pochi km di distanza, oltretutto ho  il grande piacere di  conoscere Andrea  personalmente. nel filmato  si evidenzia come il padre, dopo la perdita della vista gli  insegni a cavalcare, documentando come i genitori  abbiano avuto avuto la grande forza d’animo di educarlo con grande coraggio ed intelligenza forse è anche  per questo che chi lo conosce dice che- non si sa come, ma certo in quache modo, Andrea -vede-, infatti all’interno della sua grande proprietà guida anche l’automobile, oltre che cavalcare, dietro gli sci del grande campione Alberto Tomba ha anche provato l’ebrezza delle discese di sci.

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il mio piccolo omaggio per Andrea è legato alla bellezza incomparabile della nostra terra, che noi toscani amiamo appassionatamente

                                      Confluenza della Cascina con L’Era. Notte,

In oscuro d’aromi ti perdi
strada dal plenilunio bagnata,
mentre accorre il ruscello con rose,
dall’alto straboccando
e, fattosi gonfio confluisce all’Era.

                            Canneti folti, in nubi ad arco nell’aria accesa
hanno pallido vento, sui capelli sparsi,
luci.
Di dolcezza tremano, a tanta pace.

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   Il teatro del silenzio

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In questa suggestiva località in mezzo al tenerissimo verde vellutato  delle colline di Lajatico Andrea ha voluto il più bel dono per noi abitanti della sua terra, Il teatro del silenzio: una volta all’anno vi  organizza un concerto all’aperto,  invitando i maggiori artisti del mondo, e il silenzio si trasforma in musica,  in folla che applaude l’Arte, LA BELLEZZA.

lajatico-bocelli-2013 meriterebbe un intero post per quanto l’estro, la bravura, la creatività degli artisti ogni anno incaricati di creare il nuovo simbolo-immagine  che viene innalzato  al centro del laghetto sanno variare la loro ispirazione arricchendolo con grandi sculture fantasiose, sì, ma sempre aderenti al tema dell’anno

il concerto si tiene sempre nel mese di luglio, il grano è maturato, al posto del verde ci sono le stoppie e la gran massa di gente che partecipa all’evento

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questa nostra generosa terra produce anche un ottimo vino Chianti conosciuto ed apprezzato in ogni parte del mondo

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e con l’omaggio della voce di Andrea ad un altro grandissimo toscano Giacomo Puccini e l’aria del  Nessun dorma, dalla Turandot

che chiudo a malincuore questo mio post, perché avrei voluto continuare ancora…avrei voluto esagerare, he he!

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cin, cin Andrea perché tu possa per tanto tempo ancora continuare a portare in giro per il mondo, con lo splendore della tua voce, la nostra musica e La bellezza della nostra amata terra

Ti regalerò una rosa ( 3-Volterra- Pisa)

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Manicomio è parola assai più  grande delle oscure voragini del sogno, eppur veniva qualche volta al tempo filamento di azzurro o una canzone lontana di usignolo o si schiudeva la tua bocca mordendo nell’azzurro la menzogna feroce della vita. O una mano impietosa di malato saliva piano sulla tua finestra sillabando il tuo nome e finalmente sciolto il numero immondo ritrovavi tutta la serietà della tua vita.

Alda Merini

(da “La terra santa”)

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Nella città di Volterra  in un luogo una volta ameno, costruito a fronte di una ubertosa  vallata di ulivi e pini. fra edifici splendidi quasi tutti in stile Liberty, con scalinatelle gentili  e piccole piazze ombrose  per lunghi anni ci fu la sede di uno dei più grandi istituti psichiatrici d’Italia, ( manicomio) arrivò ad ospitare oltre 4.000 internati, poi lentamente iniziò il degrado, fino a quando dopo la legge Basaglia la1 80 del 1978 che ne decretò la chiusura, fu definitivamente abbandonato e ridotto in uno stato impietoso.  Attualmente solo una piccolissima parte dei grandi edifici sono  mantenuti in buone condizioni e adibiti  al servizio ospedaliero della sanità locale. 22 2 image24

ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle potesse scatenar tempesta.

Alda Merini

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Laggiù, dove morivano i dannati nell’inferno decadente e folle nel manicomio infinito, dove le membra si avvoltolavano nei lini come in un sudario semita […] laggiù, nel manicomio facile era traslare toccare il paradiso […] laggiù tu vedevi Iddio…

Alda Merini

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Al momento della chiusura del manicomio tutti gli internati vennero restituiti alle famiglie, ma alcuni rimasero, sia perché dalle stesse rifiutati, sia perché erano soli al mondo.Ce ne sono ancora che si aggirano per i viali, seduti sulle panchine al sole nell’inverno, come vecchi stracci dimenticati, ma ce ne sono alcuni che non disdegnano di parlare con i visitatori, anche magari solo per chiedere del cibo o  piccole cose, magari un accendino che non potranno mai avere.Sono tutti assolutamente innocui e rassegnati, nei loro occhi persi nel vuoto traspare una immensa solitudine e tragica malinconia

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COMEMICHIAMO

Quando posso vado a trovarli e porto loro dei dolci, ma sembrano totalmente disinteressarsi a me, solo uno di loro mi riconosce venendomi incontro dondolando come se fosse sopra una nave sballottato dalle onde, sul volto una smorfia che vorrebbe forse  essere un sorriso. Mi chiede a gran voce” Acqua fresca, acqua fresca”, sa che andiamo al distributore automatico per fargliene prendere una piccola scorta. La prima volta che lo incontrai provai a chiedergli ” Come ti chiami ?’ e lui a me -Come mi chiamo?- pensai volesse sapere il mio nome e gli chiesi-io?- lui scosse la testa e disse indicandomi -tu bella- ok, mettiamo che io mi chiami Bella, ma tu come ti chiami, insistei-Comemichiamo- e Comemichiamo è rimasto.  Un giorno dopo che aveva prelevato  una bracciata di bottigliette, mi fece cenno di seguirlo, chi mi accompagnava mi diceva di no temendo per me, ma io non ne avevo paura e  lo volli seguire…mi portò in un luogo riparato del giardino, dietro ad un muretto conservava il suo piccolo tesoro, una catastella di bottigliette d’acqua…io gli dissi” Ma se le  lasci al sole non saranno più fresche”, lui sembrava non ascoltarmi e tutto contento batteva le mani “Acqua fresca, acqua fresca”…poi mi accorsi che aveva riempito una vaschettina  vuota di gelato con la sua acqua preziosa, un merlo felice ci  stava facendo un bel bagno, e capii, che era il mio “amico” generosamente a dividerla con gli uccellini…Ecco, lui forse era meno solo di tante persone che sguazzano nelle grandi piscine dentro case dorate….questo pensai commuovendomi forse un po’ troppo perché Comemichiamo si fece molto triste guardandomi…

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I poeti conclamano il vero, potrebbero essere dittatori e forse anche profeti perché dobbiamo schiacciarli contro un muro arroventato? Eppure i poeti sono inermi, l’algebra dolce del nostro destino. Hanno un corpo per tutti e una universale memoria, perché dobbiamo estirparli come si sradica l’erba impura? […] Lasciamoli al loro linguaggio, l’esempio del loro vivere nudo ci sosterrà fino alla fine del mondo quando prenderanno le trombe e suoneranno per noi.

Alda Merini

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Non vorrei chiudere il mio viaggio fatto attraverso il tempo a Volterra con questa straziante pagina  di vita, anche se non trovo neppure giusto dimenticarla, voglio invece lasciare uno spiraglio aperto alla dolcezza  proseguendo il testo iniziato da  Cristicchi con la sua struggente ” e ti lascerò una rosa” che parla della vera storia di lettere mai inoltrate dal manicomio  rimaste  relegate negli archivi e  da lui ritrovate ,  ho immaginato che la  ragazza cui era destinata l’ avesse ricevuta  e  avesse risposto.

 Ho  messo poi in chiusura tante, tantissime rose per cercare di interrompere il grigiore luttuoso delle foto di testimonianza, dedicandole a quelle povere vite emarginate, vinte, spezzate, inaridite ai margini di una società che si permette  di giudicare, mai di amare o cercare di capire per alleviarne il dolore.

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…E MI HAI LASCIATO UNA ROSA

Quando chiusi gli occhi -Li ho chiusi,è vero – Si nel silenzio dove ero celata

sola io e il mio sapore fra le lenzuola

 mi hai lasciato una rosa.

Quando aprii gli occhi era gualcita.

Succede che l’anima diventa schiuma per poi rinascere, non si consuma.

Oltre le onde delle lenzuola vagano sembianze  di luce chiara nella materia issate. Onde di luce.

Per un oggi, forse che non sarà più un domani.

Ventisqueras

( e scusate se ho aggiunto la mia povera poetica accostandola a quella della Grande e da me amata Alda)

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Pierre-de-Ronsard

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Strega arcana ( 2- Volterra-Pisa )

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Volterra fu fondata dalla  misteriosa civiltà Etrusca  nel I millennio a.C. fu una delle più grandi  “lucumonie” ( corrispondente delle nostre metropoli ) dell’Etruria.

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L’OMBRA DELLA SERA   

                              

Sui ciottoli morti scorrono di mezzo giro

i passi al defluire del vento, controluce

a un tramonto rosso di melograno s’è allungata

-lungo filo di seccoasciutto- l’ombra della sera

emersa intatta rimbalzando etrusche tombe.

 

Subito è incantato il flusso nivescente

delle sette lune a tagliare la notte con una sola

lama e un solo canto sulla punta velenosa dell’oleandro

 sta ritto e si dimena il sogno.

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sopra  è raffigurato  il celeberrimo bronzo ritrovato in una tomba etrusca, si pensa ad una immagine votiva, rappresenta un adolescente nudo dalla forma filiforme, solo la testa ha  giuste proporzioni, il suo nome ” Ombra della sera” gli fu  dato dal Poeta Gabriele D’Annunzio, cui ricordava appunto, l’ombra che si allunga sul far della sera.

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Popolo che aveva un grande culto per i defunti i quali venivano cremati e deposti in urne cinerarie nelle necropoli a  loro dedicate, ai dignitari e ai potenti  venivano costruiti grandi sarcofagi con disegni, bassorilievi o statue che molto spesso effigiavano i proprietari della tomba, straordinariamente belle alcune di loro, come questa con le sculture di due sposi uniti anche nella morte. etruschi3

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restano intatte ancora oggi, dopo millenni, alcune strutture erette dagli etruschi, come la porta dell’arco, o gli accessi alle necropoli

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Ipotesi dell’autoctonia: etruschi e colonizzazioni nuragiche

Secondo lo studioso Giovanni Ugas, gli Etruschi sarebbero  di origine autoctona, con la sovrapposizione di colonizzazioni nuragiche durante il I millennio a.C. La migrazione del XII secolo a.C. sarebbe pertanto avvenuta a più riprese da occidente verso oriente, piuttosto che il contrario. Ciò sarebbe confermato dai documenti egizi che citano i Tereš o Turša (Tyrsenoi o “Tirreni”) accanto ai Shardana (o Sardi) tra i Popoli del Mare. Lo stesso termine “Tyrsenoi” in lingua greca potrebbe significare “costruttori di torri”, fatto che dimostrerebbe l’affinità fra la civiltà nuragica e quella etrusca.[21] Secondo lo scrittore latino Festo, i re Etruschi erano Sardi o di origine sarda:

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questa fra le moltissime ipotesi espresse da molteplici studiosi sulle origini degli etruschi è quella che personalmente mi affascina e mi convince di più, anche perché, inspiegabilmente, io che sono riuscita a risalire con il mio albero genealogico fino al 1400 d C ( ovviamente, ha ha) ed ho sia per parte materna che paterna avi tutti di origine toscana, sono anche convinta di essere una discente degli etruschi…come spiegare la mia perfetta conoscenza fino da bambina, sui luoghi e gli usi degli stessi? e poi, come spiegare che la prima volta che mi sono recata in Sardegna mi sono sentita a casa? ubbie? mah…non so, però, caspio se mi piace ‘sta cosa !teatro-romano-di-volterraVolterra_Teatro_romano_001

La scomparsa graduale degli Etruschi

Nel 396 aC. Vejo fu conquistata dai romani, la prima città etrusca a cadere nelle loro mani, successivamente ed inesorabilmente anche altre grandi città entrarono a far parte  della romanità mentre  Vulci,Voslinii, Sovana e Populonia scomparvero definitivamente,Volterra capitolò dopo un lungo assedio,  qui sopra vediamo le vestigia del grande teatro Romano eretto dopo la loro conquista.

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Durante il regno dei Longobardi, Volterra  dipendeva direttamente dall’Imperatore, e il feudo veniva chiamato  gastaldato.

Nel secolo X Volterra ebbe una svolta negativa, truppe ungheresi chiamate in aiuto nella guerra contro il re d’Italia Berengario I°, fecero scempio delle ricchezze e degli abitanti della città, riducendola in rovina. Dopo questo episodio, che la lasciò quasi disabitata,  non riuscì più a tornare alla sua primitiva grandezza etruscaIM000163.JPGFu la successiva annessione a Firenze dovuta al Medici a riportare la città a nuovo splendore-

Nel 1343 fu edificato il castello, oggi Rocca Vecchia, al vertice orientale dell’acropoli aggettato sul tratto delle mura etrusche comprendenti la Porta a Selci.

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la Rocca Antica e la Rocca Nuova, uniti insieme da una doppia cortina, coronata da un ballatoio sorretto da archetti pensili (bertesche) il cosiddetto Cammino di Ronda, mentre all’interno forma un vasto piazzale.
La Rocca antica presso porta a Selci, include parti di più antica fortificazione resi visibili da recenti restauri

Città di Volterra
La Rocca Nuova fu fatta innalzare da Lorenzo de Medici sul luogo dove esisteva il Palazzo dei Vescovi distrutto dai fiorentini nel 1472. È costituita da ampio quadrato di pietra panchina, i cui angoli terminano in baluardi circolari: al centro si innalza la Torre del Mastio, che si impersona e rende famosa la Fortezza, della quale è la parte più monumentale.
Edificata ad uso militare fu, fin dall’inizio, utilizzata come carcere politico; nelle sue celle passarono sia gli oppositori dei Medici, sia i patrioti del nostro Risorgimento Nazionale.
Oggi ospita reclusi a vita e a tempo, con una sezione di carcere giudiziario.

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STREGA ARCANA

Nemmeno una mano di luna piccola spezza

la porta dell’acqua,  altera s’erge e  sosta

dondolante su mille terrazze di vento.

Di balze rosse corrosa da radice amara.

Che salto il mio sonno! assottigliandosi

al cipresso e alla porta di gennaio, ninnato

da mantiglie d’occhi di gatto nell’uliveto

si sfuma di tenera nebbia viola e s’allenta

il tamburo nella piana

( ah! che pianura distratta

con dieci soli in cima )

annegando nel suo

sangue infetto di strega arcana

Ventisqueras

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Se ne sente il passo.
Il vento porta la voce delle tombe.
D’incanto la sera mi strega
come guerriero
afferro quell’ultima lama di Luna
e con luce falciata mieto
il mare nero delle ombre.
S’infiora di nuvole scure
un grigio cielo accartocciato
mentre dalla caverna s’alza
un canto sommesso di falene notturne.

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Volterra è nota anche per le leggende sui vampiri e altri fatti paranormali che si sono svolti nei tetri palazzi e nei vicoli del contado, forse per questo è stata scelta insieme a Montepulciano quale scenografia perfetta per uno dei film della saga di  Twilight -New Moon

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Ogni anno si tiene a Volterra la rappresentazione storica curata nei minimi particolari della vita  in un giorno qualsiasi dell’anno medioevale 1398, ricca di fascino , mistero, tradizioni, con grande partecipazione di pubblico proveniente da ogni parte del mondoh289t36240890625volterra-ad-1398-82

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E qui finisce il mio secondo post dedicato alla Città del Vento, ci ritroveremo, se vorrete, nel terzo

ringrazio di cuore e saluto tutti per l’attenzione che mi prestate.

Ventisqueras

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Città di vento ( 1- Volterra-Pisa )

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PAPAVERI A ONDEGGIARE FRA LE CRETE

Ruba il vento, rotolando nel tramonto

quello che resta della sera.

Dalla balza rugosa,  relitto di pietra, la Basilica di San Giusto

nelle tempeste  geologiche arenato, sta a meditare

un suicidio annunciato: scomparire

nelle ferite della terra, bianche di tufo.

Osservo, alta, nell’alto nel  velluto di smeraldo

liscio e armonioso delle colline tutt’intorno

eccidio in rosso, l’ondeggiare dei papaveri

essenza bloccata, lacca e fiamma

porgermi d’impotenza l’orizzonte.

Incroci d’occhi e silenzi pressati con dita di fuoco

effimertà di bellezza superba, superare

maree sanguinanti  oscillanti

infide

forse mai davvero pienamente possedute.

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Quel che resta della sera
È un mare di nuvole rosate.
Sbiadite attendono
D’impallidire alla Luna.
Sferza il vento
I profili di pietra
Immersi nel colore indefinito del crepuscolo.
M’avvolgono i papaveri
E quel manto rosso
Come  il colore del tuo sguardo.
Adagiato lontano
Sul ciglio dell’orizzonte
Il desiderio.
E oltre, nascosto
nel silenzio della vera bellezza,
il nostro verso.

                                                              ANCORA DAVIDE!

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Papaveri

agita il vento
i rossi papaveri
ondate ardenti

GELSO BIANCO

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provenendo dal fondo della Valdera  una strada tortuosa in bilico sulla  sommità di due colline spalanca scenari austeri e contemporaneamente gentili, preannunciando lo splendore dell’antica città

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ancora prima di entrare in Volterra s’incontra San Giusto alle balze, la Badia con annessa la chiesa fu costruita  1030 vicino alla chiesa di San Giusto al Botro che si inabissò nel secolo XVII per l’avanzare delle Balze, fenomeno corrosivo del tufo su cui poggiano le colline circostanti e che da secoli progredisce ingoiando porzioni di territorio

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questa   suggestiva visione è presa  delle mura etrusche che ancora oggi   dominano la città

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In epoca etrusca era chiamata Velathri, in seguito adattato al latino Volaterrae. Alcuni studiosi, tuttavia, sostengono che il nome etrusco fosse in realtà Felathrash, proprio perché così sarebbe scritto su una moneta etrusca emessa da Volterra nel III secolo a.C. e custodita nel Museo Guarnacci

ed eccola Volterra, posta sulla sommità di una ripida collina a 700 metri sul livello del mare , in una posizione panoramica assolutamente unica, al tramonto lo scenario diventa fantastico, in tutto il mio viaggiare non ho mai assistito a mutamenti di colori come da qui ne ho visti si va dai rossi pià accesi ai violetti, indaco, pallidi azzurri misti a soffi rosati, gialli ocra e giallo accesi.

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Pensare che una piccola città di appena 11.ooo abitanti possa avere una tale ricchezza d’arte, di storia, di tradizioni di monumenti sembra quasi impossibile, proverò, con tutto l’amore che le porto a farvi fare una sua piccola conoscenza, dividendo il post in tre parti.

Geranien%20in%20Volterra in questa prima parte vi presento  il territorio, che restando lontano dal centro della provincia di Pisa ha potuto conservare intatto tutto il suo fascino

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e una visione della città, fondata dagli Etruschi di cui restano le necropoli da visitare e tutti i reperti archeologici di inestimabile valore  ritrovati negli scavi fatti nella zona, riuniti nel museo Guarnacci

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grande peculiarità di Volterra sono l’estrazione e la lavorazione dell’alabastro, questo minerale duttile e opalescente è stato una grande risorsa per la città, ma ora si fanno sempre più rari i maestri scultori e di conseguenza la sua produzione

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questo è un laboratorio artigianale dove si scolpisce l’alabastro

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estrazione dell’alabastro

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questa che potrebbe sembrare una deliziosa composizione di frutta, lo è in effetti, ma solo perfettamente riprodotta nell’alabastro

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Uno sguardo sulla città in un giorno di vento impetuoso

 

 

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Dove e a che ritornare.

 

S’impigliano i pensieri sui pinnacoli gotici

tentacolari

di Santa Maria della Spina         esaltata

nei suoi marmi venati d’universale.

 

Guglie

 

Dove e a che ritornare.

 

Voli di colombe  sulle spallette dei lungarni

dilaganti in semicerchi chiari

sostano sulle antiche pietre         mentre

i palazzi austeri intorno i caldi colori

nell’oro vanno a sconfusare

il vento di terra sospinge all’interno il mare

increspature spumeggianti di minime

onde schiantano pensieri a Bocca d’Arno

Pisa ad ingoiare

 

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….dove e a chi ritornare.

 

Ancora sulla mia spalla la tua mano

si posa            chiama alla barca che avanza

vuota

non so più se è amore quello     che

eterno mi dai       quello che non ti posso

dare

 

dammelo

forse mi può bastare

buttalo

forse lo potrò scordare.

 

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