1) FærØer- Denmark -L’incantevole arcipelago” orchidea selvaggia”-The enchanting archipelago” Wild Orchid “-

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niente di più allegro che aprire il primo post sulle isole FærØer con il  Pulcinella di mare o Fratercula arctica  certo uno dei suoi più rappresentativi abitanti ornitologicamente parlando

Danimarca Pulcinelle di mare nelle isole Far Oer

in grandi gruppi attestati sulle scogliere a picco sul mare popolano-limitatamente all’estate perché l’inverno lo passano interamente in mare aperto- le coste dell’Atlantico Settentrionale

 

qui nidificano sottoterra, espropriando le tane ai conigli

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questo buffissimo e coloratissimo uccello sembra essere molto ingordo a vedere dalla quantità di cibo che immagazzina nel suo capace becco

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non è straordinario? a me ricorda, col becco così spalancato, il bellissimo fiore della Strelitzia

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deve il suo nome vulgaris ( Pulcinella di mare, appunto) all’assoluta assomiglianza, anche nei colori, della celebre maschera napoletana

SaksunSe dovessi scegliere un’immagine  questa  sarebbe l’ideale  per sintetizzare le mie emozioni sulle isole Faroe: splendore della natura immersa nel silenzio e nella solitudine.

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Faroe, per semplificare le chiameremo così d’ora in poi anche se in lingua originale sono Føroyar, e in danese Færøerne.Il toponimo Fær Øer  la cui prima parte è attestata in norreno nella forma scritta fær, viene tradizionalmente interpretata secondo il danese fåre-øerne, “isole delle pecore”.

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Si è anche discusso sulla possibilità, data ormai quasi per certa, che il nome significhi ” isole remote”dall’antico germanico Far-Far-Faer.E remote e misteriose lo sono davvero!Quasi perennemente avvolte in una candida cappa di nebbia

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Litla Dimun la più piccola isola  dell’arcipelago,qui in una suggestiva visione

con la neve

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è l’unica  dell’arcipelago ad essere totalmente disabitataLitla-Dimun-Faroe-Islands

                   sorpresa romanticamente ad aggiustarsi un candido cappello! 

perennemente sotto un cielo di piombo,

il mare sembra uno specchio di ghiaccio

dove scivola la lontananza

in un viaggio

senza luogo nè tempo

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” orchidea selvaggia”  così mi è venuto  definirla, orchidea  con diciotto petali ( tante sono le isole dell’arcipelago  delle FærØer )  sbocciata dai rossi fuochi delle eruzioni vulcaniche al centro  dell’oceano Atlantico Settentrionale, ad ovest della Scozia e a sud dell’Islanda e della Norvegia, territorio indipendente della Danimarca, viene definita una delle mete naruralistiche più attraenti del mondo dal National Geographic Institute

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Non facile da raggiungere via mare, meglio un collegamento aereo da Copenhagen si atterra sull’unico aeroporto dell’arcipelago: Vàsar nell’isola omonima, costruito dagli inglesi per scopi bellici tra il 1942/3 durante la seconda guerra mondiale, quando occuparono pacificamente l’arcipelago

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I collegamenti interni sono ottimi con traghetti stile navette urbane, o provando l’emozione di viaggiare a bordo di un peschereccio, comprendono anche tunnel sottomarini per passare agevolmente da un’isola all’altra, o voli ben organizzati in elicottero

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la capitale è Tórshavn sull’isola di Streymoy, il suo nome significa Porto di Thor , in onore del Dio norvegese del tuono e del fulmine, conta circa 20.000 abitanti, pensate che nel 1900  essi erano soltanto 100 !!! Fondata nel X secolo può essere considerata la più antica delle capitali del nord

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il totale della popolazione dell’arcipelago non raggiunge le 50.000 unità, con una lingua e una cultura proprie anche se tutti gli abitanti parlano correntemente danese e inglese, rimangono ferventi  cultori delle loro tradizioni, fieri della propria origine

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che si fa risalire al IX sec, quando secondo la saga dei Faroesi   gli emigranti   lasciarono la Norvegia per fuggire alla tirannia di Re Harald I.

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Ogni luogo delle Faroe non dista mai più di 5 km. dal mare, e quindi  ancora gran parte della popolazione vive  dell’industria della pesca e dei suoi derivati

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Thorhshav è in tutto e per tutto simile ad una cittadina del nord-Europa

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vi si possono trovare tutti i comfort  ed i divertimenti similari

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il cattedrale di Thorshavn”Havnar Kirkja” è la principale chiesa dell’arcipelago

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costruita nel 1788, è in legno, come molte case della città vecchia, imbiancata e con tetto in ardesia, è frequentata dalla maggior parte della popolazione che è  di fede Luterana,   presente anche una piccola comunità cattolica, le cui origini sono tutte esterne alla popolazione locale

guardate che meraviglia questo video di Thorshavn versione invernale ( me lo sono goduto anche io, no no! non farò come Bruges, non tornerò qui a cercare la neve 🙂 e poi questa più che neve sembra panna montata! ) è il paese delle fate: un frozen ibernato!

                    Tinganes la città vecchia a Torshavn

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notate come le strade siano quasi sempre lucide di pioggia

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le abitazioni sono ben curate e quasi idilliache, i pochi fiori che crescono a queste latitudini sono soprattutto magnifici lupini, perfettamente documentati in questa splendida aiuola

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si vive una vita un po’ al rallentatore, senza la troppa ansia e fretta che contraddistingue le nostre dimensioni di popolazioni del sud, la gente è serena, tranquilla e molto ospitale

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Il paesaggio é dominato da ripide montagne, innegabilmente gli scenari sono spettacolari,

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unica difficoltà il clima, è veramente raro trovare giornate soleggiate ma allora risaltano incredibilmente i contrasti dei colori

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dati soprattutto dal verde incredibile che ricopre ogni superficie, il blu intenso dell’oceano e i colori vivacissimi delle case

beinisvoro-far-oerIl promontorio di  Benisvoro,

la seconda voce dell’economia locale potrebbe senz’altro diventare il turismo

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ma vi sono, per così dire, almeno un paio di controindicazioni, la prima è il periodo che si riduce ai soli 4 mesi estivi per visitarla

 

il secondo ( e forse più deleterio ) è il clima, nell’intero arco dell’anno sono pochissimi i giorni di pieno sole

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salutiamo questo primo incontro con l’arcipelago della Faroe con  immagini  di  paesini incontrati per strada, meglio forse definirli “gruppi di case”,  stanno addossate le une alle altre , come per proteggersi dai forti venti o farsi compagnia nella grande solitudine. Il rumore dei torrenti che scrosciano in mezzo alle abitazioni  dipinte, spesso è l’unico rumore che intona la natura e che fa sorridere il pensiero

Ventisqueras

 

 

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