se il tempo fosse polvere per i nostri occhi non ci sarebbe nessuna misericordia, ma il tempo costruisce la polvere sugli uomini e sulle cose per mantenerle in bilico nella memoria…poi un soffio di vento le disperde ancora e per sempre
immobile nell’abbraccio di potenti spuntoni rocciosi immobile nel tempo : Craco ( Cracun o Graculum, dal significato in latino” piccolo campo di grano” ) nome ricevuto quando se ne hanno le prime certe notizie storiche dall’arcivescovo Amaldo di Tricarico circa nel 1060, è uno dei cosiddetti paesi fantasma, cui ho dedicato una particolare posizione nel mio blog denominandoli ” Le fiabe che vanno scomparendo ”
sono circa 6.000 in tutta la penisola perlopiù piccoli agglomerati di case o piccolissimi borghi la maggior parte siti tra le montagne o sulle colline, abbandonati dagli abitanti nel corso degli anni o dei secoli per varie cause, frane, smottamenti, terremoti
gli abitanti emigrati in vari paesi del mondo per mancanza di sussistenza, in cerca di una vita più decorosa, spesso lasciando i vecchi borghi col cuore straziato sapendo di abbandonare luoghi amati e le proprie radici per non farvi mai più ritorno
circa 200 di questi paesi con centinaia ( se non secoli ) di gloriosa storia alle spalle, riscoperti per la bellezza e la loro particolarità riprendono in qualche modo a vivere con i flussi turistici,
impavidi fra i nuovi fiori immersi nella polvere del tempo resistono i Paesi Fantasma, ne hanno ancora di storie da raccontare, di loro si è impossessato il cinema, facendone grandiosi set cinematigrafici a cielo aperto, il più famoso film qui girato è La Passione di Mel Gibson con la scena dell’impiccagione di Giuda
Craco sorge nella zona delle colline che precedonoL’Appennino Lucano a 390, m s.l.d.m., mezza strada tra monti e mari, territorio vario con prevalenza dei calanchi, profondi solchi scavati nel terreno cretoso dalle acque piovane
nei grandi prati anche ai nostri giorni pascolano pacifiche le greggi
mentre a Craco è rimasto solo un pastore con le sue capre
le prime tracce delle origini di Craco sono alcune tombe che risalgono all’VIII secolo a.C., è probabile che offrisse rifugio ai coloni greci del Metaponto, quando si trasferirono nel territorio, forse fuggendo la malaria che mieteva vittime nelle pianure
Craco fu un insediamento bizantino. Nel X secolo monaci italo-bizantini iniziarono a sviluppare l’agricoltura della zona, favorendo l’aggregamento urbano nella regione.
Erberto, di probabile origine normanna, ne fu il primo feudatario tra il 1154 e il 1168. La struttura del borgo antico risale a quell’ epoca, le case sono arroccate intorno al torrione quadrato che domina l’intero paesaggio, notare la struttura regolare quasi concentrica
il fascino misterioso di queste pietre che sembrano grandi occhi spalancati su un passato di gloria ormai lontano
Paese di pietre e sassi
Paese di pietre e sassi
con le torri che toccano il cielo
sotto l’angolo retto di una stella
occhi aperti senza fessure,
finestre sul nulla
uno straccio di silenzio
pulisce i calanchi, spazza le nuvole
ramazza i sentieri.
Ventisqueras
fu un importante e strategico centro militare durante il regno di Federico II, il torrione quadrangolare domina la valle dei due fiumi che scorrono paralleli: il Cavone e l ‘Agri‘
in questo scenario fantastico anche la flora sembra subirne l’influsso eseguendo come in un copione mai scritto ghirigori e trame fiorite
palazzo Grassi, un tempo signorile dimora, ora come una vecchia aristocratica Dama è percorso da rughe e crepe clamorose
avide fauci spalancate sembrano ingoiare la grandiosità perduta.
Come gran parte dei centri lucani anche a Craco vi fu la piaga del Brigantaggio. Durante il decennio napoleonico vi furoreggiarono i terribili “capimassa” come Domenico Taccone detto “Rizzo”,Nicola “Pagnotta”, e altri sostenuti dal governo borbonico per favorire la cacciata degli intrusi, uccidendo e depredando notabili francesi a attuando feroci vendette personali
struggente la chiesa ridotta in monconi con la cupola scagliosa come pelle di serpente a se stessa abbandonata
L’8 novembre 1861, nel pieno della reazione borbonica poco dopo l’Unità d’Italia, l’armata brigantesca di Carmine Crocco e Josè Boriès, dopo aver occupato e devastato Salandra, si diresse verso Craco. Crocco raccontò nelle sue memorie che incontrarono «a mezza via una processione di donne e fanciulli con a capo il curato con la croce. Venivano a chiedere clemenza per il loro paese e clemenza fu accordata
le vie ancora perfettamente lastricate preda delle strida dei corvi
L’abbandono
a causa di una enorme frana, nel 1963 Craco iniziò ad essere evacuata e parte degli abitanti si trasferì a valle, in località “Craco Peschiera“, il centro contava quasi 2000 abitanti.. Nel 1972 un’alluvione peggiorò ulteriormente la situazione, impedendo il ripopolazione del centro storico e dopo il terremoto del 1980 Craco vecchia venne completamente abbandonata. Nonostante questo esodo, Craco è rimasta intatta, trasformandosi in un paese fantasma. Nel 2010, il borgo è entrato nella lista dei monumenti da salvaguardare redatta dalla Word Monument Fund .Ora vi si organizzano visite guidate nelle zone messe in sicurezza
angoli muti intrappolati in scenari contorti
anche i fiori si colmano di mistero mimetizzandosi fra le pietre
qualche anno fa mi recai in Basilicata per visitare Matera, non sapevo quant’altro di magico m’aspettava! in questi giorni cercando ( inutilmente !!!! 😦 ) di dare un senso al mio archivio in concomitanza con il viaggio dell’Est ho trovato un paio di località da inserire nella categoria delle” fiabe che vanno scomparendo” a pieno titolo, augurandogli di restare per sempre con noi come fiabe viventi!
Cracco sfuma in lontananza nel tramonto lasciandomi incerta se quanto visto fosse realtà o solo un sogno…voi che ne dite?
Ventisqueras