Il viaggio come metafora della vita, nascendo inconsapevolmente ci s’incammina in un viaggio incontro all’ignoto, spesso si ha la sensazione di essere noi a definirlo cercando di raggiungere una meta, ma sono strane le vie che ci vengono in realtà riservate. Il mio viaggio di questa estate non è stato programmato, è un viaggio del “non so di preciso” che si assimila alla me stessa odierna, semplicemente cercando L’Est, luoghi conosciuti e amati di cui sentivo nostalgia, di altri a volte, non conoscevo neppure il nome, spero ancora una volta di sucitare il vostro interesse facendomi-vi compagnia nel ricordareGrado e la sua laguna la prima meta, con la nostra stella che intinge i suoi pennelli nello spettacolo emozionale del mar Adriatico
si estende la laguna, spesso un grande specchio a riflettere il cielo,da Fossanon di Grado fino all’isola di Anfora ,
occupa una superficie di circa 90 km kq,su cui galleggiano come fiori dai grandi petali incantate isolette. Divisa in due dalla diga su cui si snoda la strada che collega Grado alla terraferma: laguna orientale ( palù de sora) e occidentale ( palù de soto) evocando paesaggi di straordinaria bellezza
Le origini della laguna sono piuttosto recenti. ( parlando in termini geologici)
Fino al quinto secolo nell’area infatti prevaleva la terraferma
come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici tra cui la via romana che collegava Aquileia a Grado, ora coperta dall’acqua,
ricchissima di pregiate varietà arboree fra cui prevalgono le tamerici
spettacolo a se stante quando a primavera diventano una nuvola rosa,
è anche frequentatissima ornitologicamente,
aigrette e aironi cinerini trovano qui un habitat perfetto e si dilettano
nelle acque poco profonde alla caccia del loro cibo preferito,
ma ci sono anche moltissime varietà di altri volatili stanziali e di passo
qui i colori giocano con la luce del giorno e vi sono sfumature difficilmente realizzabili in altri siti, sarà la profondità dell’orizzonte o le acque limitatamente basse della laguna che riescono meglio a filtrare icolori dell’iride
nelle brume del mattino è tutto totalmente diverso, ma ugualmente affascinante, forse più misterioso, deliziati dal dondolarsi dei cigni
si propongono sempre nuovi ed esaltanti scenari, gli occhi supiti vorrebbero che non calasse mai la notte
ognuno è fonte a se stesso
nel limpido immobile stupore della laguna
un fluire finito-infinito
contro l’ultimo amplesso del mare
Ventisqueras
è tutto così perfetto ed armonioso, quasi un ritorno all’eden primordiale
si alternano le immagini ai sogni
che vengono risucchiati nella scia dell’ultima barca che raggiunge la riva,
mentre qualcosa d’incredibile accade tra cielo emare…ed io penso che è solo l’inizio del mio viaggio in cerca dell’Est…sarà tutto così magico?
He si, siamo in Olanda! alcuni dei suoi simboli più conosciuti ce lo dicono! Mi è sembrato un modo simpatico per iniziare questa nuova avventura continuando a salire verso Nord, farò alcune tappe in Olanda, le città più grandi le avevo già visitate ed ora cerco nuove dimensioni di storia e di vita.Ci troviamo a Delft ( circa 100.000 abitanti ) nell’Olanda meridionale che prende il nome dal canale ( gracten ) su cui è stata costruita: una storpiatura di” delven” che in olandese significa scavare. Questi canali erano di primaria importanza per il ruolo mercantile di ogni antica città olandese
un immagine “cult” per rappresentarla, più che quelle dei suoi grandiosi monumenti credo possa essere questa: uno dei suoi placidi canali alberati dove i tigli si piegano gentili verso le acque, ornati di fiori e ponticelli armoniosi invitano a passeggiare senza fretta in tutto relax
o magari a fotografare i riflessi di monumenti nelle grandi vetrate che abbondano nei nuovi palazzi dei lungo-canali
riflessi ondeggianti, contorti se invece si osservano danzanti nell’acqua
camminare a piedi significa inoltrarsi nella stupenda città vecchia salendo su ponticelli ad arco acuto, aspettando che i turisti smettano di camminarci sopra per ammirare in santa pace i vecchi palazzi di mattoni scuri dalle bianche finestre ed avere, finalmente, libero l’orizzonte!
Delft fu fondata oltre 750 anni fa e ottenne i suoi diritti di città dal Conte Guglielmo II d’Olanda nel 1246
la grande suggestione dei canali che caratterizza i Paesi Bassi si deve alla continua lotta che le popolazioni locali hanno intrapreso da secoli per difendersi dal mare del nord le cui grandi tempeste sconvolgevano quel territorio sommergendolo in continuazione, e dalla necessità di far giungere sulla terraferma i grandi mercantili per lo scambio di merci che erano il fulcro del commercio e dell’agiatezza di quei luoghi. Al Museo Het-Princenhoof si può osservare come esempio un veliero davvero splendido
una serie di dighe e dune lungo le coste e i fiumi impediscono a questi territori di essere inondati, mentre numerose stazioni di pompaggio prosciugano l’acqua piovana in eccesso
anche qui come a Bruges nei canali sciama una moltitudine di cigni, mi chiedo se anche a Deflt varrà la condanna di Massimiliano D’Asburgo che obbligava i cittadini di Bruges a mantenerli per l’eternità! 🙂
I cigni di Delft
ha un cuore fatto di giglio il candido cigno,
si ferma alla fontana a pettinarsi le piume
il cielo è in un secchio, gli fa da specchio
come Giacinto
altero e superbo non si cura del passare del tempo
negli antichi canali, forse
come lui sarà immutabile, eterno.
Terra di luce, cielo d’acqua una goccia nella testa
cade, come musica s’affaccia
pallidi sogni agitano la loro corsa
giacendo silenziosi con le timide farfalle dell’alba.
Ventisqueras
circa il 20% del territorio e il 21% della popolazione sono localizzati sotto al livello del mare, mentre più del 50% dei Paesi Bassi ne é appena di un metro al disopra. Buona parte del terreno è costituita da polders,ovvero territori strappati al mare a paludi costiere o a lagune
ed eccoli i canali ancora più affascinanti vestiti di luci come Dame con le paillettes, mentre si percorre l’Oude Delft il vecchio canale, dall’atmosfera accogliente e intima ( gezellig, come direbbero in olandese).Questo fu il primo canale scavato nella città e lo chiamarono Delf ed in seguito Delft, poi venne scavato un secondo canale chiamato Nieuwe Delft, ( nuovo Delft ) e così da allora il primo canale scavato divenne l’Oude Delft
e cosa ne pensate di questo spettacolare mercato dei fiori?
in questa immagine dove gli antichi palazzi tutti impettiti e sussiegosi sembrano beffarsi del tempo che scorre, osservo anche lo strano connubio fra barche e automobili perfettamente allineate entrambe in attesa di essere usate
il vecchio canale di Delft è il luogo che racconta l’intera storia della città se non addirittura quella dell’Olanda intera
tutti gli edifici storici più importanti sono situati lungo il suo corso o in qualcuno dei suoi angoli
e qui una sequenza straordinaria di antichi palazzi storici che portano orgogliosamente impressa sulla loro facciata a caratteri d’oro zecchino la data della loro costruzione
la grande quantità di biciclette che si trova ovunque e lo sfrecciare più o meno veloce dei ciclisti per strada è una costante che ancora riesce un poco a suscitarmi meraviglia, ma certo preferita di gran lunga al caotico traffico di automobili delle nostre città!
altra costante sono i tipici zoccoli di legno,
che vengono esposti ovunque con piacevole impatto visivo, ne ho acquistati anche io naturalmente, ma sono molto rumorosi e non credo li indosserò mai 🙂
per non parlare dei mulini a vento, che troneggiano qua e là, rendendo unico l’ambiente
incantevoli nei paesaggi primaverili
ed ecco l’inverno con i suoi grandi ricami di gelo, in questi luoghi molto umidi è più favorito ad appiccicarsi ovunque con i suoi arabeschi che alla luce dei lampioni scintillano come filagrane argentate
l’autunno che è la stagione che più amo lancia i suoi riflessi rossi a colorare le acque e questo ravviva il paesaggio che spesso è di un triste colore grigiastro e difficilmente vi si ritrova il nitore lucente dei nostri cieli mediterranei.
Spero di essere riuscita a darvi un piccolo resoconto della vita nei canali di queste lande nel suo diverso ritmo storico e naturalistico.
A presto con altre emozioni da raccontare.
( le stupende foto delle 3 stasgioni in cui non ero presente a Delft mi sono state gentilmente prestate-ringrazio-)
Minniwater: dalla parola “minni”che in olandese significa “amore”questa idilliaca localitdà appena fuori Bruges viene denominata” lago degli innamorati” o “lago dell’amore”
niente di più appropriato per questo luogo incantevole ed incantato che anticamente fu il bacino da cui le navi provenienti da ogni parte del mondo conosciuto-perfino dalla lontana Russia – arrivavano con le stive cariche di sete, vini, spezie,e lana e ripartivano con il carico del prezioso panno fiammingo
il suo meraviglioso parco è meta rilassante per i turisti o i cittadini di Bruges in ogni mese dell’anno, ma in estate e nella tarda primavera che si muta in una oasi paradisiaca con i concerti e le varie rappresentazioni artistiche
e qui torna a riproporsi con dolce violenza la parola “fiaba” e la parola “amore”
i testi sono tratti dalla Silloge” Soffi penduli d’amore”
Sillabe di luna sulla guancia smorta
a te piegava il sogno sull’erba abbandonato
come a ridire il tuo nome dolce di polline
sul labbro superiore leccato.
a riso tuo mi specchio in semicerchi gloriosi
di vento profumato.
Ventisqueras
la Grande musica immortale non ha confini ed anche su nel nord non ho trovato modo migliore per onorare l’Amore e gli innamorati di quella sublime del toscano di Livorno Maestro Pietro Mascagni con l’ineguagliabile esecuzione del direttore d’orchestra Maestro RiccardoMuti, un po’ di sano orgoglio italiano non ci sta mica male, no? 🙂
C’è una radice amara nel vento che porta la pioggia
cado minutamente sopra di te, divento
l’aspra sostanza che ti bagna. Il ramo fiorito
del melo, ti sono, dove l’ape che il suo fiore feconda
è il sospiro innamorato che per te si sosta.
Ventisqueras
i cigni di Bruges
i cigni, questi splendidi e maestosi uccelli sono uno dei simboli di Bruges, se ne vedono ovunque nei canali, nei prati e allietano l’atmosfera rendendola ancora più romantica
racconta la leggenda che nel 1488 gli abitanti della città uccisero un amministratore ritenuto corrotto appartenente alla corte dell’odiato imperatore Massimiliano D’Austria succeduto alla guida del Ducato dopo la morte della moglie Maria di Borgogna
l’uomo assassinato era tale Pieter Lanchals che tradotto dal fiammingo significa ” collo lungo”, Massimiliano adirato con la popolazione punì i cittadini di Bruges obbligandoli a mantenere per l’eternità sui laghi, fiumi e canali del suo dominio i cigni che ricordavano col loro collo lungo il nome del suo servitore ucciso.
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il cigno stilizzato viene anche riprodotto come sostegno per le panchine del lungo fiume
Queste leggende e interpretazioni romantiche sono datate dal XIX tramandate a voce dalla popolazione, un’altra di queste di queste parla del soprannome dato ai cittadini di Bruges Zot, ( matti ) risale ancora ai tempi dell’odiato imperatore Massimiliano che aveva dato un bel giro di vite all’agiatezza dei cittadini quando assunse il potere esagerando con le tasse ( tipo come ora in Italia, he he, ma qui da noi non c’è nessun Massimiliano con cui prendersela, sono tutti massimiliani!)
nel 1448 Massimiliano si recò a Bruges per sedare una ulteriore rivolta ma fu fatto prigioniero e in seguito però rilasciato.La sua rappresaglia fu dura, fra l’altro tolse la possibilità di fare i mercatini ( che erano una grande risorsa per il popolo) e proibì ogni tipo di festa. Per farsi perdonare i c suoi sudditi organizzarono una grande sfilata festosa con canti e giullari e vessilli con mille giochi e colori, e riuscirono a far pace col loro re :gli chiesero di ripristinare feste e mercati ed anche un nuovo ospedale psichiatrico,( !!!! ) le prime richieste furono accolte all’ultima rispose” Non c’è bisogno di un muovo manicomio, basta chiudere le porte della città!” così da allora i cittadini di bruges vennero chiamato Zot ( matti) questo epiteto viene scherzosamente riprodotto da una birra locale
vista la grande quantità d’acqua facilmente si osservano ogni genere di uccelli acquatici, molte le simpatiche oche
un vero culto è dedicato anche ai cavalli che in grande quantità scorrazzano con le carrozze portando a passeggio i turisti nella città e dintorni, a loro dedicato questo molto particolare monumento
ancora visioni da sogno, impossibile definirle tutte
dal ponte dell’ antica torre di vedetta
si ha una stupenda visione panoramica della città
e mentre si avvicina la notte e mille lucette si accendono sul lago riflettendo fantasmagoriche ombre ondeggianti, penso che domani con il sole il mio tempo qui sarà scaduto e sarò pronta per salire ancora più a nord certa di portare con me tutti i tesori di questa città, proprio tutti, senza tralasciarne nessuno! Sarei veramente felice se fossi riuscita a far amare questa fiaba del nord anche a coloro che ancora non la conoscessero e ravvivarne la memoria a quelli che già l’hanno conosciuta, un abbraccio