5 ) – FærØer- i segni del cielo -the signs of the heavens

        I segni del cielo

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con la notte

impudicamente danzando e fischiando

serpe in amore

mi  raggiunge lasciva l’aurora boreale

vampa a onde in magia di colori

a spingere col ventre obeso

esplosioni di verdi-rosa-e-oro

baci lievi che sfiorano deserti di neve

e laghi trasparenti

scaveranno solchi nell’animo sospeso

come carri di fuoco o vomeri taglienti.

Ventisqueras ( tratta dal testo di Un mare collinoso di balene)

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le isole Faroe si trovano a meno di 5 gradi dal Circolo polare Artico, questo comporta una grande influenza stagionale delle ore di luce e di buio.Il 21 giugno ( solstizio d’estate ) il sole sorge alle ore 3,35 e tramonta alle ore 23,20 del giorno successivo, le 4 ore in cui la nostra stella  non è visibile sono comunque caratterizzate da una vivida luce crepuscolare

Aurora over Þingvallavatn, Þingvellir and Nesjavellir Geothermal Power Station, Iceland

da maggio alla metà di luglio il sole non scende mai più di 8 gradi nell’orizzonte, garantendo nel caso di un cielo sereno una luminosità naturale anche nelle ore notturne, questo per chi non vi è abituato comporta dei disturbi nel sonno

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                                L’alba dentro l’imbrunire

soffi, nastri, morbidi raggi evanesccnti

chi non li ha visti ed ascoltati

niente sa dell’alba dentro l’imbrunire

se la speranza si spegnesse

quale torcia illuminerebbe la terra?

ma si rinnova la rugiada del canto

e i segni sonori del cielo

chiuderanno le ferite.

Ventisqueras

il 21 di dicembre ( solstizio invernale) il sole sorge alle 9,50 e tramonta alle ore 15,00 alzandosi di pochi gradi sull’orizzonte permeando il cielo di una timida luce oro-arancione, l’alba e il tramonto sono comunque rallentati e se il tempo è bello ci può essere luce dalle 8,45 alle 16,00 circa.ma spesso c’è il magico fenomeno dell’aurora boreale che con i suoi veli danzanti e i suoi misteriosi fruscii permette di rischiarare le lunghe notti

l’aurora boreale vista dallo spazio con il globo terracqueo roteante su cui sfilano le nostre nazioni, la mia Italia bellissima splendente nelle luci e sfiorata dalle nuvole, ma credo che anche voi amici cittadini del vasto mondo vi potrete riconoscere le vostre nazioni o addirittura le vostre città…in un susseguirsi emozionante di colori, di luci e di ghiacci vaganti che conducono al Polo Nord.Non vi perdete questa meraviglia!

the northern lights seen from space with the spinning globe on which our Nations parade, my beautiful shiny Italy in the lights and touched by clouds, but I believe that you too will be able to recognize the vast world citizens friends your Nations or even your città…in a succession of colours, lights and stray ice leading to the North Pole. You will not miss this treat

L’eclissi totale di sole

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l’eclissi totale di sole del 20 marzo 2015 ha avuto la sua maggiore visibilità nel mare del nord, proprio nelle isole Faroe e ancora più a nord nelle isole Svalbard ( Norvegia)

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il mio amico Ricky  ( cui dedico questo post) era presente all’evento ( l’ho invidiato moltissimo!!!!!) e mi ha dato la possibilità di pubblicare queste immagini straordinarie ( oltre anche ad altre che qui ho pubblicato)

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l’evento è terminato al Polo Nord dove il sole è al livello dell’orizzonte dato che il fenomeno si è verificato durante l’equinozio di primavera

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l’allineamento Sole-luna-terra ha determinato quella che è stata chiamata la marea del secolo, In Francia vi è stato un valore di 119 su una scala massimo di 120,

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presso Le- Mont-Saint-Michel  ha raggiunto i 14 metri d’altezza qualche ora dopo la fine dell’eclissi.

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Le_Mont-Saint-Michel è per me una attrazione fatale, lo ritrovo spesso in varie vesti durante il mio cammino dopo uno dei miei primi post che gli ho dedicato parlando anche dell’aercangelo San Michele…forse una piccola magia

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People walk on the flooded Saint Mark's square during an "acqua alta" ('high waters') flooding on October 31, 2012 in Venice. The "acqua alta" reached 140 centimeters at midnight. AFP PHOTO / OLIVIER MORIN (Photo credit should read OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images)

A Venezia ( un’altra delle mie città magiche! ) la marea ha raggiunto i 75 cm, circa 25 cm in più della media

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acqua alta e neve, a Venezia il non plus ultra della bellezza e del romanticismo! dovrebbe poterci essere una opzione per poter visitarla e vederla così…vi assicuro che non c’è nulla di più affascinante al mondo! 🙂

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senza dimenticare che questi “segni del cielo”ci giungono da questa terra meravigliosa dai panorami infiniti

Danimarca Borgo di pescatori nelle isole Far Oer

con i piccoli villaggi stretti tra il verde dei prati e il blu dell’oceano

Danimarca Paesaggio nelle isole Far Oer

seguendo sentieri segnati dai fiumi spumeggianti che si lanciano in laghi protetti dagli alti dirupi

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scorci incredibili che parlano di paradisi perduti nell’eden del “mio” arcipelago ” orchidea selvaggia”

earth_moon_and_sun_by_thehunterminater-d57ctwcma è con questa immagine spettacolare della NASA che voglio chiudere il capitolo dedicato ai segni del cielo sulle isole Faroe

Un saluto “celeste”

A Ricky con gratitudine e simpatia 🙂

Ventisqueras

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Fiordi della Norvegia 1-Incontro al traghetto -Meeting at the ferry

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improvvisamente la strada finisce

dove il fiordo incombe, oziando nel grigio.

Statico, nella foce silente, piatto il cielo ricade in mare
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rade bave di vento scoprono un gravare di oscure montagne
pennellate di candori nevosi non riescono a superare
la composta tristezza che s’accumula

 

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Il traghetto, lento, s’accosta

e un confuso vociare si trasforma in un idioma familiare!

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Infondo alle selle, bagagli, chitarre, corna di renna affastellati, sono motociclisti fiorentini di ritorno da Capo Nord, la nostra meta

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Due minuti, dieci…siamo gia tutti amici! domande, racconti, consigli, risate e il tempo corre veloce, già per noi è ora d’imbarcarsi e per loro di riprendere il lunghissimo viaggio che li riporterà in Italia, magari faranno ancora di questi incontri!

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accompagnandosi con le chitarre ci vengono a salutare

” vagabondo che son io..”

dal traghetto, gli si risponde…
vagabondo che non sono altro…

I norvegesi sorridono, in disparte
con quel fare composto e distaccato,
non gli e’ forse dato capire quanto questo breve incontro
abbia, il grigiore di questo cielo,  di sole “nostro” scaldato!…
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                                               fra scenari fiabeschi
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                                                                          e strani incontri
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                                                                    il viaggio prosegue verso Tromso
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splendida in un giorno di limpidissimo azzurro – stupisce ed incanta Tromsø ,in  sami che è l’idioma lappone  è   Romsa, detta anche  la Parigi del Nord  per la sua bellezza ed amore per l’arte e la gioia di vivere,   è la città più grande del Nord Norge ( Norvegia settentrionale) e la seconda più grande della Lapponia (la prima è Murmansk, in Russia). Emozionante la gita in funivia con l’abbraccio all’intero fiordo, Il centro cittadino è situato su Tromsoya(Isola di Tromsø) .
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 l’agglomerato urbano si sviluppa anche ad est, sulla terraferma, con Tromsdalen (“La valle”) e ad ovest su Kvaloja  (Isola delle balene). Da entrambi i lati ci sono ponti che collegano il centro con le periferie, ed anche un tunnel sottomarino verso Tromsdalen
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 è dominata dal monte Tromsdalstinden (il picco di Tromsdalen), situato ad est sulla terraferma
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il lunghissimo ponte che unisce l’isola al continente conferisce un notevole fascino all’atmosfera notturna
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                    proprio vicino allo sbocco del ponte si erge maestosa e candida la chiesa di legno e vetro chiamata anche  Cattedrale Artica
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                                                                                 luminosa e suggestiva
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                                                              spettacolarenell l’interno con le moderne e maestose vetrate
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In quest’area sono vissuti Norsemen e Sami. Si crede che Ottar di Hålogaland, capo e avventuriero vichingo, che ha vissuto qui negli anni 890, abbia abitato la parte più meridionale dell’odierno comune di Tromsø. Egli descrisse se stesso come “l’uomo più a nord di tutti i norvegesi”, nonostante le aree ancora più a nord fossero popolate dai Sami
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                                                  la città è conosciuta   come punto di partenza per le spedizioni Polari,

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Il Norge. dirigibile ideato dal comandante esploratore italiano Umberto Nobile
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Il generale Umberto Nobile all’aeroporto di Ciampino nel 1926, in partenza con il dirigibile Norge per le isole Svalbard dove Roald Amundsen si unirà a lui per effettuare la prima trasvolata sul  Polo Nord
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nel 1928 due anni più tardi, Umberto Nobile a capo della spedizione italiana, con 16 uomini di equipaggio parte dalla Baia del Re per la sfortunata e tragica impresa con i dirigibile Italia, e sempre da   Tromsö parte  un aereo messo a disposizione del governo francese per i soccorsi: alla spedizione dispersa sui ghiacci del polo: il Latham 47 condotto dal pilota René Guilbaud. A bordo c’è anche Roald Amundsen , che nonostante i  contrasti avuti  con Nobile durante la  spedizione col Norge , si è offerto fin da subito di partecipare alle ricerche.
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Roald Engelbregt Gravning Amundsen (Borge, 16 luglio 1872 – Mar Glaciale Artico, 18 giugno 1928)
grande esploratore norvegese, fu  primo a raggiungere il Polo Sud (nel 1911-12
 Da questo suo atto di generosità e di coraggio, nella ricerca dell’amico disperso, si compie il suo destino : mai più farà ritorno alla base e mai più sarà ritrovato scomparso, assorbito dai ghiacci che furono la sua ragione di vita.
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                in pieno contrasto con  le foto antiche sopra presentate, questo gruppo di  architetture avveniristiche
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prima chiesa sull’isola di Tromsøya fu eretta nel 1252 durante il regno del re Haakon IV di Norvegia e fu chiamata Ecclesia Sanctae Mariae de Trums juxta paganos ( Chiesa di Santa Maria a Troms presso i Pagani). A quel tempo, era la chiesa più settentrionale al mondo. Quasi contemporaneamente, venivano costruite delle mura per proteggere l’area dalle incursioni nemiche dalla Carelia e dalla Russia.
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                                   il monumento al baleniere, da Tromso partivano numerose le grandi navi oceaniche per la caccia ai cetacei, fonti di lucro e commercio per l’intera zona
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                                                          Anche i dintorni sono spettacolari,
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L’area è stata abitata fin dalla fine dell’ultima era glaciale. A Tønsvika, appena fuori città, sono state ritrovate tracce di insediamenti risalenti alla tarda età della pietra.
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                                                 la natura che nel corso delle brevi estati esplode con tutti i suoi sgargianti colori
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e poi c’è la magia del sole di mezzanotte ,quello  che potrebbe sembrare un tramonto ma che incredibilmente nei suoi rossastri vapori è un’alba maestosa

Tromsø si trova a circa 350 km a nord del circolo polare artico e dal 21 maggio al 23 luglio è possibile ammirare il fenomeno del sole di mezzanotte ,  si verifica al di sopra dei circoli polari dove il sole non scende mai sotto l’orizzonte e di conseguenza non cala mai la notte

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Nei mesi invernali, dal 23 novembre al 18 gennaio compresi, il Sole non sorge al di sopra dell’orizzonte ma, a causa del crepuscolo, non si verifica mai totalmente il fenomeno della cosiddetta notte polare. Infatti, anche nel giorno del solstizio d’inverno, l’elevazione massima del Sole raggiunge quota -3°, ovvero si trova 3 gradi sotto l’orizzonte, sufficienti per avere la diffusione necessaria a garantire la presenza della luce.

Il 21 gennaio di ogni anno Tromsø festeggia il “giorno del sole”, Soldagen

 

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a queste latitudini si può ammirare l’incredibile spettacolo dell’aurora boreale, che con i suoi colori e il fruscio che da loro emana ci fa sentire a stretto contatto con i misteri del cosmo e dell’infinito

 

questo viaggio l’ho compiuto alcuni anni fa,  anzi, questi viaggi, perché ho avuto l’opportunità di salire più volte in Scandinavia e di innamorarmi perdutamente  dei suoi favolosi scenari ancora fortunatamente in gran parte selvaggi e naturali, tornerò ancora a parlarne,
a presto e grazie della compagnia e dell’affetto che, nonostante la mia prolungata assenza ancora mi dimostrate 🙂
                        Ventisqueras

Riflessi taglienti orlavano la luce delle cime ( 2-Alaska )

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riflessi taglienti orlavano la luce delle cime

il Mont Saint Elias solitario diamante rosa

al dito dell’universo scintillava, rumoreggiando

nel silenzio brandito come un coltello

tutt’intorno.

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Il Mont Saint Elias  con i suoi 5888 metri è una delle più alte montagne del nord America e domina il parco nazionale di Wrangell-Saint Elias, il più grande parco degli USa

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Arroccati sulla cima del mondo

con la fatale grazia che devasta i millenni

rinascono di ghiacci i deserti

e corrono, giù, giù, fino agli azzurri orizzonti

 degli oceani consueti agli occhi

e le orme e i segni di una sterminata folla

di vite ignote eppure tutte vissute,

angeli con  occhi d’aquila

e il loro fardello d’anni mi persegue

sgusciandomi accanto come rossa ombra

delirante nell’infinito mistero della notte.

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L’ultimo bagliore del tramonto si spegneva sulle deserte solitudini gelate e, contro l’indistinto colore del cielo, più viva spiccava la massa scura degli abeti che premevano e incalzavano il corso gelato del fiume -Jack London da ” Zanna bianca”-

Mount Sanford, Wrangell - St. Elias National Park and Preserve, Alaska.Il toponimo Alaska è derivato dalla parola alaxsxaq (ah-lòk-shok) che ha come significato “grande paese” o “terraferma” nella lingua degli Aleutini o Unangan (come essi si chiamavano nella propria lingua.La sua capitale è Juneau, non Anchorage, come si è soliti pensare.)

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Si teorizza che siano stati i mongoli per primi a colonizzare l’Alaska, attraversando lo stretto di Bering che si suppone potesse essere collegato  al continente americano da un forte ispessimento dei ghiacci.

Wildflowers (Wild Sweet Pea, Hedysarum Mackenzii) and icebergs, Nizina Lake and Nizina Glacier, Wrangell - St. Elias National Park and Preserve, Alaska.

Gli Inuit mostrano una corporatura tozza con bassa statura e arti inferiori corti (tutti caratteri atti a contrastare le basse temperature), il colorito è bruno-giallastro, la faccia appiattita con un grande cranio. Il nome eschimesi, una parola indiana del popolo Cree, significa – mangiatori di carne cruda-, è un termine dispregiativo, non usato da molto tempo, essi chiamano se stessi Inuit ( o Yuit, in siberiano e in alcuni dialetti dell’Alaska) cioè -popolo- in lingua inuiktitut, le diverse etnie sono poi riconoscibili con i nomi del proprio gruppo etnico di appartenenza: Athabaschi, Aleuti, Yup’ik.

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La concezione del tempo per gli Inuit è molto particolare, come le condizioni che li hanno visti evolvere. L’importanza che pongono al presente si riflette anche sui loro racconti popolari; non sono alla ricerca di una causa primordiale o di una spiegazione riguardo a un fine o al destino, tentano di definire il loro presente, tanto che di loro di dice-non pensano mai molto al di là.-

5120323172_11a9f2185b_z Luce viva di troppo corte estati si perde

e si discioglie nell’animo sereno

sabbia disposta come rosso letto di sangue

ti sento stridere come sopra le onde le sule

nei suoi bicchieri di cristallo ancora il sole

si bagna, l’ambra sommersa delle rocce muove

dolce sbocciata una quiete accesa

d’una mattina ferma

eppure in me ti sentirò rimuovere

quando sarai da me tanto lontana.

Great Kobuk Sand Dunes, Alaska

la vita degli Inuit è controllata dalle condizioni  del loro ambiente violento e isolato, esso  ha un’influenza diretta sulle strutture politiche e sociali. Questo  mentre da un lato ha prodotto una cultura unica, ha simultaneamente creato grandi difficoltà nella determinazione delle origini degli Inuit. Come l’ambiente che li condiziona, in superficie la società degli Inuit appare molto semplice, ma osservata in profondità esistono ricche e complesse strutture.

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Le stelle sono state usate per diversi scopi, come predire il ritorno del Sole dopo la lunga notte invernale, un evento annunciato dalla visione del cielo mattutino di Dicembre delle stelle Altair e Tarazez ( insieme definite Aagiuuk)

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 Nel 1896 tre persone (due nativi e un californiano), guidate da Skookum Jim Mason, un nativo del luogo, risalendo il fiume Klondike scoprirono casualmente dei ricchi giacimenti d’oro nel Fosso del Coniglio (Rabbit Creek), in seguito rinominato Bonanza (Bonanza Creek) nel territorio dello Yukon, nel Canada nord-occidentale, presto estendendosi anche all’Alaska e i luoghi vicini  furono invasi da minatori accorsi da ogni parte. La notizia raggiunse gli Stati Uniti nel luglio 1897, quando i primi cercatori che tornavano dopo aver fatto fortuna giunsero a San Francisco (California) il 15 luglio e a Seattle (Washington) il 17 luglio. Nel 1898 la popolazione delle terre ove era stato scoperto l’oro arrivò a 40.000 abitanti, minacciando di provocare carestia

Historic Copper mill, Kennicott. Wrangell-St Elias National Park, Alaska, USA.

Kenicott, una delle città  minerarie in Alaska

ma la maggior parte dei cercatori sbarcava a Skagway, o nell’adiacente comune di Dyea. Di lì viaggiavano sulla terra o risalivano i torrenti fino a giungere a Dawson City, la città simbolo della corsa all’oro. Essa era un minuscolo borgo che contava un paio di edifici, ma con la corsa all’oro si trasformò in una turbolenta cittadina di 30.000 abitanti, il maggior insediamento di tutto il Canada nord-occidentale. I cercatori dovevano trasportare un gran numero di rifornimenti di beni, quasi tutti di genere alimentare, erano molto frequenti gli incendi, le carestie e le attività criminali.

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Perciò furono inviati uomini della Polizia a cavallo del nord-ovest (oggi Régia polizia a cavallo canadese) per far rispettare le leggi ai minatori.

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Tra i molti a prendere parte alla corsa vi fu lo scrittore californiano Jack London, i cui libri più celebri (Il richiamo della foresta e Zanna Bianca), oltre ad un gran numero di racconti brevi, furono influenzati dalla sua esperienza della corsa all’oro

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immagine emblematica dell’Alaska moderna: orsi che tranquillamente sostano vicino agli idrovolanti, il mezzo di trasporto aereo è infatti quello che meglio riesce a soddisfare i circa 600,000 turisti che ogni anno visitano soprattutto gli immensi parchi nazionali,  alcuni dei quali è impossibile raggiungerli con i normali mezzi che quassù transitano , piccoli treni, autobus o grosse jeep, e financo a piedi, viste le difficoltà per l’ approvvigionamento e la costante presenza di molti e pericolosi animali selvatici, oltre che per la pioggia molto frequente ed insistente a queste latitudini.

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