Il primo post del viaggio in Normandia lo dedicai alle scogliere di Etretat e con quel magnifico ricordo concludo e saluto quell’angolo di sogno
dove andare? ogni destinazione era perfetta…difficile scegliere,
ma la meta era già prestabilita…non come quest’anno che non so ancora dove andare
mi chiesi :toc…toc…provo a bussare? mi faranno entrare? si potrebbe affacciare una delle belle dame in bianco e in trine di Monet…
oh! ma che peccato! non c’era nessuno erano tutte uscite lungo il fiume a passeggiare o a pescare 🙂
nel fiorito giardino blu del Pittore della luce e dei sogni le potrò sempre ritrovare….
allora optai per girellare in una qualche incantevole strada con le case a graticci e tanti fiori da farne un piccolo angolo di paradiso e incollarci cartoline a cuore
ancora più incantevoli se si specchiano vezzose in un piccolo silenzioso rio
scorci di vicoli antichi o sontuosi palazzi formavano un mix da far girare la testa
per poi tornare fra le dune di sabbia incontro al mare
ed eccolo all’improvviso, fra le onde, un po’ sbiadito in lontananza
impavide case strette una all’altra non temono il fronteggiare marosi quando come un famelico lupo urlante il vento del nord le assale
e scese lenta la sera, il viola diventa rosa e l’infinito traspare
con il sole che inchinandosi baciò a salutare questo splendido mare
ricordo poi che assalito da mille diavoli infuocati divenne rosso il cielo e immaginai l’Arcangelo Michele volato dall’isolotto delle maree con la spada sguainata ancora pronto a sconfiggere il male
Chiuderò così come avevo cominciato questo lungo racconto-omaggio: con la bella dama vestita di bianco, triste, forse perché è rimasta sola sul prato o perché è proprio l’ora di partire lasciando che la bella Normandia e i quadri di Monet restino una spina di miele infondo al cuore
Giunta all’imbrunire arriverò in fondo a quella strada
la musica del mare un suono lontano racchiuso
in una conchiglia
me l’hanno donata le sirene di Granville
la potrò sempre ascoltare
mi ripeterà fiabe e canzoni
all’imbrunire, al tramontare
mettendo vele ai sogni per mai più
dimenticare
Ventisqueras
spero abbiate trascorso bene il ferragosto….io? non lo so…chissà dove mai sarò, spero di avere incontrato un altro giardino blu di sogni, :-)un abbraccio, un sorriso..Ventis
Un arco trionfale di rose il perfetto preambolo per presentare la Casa Museo di Christian Dior a Granville, con tutto quello che rappresenta: la caducità della vita, eppure anche la sua fragranza
Le rose, le rose!
Nell’azzurro dormiveglia
mi rapiva improvviso il profumo delle rose
era un furioso battere e ribattere d’ombra.
Tristezza e amore
in una coppa di mani
che attendeva di essre bevuta,
ma né il tempo
né la notte e neppure il sonno
riusciranno a separare quello che non ci univa.
Ventisquras
Villa Les Rumbs a Grandvillecasa natale del grande stilista parigino e il suo incantevole e curatissimo giardino, o più semplicemente Musée Christian Dior, dal 1988 stata aperta al pubblico per celebrare la sua vita, le sue creazioni che sono arte
la famiglia dell’industriale Dior, padre di Christian. Il grande stilista nacque a Grandville nel 1904 e morì a Montecatini Terme-Pistoia- nel 1957.Il padre lo aveva indirizzato agli studi politici, ma ben presto i suoi interessi e la sua grande sete di creatività lo condussero ad aprire un atelier di Moda a Parigi
si delineò subito il suo stile e presto ebbe una fama globale, portando l’alta moda francese a rifiorire dopo la crisi dovuta alla seconda guerra mondiale, qui lo vediamo attorniato dalle sue bellissime modelle che avevano il privilegio di indossare l’unicità riconosciuta dei suoi abiti. Le foto in bianco e nero scorrono nel post e rendono ancora più forte la percezione del passare del tempo, dei costumi, del progresso che avanza, addirittura in questi ultimi decenni sembra impazzito in un incessante rinnovarsi e stravolgersi, talora anche fastidiosamente
ma torniamo all’oggi e a questa sontuosa dimora trasformata in un Museo -tempio di quello che fu oltre che un sommo stilista ed innovatore anche un geniale imprenditore
Dior amava moltissimo i fiori che curava personalmente durante i suoi soggiorni a Grandville
come non crescere artisti sopraffatti da tanta bellezza e volerla estendere all’intero mondo quando si hanno negli occhi visioni simili?
volle riprodurre, proprio in omaggio alla bellezza dell’arte gli abiti fatti indossare da Monet in questo suo quadro a queste gentili dame
certo il grande pittore non avrebbe potuto che rallegrarsi di questo omaggio !
all’interno della villa ci troviamo faccia a faccia con i più famosi abiti da lui creati. Ad ogni nuovo anno programmava una nuova collezione cui dava un nome ed un indirizzo preciso dandogli nomi fantasiosi
la levità e la grazia dei modelli è tale che riesci anche a dimenticare lo sguardo imbambolato dei manichini di ceraalternate agli abiti del museo
immagini splendide che non hanno bisogno di sottotitoli, modelli creati per nozze regali o per dive famose
La vie en rose…già si pensa così per quegli ambienti lussuosi, sfarzosi, in apparenza una vita facile, ovattata, luccicante…ma gratta gratta poi non è così, invidie, delusioni, prevaricazioni, ingiustizie, vizi di ogni tipo e dimensione e una grande, grandissima dose di egocentrismo contradistingue questi ambienti
lotta sfrenata per arrivare ad ogni costo per apparire…mi chiederete: ma chi sei tu per giudicare? lungi da me un qualsiasi giudizio prendo solo atto di voler dare una sbirciatina oltre le apparenze e capire che si può essere sereni o felici anche con quello che possediamo, pur modesto che sia
dive leggendarie che il grande sarto è riuscito a rendere ancora più affascinanti
naturalmente le celebrità vestite da Dior sono un grande numero, io ho scelto quelle da me preferite per stile, eleganza, bellezza, alcune sono diventate icone insuperabili
Dior ha sempre dimostrato il suo grande amore per le tutte donne, producendo lui per primo anche accessori e profumi abbinati ad ogni sua collezione
in tutto questo c’è la storia, la storia di questo mondo che si stava incamminando a grandi passi
verso la globalizzazione, lo sminuzzamento della personalità
quello che rende l’uomo moderno forse un po’ più triste, certamente più solo
alla sua morte altre grandi firme hanno proseguito la sua arte in assoluta perfezione e continuità,il primo fu Yves Saint Laurent, ma anche l’italiano Gianfranco Ferré portò la ventata innovativa del made in Italy
La leggenda narra che una delle due parti in cui è suddivisa la città di Granville, la Città Bassa, sia costruita sopra una montagna di conchiglie , la Vieille Ville invece domina in alto dalle rocce di granito. A guardarla così, abbarbicata su quelle falesie sempre battute dai venti impetuosi dell’oceano, non mi meraviglierei affatto se nascoste tra quei morbidi cuscini di verdi muschi e lo schiumare candido dei marosi si nascondesse qualche bellissima sirena, intenta a recuperare le perle nascoste nelle ostriche sepolte tra le rocce dal tempo
un’altro grande pittore impressionista Gustave Courbet scelse di vivere e dipingere in questa zona, questa tela rende tattile una delle tante tempeste che qui imperversano
…è il vento, è il vento!
Tesi sopra un braccio di cielo,
rabbrividirono gli alberi
poi non si mossero più
se non da gridi.
…è il vento, è il vento
che urla sopra le onde
le piega, le avvolge le fa rotolare
attorno all’aria scoscesa
di un istante azzurro nell’azzurro perduto.
Ora non grida più
con le sirene di Granville
piano sembra cantare.
Ventisqueras
foto aerea di Granville città e porto della Bassa Normandia, costruita dagli inglesi ai tempi del loro dominio a difesa dell’ isolotto di Le- Mont-Saint-Michel, posto a fronte
la magia del famoso santuario dedicato dell’ArcangeloSan Michele nel luogo dove la leggenda racconta apparve al vescovo di Avranches, mi ha condotta una prima volta in Normandia, trasferendomi qui per due giorni durante un viaggio a Parigi. Quel desiderio realizzato fatto a scopo religioso-esoterico mi ha fatto scrivere uno dei primi post in cui esulavo dalla sola Poesia, tematica per la quale avevo ideato il blog
nella notte sfavillava di luci da lontano e mi era venuta una gran voglia di tornarci per rivivere le emozioni provate in quell’arroccata e austera favola, mi sarebbero però saltati percorsi ed aerei quindi a malincuore ho dovuto desistere ( se potesse interessarvi ecco il link del post
Le maree:il loro spettacolo affascinante e misterioso, durante il plenilunio o il novilunio sono una delle maggiori attrattive del golfo, teatro delle più grandi maree dell’Europa continentale,
in certi periodi s’innalzano anche e fino a di 15 metri durante gli equinozi di primavera e autunno, lo fanno con la velocità di un cavallo lanciato al galoppo. Spettacolo di una suggestione veramente unica.Nel golfo ci sono anche ampie zone di sabbie mobili, questi fenomeni naturali hanno per lunghi secoli impedito che Monte San Micheke venisse espugnato durante gli assedi
l’accesso alla città vecchia, completamente racchiusa dalle mura è tutt’ora possibile solo passando questa porta chiamataLa Grande Porte, con ponte levatoio, al suo interno si può visitare l’interessantissimo museo dedicato alla storia e ai costumi della cittadina
abitanti circa 13.000, viene anche definita “la Monaco del Nord”
con il suo nucleo arrampicato sopra uno sperone roccioso spesso soggetta a venti impetuosi
qualche scorcio suggestivo
le rovine del castello-fortezza
poi lo sguardo ritorna sulla città porto
la bella chiesa di Notre Dame domina sulla cima della collina
qui in prospettiva vista dal porto
un tripudio di pennellate, di colori che s’assommano, s’intrecciano, sembrano come fuochi d’artificio roteare
un’altra delle mille magie di Claude Monet
le reti dei pescatori affastellate sulla banchina e le nasse ne confermano l’antichissima tradizione marinara
ma la visione più spettacolare resta sempre quella delle case arroccate sulle brune scogliere
Le isole fantasma di Chausey
sono un piccolo arcipelago di 350 isolette e scogli, formano il quartiere di Chausey-Granville – la cui particolarità è data dal fatto che si possono vedere contemporaneamente tutte solo con la bassa marea ( da qui la mia definizione di isole fantasma)
zona oasi per il rifugio di uccelli acquatici è parco nazionale protetto
paradiso per natanti e diportisti ricca di scorci suggestivi a illeggiadrire e far sempre diverso questo tratto di mare
si trovano a 17 km da Granville, dal punto di vista geografico appartengano alle Isole del Canale, ma fanno parte del territorio francese mentre tutte le altre appartengono all’Inghilterra. Guglielmo il Conquistatore Duca di Normandia nel 1066 le assoggettò al Regno Unito, furono per lungo tempo oggetto di rivalità fra i due paesi , amministrata da Jersey fino al 1449 dopo di che restarono definitivamente alla Francia.
l’unica isola che rimane sempre emersa è questa chiamata La Grande Ile,
è poco abitata e solo nella stagione estiva, quando sbarcano i turisti c’ è movimento, nelle altre stagioni restano solo pochi indomiti abitanti perlopiù dediti alla pesca e alla pastorizia
casette caratteristiche in granito stanno a gruppi come per difendersi meglio dai venti forti dell’oceano
suggestive immagini ne confermano prospettive favolose fra cielo e mare in questo caso rese più leggiadre da un doppio arcobaleno
con una grande conchiglia lasciata in dono dalle maree ritorno al pensiero iniziale della leggenda e delle sirene
sognando un radioso domani ancora una volta prenderò metaforicamente il mare per altre rive luminose, qui termina il mio viaggio in Normandia, ma avrò qualcos’altro da dire su questa straordinaria regione francese che lascerà un ricordo indelebile nei miei pensieri e il desiderio di tornare per conoscerla meglio…allora arrivederci e non addio! 🙂
Non c’è dubbio che l’immagine emblematica di Vernon – Eure -Alta Normandia sia questo romanticissimo e fotografatissimo Vieux Moulin
un tempo ce n’erano cinque lungo queste anse della Senna, ora è rimasto il solo a ricordare il grande passato, lo si può ammirare dal greto del fiume, dato che non è visitabile, i bei prati che lo circondano sono attrezzati per fare merende o pranzi all’aria aperta
dal greto del fiume nel verde intenso del Parco Chateau de Tourelle è ancora più romantico osservare queste antiche costruzioni, ma il vecchio mulino fu adibito anche più prosaicamente come casa di riscossione del pedaggio per attraversare il fiume,
ed eccoli, il piccolo castello e il vecchio mulino occhieggianti tra la lussureggiante vegetazione .in uno spettacolo incredibile che non ti stancheresti mai di ammirare
il castello de Tourelle XII sec, ha torri rotondeggianti, da quelle strette finestrelle ( forse ce n’era una anche su in alto) ho pensato di veder calar giù Rapunzel con la sua lunga treccia rossa, lo so che la fiaba non la pone in Francia, ma a me che importa? io la vedevo bene qui.:-)
( anche Monet è passato da qui )
Gigli d’acqua
Macinano lentamente grani e parole
nella ruota della vita si fa stupore
macinano pensieri annidati nelle rughe del tempo
scritte sulla pergamena grigia e raggrinzita :
quello che volli
e che non voglio più,
versi come scheletri d’innocenze antiche
gigli d’acqua rubati dalla corrente
mentre ancora il vecchio mulino non si stanca
di macinare grani e parole
minutamente
Ventisqueras
Vernon è una cittadina di circa 26.000 abitanti adagiata pigramente in un’ ansa della Senna, subì pesanti bombardamenti durante la seconda guerra mondiale perdendo alcune delle sue storiche strade costruite con case a graticci,solo in parte poi ricostruite
disegni e colori danno una certa compostezza ed austerità a queste case, qualcosa di antico e statico, diverso da quelle di altre località più allegre e fiorite circondate da bianche staccionate, senza per questo nulla togliere al loro fascino
alcune hanno anche un nome proprio, come questa molto famosa Maison-du-temps-jadis ( la casa del tempo perduto) molto fascinoso, vero? non sono entrata, c’èra molta coda e non avevo tempo, peccato
musa dell’esistenzialismo e di Jean Paul Sartre Juliette Greco, da me amatissima, interprete mirabile di Douce France
al centro della cittadina quello che è il suo monumento più prezioso La Collegiata di Notre Dame
eretta in un glorioso, fiammante gotico
con uno spettacolare rosone centrale stretto tra le svettanti torri che sembrano quasi toccare il cielo
anche l’interno è maestoso nella sua scarna eleganza
illeggiadrito dalla magia policroma delle grandi vetrate: la luce splende riflessioni, scende sulle pareti, luogo di storia e di pace.
di notte sembra proprio una fiamma guizzante incontro alle stelle
Monet la dipinse da una grandiosa distanza
costruite nei luoghi predominanti le cosiddette ” torri di avvistamento” in uso dal medioevo erano erette a protezione della città, spesso c’erano arcieri armati di archi e frecce, splendido esempio: la Tour des archivies
a pochi km di distanza da Vernon immerso in un parco di grandi alberi il Castello di Bizy che ha visto passare generazioni di re di Francia e di nobili e ed ha ricordi napoleonici,viene detto anche ” la Versailles della Normandia” si presenta con una visione scenografica sontuosa
Grande edificio in stile classico rivolge verso il parco la bella facciata con colonnato , la facciata sud, più severa forma con gli edifici annessi e le scuderie ( al cui interno ci sono collezionate preziose auto d’epoca) un armonioso cortile d’onore,Purtroppo, avendo perso il turno per la visita guidata non ho potuto vedere all’interno i saloni decorati con boiserie Reggenza ei famosi arazzi dei Gobelins
il parco è ornato da statue e fontane del XIII secolo e da numerosi specchi d’acqua
trovandomi a poca distanza da Giverny come avrei potuto non chiosare questo post se non con immagini sognanti del Grande Maestro?
mi fermo
mi riposo
in questa luce nascosta
dentro una teca
di nero cristallo.
Ventisqueras
fresco, tenero e fragrante il ricordo è nella mente, Vernon, quando lo penserò sarò leggera e lieta sperando di essere ancora là.
Grazie della vostra attenzione, un abbraccio
Ho scelto questa immagine per rappresentare il cordoglio di tutti i paesi civili del mondo per gli attacchi terroristici in Francia, il Cristo Redentore il celeberrimo Corcovado di Rio De Janeiro che sembra, avanzando da lontano nel buio della notte abbracciare l’umanità intera vestito dei colori della bandiera francese
Parigi 13 novembre 2015
Ancora immagini dalla Normandia e dalla Douce France
purtroppo venerdì notte tragicamente colpita nel suo cuore pulsante da un attacco terroristico di esseri ignobili che non ritengo essere degni di chiamarsi umani. Ci sentiamo inermi e disarmati di fronte a questo abominio, ma siamo forti nel nostro essere certi di combattere per la Pace e per un mondo più libero e giusto, quindi avanti a testa alta con i fratelli francesi! Il mio cordoglio a tutte le persone in lutto e un agurio di cuore a quelli che soffrono e soffriranno per sempre di ferite nel corpo e nell’anima. Con le note del pianista che ha suonato ” Imagine” di fronte al Bataclan dove giovani di molte nazioni erano uniti per una festa in musica, unisco anche io quella musica e quelle parole credendo fermamente che come tutti i despota feroci che si sono macchiati di crimini contro l’umanità verrà per
Eccolo è lui! Questo bel signore elegante e compito è il Genio Antonio Canova.Nei post precedenti hanno parlato per lui le sue opere, non perché volessi lasciarlo in secondo piano, ma semplicemente per inserirlo al centro della moltitudine dei suoi capolavori-
nato a Possagno nelle prealpi venete, nel 1757 e morto a Venezia nel 1822 frequentò fin da piccolo la scuola di scultura del nonno un tipo piuttosto originale ma da cui apprese l’arte dello scalpellino, dimostrando immediatamente le sue eccezionali qualità.Da prima si trasferì a Venezia, poi a Roma nel 1781 dove potè finalmente dedicarsi allo studio delle opere antiche-
Arrivando a Possagno la verde vallata ci accoglie con la stupenda e imponente visione della cupola del tempio classicheggiante canoviano che si staglia candido a sovrastare l’abitato, il Canova lo volle come chiesa parrocchiale del suo paese natale, disegnato da lui stesso e lì volle essere sepolto.
l’interno della grande cupola è quasi esclusivamente occupato dal museo dove si trovano i calchi in gesso di quasi tutte le sue opere alcune anche di pittura, ma in cui non eccelse come nello statuario in questa Gypsoteca vengono spesso organizzate dai più grandi critici d’arte contemporanei interessantissime mostre.
La fama varcò i confini dell’Italia e Canova venne invitato a Vienna, dove realizzò uno dei gruppi scultorei più celebri, il monumento funebre a Maria Cristina d’Austria (1798-1805, Augustinenkirche, Vienna)
L’opera è ricavata in una cornice piramidale al centro della quale si apre una porta, simbolo del passaggio tra la vita e la morte, che contrasta con la chiara levigatezza dei marmi. Un triste corteo di figure, allegoria della memoria consolatrice che lega vivi e morti, reca le ceneri della defunta e l’accompagna oltre le soglie dell’immortalità.
voler presentare qui tutte le grandi opere del maestro sarebbe impossibile, vista la grande massa delle stesse, mi limiterò a quelle più emblematiche o che comunque sono a me parse tali.La statua diNapoleone Bonaparte ( Marte pacificatore) commissionata dallo stesso imperatore
fu dallo stesso rifiutata in quanto giudico indecoroso che vi fosse stato effigiato nudo
Venere e Marte, e Amore e Psiche nella versione ” in piedi” conservata al Museo dell’Ermitage di san Pietroburgo
mi è piaciuto come in un puzzle, mischiarle quasi appartenessero come fiori purissimi a un medesimo stelo, la dolcezza e la grazia dei movimenti e delle espressioni rappresentano qualcosa di eccelso, quasi irripetibile
un altro grandissimo capolavoro “La Venere Italica”
che, uscendo dal bagno cerca pudicamente di coprirsi
o la ninfa dormiente nelle forme così morbide che sembrano prendere vita e rendere caldo il marmo
Ebe danzante, più e più volte questo tema ripetuto dall’artista fino a raggiungere in questa scultura la perfezione
a tutte queste figure così leggiadre si contrappone quella tragica di Caino rappresentato nell’istante in cui comprende l’orrore per l’uccisione di Abele, è il conflitto fra il bene e il male che attanaglia l’umanità fino dai suoi primordi
La Maddalena penitente.Rimorso, tormento, dolore, nel dilaniarsi di qualcosa che non si può dimenticare ma che si può solo con la penitanza lavare
Venne il dolore a dirmi
Pianta il tramontare il suo rosso dardo
la luce che dai piedi sale ai capelli ,
quello che di dolcezza mi percorse un tempo
urla
sciami di nere strofe, nel tuono dorato
a gemere oltre l’azzurro che si spegne
di là dal monte.
Una falce di madreperla marina sorge
e taglia i flutti d’argento freddo.
E’ un muto lamentare dove immergo le mani
e il pensiero mi torna fumo
in un grido di sangue.
Ventisqueras
è il candore del gelo e dell’inverno che forse può spiegare il dolore, anche se la neve di Monet sembra più che altro zucchero filato!
ma non voglio salutare il Canova se non con una immagine che rappresenti la serenità e la Bellezza, quella che ha saputo trasmetterci nella maggioranza delle sue opere, e chiamo in aiuto ancora Monet, con un invito alla spensieratezza e alla speranza!
Buon tutto, amici della Bellezza e dell’Arte
Ventisqueras
questa è la riproduzione in gesso di una delle versioni fatte dal Canova della Venere Italica, che ho nel mio giardino proprio a stigmatizzare il grande amore che ho per per lo scultore. Per te Martina, visto che non sono riuscita ad inserirla nel commento.
Se si ama il romanticismo niente può essere più affascinante di quella terra variegata che è la Normandia, dove villaggi pittoreschi con le case a graticcio dai tetti di paglia e i candidi steccati dei giardini fioriti, si alternano a quelle di porticcioli che sembrano saltar fuori precisi, precisi dai quadri di Monet
mentre i verdissimi prati sembrano improvvisamente precipitarsi a mare dalle bianche scogliere per raccogliere l’ultima carezza del sole che tramonta
Non lontana dalla foce della Senna questo è Honfleurnella provincia del Calvados,( Bassa Normandia) deliziosa cittadina rimasta quasi immutata nel tempo
Vieux Bassinè il porto incorniciato da vecchie splendide case colorate non le diresti un po’ simili alle da me tanto amate “case torri” liguri?( anche se i loro colori sono meno accesi ) specchiano la loro austera bellezza, come Narciso della mitologia greca nelle limpidissime acque del piccolo porto
a sera, con la bassa marea ( conoscete bene la potenza delle maree da queste parti) le barche sembrano tirate a secco, far parte della terra ferma, più che del mare
mi è venuto spontaneo fare paragoni con la Liguria, forse perché qui ritrovo lo stesso fascino romantico che fa del Golfo ei Poeti un0 dei luoghi per me magici.Honfleur è una cittadina di circa 1600 abitanti, molto vivace, qui si passeggia fra vecchie case c botteghe molto particolari in pieno relax
Si alternano alle immagini alcuni dei superlativi dipinti di Claude Monet ispirati a Honfleur
poteva forse mancare la Pizza di Gino? non sia mai!un tocco d’italianità non guasta mai!
questo negozio di vini sembra pari pari uscito dal film “Pirati dei Caraibi” e dato che sto viaggiando di brutto con la fantasia magari se ci affacciamo dentro troviamo Capitan Sparrow ( alias Johnny Depp he, he ),ma ci si può semplicemente fermare e bere un tipico calvados
o sostare incantati davanti a portoni come questo, da qui può uscire una Principessa o un nano folle, cioè di tutto e di più!
La nave si riempì di sangue
dal punto in cui sgorgava
le navi corsero a riva,
il Signore combatté nobilmente
i corpi dei morti versano sangue
Poema normanno di Haraldr scritto da Re Handrada III
in questa terra contesa tra Francia e Inghilterra già nel medioevo vi furono incessanti battaglie e cruenti combattimenti, che non si riescea ravvisare nella limpida e quieta sera sul porto
questa giostra gira sogni
Place Sainte-Caterine è il cuore della cittadina che al sabato si anima con un delizioso mercatino
sullo sfondo del mercato la Chiesa di Santa Caterina di origine romanica con l’originalissimo campanile che ricorda lo scafo rovesciato di una nave in qualche modo rappresentando le origini marinare di Honfleur
Principi delle maree
naviga un buco nero la luna raggiunta dall’estate
abbandona il fiume dove cantano le rane d’oro
il cacicco dalle vele quadrangolari rosse gela il tempo
sulla punta delle dita tra sberleffi di nebbia galoppa furiosa la marea
rabbrividisce il cielo, cade a pezzi seppellendo
i simboli ancestrali di tutte le magie dell’universo
i fuochi delle stagioni rigirano gli orizzonti
s’accende l’ansia delle vene aperte, non per il rimpianto
sporco di parole
ma per la lucentezza d’una rosa languida di labbra senza baci
ambra nell’incavo dei ricordi
ancora naviga quella puttana che mi segue dappertutto e mi raggiunge:
strega
nel suo sabba immortale, mi raggiunge nelle estati e negli autunni
portata dai Principi scintillanti delle maree che cavalcano le onde
a dimenticare l’estuario e il fiume dove cantano le rane d’oro
per sempre
Ventisqueras
si è perso il tempo per queste antiche strade
non si ripara dalla pioggia che non cade
colori e barche in un crescendo di emozioni che svelano sempre nuove prospettive
specialmente se piove non si riesce bene a capire dove si stia camminando, forse sul mare come Gesù Cristo? ha ha
subito fuori città il favoloso ponte “della Normandia” è un invito o un saluto…chissà?!
e già è ora di andare non importa se il ricordo è dolce e non si riuscirà a dimenticare mi aspetta un altra città e un altro mare
Ci sono luoghi in cui il tempo si ferma, gira intorno come un’ape felice ubriaca di primavera allora non sei più sicuro di nulla, e pensi di essere immateriale, così forse credi anche che puoi scegliere
scegliere, certo, se vuoi vivere nella realtà del sogno, nel sogno soltanto, o dentro a un quadro
oh! per me non ci sarebbe scampo! sceglierei di vivere in un quadro di Monet
questo è straordinario! mi sentirei completamente a mio agio…credo che vorrei rileggere ” Bel Ami” di Maupassant, in bilcio fra l’ambiente e la mia ragione di esistere
…e mi riconosco
pena passeggera
franta
in un vigore immortale.
Ventisqueras
ecco che una sera a Parigi, ed esattamente in un rosso tramonto a Montmartre mi sono sentita trasportare qui
Pioveva
…e non so perché pensavo
Piove
ascolto che piove
e mi trema che piove
pare un insulto, duro o lieve
non so
mi si stringe fitta sulle dita a filastrocca
questa pioggia già sentita,
a tratti forse dimenticata
non so.
Piove.
Rime a rintocchi strani
a trilli- ancora-
col tempo che romba piano e mi scolora
il fluido è rosso, però
mi ticchetta di lati bui sull’orlo della schiena
con graffi chiari a pelle di luna
come a Parigi
nei vicoli ciechi di Monmartre
che era un incauto fuoco e
si disperdeva nei colori stracciati
della pioggia della sera.
Però…
e non so perché pensavo
alle ninfee della Senna di
Monet.
Ventisqueras
vorrei perdermi tra questi fiori, in questi colori, in un luogo incantato immaginato dal pittore della luce, lui che aveva vissuto di luce e morì cieco, ma in realtà io credo che vivesse felice in un mondo lontano immerso nel suo sogno di luce, fiori e coloriquesta è la sua casa-museo, sempre troppo affollata,
lo so, sono egoista ma la folla mi infastidisce, vorrei per un ora fosse aperta solo per me,sono certa vi incontrerei il fantasma di Monet
quando venne acquistata da Monet era poco più che un casolare, lui personalmente scelse gli arredi, le forme, i viali, le piante e i fiori del giardino
ogni angolo, ogni scorcio, ogni prospettiva sono di un fascino persino inquietante
Giverny è un piccolo borgo di poco più di 500 abitanti, ora tutto incentrato nel nome del grande pittore, che scelse questa località per costruirvi il suo meraviglioso giardino d’acqua
con questa immagine delle sue ninfee vi saluto da Giverny portando per sempre il suo nome scolpito nel cuore
Ventisqueras
In sogno
ci tocca
il corpo,
nel pensiero
costruisce
un miracolo,
nell’immaginazione
s’angoscia
fino a nascer
nell’umano –
s’affaccia dal cuore
bruciando di purezza –
poiché il fardello della vita
è amore,
mentre l’acqua dorme un’ ora e un pesce nuota nella luna che non c’è
silenzio senza luna cosa hai visto con me oltre
le falesie bianche di Étretat?
l’acqua senza luna dorme un’ora, il mare ne dorme cento
e cento cavalli d’oro galoppano nel vento
Silenzio
ho visto con te i pennelli fatati di Monet
dipingere con raggi di luna sulle bianche falesie di Étretat.
Ventisqueras
Claude Oscar Monet nasce a Parigi nel 1840 da una famiglia di modeste condizioni economiche ma si trsferisce in un piccolo paese di campagna fin da piccolo dimostrando grande abilità nel disegno, Per interessamento di una ricca zia si trasferisce a Parigi dove ha modo di fare conoscere ed apprezzare la sua arte.
dopo il 1880 arrivano i primi riconoscimenti e diventa in assoluto l’uomo simbolo dell’Impressionismo
Étretat è una piccola cittadina di pescatori nella Normandia del nord ( o Alta Normandia ) che s’affaccia curiosa su una spiaggia di ciottoli levigati sovrastata da bianche imponenti scogliere che cambiano colore durante il giorno quando il sole muta la sua posizione sull’orizzonte dando origini a scenari mozzafiato.
è incastonato fra le due scogliere più suggestive della costa:la Falaise d”Amont e la falaise d’Avral Non vi è alcuna traccia di disegni preparatori nella sua opera, il colore è passato direttamente sulla tela, con pennellate rapide e veloci
ogni oggettività è stravolta, c’è la volontà di trasmettere attraverso il dipinto le sensazioni provate dall’artista, Monet vuole cogliere l’impressione di un attimo.
in questa immagine spettacolare il paese è abbracciato dalle due falesie
la falaise d’Amont è raggiungibile in macchina
e sulla sommità la romantica chiesetta di Notre Dame
da qui si può ammirare l’altro versante della costa, l’orizzonte spazia nell’azzurro e ci si sente trasportare altrove in un dialogo senza confini col silenzio e con la natura
e di nuovo le immagini tornano a sovrapporsi con le opere di Monet
l’uso di colori giustapposti caldi e freddi rende l’immagine in modo altamente suggestivo
la falaise d’Aval è raggiungibile con una lunga scalinata che parte dalla passeggiata a mare.Il percorso è lungo e faticoso ma la stanchezza verrà compensata da scenari irripetibili.Le piccole spiagge possono raggiungersi solo in orari ben precisi, quando la marea si ritira
dall’alto si avrà una perfetta visione del celebre arco La Manneporte, descritto da Guy De Maupassant ( uno degli autori francesi che più amo ) come un elefante che beve in mare.
fra i molti artisti che soggiornarono ed immortalarono le falesie anche Gustave Courbet: questa una sua apprezzabilissima visione
è evidente come i colori si differenziano nella varie ore della giornata
non si vorrebbe più distaccarsi da questo scenario ( forse anche perchè sono stata favorita da una giornata limpidissima con un cielo quasi di cristallo dove sembravano infrangersi i suoni…ed ecco tornare la mia più grande, forse sensazione qui provata Il Silenzio )
la notte si colma di maggiori suggestioni, mi sento persa nello spazio-tempo
le ultime immagini sono dedicate ai dipinti di Monet, è per lui ( da me amatissimo) che ho raggiunto questi luoghi, e devo ringraziarlo per avermi permesso di conoscerli, prima ero passata in Normandia solo per recarmi a Le Mont-Saint_Michel e non potevo capire che cosa mi ero persa
ma non ho finito né con la regione, tantomeno con Claude Monet, nel prossimo post saranno ancora i luoghi da lui immortalati in cui c’incontreremo