ci addentriamo in questo post all’interno del borgo di Civita di Bagnoregio
qui vivono stabilmente solo 12 ( 🙂 ) abitanti ma durante la giornata si aggiungono altre 100 persone: gestori degli esercizi commerciali che arrivano fin quassù esclusivamente a piedi scarpinando su dal lunghissimo ponte in cemento costruito nel 1965, solo di recente si sta pensando di poter concedere agli abitanti di raggiungere Civita anche con cicli e piccoli motorini
questo ponte ha una leggenda che è molto simile a quella del ponte del diavolo https://ventisqueras.wordpress.com/2013/10/31/il-ponte-del-diavolo-the-devils-bridge-borgo-a-mozzano-lucca-toscana/ che nel mio blog è il post in assoluto più letto. La leggenda di quel ponte parla di un’impresa che gli abitanti di Borgo a Mozzano non riuscivano a compiere : si doveva attraversare il Serchio in un punto molto largo, sembra che le conoscenze architettoniche degli ingegneri della potente famiglia fiorentina dei Medici che a quei tempi governavano anche Lucca non fossero sufficienti e pare che venisse interpellato il Diavolo in persona che accettò la sfida addirittura promettendo di costruirlo in una sola notte a patto che gli fosse consegnata l’anima del primo essere vivente che fosse passato sul ponte
i furbi abitanti del luogo fecero transitare sul ponte per primo un cane,così il diavolo beffato si arrabbiò moltissimo e schiumando di rabbia si buttò nelle acque del fiume tra fiamme e scintille. Forse il Demonio memore di quella sconfitta e avuto la stessa promessa da un contadino di Civita che pensò anche lui di gabbarlo facendo passare per primo il suo cane sul ponte…ma stavolta il Diavolo trasformò il cane in un mostro che tornò indietro dal padrone sbranandolo.
entriamo dunque dalla porta Santa Maria e subito ci accoglie una idilliaca visione di pietre medioevali ricoperte dal verde intenso dei rampicanti innamorati che le tengono strette in un secolare abbraccio
un esempio della fase etrusca di Civita si trova nella zona di San Francesco vecchio, nella rupe sottostanta è stata ritrovata una piccola necropoli di quello straordinario popolo, che fece di Civita ( di cui non si conosce l’antico nome )una fiorente città. favorita dalla posizione strategica per il commercio fra l’alta Italia e il centro
del periodo etrusco rimangono molte suggestive testimonianze, una di queste è il”Bucaione” un tunnel che trafora la parte a parte la città, partendo dal paese si può raggiungere direttamente la valle dei calanchi.In passato erano visibili anche molte tombe etrusche a camera, in seguito ingoiate dalle frane o dagli smottamenti.Già gli stessi etruschi si trovarono a dover fronteggiare i problemi delle frane ed anche un periodo di accentuata sismicità nel 280 a.C. e all’arrivo dei romani nel 264 a.C. furono riprese le imponenti opere di canalizzazione delle acque piovane iniziate dagli etruschi per tentare in qualche modo di consolidare la stabilità della città, ma dopo di loro queste opere furono trascurate e portarono a un rapido degrado cui seguì l’abbandono della città
nonostante l’esiguo numero degli abitanti il borgo è magnificamente tenuto
e ad ogni stagione e ad ogni angolo si presentano scorci di perfetta armonia e gentilezza
insieme con immagini che ricordano i tempi della ruralità del luogo, e il borgo era colmo di voci, di canti, di chiacchericci di donne sulle soglie degli antichi muri, così carichi di gloriosa storia, sembra che il tempo si sia fermato, sospeso in attesa che la vita un giorno forse riprenda a scorrere normalmente
al centro del paese si trova l’antica Chiesa di San Donato con all’interno il crocifisso miracoloso di cui la leggenda dice che abbia parlato ad una pia donna che ogni giorno restava a pregare per ore chiedendo che cessasse la terribile pestilenza che stava falcidiando tutta zona.Il Cristo la rassicurò prevegendo che entro due giorni sarebbe totalmente cessata, e così fu. In memoria di questo miracolo il giorno del venerdì santo si svolge la spettacolare processione che, dopo aver deposto il Crocifisso di San Donato dentro una bara percorre tutto il paese e il ponte in segno di gratitudine e ringraziamento per la grazia ricevuta
oltre il ponte paziente, attende la figura statuaria di San Bonaventura, il Santo nato e vissuto a Civita, con un gesto della mano alzata sembra salutare o proteggere l’antico borgo
la suggestione del tramonto affascina
le prime stelle della sera e una incerta falce di luna ancora mietono sogni
pochi turisti nelle silenziose vie di pietra attendono
forse aspettano che sia ancora un’alba di nebbia a destarli nella speranza che il paese che muore risorga e che la sua siluoette antica e gloriosa viva per ricordare le grandi imprese dei nostri straordinari antenati
Scorre il tempo
Scorre il tempo fra le mie dita di nebbia
pieno di ferite e miele
come un ape dai fiori succhia
nei pensieri rugosi
annidati dove dorme l’ombra
e profumano le rose.
Ventisqueras