La Normandia era già documentata all’epoca del bronzo e del ferro, sotto la conquista romana fu la “Seconda lionese” con capitaleRotomagno ( Rouen ) numerose sono le tracce storiche lasciate dall’importante presenza delle legioni romane. Consolidò e ampliò il suo sviluppò sotto i Merovingi, ma nel 911 Carlo III il Semplice concesse al capo Normanno Rollone la metà circa del territorio, che poi, proprio da loro prese il nome
Attualmente su questa magnifica regione del nord della Francia non sembra pesare il suo antico passato di una storia cruenta ( ma neanche poi tanto ” passato” se si pensa alla seconda guerra mondiale e allo sbarco degli alleati su queste spiagge!!!) ora si presenta quieta, colorata e romantica all’occhio del viaggiatore
Barfleur, regione della Manche, minuscolo porto con i suoi poco più di 500 abitanti mi si svela languida ammantata nei colori di un tramonto di barche e piccole onde.Dalla punta di Barfleur la costa volge ad ovest, quindi a partire dal Capo della Haugue, a sinistra il Capo di Carteret segna il limite dell’alta costa incisa nei graniti.
soffusa di rosa è un castello incantato di sogni che pure strettamente appartengono alla realtà
più s’incupisce l’ora e più si vola leggeri
…così tenera è l’ora
Così tenera è l’ora
che mi si muove dentro
in taciturna armonia
e non sapendo
dove mettere le mani
le racchiudo in pugni.
Ventisqueras
uno stretto manipolo di casette in granito, a due passi dai velieri colorati
sembra sempre sul punto di essere ingoiata dal mare, mentre le nuvole passano a sbuffi chiari presentandolo come un paesaggio da cartolina
la sua popolazione è rude e scontrosa tipica della gente di mare, ma al tempo stesso sa dimostrare una grande accoglienza
non ci sono monumenti rilevanti ma solo questo paesaggio straordinario sempre sferzato dal vento dell’oceano
unica eccezione la bella chiesa dedicata a San Nicolas
io però considero monumenti rari
anche queste straordinarie case di granito sontuosamente ed elegantemente addobbate
e guardate un po’ che incontro “ravvicinato di terzo tipo” he heposso immaginare un tempo antico cui le ricamatrici sedevano a schiera chiaccherando amabilmente
i loro preziosi ricami assomigliano al nostro tombolo, mi era stato detto il loro nome l’ho dimenticato
in questa immagine è evidente la particolare conformazione-gioiello del piccolo porto incastonato nelle maree
ed ecco che allontanadomi mi lascio ancora prendere dalla malinconia, presto sarò laggiù infondo al faro
e il delizioso paese di granito sfumerà nella bruma
mentre le luminescenze dell’onde incresperanno dolcezze e pensieri
me ne andrò ancora più lontano pensando che forse non tornerò mai più qui. Un piccolo uccello marino si lascia dolcemente cullare ma presto -forse- se ne andrà anche lui come me…lontano.
Amerigo Vespucci, nave scuola della Marina Militare Italiana
Pubblicai questa foto in ” Notte di primavera all’Elba” suscitando moltissimo interesse, così ho pensato di dedicare un intero post a questo straordinario vascello
Il ritorno del marinaio
La prima cosa che vidi, furono i fiori
oltre i boschi che bruciavano il mondo,
poi, scarabei dorati, nelle dolci nottate di calde lune.
Di fronte alla mia nave, acqua australe
in solchi profondi, azzurri.
Frugava , il sole del Sud nei miei occhi il vento
riverberando il miele del ritorno.
Stelle in tasca, un brulicare festoso
( solo una manciata…)
di tutto il mio viaggiare furioso
a casa ho riportato.
( Ma non mi sono mai pentito
di essere partito e ritornato)
Ventisqueras
Il veliero alla fonda in un giorno di tempesta con la bandiera al vento
il vessillo della Marina Militare Italiana con al centro gli stemmi delle quattro gloriose Repubbliche Marinare, partendo dall’alto il leone di San Marco per la Repubblica di Venezia,la Croce di San Giorgio per la Repubblica di Genova, una croce di Malta di origine bizantina è lo stemma della Repubblica di Amalfi,il quarto stemma è quello della Repubblica Di Pisa, che fu concesso alla città ghibellina ( cioè vicina all’Impero) dal Sacro Romano Imperatore Federico Barbarossa. Successivamente al centro fu inserita la croce, che stava a simboleggiare il popolo pisano, fu concessa dal Papa Benedetto VII per aver liberato la Sardegna dal dominio Saraceno, nella conformazione finale sono state aggiunte per ogni braccio della croce tre sfere per un totale di 12 che rappresentano i dodici apostoli di Cristo
scusate se mi sono dilungata nella spiegazione sullo stemma pisano…ma come è noto io sono dichiaratamente di parte!!! 🙂
Le quattro città- stato sopra citate furono le principali Repubbliche Marinare italiane. Divennero potenze marittime e per secoli spadroneggiarono nel Mediterraneo, per questo in loro memoria e in memoria della loro potenza sono stati utilizzati i loro stemmi uniti insieme per creare il simbolo della Marina Italiana, ad indicare il fatto che l’Italia è da secoli un popolo di (grandi) navigatori, e che la nostra Marina è il risultato finale di una lunga storia e tradizione. La musica che accompagna il video è l’inno ufficiale della M.M. Italiana
la sede, in Livorno, dell’Accademia della Marina Militare Italiana, è l’istituto di formazione degli Ufficiali, sorta il 6 Novembre 1881 dalla fusione delle Scuole della Marina di Genova e di Napoli, ereditate con l’unità d’Italia
una suggestiva immagine dell’interno dell’Accademia Militare Navale durante una cerimonia, sullo sfondo la grande alberatura dove i cadetti si addestrano al montaggio e allo smontaggio delle vele. Uno dei primi allievi, fu Manlio Garibaldi figlio minore dell’eroe dei due mondi.
dalla teoria alla pratica…
i cadetti del pieno del loro addestramento sugli alberi della Vespucci
ed ecco finalmente il nostro magnifico veliero a vele spiegate, quando la nave è completamente invelata la velocità raggiungibile è notevole, considerando anche il suo peso! Il record di velocità è di 14,6 nodi. E’ stato stabilito dall’ammiraglio Agostino Straulino, al comando di questa nave nella Campagna d’Istruzione del 1965 … “spremendo” gli Allievi del corso Kon-Tiki.
La superficie totale delle vele è di circa 2.635 metri quadri. Sono di tela olona (tessuto di canapa) ed hanno lo spessore tra i 2 e 4 millimetri. Sono composte dall’unione, mediante cucitura, di più strisce chiamate ferzi.
uno straodinario incontro ” al vertice” in alto mare la goletta Palinuro, altro gioiello e nave di addestramento della M M italiana incrocia la Vespucci, in gara di eleganza e di bellezza, un incontro che non potrò mai dimenticare! mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo e trasportata in un istante in quel mondo romantico e magico della marineria a vela
una visione fantastica di nave Palinuro
anche il cielo sembra mettercela tutta per onorare nave Vespucci Regina del mare, ed ha inscenato una serie roboante di fuochi d’artificio!
splendido particolare della prua, i fregi sulla carena sono rivestiti in oro zecchino
La polena raffigura il condottiero Amerigo Vespucci che ha dato nome al continente Americano ed è realizzata in bronzo dorato.
L’uso di porre a prua una polena affonda le sue radici nell’antichità, quando la navigazione era esercitata per necessità e queste figure a volte misteriose o terrificanti, all’origine servivano per spaventare i nemici o per essere protetti dalle divinità
fu varata nei cantieri di castellammare di Stabia nel 1928, ma entò in funzione effettiva nel 1931
non è a conoscenza di molti che la Vespucci avesse una nave gemella nella Cristoforo ColomboC ( qui vediamo le due navi in una rara foto dell’epoca) e che la stessa fu data come pagamento dei danni di guerra alla Russia, cosa inaudita per una grande nazione ha lasciato per incuria che lentamente si deteriorasse ( sembra che non avessero le maestranze adatte per il costoso restauro ) e poi distrutta in un incendio… veramente assurdo e inconcepibile!
a bordo vige una disciplina ferrea, ogni più piccolo particolare viene tenuto del più perfetto ordine
notare le dimensioni del cordame
nella crociera annuale di addestramento il veliero tocca tutti i più grandi porti del mondo, accolta sempre con grande entusiasmo dalle varie popolazioni che si mettono in paziente fila per visitarla
…..ancora qualche straordinario particolare di nave Vespucci, preso dal web
Il 3 marzo 1977, si verificò una terribile sciagura, un aereo partito dall’aeroporto militare di Pisa con 38 allievi della prima classe dei corsi normali dell’Accademia Navale di Livorno, a bordo per una attività di ambientamento al volo, con un ufficiale accompagnatore e 5 membri d’equipaggio,
dopo circa 5 minuti dal decollo, si schiantò sul Monte Serra, nel territorio di Calci, non ci furono superstiti, ogni anno vi si svolge una cerimonia commemorativa
le cause della sciagura non furono mai chiarite, si parla di manovre azzardate da parte dei piloti per spaventare gli allievi al battesimo dell’aria( pare fossero di routine) stavolta finite in tragedia. Sul posto che domina la piana dell’Arno e Pisa fino al mare ora sorge un sacrario, con un faro che nella notte brilla a ricordare quelle giovani vite così colme di speranze per l’avvenire che furono spezzate, ironia della sorte, loro votate al mare, sulle pendici di un monte che guarda il mare.
per loro ho immaginato questo viaggio con manovre notturne di quella che doveva essere il loro sogno, la loro bellissima nave
per andare incontro all’infinito
Ventisqueras
Per l’amica Giovanna -blogger ” Restlessjo”-
ecco il tuo Angelo Jo, l’ho scelto fra quelli più belli, è del Botticelli :
angelo numero 45. SEHALIAH Motore di tutte le cose
Coro degli Angeli Virtù
Da 10° a 15° dello Scorpione
Angelo Custode dei nati
dal 3 novembre al 7 novembre
grado di virtù :Promozione
un grandissimo ringraziamento all’amica blogger” Lemieemozioniimmaginarie”
che ha voluto dedicarmi il suo gradito award ” the very inspiring blogger”
questa appendice è dovuta al fatto che come ben avrete potuto constatare il mio attuale tempo ( o meglio, la sua mancanza) non mi concede di essere presente sul blog e quindi di partecipare come tanto amerei fare ai vostri pensieri nelle vostre case, fra poco partirò per il mio viaggio dell’agosto, e non so se riuscirò ancora a postare, quindi intanto vi saluto da qui, sperando di riprendere la mia attività in pieno nel mese di settembre
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE A TUTTI VOI AMICI E LETTORI
Potrebbe essere una leggenda, una favola di altre epoche portata nel mondo dalle voci del viaggiatori innamorati di questa terra
verrebbe da pensare a qualche magia, stupirsi di trovare il luogo che ha cullato un mito così lontano e singolare.
cliccare sulle foto per ammirare meglio la bellezza dei luoghi/click on tue photos to enlarger them
Notte insonne persa nel nulla del silenzio
Quando ascoltavo era soltanto vento
fruscio silenzioso s’appoggiò sul cuore,
quando guardavo era d’argento
di luna stupore
disegnava fuggitiva sull’orizzonte
a sfumarsi le parole-
Quando riguardai stava sorgendo il sole.
Eppure, dove il mare Mediterraneo, il mare della nostra vita, si è fatto ancora più dolce e benefico così domestico da raccogliersi come in un lago, una piccola terra di riviera conserva vivo un segreto di molti secoli: è qui che la Poesia ha trovato il suo orizzonte e la sua casa.
Youtube ha deciso che vuol farci sorbire un po’ di pubblicità, pertanto per aprire il video cliccate” guarda su Youtube”
Tra le ombre rosate dei suoi borghi, nel morbido movimento dei suoi colli, oltre l’azzurro profondissimo del suo mare, questa terra apre discreta al sogno miracolosamente intatto di Shelley, Petrarca e Montale , il mistero della perfetta armonia di un canto all’unisono tra l’uomo la sua terra, il suo mare.
Un microcosmo unico, così vicino alle rotte consuete del turismo, eppure così lontano dai luoghi comuni. Chi valica i suoi confini di ripide falesie e profumate pinete, sa che ha inizio un viaggio di stupore e meraviglia, ancora dopo tanti secoli un paesaggio che si insinua nello sguardo sino a confondersi con l’anima di chi lo cammina.
I borghi:
Porto Venere ( o Portovenere )
Il nome del borgo Portus Veneris deriva da un tempio dedicato alla dea Venere Ericina posto esattamente nel luogo in cui ora sorge la chiesa di San Pietro.
probabilmente legato al fatto che, secondo la tradizione, la Dea era nata dalla spuma del mare, abbondante proprio sotto quel faraglione.
questo impressionante video può davvero far pensare come una Dea possa aver scelto di nascere fra queste schiume! sembra che il mare voglia portarsi via l’intera Punta San Pietro!
un breve cenno la presenza nel Golfo, più precisamente a Fezzano di Alessandro Pepoli detto il Botticelli autore del celeberrimo quadro ” La nascita di Venere”. Il Golfo dei Poeti era un tempo chiamato Golfo di Venere
..
da qualsiasi prospettiva o in qualsiasi ora tu la guardi questa rocca e la chiesa ripidi sulla falesia hanno un incredibile fascino
a battezzarlo Golfo dei Poeti fu il 30 agosto del 1910 il commediografo Sem Benelli, che proprio in una villa affacciata sul mare di San Terenzo lavorò al suo capolavoro “La cena delle beffe“: durante l’orazione funebre di Paolo Mantegazza: “Beato te, o Poeta della scienza che riposi in pace nel Golfo dei Poeti. Beati voi, abitatori di questo Golfo, che avete trovato un uomo che accoglierà degnamente le ombre dei grandi visitatori.
alla prima metà del XII secolo la Repubblica di Genova costruì un Castrum vetus sulla punta San Pietro, all’estremità occidentale della baia.
Quel primo insediamento fu racchiuso da una muraglia che dalla chiesa di San Pietro arrivava a proteggere l’intera area del borgo antico.
fu eretta tra il 1256 e il 1277, in segno di ringraziamento per la vittoria sui Pisani, in suggestiva posizione prominente sul promontorio.
l’interno della chiesa, dai classici colonnati in marmo bianchi e neri
..marinai e navigatori, popolo libero con radici fortemente legate al territorio
borghi dalle verdissime colline degradanti al mare
grandi nomi della letteratura europea fissarono qui la loro casa per trarne ispirazione e beneficio intellettivo
nell’incanto delle case colorate vicino agli approdi
scorci poetici occhieggianti dai vicoli
e sempre infondo ad ognuno di essi la limpidità azzurra del mare
….
..
salutiamo quello che viene anche definito anfiteatro d’acquacon un ultimo sguardo d’amore rivolto verso Punta San Pietro
Le isole :
Palmaria, Tino, Tinetto
una veduta generale del Golfo dei Poeti , in evidenza Punta San Pietro e l’sola di Palmaria
uno scorcio particolare dell’isola di Tino che, come quella di Tinetto sono sotto la giurisdizione militare e pertanto ( nel Golfo de La Spezia si trova uno dei più grandi arsenali della Marina Militare Italiana) non sono sempre accessibili, mentre l’isola della Palmaria lo è in qualsiasi momento
suggestiva immagine dell’isola con il faro in funzione
grandi cespi di rosa canina o cistus illeggiadriscono il sottobosco
sull’isola del Tino ritroviamo le alte pareti di roccia bianca che scendono a strapiombo sul mare e la rigogliosa vegetazione sviluppatasi in una numerosa varietà di specie
ci sono anche i ruderi dell’abbazia di San Venerio, risalente al XI secolo, che fu un insediamento monastico spesso minacciato dalle incursioni dei Saraceni. Per questo agli inizi del XV secolo i monaci abbandonarono l’isola per trasferirsi a Le Grazie.
Il Patrono del Golfo della Spezia è San Venerio, la cui festa è celebrata il 13 settembre di ogni anno. In tale occasione si svolge un suggestivo pellegrinaggio via mare al santuario posto sull’isola del Tino
L’isola di Palmaria è caratterizzata dalle alte falesie che in certi punti si aprono all’improvviso. Molto suggestive sono la Grotta Azzurra, da visitare con una piccola imbarcazione, e la Grotta Colombi,
frequentata in epoca preistorica, che si trova su una parete a strapiombo a circa 30 metri sul livello dell’acqua.
La vegetazione dell’isola è molto rigogliosa ed è possibile godere di tutta la sua bellezza effettuando il periplo dell’isola passeggiando lungo il sentiero di circa 6 chilometri.
probabilmente deve l’origine del suo nome al termine “Balma”=Grotta, (piuttosto che alla presenza di palme nane) presenta interessanti valori paesistici, determinati anche dalle differenti caratteristiche orografiche dei suoi versanti: l’orientale, che scende gradatamente a mare coperto da una ricca vegetazione di tipo mediterraneo; l’occidentale, definito da ripide scogliere che raggiungono i 188 m di altitudine.
…con una idilliaca visione del piccolo arcipelago vi saluto dal Golfo dei Poeti con questo mio primo post-
un angelo posò la testa sul cuscino
stanco di accendere fiori e trilli di violino sui prati
avrei voluto dormire anch’io
mi dicevo
ma non con infisse negli occhi le lame di quattro pugnali
accanto alle sopracciglia un sorriso piccolino
viaggiava lento
sopra un guscio di noce portato dal maestrale lo sentivo singhiozzare con le sue unghie sincopate
infilando di seguito due o tre flash- back
di qualche millennio passato
sui nostri (in) colpevoli ieri e sui distratti domani
trombi d’impietosa melodia
derubavano ogni sole
soltanto immaginato a sorgere casto
dietro l’orecchio.