tra gli ulivi che impallidiscono i colli dell’alto Arno e il nero degli svettanti cipressi, ai piedi della montagna di Vallombrosa, centro di un’isola di sequoie e sempreverdi nordici rari e immensi
incredibilmente: l’Oriente in Toscana! si raggiunge rigorosamente a piedi attraversando uno dei più belli e grandi parchi della regione per scoprire la sagoma moresca del Castello di Sammezzano
Mute le corde.
La musica sapeva
quello che sento.
Jorge Luis Borges
qualcosa di folle ed eccentricamente e straordinariamente unico, ne converrete con me se mi seguirete in questi post denuncia ed omaggio per una fiaba che non deve assolutamente andare perduta
la musica componeva-scomponeva
note sul foglio impalpabile
di carta celeste
il canto ritornava dal passato
come fosse sempre stato presente.
Ventisqueras
la torre centrale con l’orologio si alza sugli alberi, da lontano e fa presagire meraviglie
dal 1999 è possibile visitare il castello su appuntamento grazie all’associazione no profit Comitato FPXA 1813-2013, ( le visite sono autorizzate circa 2 volte all’anno,il sito è il più ricercato dell’intero patrimonio nazionale, pensate che all’apertura delle prenotazioni nel 2015 dopo due soli minuti ne erano già arrivate 750 !!!!) per noi toscani resta un sogno che urla a gran voce con la speranza che possa tornare a vivere al suo massimo splendore, questa vera e preziosa rarità storico-architettonica
c’era una volta un antichissimo castello, si dice che qui abbia sostato anche Carlo Magno di ritorno da Roma dove il Papa aveva battezzato il suo primogenito, certo, non aveva l’ aspetto attuale forse era uno spigoloso castello medioevale.In epoche più recenti (1605) fu acquistato dalla famiglia Ximenes d’Aragona, passando in eredità nel 1816 ai Panciatichi.
lo vedete? all’esterno appare completamente disastrato, le foglie autunnali portate dal vento si sono ammucchiate sulle spettacolari scalinate d’ingresso, senza che nessuno si preoccupi di fare pulizia
i colori sbiaditi, stinti nulla hanno dell’antico splendore, gli infissi tristemente sconquassati, aprono bocche sdentate
eppure l’originalità e il fascino di questa spettacolare struttura riescono ugualmente ad emergere su questo abbandono e degrado
l’ala ovest
l’ala est
per concentrarsi sul torrione centrale forse ispirato al Taji Mahal
l’aspetto attuale del complesso di deve al marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes De Aragona, un geniale, eclettico personaggio
che lo concepì, lo progettò, finanziò e realizzò, dedicandovi la sua intera esistenza dal tra il 1853 e il 1889. La trasformazione della villa seicentesca, durata quasi quarant’anni, diede modo al Marchese di sbizzarrire non solo la propria fantasia, ma di scatenare anche gli artigiani toscani al compimento di questo gioiello, interamente da loro realizzato!!!.
un sogno eccentrico divenuto realtà. Il più importante esempio di architettura orientalista in Italia, un’opera monumentale che volendo riassumere in un sola parola oserei definire oltre che geniale “elogio alla pazzia”.



immerso nella luce e nei colori del capolavoro della sua vita il marchese si occupò personalmente anche della piantiumazione dell’incantevole parco, ancora oggi si possono ammirare generi esotici vari, ma soprattutto un gruppo di sequoie giganti di cui 57 alte più di 35 metri, una delle quali con un diametro addirittura di 10 metri
grande attrazione sono anche questi due pavoni costruiti da grandi giardinieri che ricorderete benissimo leggendo il prossimo post, e non vi svelo ancora il perché. Spero di avervi stuzzicato l’appetito per godere a pieno di quelle meraviglie che andrò a raccontarvi nel prossimamente. Un saluto molto affettuoso
Ventisqueras