come un grande vascello candido il Castello di Miramare, quello che doveva essere il nido d’amore di Carlotta e Massimiliano D’Asburgo, sembra ancora attendere i due sfortunati amanti per salpare con loro verso il largo e trovare in un’altra dimensione i loro sogni
se interessati, in questo primo post su Miramare potrete trovare tutti dettagli storico-culturali che riguardano il Castello e i suoi ospiti nel tempo
Il viaggio
Dal mio quarto piano sopra l’infinito, nella plausibile intimità della sera che scende, alle finestre verso lo spuntare delle stelle, i miei sogni viaggiano in sintonia con la distanza evidente per i viaggi verso paesi sconosciuti, o immaginati o soltanto impossibili. Fernando Pessoa
mi è impossibile viaggiando verso Trieste non soffermarmi qui per l’ennesima volta…uno sguardo dall’interno del Castello-Museo: una finestra che incontra il mare ed ancora i battiti del cuore accelerano e il tempo va a ritroso Red passion
giovani, belli, innamorati…fu questo a far preferire il colore rosso della passione per arredare il loro nido ? ho immaginato, nella pazzia di Carlotta che è morta aspettando il ritorno dell’amatissimo Massimiliano,( fucilato in Messico, e da lei mai creduto morto) vagando da una finestra all’altra tra il rosso dei tendaggi e il rosso del tramonto
Impazzire d’amore ( A Carlotta D’Asburgo )
Vele rosse
con la marea che avanza
vele rosse
sottovento pensieri alla deriva,
chiodati alle alberature
da albatros fantasma
toccano come dita umide
le alghe la fronte
il succo amaro della riva avanza
lontana e prossima mai abbastanza
ha la prua
un grifone d’argento
rosso e oro il cielo del tramonto
rosso, oro e argento
dondola un suono di campana
è il tempo che batte rintocchi
fermo alle unghie rotte
del giorno e della notte
nulla contro nulla
i piedi toccano la terra-rumore di sangue
in punta di miele d’acacia e di coltello-
irreale scogliera- l’ultima-
tra i boschi la ghiandaia nera-nera
nel nido si rinserra, d’infinito canta
si elevano gli occhi e la schiena
le combinazioni danzanti nelle costellazioni
contendono lacrime di stelle sui tappeti rossi delle nuvole
ogni giorno spazzolati dagli ultimi raggi del sole
mi mancano i ginocchi e le parole.
Ventisqueras
uscendo all’aperto il candore accecante del castello per un istante fa dimenticare la tragedia appena passata come un’ombra sugli occhi
la fantasioa e insieme austera architettura dei giardini scendendo giù al porticciolo, mi ricorda visioni di tappeti rossi stesi per l’arrivo di ospiti importanti, fra cui la Principessa Sissi ( Elisabetta d’Austria )
anche lei vittima della maledizione della sfinge che vuole gli ospiti illustri morire prematuramente di morte violenta
eppure allo sguardo è un rilassante incanto di bianco-verde-ocra…..
nello sfondo la sfinge trafugata dall’Egitto, in posa ieratica fa subito sentire forte la sua maledizione
“da le animose tavole: una sfinge
l’attrae con vista mobile su l’onde:”
Giosuè Carducci da Miramar
solo qualche gabbiano impavido sembra non curarsene
( i risultati si vedono! ben le sta, ha ha)
ad ogni angolo si trova uno spunto diverso e gentile
Le statue del parco
immemori e immote si offrono volentieri allo sguardo ammirato
un perfetto sguardo sull’orizzonte senza scorgerne la fine
” sursum corda”
dal ” Castelletto” un cannoncino minaccia, non si sa bene che cosa
“O Miramare, a le tue bianche torri
attediate per lo ciel piovorno
fosche con volo di sinistri augelli
vengon le nubi.
Miramare, contro i tuoi graniti
grige dal torvo pelago salendo
con un rimbrotto d’anime crucciose
battono l’onde”
Giosuè Carducci da Miramar
perché tanta bellezza lascia infondo al cuore tanta tristezza?
In un giorno di tempesta Massimiliano D’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria e imperatore del Messico, si trovava sopra una nave nel golfo di Trieste, sospinto dalla bora trovò rifugio in una insenatura in località Grignano
rimase folgorato dalla bellezza del luogo e decise di costruirvi il suo nido d’amore offrendolo in dono per le prossime nozze a Carlotta del Belgio
I lavori cominciarono il 1º marzo 1856, e dopo aver vagliato diversi progetti fu affidato all’architettovienneseCarl Junker.di gusto chiaramente neomedievale della corrente denominata romantisches Historismus
Massimiliano D’Asburgo Lorena nell’imponente statua eretta nel parco del castello
il nome Miramare è la forma italianizzata dell’originale Miramar, derivante dallo spagnolo “mirar el mar”, in quanto Massimiliano d’Asburgo nel visitare il promontorio che lo ospita, fu ispirato dal ricordo di castelli spagnoli affacciati sulle coste dell’oceano Atlantico.
il suggestivo panorama visto dalle doline carsiche che dominano dall’alto il golfo di Trieste
il castello è circondato da un grande parco di circa 22 ettari caratterizzato da una grande varietà di piante, molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo, che compì come ammiraglio della marina militare austriaca
I viali del parco, arricchiti di molte e bellissime sculture e fontane, gareggiano in bellezza con quelli di Versailles.
un’ ampia scalinata conduce dalla darsena direttamente al castello
questa immagine ne conferma in pieno la scenografica bellezza
il molo e l’approdo in un’altra visione suggestiva…si può immaginare lo splendore dell’attracco quando dai grandi velieri scortati da marinai in alta uniforme scendevano i reali o i loro illustri ospiti condotti dalle barche, sulla scalinata veniva steso un imponente tappeto rosso
questo ingresso dal mare di superba bellezza racchiude in se invece il mistero della maledizione che grava sul castello
Forse una maledizione legata alla ieratica Sfinge Egizia colpita in marmo rosa di epoca tolemaica che attende, silente sentinella sul molo del porticciolo del Castello, il ritorno di colui che la strappò dalla Terra dei Faraoni per condurla in quel remoto angolo dell’Adriatico
la leggenda parla della morte cruenta lontano dalla patria cui sarebbero irrimediabilmente condannati i personaggi importanti che hanno soggiornato nel castello di Miramare
i primi ad esserne stati colpiti sono stati proprio i due giovani, innamoratissimi sposi Massimiliano e Carlotta
La grande storia e gli intrighi politici delle Potenze Europee, purtroppo, bussavano alle porte. E Massimiliano non riuscì a resistere alle lusinghe che giungevano dalla Francia di Napoleone III. Nel 1864, proprio in una Sala del Castello, accettò la Corona dell’Impero del Messico. Regno creato dallo stesso Napoleone III per garantire gli interessi francesi ed europei in America Centrale La data è quella del 14 aprile 1864, quando la coppia salpò dalla loro residenza, a bordo del veliero “Novara” per essere incoronato imperatore del Messico, terra dove poi avrebbe trovato la morte tre anni più tardi per mano degli oppositori repubblicani.
la stessa nave Novara ne riporterà indietro la salma dopo la fucilazione a Querétaro e Carlotta fece il tristissimo ritorno da sola a Miramare nel 1866,( le tre immagini sopra sono quelle degli splendidi interni di Miramare)
Miramare, protagonista di una celebra poesia di Carducci, è un fiore che nasce dall’unico sentimento che nessuna epoca potrà mai cancellare; l’Amore.
O Miramare, a le tue bianche torri
attediate per lo ciel piovorno
fosche con volo di sinistri augelli
vengon le nubi.
O Miramare, contro i tuoi graniti
grige dal torvo pelago salendo
con un rimbrotto d’anime crucciose
battono l’onde.
Deh come tutto sorridea quel dolce
mattin d’aprile, quando usciva il biondo
imperatore, con la bella donna,
a navigare!
A lui dal volto placida raggiava
la maschia possa de l’impero: l’occhio
de la sua donna cerulo e superbo
iva su ‘l mare.
Addio, castello pe’ felici giorni
nido d’amore costruito in vano!
Altra su gli ermi oceani rapisce
aura gli sposi.
Giosuè Carducci
Massimiliano aveva fatto erigere nel parco il piccolo “Gartenhaus” anche chiamato “Castelletto”, in quanto imita in scala ridotta gli esterni eclettici della residenza principale, dove gli sposi felici avevano abitato saltuariamente in attesa del completamento della residenza principale
il Castelletto gode di una notevole posizione panoramica: si affaccia sul porticciolo di Grignano ed è preceduto da una zona a parterre, abbellita da alberi e da una fontana nello spiazzo antistante alle serre.
Qui tornò ad abitare Carlotta ( oserei dire tenuta prigioniera ) dopo il suo ritorno dal Messico, impazzita di dolore per la morte del marito, non riprese mai più fino alla morte, conoscenza intellettiva
Elisabetta D’Austria moglie dell’Imperatore Francesco Giuseppe, meglio conosciuta come “La principessa Sissi” sulla quale si sono scritti fiumi d’inchiostro e girati films fantasiosi poco attinenti alla realtà storica, anch’essa fu vittima della maledizione, morta tragicamente a Ginevra :Il 10 settembre 1898 l’Imperatrice, sempre vestita di nero dopo il suicidio del figlio Rodolfo, doveva imbarcarsi per la frazione di Montreux Territet quando l’anarchico italiano Luigi Lucheni, si appostò sul quai du Mont-Blanc, dietro un ippocastano, armato di una lima nascosta in un mazzo di fiori; al passaggio dell’imperatrice la pugnalò al petto, con un unico colpo preciso, uccidendola.
l’Arciduca Francesco Ferdinando d’Austria, anche lui soggiornò a lungo nel castello e fu ucciso a Sarajevo nell’attentato che diede il via alla Grande Guerra, dopo la quale il secolare Impero degli Asburgo si sarebbe dissolto per sempre
O ancora; Amedeo Duca D’Aosta, eroe dell’Amba Alagi che morirà durante la Seconda Guerra Mondiale in un campo di concentramento inglese in Kenia che abitò al castello per sette anni.
così ilgenerale americano Charles Moor, che morirà durante la Guerra di Corea.
oppure il suo pari grado Musgrave Mac Fadden. Che soggiornò a Miramare, durante i nove anni in cui Trieste, dopo la Seconda Guerra Mondiale , fu amministrata da un Governo Militare Alleato (1945-1954), diede splendidi ricevimenti e balli al Castello.
Il Genera Eisenhower, una volta diventato Presidente, lo richiamò in America per averlo al proprio fianco come consigliere. Ma Mac Fadden non arrivò mai negli Stati unti. Anzi non riuscì nemmeno a lasciare l’Europa. Morì in un incidente automobilistico mentre si dirigeva a Livorno per imbarcarsi.
Uno solo credette alla leggenda Il colonnello Neozelandese Bowman (Trieste venne liberata dai Tedeschi anche da militari giunti dall’altro capo della Terra) che preferì dormire sotto una tenda militare nel Parco.
Con suoi laghetti con anatre e cigni, le sue scalinate, terrazze, padiglioni d’’estate, il sole ed il mare giocano a riflettere lampi di luce nelle acque antistanti al Castello. Il Parco Marino è interdetto ai bagni, alle imbarcazioni a motore ed alle immersioni, vi nuotano quindi felicemente ed indisturbate diverse creature marine, stormi d’uccelli sostano sugli scogli
quando i caldi colori e gli ultimi raggi di sole della riviera triestina invitano a soffermarsi, a meditare sulla bellezza sua e delle opere d’arte raccolte a Miramare, sulla caducità delle umane vicende. …tutti quei regni, quegli imperi, quei sovrani, le cui effigi che adornano le sale del castello, sono ormai polvere. Gli strepiti, le violenze, i boati della storia sono ormai echi lontani che la bora ha disperso da tempo forse solo l’Amore non muore mai….. ho immaginato che Massimiliano e Carlotta passeggino ancora lungo i sentieri, i viali, attraverso i giardini, si affaccino sulle terrazze a strapiombo sulle onde, pensando alle cose che potevano essere ma che non sono state, non personaggi di un’altra epoca, non fantasmi, ma incredibilmente veri come i sogni racchiusi nelle ali dei gabbiani che si levano in volo sul bianco castello nel Golfo di Trieste.
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