Canto alla luna d’Oriente
Canto alla luna d’Oriente,
un diadema pone d’ argento liquido sul capo dei minareti
flauti silenziosi nella mia mano
a lei
che gira caleidoscopi di gridi e bagliori supremi dal cielo,
a lei m’inchino,
da sempre va illuminando di fragilità il mio cammino.
Ventisqueras
Costantinopoli
Una città con tre nomi, già questo la dice lunga sull’immenso patrimonio culturale e storico della magnifica città sul Bosforo. Arrivare di notte con una grande luna sospesa come una lampada votiva a vegliare sulle snelle guglie dei minareti è stato come entrare direttamente in un sogno, arretrando di secoli.
certo, per me italiana il motivo principale è il ricercare le origini dell’ Impero di Oriente, con la grande civiltà Romana ormai sulla via della disgregazione, sì, ma ancora così potente da spalancare nuovi orizzonti e con l’imperatore Costantino il Grande a forgiarle questo nome nuovo e a portare al popolo romano la luce riconosciuta del Cristianesimo , non un caso se si pensa che il Cristo è proprio dall’Oriente che proviene
Flavio Valerio Aurelio Costantino,(Flavius Valerius Constantinu; Naissus, 27 febbraio 274 – Nicomedia, 22 maggio 337), conosciuto anche come Costantino il Grande o Costantino I l’uomo che “rifondò” l’impero romano determinando con le sue scelte una svolta fondamentale per l’umanità.
Intelligente, lungimirante, tenace. Ma anche spietato, calcolatore, opportunista. Di tanti protagonisti delle umane vicende, si sa, non si possono fare che ritratti a chiaroscuro… e l’imperatore Costantino non fa eccezione. Con una precisazione, tuttavia: e cioè che nessuno, probabilmente, ha meritato il titolo di “Grande” come lui. Per le sue scelte epocali, per la sua visione politica, per le sue innovazioni determinanti. «A parte Cristo, Buddha e il profeta Maometto – ha scritto lo storico John Julius Norwich -, Costantino può legittimamente aspirare a essere considerato l’uomo più influente di tutta la storia». Davvero non poca cosa.
Fu proprio Costantino, con il celebre “editto” del 313, a concedere libertà di culto ai cristiani, che stavano ormai diventando maggioranza nell’impero
lungo la Via dei Fori Imperiali si incontra l’Arco di Costantino, il più grande e meglio conservato di Roma, fatto innalzare da questo imperatore nel 312-315 dopo la vittoria su Massenzio.
Flavia Giulia Elena (latino: Flavia Iulia Helena; Elenopoli, 248 circa – Treviri, 329) è stata augusta dell’Impero romano, concubina (o forse moglie) dell’imperatore Costanzo Cloro e madre dell’imperatore Costantino I a lei si deve la conversione di Costantino al Cattolicesimo
. I cattolici la venerano come sant’Elena Imperatrice
La tradizione narra che Elena, salita sul Golgota per purificare quel sacro luogo dagli edifici pagani fatti costruire dai romani, scoprì la vera Croce di Cristo, perché il cadavere di un uomo messo a giacere su di essa ritornò miracolosamente in vita.
Santa Sofia nel nome richiamo alla Sapienza è il monumento più importante e famoso anche se non il più bello di Istambul, voluto da Costantino, gioiello non solo dell’età giustinianea ma di tutta l’architettura bizantina
fu chiesa per 916 anni, moschea per altri 482, sconsacrata per ordine di Ataturk, oggi è museo
una delle testimonianze più importanti nella storia dell’umanità, al suo cospetto si sente sulle spalle tutto il peso dei secoli e della storia, non esiste nessun edificio bizantino che sia grande neppure la metà di questo
né fu mai imitata fino al XVI secolo, quando furono costruite le moschee ottomane, perché considerata un’opera miracolosa, condotta a termine soltanto grazie all’intervento divino.
La sua storia è complessa: eretta in onore della Santa Sapienza (Hagia Sophia in greco e Aya Sofya in turco) dall’imperatore Costantino, ingrandita da Costanzo II, andò completamente distrutta nell’incendio del 404.
Ricostruita da Teodosio II bruciò di nuovo durante la rivolta di Nika nel gennaio del 532, assieme ad altre chiese, alle terme, a parte del palazzo imperiale.
L’imperatore Giustiniano ne decise la ricostruzione, ma con dimensioni e bellezza tali da superare il tempio di Salomone. Fu eretta in cinque anni e mezzo, vi lavorarono diecimila operai, e costò 180 quintali d’oro.
Il 27 dicembre 537 Giustiniano in gran pompa, circondato dai dignitari di stato, si recò alla cattedrale su un carro tirato da magnifici cavalli.
Ricevuto dal patriarca Nesso, assistette alla cerimonia di consacrazione e a un tratto, levate le braccia al cielo, gridò: “Gloria a Dio che mi ha giudicato degno di terminare quest’opera. Ti ho superato, Salomone!”.
All’imperatore Teodosio II (408-450) si deve la cinta muraria più ampia che chiudeva la città fondata verso il 660 a.C. da coloni dori di Megara.
Dopo aver acquistato subito notevole importanza commerciale e industriale, Bisanzio cade alla fine del secolo VI sotto la dominazione persiana. Dopo diverse vicissitudini durante le lotte dei Diadochi (secolo IV) torna ad essere indipendente, e diventa alleata fedele e rimunerata dei Romani
le possenti mura costruite dall’Imperatore Teodosio furono un baluardo quasi insormontabile e rappresentano una magnifica attrazione militare storica
questa è una ricostruzione dell’Ippodromo di cui fu fatto a gara nei diversi secoli per ingrandirlo ed abbellirlo, e non solo per mero divertimento, le gare di bighe alla Ben Hur che vi si svolgevano talvolta avevano destini infausti per gli Imperatori che venivano rimossi dal trono per aver perso la corsa,,,ha, ha, ha, ma ci pensate se anche i nostri politici potessero avere un destino simile?
Purtroppo, molte antiche statue, dal valore inestimabile e scolpite da celebri artisti del passato, sono andate perdute. I principali responsabili della dispersione di questo tesoro furono i soldati della IV Crociata, che misero al sacco Costantinopoli nel 1204
Vicino al limite settentrionale dell’Ippodromo, si trova una meravigliosa opera in pietra, denominata fontana dell’Imperatore Guglielmo. Nel 1901, il sovrano tedesco fece una visita di stato a Abdul Hamit II e donò la fontana al sultano e al suo popolo, in segno di fratellanza.
nel 323, è conquistata da Costantino, che la munisce di
un acquedotto, la sua costruzione fu iniziata da Costantino e fu terminata, nel 378 d.C., dall’imperatore Valente, per questo chiamato acquedotto di Valente.
Il tratto sopraelevato, di cui attualmente restano circa 800 metri, era lungo più di un chilometro. Costantino ampliò anche le mura e ne fece la splendida capitale dell’impero (330), chiamandola ‘Nuova Roma, figlia maggiore e diletta dell’antica’
questo obelisco egizio, fu eretto in onore di Costantino nel parco dell’Ippodromo
I soldati della quarta Crociata l’occupano nel 1203 ( allora si chiamava Bisanzio) e vi fondano l’impero latino di Costantinopoli (1204-1261): primo imperatore Baldovino di Fiandra.
Ricuperata dall’imperatore bizantino Michele VIII Paleologo, è conquistata nel 1453 da Maometto II. Resta, col nome di Istanbul, capitale dell’impero ottomano fino al 1923. La repubblica turca fissa ad Ankara la nuova capitale
ed ora con questa immagine emblematica di un battello che si allontana nel Bosforo, romanticamente inseguito da centinaia di gabbiani, vi saluto per questa prima visione di Istambul che ho voluto raccontarvi, ho cercato di trasmettervi tutto l’entusiasmo e l’interesse da me provato per questo luogo davvero eccezionalmente carico di atmosfere e profumi sperando anche in piccola parte di esservi riuscita.
Ventisqueras