se si arriva di notte da Lucca sulla statale per L’Abetone e d’improvviso ti si para davanti questa immagine irreale, pur non conoscendone il nome senti che c’è magia se non addirittura maleficio nell’aria
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Il ponte della Maddalena scavalca il fiume Serchio nei pressi di Borgo a Mozzano, in provincia di Lucca . E’ un’eccezionale opera di ingegneria medioevale, probabilmente voluta dalla Contessa Matilde di Canossa. Fu fatto restaurare nel secolo XII da Castruccio Castracane
Il ponte deve il nome ad una edicola, che custodiva al suo interno la figura della Maddalena, scolpita da Andrea Della Robbia, costruita intorno al 1500 oggi non più esistente, la statua è stata trasferita nella parrocchiale-
Il sinistro nome di Ponte del Diavolo è dovuto a una leggenda di cui esistono varie versioni. La più nota è quella che ci rimanda alla sua costruzione: si narra che il compito di edificare il ponte sia stato affidato a S. Giuliano l’Ospitaliere. L’opera si rivelò fin dall’inizio di difficile realizzazione. Il capomastro incaricato, resosi conto che non avrebbe completato il lavoro per la scadenza prevista, era sprofondato nella disperazione:
ma una sera, mentre sedeva da solo sulla sponda del Serchio, pensando al disonore che gli sarebbe derivato per non aver terminato il ponte in tempo utile, gli apparve il diavolo, che gli propose di stipulare un patto. Il maligno avrebbe terminato il ponte in una sola notte, ma ad una condizione: avrebbe preso l’anima di colui che avesse attraversato il ponte per primo.
Il patto fu siglato: in una sola notte il diavolo con la sua forca sollevò la grande campata del ponte. Il costruttore, pieno di rimorso, andò a confessarsi da un religioso, che gli disse di rispettare il patto, ma di aver l’accortezza di far attraversare per primo il ponte a un… maiale.
Il giorno successivo il capomastro impedì l’accesso alle persone e fece attraversare per primo il ponte alla bestia. La leggenda vuole che il diavolo, inferocito per la beffa, si sia gettato giù dal ponte nelle acque del Serchio schiumando di rabbia e fra fiamme e scintille sprofondasse nel fiume e non si facesse vedere più nella zona
Il posseduto
Agli inizi del ‘900, per far passare la linea ferroviaria Lucca -Aulla, fu aperto un nuovo arco nel ponte che ne modificò notevolmente la fisionomia. La struttura ardita, ad arcate asimmetriche, con l’arco centrale che sfida la forza di gravità, ha resistito nei secoli a innumerevoli piene disastrose del fiume Serchio e, ancora oggi, è percorribile a piedi grazie alla sua forma a “schiena d’asino”. Fino a pochi anni fa sui binari ancora viaggiava questo delizioso, romanticissimo treno a vapore.
un giro di danza intorno a questo splendore….andiamo, olé
il fiume Serchio nei secoli è stato una grande arma di distruzione, c’è’ addirittura un detto popolare che, riferito a chi fa spendere molto, sentenzia: ” costi più te che il Serchio ai lucchesi”, questo video mette in evidenza la forza terrificante del fiume in piena, sono solo di pochi giorni fa queste riprese, il 21/10/2013, ed è quasi impensabile che quello specchio limpido e cristallino possa tramutarsi in una furia scatenata pronta a travolgere tutto, il ponte del diavolo, però ha sopportato imperterrito anche questa tremenda scarica energetica
….e ora cosa c’entra la festa di halloween con il ponte del Diavolo? mah, io a dire il vero non saprei, è così distante dalla nostra mentalità e tradizione…però ormai ha preso piede anche da noi, da sedici anni qui a Borgo a Mozzano si festeggia, è stata la prima cittadina italiana a organizzarle l’orror-party in grande stile, penso proprio perché viene accostato alla leggenda del Diavolo, e si sa…simili con simili…he he
e allora giù di brutto tipacci e ombre misteriose per le stradine medioevali! e chi può dire che celato dietro una maschera non si aggiri il maligno in persona tentando di riavere quell’anima promessa e mai avuta ?
Il termine Halloween deriva dall’inglese All Hallows’ Day (il giorno di tutti i santi) La tradizione vuole che il giorno non cominci allo scoccare della mezzanotte, bensì qualche ora prima: dal tramonto del 31 ottobre, all’alba del 1° novembre il mondo dei vivi diventa possesso del mondo dei morti.
Le origini di Halloween affondano nella tradizione dei Celti che si stanziarono in Irlanda dopo la loro migrazione dalle regioni del Nord della Francia e dalle zone intorno alla foce del Reno. Nella notte fra il 31 di ottobre e il 1° novembre gli antichi Celti d’Irlanda, dopo aver spento tutti i fuochi, festeggiavano Samhain o Samhuin, il sopraggiungere dell’inverno, con una processione.
I membri di ciascuna famiglia o clan si recavano sulla collina di Tlachtga dove l’alto sacerdote dei Druidi aveva allestito un grande fuoco e lì accendevano le proprie torce. Queste ultime, alimentate dal fuoco sacro e simbolo del focolare domestico, venivano poi riportate nei villaggi dove sarebbero rimaste accese per tutto l’anno.
In questa notte incantata il confine tra il mondo terreno e ultraterreno era molto sottile, gli spiriti vagavano sulla terra e si divertivano insieme agli uomini. Poiché si credeva che i morti tornassero a trovare i loro cari, per accoglierli si usava lasciare le porte aperte e cibo pronto, affinché potessero saziarsi ( ed ecco svelata anche l’origine del fatidico : -dolcetto o scherzetto?- ). Queste tradizioni vennero a loro volta esportate negli USa dagli emigranti irlandesi, e da qui proiettate in tutto il mondo occidentale
anche in Italia ormai la festa è molto diffusa un secondo carnevale di importazione anglosassone dove Colombina e Pulcinella lasciano il passo a streghe, diavoli e personaggi raccapriccianti nati dai set cinematografici dei film horror. Una nuova moda che alimenta il mercato delle zucche di plastica, delle maschere orride, dei ragni e dei pipistrelli di gomma, e che spesso si sovrappone alle nostre tradizioni legate alla festa dei morti., che penso presto surclassate da feste e clamori pagani, la ricorrenza di Ognissanti, legata alle tradizioni cristiane andrà man mano secondo me, integrandosi in questa scomparendo.