non sempre è lo Stromboli con le sue bocche infuocate a tingere di rosso il mare e il cielo di Panarea,
ma questi tramonti che lasciano stupore e bellezza negli occhi
in tempi lontanissimi era conosciuta anche con il nome di Euomumos ” di buon nome, onorato” ma aggiungendoci “ex euomumos cheiros” cioè alla mano sinistra. per un eufemismo il significato positivo va a farsi benedire in qualcosa ancora di “malevolo” ( ne avevo già parlato nel primo post ) ma in barba a tutti i cattivi auspici noi osserviamola alla luce dei nostri giorni
lato nord-est dell’isola, sulla spiaggia della Calcara è tuttora possibile scorgere fumarole di vapori che si levano dalle fessure fra le rocce (dai suggestivi colori tipicamente giallastri ) ultime tracce di attività vulcanica con temperature fino ai 100 °C. In alcuni punti fra i ciottoli in riva al mare, per effetto di queste sorgenti di calore, l’acqua ribolle fino ad essere ustionante.
Il condotto principale dell’originario complesso vulcanico è situato all’incirca nel tratto di mare compreso
tra lo scoglio detto La Nave e lo scoglio Cacatu.
Sempre dal mare, sulla costa occidentale (Cala Bianca )
sono invece visibili i resti di un camino vulcanico secondario dalla forma di grosso imbuto. davvero impressionante
L’altezza di quello che resta del cono vulcanico è di 421 m. e presenta resti di crateri laterali formatisi nel tempo.
Collassata in mare nella parte occidentale e settentrionale, con il risultato di pendii scoscesi inabitabili.
La parte restante dell’isola, quella orientale e meridionale, ha parti pianeggianti. viste dall’alto le case cubiche sembrano tanti dadolini lanciati sui pendii in un gioco senza fine alla bellezza
ci abbassiamo per scoprire le abitazioni caratteristiche ristrutturate e progettate dai migliori architetti, elegantissime e lussuose che hanno fatto definire Panarea ” l’isola dei vip”
in estate è presa d’assalto dai turisti ed è tra le isole più frequentate ( per questo a me piace in primavera ed autunno 🙂 )
il rigorosamente bianco dei muri fa un grande contrasto con il viola-rosa delle boungavillee che qui crescono rigogliose
la vista che si gode da queste ampie terrazze è sublime
con l’azzurro del mare che sembra voglia entrare fino in casa
di viola morde la bungavillea sui muri
d’azzurro il mare la sogna
il bianco della calce dona purezza
e langue fra le braccia della ninfa
Ventisqueras
queste visioni trasportano in un mondo mitologico, dove si aspetta di veder spuntare qualche sirena tra le onde o sua maestà Nettuno in persona mentre Eolo che abita da queste parti spira col più dolce dei suoi zeffiri, poverino la leggenda lo incolpa che in un giorno d’ira abbia soffiato così forte da distaccare addirittura la Sicilia dal continente…ma voi ci credete? io no 🙂 !
qualcosa di blu
come in molte isole greche al bianco assoluto della calce viene abbinato un luminosissimo tocco di blu,
che può avere diverse risoluzioni tutte piacevolissime
infondo anche se meno “vip”questo”apino” blu è un mezzo di trasporto molto in auge sull’isola, al porto fa servizio per i bagagli dei turisti
mentre un gatto sornione si mimetizza col muro per rimanere indisturbato a crogiolarsi al sole
e s’inerpica agilmente sulle strette stradicciole dell’isola 🙂
gli abitanti stabili sono circa 200 dopo l’emorragia di emigranti che hanno cercato fortuna nelle Americhe ed in Australia verso la fine dell’800, il più alto numero di abitanti circa 1000 si era avuto nel periodo in cui finite le incursioni dei vari conquistatori, etruschi e romani cui seguirono normanni ed a metà del 1500 gli arabi incominciarono a insidiare le isole (ne resta traccia nella toponomastica isolana nella baia e relativa contrada di Drautto, dal nome del pirata Dragut. Per le scorrerie della pirateria arabo-turca l’isola rimase pressoché disabitata, gli abitanti infatti non superavano il centinaio. Verso la fine del XVII sec.i contadini di Lipari ripresero a coltivarla (senza portarvici però donne e bambini, per via del pericolo delle scorrerie piratesche).
i pochi rimasti sono molto devoti, in particolare di San Pietro, patrono dell’isola e cui è dedicata questa chiesa,
in suo onore il 29 di giugno si tengono suggestivi e grandi festeggiamenti: il Santo viene portato in processione a spalla fino alla marina,
dove viene issato sopra una barca e prosegue via mare seguita da un codazzo di barche, questo per intercedere ( lui stesso pescatore non solo di anime ) la protezione per i molti pescatori dell’isola
vi ho raccontato molte cose de quest’isola benedetta ed ora dobbiamo lasciarla…ma non con unaluce così bella! non in pieno giorno
lasciamo che con i suoi colori violetti e rosati avanzi la sera
mentre dietro l’isolotto di Dattilo si nasconde il sole
le lampade si accendano sulle terrazze dei vip a mare
e il sole si appresti definivamente ad abbracciare la Notte sua trepida amante
un’ultima festa di lumini da lontano…
e poi il sogno dove si rincorreranno nelle praterie sottomarine gli anemoni di mare e le attinie fra i coralli, questo si che è un dolcissimo saluto per da divina Panarea
Ventisqueras