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Si dice anticamente fosse colonia degli Etruschi, così incastonato in posizione strategica nella piana pisana
stretto fra le anse argentee dell’Arno che volge alla foce e il Serezza, affluente del fiume Serchio proveniente dall’antico lago di Sextum in seguito bonificato dalla potente casata fiorentina dei Medici che con opera di ingegneria idraulica ( venne denominata ” della Botte) stupefacente per l’epoca fecero passare il canale scavato per la bonifica, sotto l’Arno in prossimità proprio di Vicopisano (dove anche lo stesso fiume Arno fu deviato dal suo naturale percorso troppo vicino all’abitato), per evitare che entrando altra acqua nel fiume si facessero più pericolose le piene e le grandi esondazioni dello stesso
Vicopisano
la Rocca del BRUNELLESCHI costruita nel 1434 inserita ora nel contesto della villa Fehr, eretta dal grande architetto fiorentino a protezione del borgo, qui in due magiche visioni con la neve. Dalla denominazione ” vicus “( luogo aperto, non protetto) Vicopisano era già passato nei primi anni del secolo X a” Castellum” ( ossia, insediamento fortificato)
Una buona situazione di agiatezza perdurò per parecchio tempo nella cittadina, fino alla metà del XIII secolo parallelamente allo sviluppo della città di Pisa, ma quando la gloriosa Repubblica Marinara fu costretta a cedere il passo dal mare a Genova e dall’interno a Lucca e Firenze, si trovò anch’essa al centro di scontri e combattimenti
che contribuirono allo spopolamento e all’impoverimento delle campagne e alla conseguente crisi produttiva di tutto il territorio
e così dopo quasi cento anni di scontri, battaglie ed anche pestilenze ( 1348 ) l’intero contado ed anche la città di Pisa caddero nelle mani di Firenze.
con la cessazione delle guerre intestine che avevano segnato l’importanza del destino di molti castelli e fortezze furono modificate radicalmente le loro funzioni, trasformandosi in pacifici centri rurali- agricoli
nonostante le sue piccole dimensioni attuali ( circa 8.000 abitanti) difficilmente si possono riscontrare in altri siti un tale concentrato di monumenti medioevali di così grande importanza e bellezza
quando ero bambina era una grande gioia passeggiare per le vie del borgo, riuscivo ad immergermi totalmente nella magia del luogo
pensando di poter veder sbucare da qualche portone antico
una donzella adornata in veli e preziosi damaschi medioevali
o qualche romantico cavaliere nella sua argentea armatura
spostando epoche e leggende ero convinta di essere a Camelot alla Corte di Re Artù, con l’amabile Cavalier Lancillotto e la Regina Ginevra
in realtà ogni anno qui si tiene una Giornata in festa Medioevale
‘intero borgo si mobilita per ripercorrere tornei, giostre, cene luculliane e danze accompagnate dal suono melodioso del liuto, e tutti diventano attori e comparse di se stessi, rivivendo una vita magari già attraversata nei secoli passati
ogni scorcio è occasione e incontro di bellezza
ogni vicolo un’avventura
ogni torre un cielo
accompagnato da antiche e nuove melodie, Angelo Branduardi è il nuovo e l’antico menestrello ( lo adoro!)
ma torniamo a dir di serio con la bellissima Pieve di Santa Maria,pregevolissimo monumento del XII secolo ricostruito con pietra verrucana sulle rovine di uno ricordato nel 936
l’interno a tre navate, con un ciclo di affreschi del XIII secolo con Storie Cristologiche ed una deposizione lignea risalente ai primi del Duecentosi lascia a malincuore il ricordo di queste antiche ed austere pietre
per posare lo sguardo trasognato su nuove bellezze subito fuori dal borgo,
antichissime chiesette nascoste tra il verde
eleganti ponticelli che spuntano tra cipressi, platani e olivi
e gli olivi, sì, grande ricchezza di questi monti
con la loro famosa Via dell’olio dei monti Pisani
pregiata raffinatezza estratta dalle grandi macine di pietra in frantoi ad acqua ancora funzionanti sui vecchi rii
negli ordinati filari a grottate colmano d’argento le colline ingentilendo il paesaggio
a primavera i prati si riempiono di giunchiglie, qui nel pisano dette ” ginocchini”
e della bellezza micidiale del Maggiociondolo pianta velenosissima in ogni sua parte
e con un abbraccio di verde e di fiori da questa mia amatissima terra di Pisa che vi saluto, lieta se sono riuscita per un pò a farvi sentire come me, pisani 🙂
Ventisqueras