e riprendiamo a camminare per le strade di questa immensa città che, unica al mondo poggia le sue fondamenta su due diversi continenti: Europa ed Asia qui si osservano, si confrontano attingono l’una dall’altra i diversi aspetti, le diverse tradizioni e culture. Purtroppo spesso capita che questi progressi faticosamente conquistati vengano nuovamente posti in discussione, come sta succedendo in questo momento in Turchia, un nuovo aspirante dittatore vuole regredire ritornando ai secoli bui del fondamentalismo, Confido sulla freschezza di idee della sua bella gioventù e sul movimento studentesco che uniti globalmente al grande popolo virtuale di Internet possano sconfiggere questo attentato alla loro Libertà di espressione e di cultura
Senz’altro uno dei più eccelsi monumenti di Istambul è la Moschea blu: il nome le viene dal colore dei mosaici e dei decori che prevalgono al suo interno
Fu fatta costruire dal sultano Ahmed I tra il 1609 e il 1617 da Mehmet Aga un cristiano nato in Europa, Poco prima l’impero aveva subito una sconfitta disastrosa
e forse il giovane sovrano ( aveva solo 19 anni) voleva placare Dio e farsi perdonare le clamorose dissolutezze, decise quindi di costruire la Ahmediye Cami meglio conosciuta come Moschea blu o Moschea azzurra
gli Ulama protestarono quando si decise di costruirla perché veniva finanziata dal tesoro di stato e non come era consuetudine, dal bottino di guerra
uno degli spettacoli più grandiosi ed affascinanti di questa moschea si può osservare nel periodo del Ramadam, con l’accensione delle miriadi di fiaccole votive
Il Sufi, la danza del Cosmo, praticata dai Dervisci da me già osservata nel deserto del Sahara ( in quell’occasione scrissi il testo che ripresento, acquista qui un ulteriore fascinoso mistero). Suggestiva e magica la spiegazione che ne viene esaustivamente data nello splendido video
Derviscio
T’immagino gli occhi d’un mare tempestoso
Derviscio intravisto tra una fase lunare e l’altra,
gettata al ghibli la tua veste bianca
hai chiuso il messale
dove celavi le tue domande oscure
ora
tentennano maledizioni rosse
sul rosso del tuo fez
declinavi rosari spinosi di meditazioni sommesse
a colmare la notte intera
roteando roteando
poi ti si è tutto annebbiato, qua e là svaporato
neve e calce nelle ossa, gelo sulla bocca
s’allunga l’ombra sul tuo nudo pensiero
mentre il ghibli senza sosta sconvolge ogni mistero
perché dagli Dei non è consentito di certezze
nient’altro che una sola:
la vita
roteando
roteando, roteando
la vita, il mistero più grande lascia spazio
all’eternità.
Ventisqueras
credo che la parte più curiosa della citta sia quella sotterranea, rappresentata dalle Cisterne. Sorte numerose nel periodo bizantino per sopperire alla mancanza d’acqua in caso d’assedio, questi enormi serbatoi, spesso realizzati con materiali di recupero, sono una vera scoperta. La più famosa è la Yarebatan Sarayi la Cisterna Basilica
una sala di 140 metri di lunghezza per 70 di larghezza, coperta da un soffitto a volte sorretto da 336 colonne. Una passerella permette di raggiungerne il fondo,
dove si trovano due blocchi di marmo con un bassorilievo della Medusa.
un favoloso ciclo di mosaici e affreschi del XIV sec. decora gli interni della Chiesa di San Salvatore in Chora , cioè “fuori le mura”, cosi chiamata perché sorgeva all’esterno delle mura erette da Costantino.
Trasformata in museo è, dopo Aya Sofya, il più rappresentativo dei monumenti bizantini di Istanbul.
Tra i pannelli più pregevoli della chiesa, nota anche come Kariye Müzesi, spiccano quelli della navata centrale, restaurati tra il 1948 e il 1959 a opera della Byzantine Society of America, raffiguranti Cristo e l’Assunzione della Vergine.
Mentre l’affresco più spettacolare è senz’altro quello del Giudizio Universale che decora il parecclesion, la cappella che ospita le tombe dei Eondaton della chiesa.
ed ecco una serie di chiese a stigmatizzare la vastità delle diverse religioni che convivono pacificamente in Istambul:sopra quella cristiana di San Sergio e Bacco,( Kukuc Aya) Sosya Cami o Piccola santa Sofia, costruita in onore dei due martiri che furono soldati romani cristiani di alto grado e che morirono per non abiurare la loro fede
( Santa Trinità) Hagia Triada, costruita nel 1880 è considerato il più grande santuario greco-ortodosso ancora in uso da parte di una piccola comunità che conta circa 150 fedeli
Hagia Eirene ( Santa Irene, in turco Aya Irinii) fu probabilmente ricostruita in un sito precristiano, è stata infatti la prima chiesa in Costantinopoli, voluta dall’Imperatore Costantino ( e in seguito restaurata da Giustiniano) dedicata alla Pace di Dio, è una delle tre da lui volute con attributi divini : Hagia Sophia -la saggezza, Hagia Dynamus- la forza
Theokotokos Pammacaristos ( Beata Madre di Dio) chiesa greco-ortodossa in seguito divenuta moschea e nota come Fetyia camii, oggi in parte museo
Cristus Rex, cristiano-armena, situata in incantevole posizione panoramica fa parte delle 35 chiese del Patriarcato armeno di Istambul e dintorni
Meditazione
Aria d’acqua tuona il cielo cupo
passano rombando code di comete
avvolte in aghi di ghiaccio
straziano carni che sanguinano
altrove, dove l’universo è puro
S’imbianca il silenzio negli scavi d’ombra
-nidificano le case-
ed ognuno è solo
solo con la sua morte
nell’univocità dell’infinito
Ventisqueras