Francesco De Gregori- L’In Finito

Pochi Poeti e autori riescono a rapire i miei sensi  per farmi viaggiare come lui nell’In Finito , non riesco a fuggire il suo immenso fascino e quasi ad ogni suo pezzo  mi si smuovono dentro parole ed emozioni, si che mi riesce facile ovviare alla gravità del peso della vita e fuggo leggera …oltre

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…vorrei potesse perdonarmi questo atto d’amore verso la sua Arte

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

                            Giacomo Leopardi

luigi-tenco

 

” …chi ha ucciso quel giovane Angelo che girava senza spada” De Gregori tratto dal testo di Festival 

A Luigi Tenco  Angelo e…Principe mai conosciuto e…mai dimenticato!

                                            Lontano, lontano

A questa moltitudine di cose

sedute nel selvaggio movimento delle ore

nessuno può indietro tornare

io sola

a me tolta e remota, vagabondo muta.

La musica zampilla di rosso,

violenza di pagliuzze dorate negli occhi

urlano sciami di strofe, nere nel tuono dorato

a gemere oltre, lontano…lontano

Ventisqueras  

 

casino-san-remonei primi anni, prima che la manifestazione assumesse dimensioni internazionali il festival si svolgeva nella sala delle feste del Casinò municipale, fu poi trasferito al teatro Ariston

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immagine emblematica di Sanremo la statua della Primavera che si trova sulla passeggiata dell’ Imperatrice, ai tempi del massimo fulgore della cittadina rivierasca dai lussuosi alberghi situati nei paraggi, la notte scendevano a piedi per recarsi al Casinò con splendidi abiti da sera, ( le signore ostentando con noncuranza gioielli da favola) gli ospiti che rappresentavano il massimo della ricchezza sfrenata dell’epoca… immagine davvero impossibile da ravvisare per i tempi che corrono, dove non bastano guardie del corpo armate a proteggere i vips che hanno sostituito la grande nobiltà di allora

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Benazir Bhutto e i monaci del popolo tibetano simboli di  lotta per la libertà

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                         LIBERTA’  VERITA’ RELIGIONE

                                 QUANTI DELITTI SI COMMETTONO NEL VOSTRO NOME

                oui, JE SUIS également CHARLIE

non amavo particolarmente quel tipo di satira blasfema e spesso volgare, anche se spesso mi faceva ridere, ma questa parentesi atroce della storia fa davvero raggelare il sangue nelle vene, quindi ogni essere umano che si sente tale non può che riconoscersi in questi uomini liberi sacrificati sull’altare della mera e inutile crudeltà

                           Politis lachrymis ( La storia siamo noi)

Distratta si perde fra la neve la riva del fiume
d’arancio liquido l’alba irrora le cime
m’ingloba
un fitta lancinante di bellezza nel nuovo del suo grembo
mi fa embrione intrappolando
le vene con preciso salto che al vecchio
s’oppone, il nero fardello dei corvi
dall’alto in calata
sempre mi sorprende
ammutolita estasiata.Sembra distorcersi succedendosi l’aculeo nascosto
di un giorno come un altro
porta notizia dell’anno che verrà.Generali dell’aria combattono, scrollano
dai candidi racemi nelle abetaie sogni chiusi
in uno stelo di ferro per condurli alle talpe che
vivono cieche in cunicoli sottoterra
di un giardino pensile di rose canteranno
in Babilonia
ah, gli oracoli di Tiresia ora uomo
ora donna!
il flagello eterno della gente in movimento, monaci
dalla veste rossa e arancio incolonnati nell’indifferenza
dei Profeti
e dal sangue di Benazir che si coagula sul velo
bianco
mattoni oscuri il tempo assomma: si sgretoleranno
a lasciar passare quella farfalla
dal foro di fumo degli anni che verranno
e noi
che restiamo saremo
la storia
chicchi di sabbia e di grano.
                          Ventisqueras
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                         Era partito per caso ( Pablo )

Era partito per caso
– forse anche lui si chiamava Pablo –
non era tornato, la chiazza d’amore, rossa sul cappello
dimenticato sopra la panca dell’orto
– erano maturati i fichi –
a fronte
una minuscola marina silenziosa
– la luna di brina… come aveva sobbalzato!-
Uccido
questa emozione di carta
alle gambe rappresa -che si fermarono
mentre camminavi e ti chiamavo Pablo
Era partito per caso
legando tutte le stelle della piccola marina
con uno spago
[ e la luna: catturata! nella tela luccicante
di un ragno aveva sobbalzato ]
ma non era tornato.
                        Ventisqueras
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giovanni-boldini

La luce cade a pezzi ( BellAmore )

Mi ascolti?

 stavo finendo questo post e mi ha raggiunta la notizia della morte improvvisa di Pino Daniele parlando di grandi cantautori italiani non potevo non lasciargli un ricordo e un saluto commosso in bianco-celeste i colori della sua anima napoletana, ciao Pino 

negli ultimi giorni del 2o14 un altro Pino ( Mango ) anche lui da me molto amato se n’è in tutta fretta andato…che stia loro stretto questo mondo con così poca dimensione umana? forse nel loro oltre avranno una musica più intensa e lieve da cantare

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