Keukenhofnel paese dei tulipani il parco fiorito di KeuKenhof è sicuramente l’immagine idilliaca di questa nazione e di questo straordinario fiore così elegante e fantasioso nelle diverse ibridazioni
le immagini che seguono ne sono un chiaro esempio e non hanno bisogno di molte parole
ma solo seguirne incantati il gioco delle forme e dei colori
ringraziando, grati ed ammirati lo splendore della natura
e la straordinaria abilità dei maestri floricoltori che hanno eccelso in questo omaggio ad un loro grandissimo conterraneo
che assume grande grazia e spettacolarità nel barchino carico di ortaggi coloratissimi esposti con mirabile eleganza
a malincuore salutando questa festa di colori da una magica aiuola di lilium rosa
per tuffarci in un’altra magia dei rosa tenui e sfumati di nuvole sognanti sopra il cielo di Delft in uno del più grandi capolavori di Jan Vermeer
estasiandoci nella ingenua sensualità della sua servetta-modella con l’orecchino di perle
ritornando con la memoria a percorrere i quieti canali romantici dove il tempo sembra essersi fermato
visioni rubate qua e là a scoprire l’animo segreto della città
o in cerca di guglie, rotondeggianti e medioevali
o queste appuntite e ricciolute, che ricordano i giochi di bambini sulla spiaggia mescolando sabbia e acqua e a sgocciolarla con le dita per cosstruire fragilità effimere
il ricordo più vivo del passaggio da questo angolo incantato è il frusciare dei remi sulle acque limpide accompagnato da un ininterrotto cinguettare di uccelli
anche le case erano silenziose, sembravano disabitate, posate lì come ornamento. un paese incastonato nell’acqua e nel verde in un tripudio di fiori, un luogo che forse è esistito solo nei miei pensieri
occhieggiavano tra i ponti di legno, ad ogni angolo una visione
una pace profonda che dava un leggero senso di capogiro
Le orme leggere del tempo
Orma di luce colma
t’allaghi di schiuma
breve scintillio
d’istante che profuma
poi tutto ritorna
languendo
nell’abito oscuro
del tempo
Ventisqueras
L’Olanda oltre che il paese dei tulipani quello delle biciclette, e voglio chiudere questo post con la dolcezza di questa immagine-simbolo
Zie je snel (ik hoop) het land van tulpen
ho programmato questo post per la prima domenica di settembre, sarò ancora in giro, ringrazio tutti coloro che hanno ancora la pazienza di seguirmi, ed auguro a tutti i miei lettori un dolce mese
qualche anno fa, quando ancora non tenevo un blog, una Pasqua molto alta mi parve l’ideale per visitare l’ Olanda che ancora non conoscevo, ma soprattutto per bearmi dell’incredibile e spettacolare fioritura dei tulipani e delle altre magnifiche varietà di bulbi che schiudevano i loro petali in quel periodo, ed è con quel ricordo e quei colori che voglio farvi gli auguri per questa festività dell’anno 2016
visitai Amsterdam, Rotterdam ed Haarlem, ma soprattutto ero interessata a Keukenhof un luogo veramente incredibile, a soli 35 km sud da Amsterdam.Il più bello e il più grande parco fiorito al mondo
vi si ammira ogni varietà e colore di tulipano, tutti all’unisono fioriti in 32 ettari di terreno, più di sette milioni di bulbi compresi narcisi, giacinti, muscari, e ogni altro tipo di bulbo che fiorisce in quel periodo!
qualcosa da non credere, che abbaglia gli occhi e li fa stropicciare in continuazione, per esser certi di non avere le traveggole
rapiti da tanta bellezza che la natura con la complicità e la passione dell’uomo può regalare. Al suo interno anche uno dei classici mulini che caratterizzano l’Olanda, vi si puà salire ed avere una panoramica mozzafiato del parco
l’idea di creare il Keukenhof venne al sindaco di Lissie ( che è una cittadina poco distante) nel 1949,
insieme a coltivatori del posto diedero vita a questo spazio che doveva rappresentare una specie di mostra all’aperto per far conoscere le novità delle ultime ibridazioni di tulipani.
forse non si sarebbero mai potuti immaginare di arrivare a creare un ambiente così esclusivo ed unico al mondo
è incredibile la perfezione che in ogni angolo del giardino, senza una sbavatura, senza un ciuffetto d’erba fuori posto ci accompagna nel passeggiare tra i viali e vialetti
abbagliati dalla lucentezza dei fiori, dagli accostamenti arditi di varietà e colori
Invincibile alchemica presenza
oscilla fra i rami
sfolgorio d’oro in luci devastate
s’ingombra
non ha ora, né luogo, né presenza
s’esalta e s’inchiara
di purezza e Bellezza soltanto.
Ventisqueras
non è difficile immaginare come questo parco botanico sia uno dei luoghi in assoluto più fotografati al mondo anche se resta aperto solo per 2 mesi all’anno, giusto il tempo della fioritura
zampilli di fontane, pavoni che pur esibendo il loro ventaglio di piume sembrano scomparire difronte alla maestositò del luogo, giochi di pietre nell’acqua, tutto qui è perfezione e meraviglia
messo quasi a fare da sentinella subito fuori dal parco il castello di Keukenhof ( da cui il parco prende nome)
di notte con tutte le luci accese..farà la guardia ai ladri di tulipani?
certo aggiunge un tocco di romanticismo in più ed anche di mistero, sono rimasta per un po’ a scrutare le finestre incorniciate dai rampicanti sperando si affacciasse una bella castellana in antico costume…he he mi spingo sempre troppo oltre con la fantasia 🙂
peccato non sia visitabile
difficile scegliere un’immagine emblematica del parco di Keukenhof per salutarlo e salutare voi…questa così sognante mi sembra perfetta
di nuovo i miei più affettuosi auguri di Buona Pasqua a tutti gli amici e i lettori
Nata di primavera ( oggi avrebbe compiuto 85 anni )
Amici e lettori carissimi stamane passando dal Blog ho notato un avvenimento molto strano, tantissime visualizzazioni sul post che il 13 maggio 2013 avevo dedicato ad una Grande Poetessa che molto amo, il mio piccolo omaggio, contemporaneamente ho visto che Google le dedicava l’apertura, ed allora ho capito! non potevo restare indifferente a questo ed ho anche pensato, come già un caro amico e commentatore mi aveva fatto notare che in questo post -DELFT 2- non avevo presentato nessun testo poetico, le ragioni erano altre, ok, ma ora credo alla luce di una qualche ed imprevedibile magia l’unico testo poetico doveva e poteva essere solo il Suo, della Grande Alda! mi sono commossa ci credete?, Allora ancora a Lei e a tutti coloro che la amano va il mio grato saluto e pensiero Ventisqueras
Inizierò questo secondo capitolo dedicato a Delft così come il primo: una bicicletta qui in prospettiva con le coltivazioni di tulipani, ma li primo argomento di cui parlare sarà quello della Compagnia olandese delle Indie orientali (Vereenigde Geoctroyeerde Oostische Compagnie forse meglio conosciuta con la sigla VOC la cui intensificazione fu all’origine dello sviluppo e dell’agiatezza della nazione
questo nome evoca fantasie di viaggi favolosi nel lontano ed allora semi-sconosciuto oriente
la storia di Delft si può dire che iniziò contemporaneamente alla sua ascesa, questa stampa d’epoca ci fa immaginare come doveva essere
questa è la riproduzione fedele di un galeone con cui i mercanti intraprendevano i grandi viaggi commerciali verso l’est del mondo
la Compagnia delle Indie qui a Delft aveva sede in grandiosi palazzi edificati sull’Oude Delft,
alle numerose sedi delle città olandesi si contrapponevano, ovviamente quelle situate in oriente
questo è l’edificio principale della compagnia in Delft l’Oost Indich Huis, Fondata nel 1602 già nel 1650 cominciò ad avere le prime difficoltà dovute alla concorrenza delle compagnie Inglesi e francesi delle guerre cruente che le coinvolsero e non ultimi gli attacchi dei pirati attratti dalla preziosa mercanzia stipata sulle navi,
ma anche per i brutali metodi di insediamento nelle colonie, che impedirono un pacifico e costruttivo dialogo con la popolazione.. Nel 1800 a causa dei grandi debiti la gloriosa compagnia venne sciolta, assorbita in gran parte da quella Inglese.
le famosissime porcellane conosciute come Delft blu
la pregiata lavorazione artistica della porcellata iniziata nel 1640 comprendeva ben 32 fabbriche e non aveva concorrenza fino all’importazione della stessa dalla Cina attraverso la VOC, ora rimane solo una fabbrica a produrla: la Porceleyne Fles ( i cinesi combinavano guai già fino da allora!!! )
Nieuwe Kerk ( Chiesa Nuova ) costruita in pieno gotico nel XIV sec. e terminata dopo due sec. nel 1510 e nonostante abbia i suoi begli annetti la si continua a chiamare così. Il suo campanile per altezza è secondo solo a quello di Utrecht sempre in Olanda
la chiesa è situata al centro della città nella piazza dell’antico mercato ( la Markt )
la Nieuwe Kerk è uno spettacolo visivo eccezionale con il suo campanile-torre che diventa un tutt’uno con con la chiesa così diversa dalle consuete architetture ecclesiali
è possibile salirvi fino in cima ( eh, ma che faticaccia! ) per ammirare il panorama della città e dintorni
l’interno ve lo farò scoprire in un modo inconsueto: attraverso una serie di quadri del pittore olandese Emanuel de Witte ( 1617-1692 )
che illustrano con immagini fedeli e altamente scenografiche la maestosità del luogo, qui si torna al reale con le sepolture dei membri della famiglia Reale olandese gli Orange-Nassau compreso Guglielmo I detto il taciturno padre fondatore dell’Olanda indipendente, ucciso a Delft nel 1584 per mano di un simpatizzante spagnolo. Tutt’oggi questa tradizione continua
la lunga serie di bellissime vetrate rappresenta alla base i membri della famiglia reale.La Nieuwe Kerk nasce, secondo la leggenda dalla visione di un mendicante piuttosto eccentrico certo Simone che un giorno del gennaio 1351 cadde in ginocchio nell’angolo dove poi venne eretta la chiesa, dichiarando che aveva avuto una visione della Madonna che gli chiedeva di edificarla in quel luogo, contemporaneamente anche Jan Col altro abitante di Delft ebbe la stessa visione, ma nessuno sembrò farci caso.Ogni anno in gennaio si ripetevano le stesse visioni, dopo la morte del mendicante continuarono a Jan Col, questo per 30 anni, infine ( chi la dura la vince) la chiesa venne edificata
il quattrocentesco Prinzcenhof in origine era un convento fu in seguito abitato da Guglielmo I detto il Taciturno e adibito a suo quartier generale a seguito della fondazione della Repubblica delle sette province unite d’Olanda e fu anche testimone della sua uccisione
nel muro si possono ancora vedere i fori delle pallottole che ferirono mortalmente il principe
nella grande piazza del mercato si può anche ammirare la facciata rinascimentale del Palazzo del Municipio,Stadhuis, solo quella in quanto lo stesso non è visitabile
originariamente progettata dall’architetto olandese Hendrick de Keyser fu pesantemente modificata nel corso dei secoli
questo video vi fa vedere qualcosa di molto inconsueto: un gigantesco parcheggio per biciclette incredibilmente strutturato, quando l’ho visto non credevo ai miei occhi anche se ben mi ero accorta della predilezione degli olandesi per le biciclette!
ancora stupendi tulipani per salutarvi in questo secondo post dedicato a Delft,a presto, e grazie per l’attenzione
He si, siamo in Olanda! alcuni dei suoi simboli più conosciuti ce lo dicono! Mi è sembrato un modo simpatico per iniziare questa nuova avventura continuando a salire verso Nord, farò alcune tappe in Olanda, le città più grandi le avevo già visitate ed ora cerco nuove dimensioni di storia e di vita.Ci troviamo a Delft ( circa 100.000 abitanti ) nell’Olanda meridionale che prende il nome dal canale ( gracten ) su cui è stata costruita: una storpiatura di” delven” che in olandese significa scavare. Questi canali erano di primaria importanza per il ruolo mercantile di ogni antica città olandese
un immagine “cult” per rappresentarla, più che quelle dei suoi grandiosi monumenti credo possa essere questa: uno dei suoi placidi canali alberati dove i tigli si piegano gentili verso le acque, ornati di fiori e ponticelli armoniosi invitano a passeggiare senza fretta in tutto relax
o magari a fotografare i riflessi di monumenti nelle grandi vetrate che abbondano nei nuovi palazzi dei lungo-canali
riflessi ondeggianti, contorti se invece si osservano danzanti nell’acqua
camminare a piedi significa inoltrarsi nella stupenda città vecchia salendo su ponticelli ad arco acuto, aspettando che i turisti smettano di camminarci sopra per ammirare in santa pace i vecchi palazzi di mattoni scuri dalle bianche finestre ed avere, finalmente, libero l’orizzonte!
Delft fu fondata oltre 750 anni fa e ottenne i suoi diritti di città dal Conte Guglielmo II d’Olanda nel 1246
la grande suggestione dei canali che caratterizza i Paesi Bassi si deve alla continua lotta che le popolazioni locali hanno intrapreso da secoli per difendersi dal mare del nord le cui grandi tempeste sconvolgevano quel territorio sommergendolo in continuazione, e dalla necessità di far giungere sulla terraferma i grandi mercantili per lo scambio di merci che erano il fulcro del commercio e dell’agiatezza di quei luoghi. Al Museo Het-Princenhoof si può osservare come esempio un veliero davvero splendido
una serie di dighe e dune lungo le coste e i fiumi impediscono a questi territori di essere inondati, mentre numerose stazioni di pompaggio prosciugano l’acqua piovana in eccesso
anche qui come a Bruges nei canali sciama una moltitudine di cigni, mi chiedo se anche a Deflt varrà la condanna di Massimiliano D’Asburgo che obbligava i cittadini di Bruges a mantenerli per l’eternità! 🙂
I cigni di Delft
ha un cuore fatto di giglio il candido cigno,
si ferma alla fontana a pettinarsi le piume
il cielo è in un secchio, gli fa da specchio
come Giacinto
altero e superbo non si cura del passare del tempo
negli antichi canali, forse
come lui sarà immutabile, eterno.
Terra di luce, cielo d’acqua una goccia nella testa
cade, come musica s’affaccia
pallidi sogni agitano la loro corsa
giacendo silenziosi con le timide farfalle dell’alba.
Ventisqueras
circa il 20% del territorio e il 21% della popolazione sono localizzati sotto al livello del mare, mentre più del 50% dei Paesi Bassi ne é appena di un metro al disopra. Buona parte del terreno è costituita da polders,ovvero territori strappati al mare a paludi costiere o a lagune
ed eccoli i canali ancora più affascinanti vestiti di luci come Dame con le paillettes, mentre si percorre l’Oude Delft il vecchio canale, dall’atmosfera accogliente e intima ( gezellig, come direbbero in olandese).Questo fu il primo canale scavato nella città e lo chiamarono Delf ed in seguito Delft, poi venne scavato un secondo canale chiamato Nieuwe Delft, ( nuovo Delft ) e così da allora il primo canale scavato divenne l’Oude Delft
e cosa ne pensate di questo spettacolare mercato dei fiori?
in questa immagine dove gli antichi palazzi tutti impettiti e sussiegosi sembrano beffarsi del tempo che scorre, osservo anche lo strano connubio fra barche e automobili perfettamente allineate entrambe in attesa di essere usate
il vecchio canale di Delft è il luogo che racconta l’intera storia della città se non addirittura quella dell’Olanda intera
tutti gli edifici storici più importanti sono situati lungo il suo corso o in qualcuno dei suoi angoli
e qui una sequenza straordinaria di antichi palazzi storici che portano orgogliosamente impressa sulla loro facciata a caratteri d’oro zecchino la data della loro costruzione
la grande quantità di biciclette che si trova ovunque e lo sfrecciare più o meno veloce dei ciclisti per strada è una costante che ancora riesce un poco a suscitarmi meraviglia, ma certo preferita di gran lunga al caotico traffico di automobili delle nostre città!
altra costante sono i tipici zoccoli di legno,
che vengono esposti ovunque con piacevole impatto visivo, ne ho acquistati anche io naturalmente, ma sono molto rumorosi e non credo li indosserò mai 🙂
per non parlare dei mulini a vento, che troneggiano qua e là, rendendo unico l’ambiente
incantevoli nei paesaggi primaverili
ed ecco l’inverno con i suoi grandi ricami di gelo, in questi luoghi molto umidi è più favorito ad appiccicarsi ovunque con i suoi arabeschi che alla luce dei lampioni scintillano come filagrane argentate
l’autunno che è la stagione che più amo lancia i suoi riflessi rossi a colorare le acque e questo ravviva il paesaggio che spesso è di un triste colore grigiastro e difficilmente vi si ritrova il nitore lucente dei nostri cieli mediterranei.
Spero di essere riuscita a darvi un piccolo resoconto della vita nei canali di queste lande nel suo diverso ritmo storico e naturalistico.
A presto con altre emozioni da raccontare.
( le stupende foto delle 3 stasgioni in cui non ero presente a Delft mi sono state gentilmente prestate-ringrazio-)
quando ricevetti una crociera- premio nelle isole della Grecia per meriti di lavoro, naturalmente ne fui molto felice, ma intesi organizzarla in modo da poter godere secondo i miei gusti di quella opportunità, così ai sette giorni previsti per il tour, aggiunsi due soste per altri sei giorni sull’isola di Creta, poi a Santorini o Thera altri sei , fu divertente, risalivo sulla nave al suo nuovo passaggio, come fossi alla fermata di un autobus 🙂
Thera era il nome del vulcano che dava nome all’isola e che ora sembra dormire sotto il mare da grande appassionata quale io sono di vulcanologia non vedevo l’ora di poter vedere con i miei occhi e conoscere in modo diretto e più approfondito le ragioni di quella che, accaduta 3600 anni fa è considerata la più grande catastrofe naturale di tutti i tempi potuta studiare e documentata dagli scienziati lo spettacolo che mi si presentò entrando nel cerchio di mare che circonda Santorini era di una bellezza suprema ed abbagliante: un mare di un azzurro incredibile e lucente contrastava col colore bruno delle rocce vulcaniche e col bianco assoluto delle case appollaiate sui crinali come bianche colombe, sembravano intente a spiccare tutte insieme un volo nell’azzurro: cielo e mare confusi, abbracciati. Le grandi navi da crociera alla fonda, si integravano perfettamente col loro candore nel paesaggio tutto era un tripudio di bianco e azzurro, elegante ed aggraziato anche nei più piccoli particolari Serpe la fiamma entro il mio sangue,
ed ardo: un indistinto tintinnio
m’ingombra gli orecchi,
e sogno: mi s’innalza al guardo torbida l’ombra.
E tutta molle d’un sudor di gelo, e smorta in viso
come erba che langue, tremo e fremo di brividi,
ed anelo tacito, esangue.
Saffo di Lesbo
ed in quella visione perfetta i versi della divina Saffo armonizzavano la mente avrei giurato di aver visto passare un qualche Dio alzando lo sguardo, sorvolandomi sopra il capo: forse Ermes, dal piede alato in questo candore che macchia il bruno
come un gettone d’oro tintinnano i sogni
danzanti sulle mani
un disco di dolore rosso s’apre al sole del tramonto
d’ ignote, antiche ombre deliranti.
Ventisqueras A 3200 metri sotto i nostri piedi c’è il nucleo magmatico che rende fertile la terra, senza questo il nostro pianeta sarebbe una landa desolata, la sua superfice sterile, piatta, morirebbe, ma le forze capaci di infondere la vita possono anche distruggerla in un istante, senza preavviso, senza pietà, annientando intere civiltà Il nome Santorino le fu dato dai Veneziani al tempo della loro dominazione sulle isole Cicladi, in onore di Santa Irene ( distorto in poi Sant’Erini= Santorini ) patrona dell’isola che vi sarebbe stata martirizzata nel 304 L’isola attualmente presenta una forma circolare che le fu data da un’apocalittica eruzione avvenuta intorno al 1627 a.C. ed invasa successivamente quasi del tutto dal mare, qui il vulcano Thera riposa nel suo sepolcro d’acqua, Fu la più imponente eruzione avvenuta in Europa in epoca storica ed ebbe conseguenze devastanti per la civiltà minoica, fu la principale causa dell’inizio del suo declino completo secondo i più recenti studi, l’eruzione del vulcano provocò dapprima una pioggia di pomici e ceneri, poi piovvero massi più grossi ed infine la caratteristica pomice rosa che ha reso celebre l’isola. Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali compressi e di gas surriscaldati raggiunse la stratosfera ad una velocità di 2000 km/h facendo udire i suoi boati dall’Africa alla Scandinavia, dal Golfo persico a Gibilterra. Le ceneri furono sparse per molti chilometri e trasformarono il giorno nella notte più cupa e alterarono, probabilmente, albe, tramonti e condizioni meteorologiche.
la gigantesca esplosione svuotò il gigantesco bacino magmatico sottostante l’isola provocando il collasso e la distruzione del vulcano Thera, migliaia di metri cubi d’acqua di precipitarono nell’abisso incandescente.
che scardinarono ciò che restava dell’isola, sollevando immense ondate che arrivarono fino a 60 metri dando origine ad uno tzunami che giunse anche a raggiungere ad oltre 1500 km di distanza la costa settentrionale dell’isola di Eraklion ( Creta ) portando la completa distruzione di tutti i villaggi della zona il risucchio di immense quantità d’acqua per la formazione di queste gigantesche onde da tzunami hanno fatto ipotizzare agli scienziati che studiano il fenomeno, che sia stato all’origine ( i tempi storici coincidono) della leggenda di quello che fu erroneamente definito” il passaggio del Mar Rosso” nella Bibbia, con la separazione delle acque che favorì la fuga di Mosè e del popolo Ebreo dall’Egitto, sarebbe molto più plausibile attribuirlo ad un braccio di mare molto più piccolo, simile a questo fino ad oltre 1500 anni successivi l’isola non tornò ad essere abitata, un tempo ragionevolmente giusto affinché gli echi della immane catastrofe fossero definitivamente dimenticati Nel 1967 nella località di Akrotiri, gli archeologi riportarono alla luce un’antica città, quasi completamente intatta come Pompei e ricoperta da antiche ceneri. La scoperta fu catalogata come tra le più importanti nella storia dell’archeologia preziosi reperti di ogni genere furono portati alla luce, fra i quali questo bellissimo affresco che raffigura un pescatore ed anche questi straordinari fregi rappresentanti battaglie navali gli oggetti ritrovati dimostrano che la popolazione si era allontanata in fretta, abbandonando ogni cosa, certo il vulcano aveva dato segnali importanti prima dell’evento tragico, costringendo gli abitanti impauriti a fuggire poiché a differenza di Pompei non vi sono stati infatti ritrovati resti umani si presume che questa sfortunata popolazione non sia ugualmente stata risparmiata raggiunta dal tremendo soffio dei vapori piroclastici ( una recente documentazione del fenomeno verificatisi dall’eruzione di un vulcano in Sudamerica ha dimostrato che possono correre anche sull’acqua ) oppure spazzati via dallo tzunami, se anche avessero potuto raggiungere le coste delle isole vicine Capoluogo dell’isola è Fira. la fantastica città tutta in saliscendi con le stradine da cui occhieggiano bellissimi negozi di straordinari gioielli, dove predomina il turchese, pietra preziosa qui facilmente reperibile identico colore delle cupole azzurre delle chiese ortodosse
Il secondo centro abitato che si trova a nord dell’isola è Oia (si legge Ia), antico centro rinomato per i suoi mulini a vento
al loro interno si può anche soggiornare rendendo ancora più originale e affascinante la sosta ed ora ci accingiamo la salutare la bella Santorini con un interrogativo molto inquietante, da esplorazioni fatte sul fondo del mare agli scienziati risulta che il vulcano Thera sia ancora pericolosamente attivo e in numerose parti del fondale, fra le ceneri dell’antichissima eruzione gorgogliano numerosi camini vulcanici idrotermali chiamati anche black smokers ( camini neri ) segnalano la presenza di una grande camera magmatica sottomarina in piena attività, prima o poi questo terrificante mostro geotermico si risveglierà distruggendo in pochi istanti quello che per centinaia e centinaia di anni gli isolani hanno così armoniosamente ed amorevolmente costruito si presume che un’ altra intera generazione sparirà per sempre dal cuore del mondo, e forse non si potranno più ammirare dall’alto delle brune rocce questi incredibili tramonti.Ventisqueras :::::