Keukenhofnel paese dei tulipani il parco fiorito di KeuKenhof è sicuramente l’immagine idilliaca di questa nazione e di questo straordinario fiore così elegante e fantasioso nelle diverse ibridazioni
le immagini che seguono ne sono un chiaro esempio e non hanno bisogno di molte parole
ma solo seguirne incantati il gioco delle forme e dei colori
ringraziando, grati ed ammirati lo splendore della natura
e la straordinaria abilità dei maestri floricoltori che hanno eccelso in questo omaggio ad un loro grandissimo conterraneo
che assume grande grazia e spettacolarità nel barchino carico di ortaggi coloratissimi esposti con mirabile eleganza
a malincuore salutando questa festa di colori da una magica aiuola di lilium rosa
per tuffarci in un’altra magia dei rosa tenui e sfumati di nuvole sognanti sopra il cielo di Delft in uno del più grandi capolavori di Jan Vermeer
estasiandoci nella ingenua sensualità della sua servetta-modella con l’orecchino di perle
ritornando con la memoria a percorrere i quieti canali romantici dove il tempo sembra essersi fermato
visioni rubate qua e là a scoprire l’animo segreto della città
o in cerca di guglie, rotondeggianti e medioevali
o queste appuntite e ricciolute, che ricordano i giochi di bambini sulla spiaggia mescolando sabbia e acqua e a sgocciolarla con le dita per cosstruire fragilità effimere
il ricordo più vivo del passaggio da questo angolo incantato è il frusciare dei remi sulle acque limpide accompagnato da un ininterrotto cinguettare di uccelli
anche le case erano silenziose, sembravano disabitate, posate lì come ornamento. un paese incastonato nell’acqua e nel verde in un tripudio di fiori, un luogo che forse è esistito solo nei miei pensieri
occhieggiavano tra i ponti di legno, ad ogni angolo una visione
una pace profonda che dava un leggero senso di capogiro
Le orme leggere del tempo
Orma di luce colma
t’allaghi di schiuma
breve scintillio
d’istante che profuma
poi tutto ritorna
languendo
nell’abito oscuro
del tempo
Ventisqueras
L’Olanda oltre che il paese dei tulipani quello delle biciclette, e voglio chiudere questo post con la dolcezza di questa immagine-simbolo
Zie je snel (ik hoop) het land van tulpen
ho programmato questo post per la prima domenica di settembre, sarò ancora in giro, ringrazio tutti coloro che hanno ancora la pazienza di seguirmi, ed auguro a tutti i miei lettori un dolce mese
Avete mai sentito nominare Giethoorn?…riprendo il titolo che ho dato al post perché penso possa esprimere alla grande tutto lo stupore che ho provato nello scoprire questo piccolo angolo di paradiso
Musica
zampillare in rosso
cammino
scarpe comode indosso
essere gentile con l’intero universo
posso?
Pioggia
di sole a più non posso
corro
scarpe comode indosso
posso essere felice per questo?
Ventisqueras
Geitenhoorn-Corno di capra-da questo è derivato il nome di Giethoorn, riferito alle grandissime e numerose corna di capra selvatica rinvenute nelle torbiere della zona, presenti come simbolo nello stemma della cittadina
fondata all’inizio del XIII sec. dalla setta dei Flagellanti( fuggiti dalle persecuzioni dopo che papa CClemente VI emanò la bolla che sanciva come eresia questa forma di fondamentalismo partita dall’Italia ed estesa a tutti i paesi del Nord Europpa) che trovarono in questa zona paludosa un rifugio sicuro, attualmente è abitata da circa 2.600 abitanti
viene chiamata la” Venezia Verde”, e davvero Venezia su al Nord esercita un grande fascino se ad ogni luogo particolarmente bello situato sull’acqua viene sempre attribuito l’appellativo di “Venezia”.Sinceramente, ed è già la seconda volta che lo dico, non può esserci paragone con l’unicità di Venezia!
Ben 175 ponti collegano canali e laghetti di questo parco naturale acquitrinoso costellato di antichissime torbiere.Un verdissimo tappeto erboso ricamato di canali
che diventano candidi merletti quando l’inverno e la neve dona ancora più suggestione al paesaggio, permettendo oltretutto alla popolazione di praticare uno dei loro sport prediletti: il pattinaggio sul ghiaccio, trasformando i canali in lunghissime piste naturali
situata a circa 120 km da Amsterdam nella provincia di Overissel, a est nei Paesi Bassi,
andiamo a fare un giro per i canali?
il video fa rivivere in pieno l’atmosfera di Giethoorn , il silenzio è rotto solo dal frusciare dei remi nell’acque limpidissime, dal cinguettio di centinaia di uccelli che non smettono un istante di comunicare la loro gioia, interrotto a tratti dalla voce roca dei superbi cigni che con la loro eleganza rendono ancora più delizioso lo snodarsi delle vie fluviali.Inoiltre c’è immancabile ronzio dei razzi delle biciclette che passano in un soffio e si spengono piano piano
questa è la vera atmosfera che qui si respira, lontani da ogni forma di rumore fastidioso, la cittadina si può raggiungere solo a piedi ( ecco le mie scarpe comode infilate nel testo poetico !!!) in bici o in barca…che meraviglia!!!!!
a Giethoorn non esiste solo la bellezza paesaggistica ma ci sono almeno tre musei interessantissimi, di cui accenno le peculiarità
I Musei sono De Oude AArde ( la vecchia terra ) che ospita cristalli, minerali ed altri reperti fossili ritrovati nelle torbiere, con una raccolta veramente ragguardevole
Il Gloria Maris
dove si espongono bellissime conchiglie o composizioni appartenenti
al mondo marino che un tempo toccava questi spazi
e ‘t Olde Maat Uss
che ci proietta in una fattoria dell’800 ricostruita nei minimi dettagli
ed infine un’ultima passeggiata in mezzo a questi canali e a queste case incantevoli
senza dimenticare le popolarissime biciclette,
che ci raccontano molto dell’amore e del rispetto
che questa popolazione ha per la natura
Una lacrima di cristallo suona un violino di carta
tra le verdi foglie mosse dal vento
le Najadi agitano ventagli di giunchiglie.
Le rane, greggi dell’acqua, fanno risuonare
i loro cra-cra come tamburi nel silenzio della lontananza
che presto avrà un trono d’ombra
Ventisqueras
…ancora parole di tristezza nel lasciarmi alle spalle luoghi di magia,
eppure…
dovrei essere lieta per averne assorbito la loro carezza vellutata
sul viso e sulle mani
lasciando l’Olanda per salire ancora più a nord.
Un sorriso, un grazie un saluto a voi che mi onorate della vostra presenza
ho sempre iniziato i post da Delft con immagini in cui le biciclette recitavano il ruolo da protagoniste in un certo senso mantengo la tradizione mettendole contro un dorato e suggestivo tramonto, presagio di un addio. Si dice sempre ” poi torno ” ma difficilmente è così, si cercano altri luoghi sconosciuti da amare…ad ogni modo il posto di primo piano in apertura di pagina l’ho dato alla sensualissima” Griel” di cui parlerò in seguito, perché in questo post è lei la vera protagonista
Oude Kerk ( Chiesa Vecchia) trovo abbastanza strana la denominazione semplicistica “Chiesa vecchia”-” Chiesa,-Nuova”, ( questa già presentata nel secondo post su Delft ) di solito alle chiese del nord si danno nomi bellissimi in particolare dedicati a Maria. Iniziata a costruire nel 1246 è famosa perché custodisce le spoglie di Jan Vermeer suo illustre cittadino, La chiesa è posta in una bella cornice urbana sull’Oude Delft, è molto evidente l’inclinazione del campanive verso destra, dovuta ad un cedimento del terreno frutto di grandi lavori eseguiti al tempo per la ristrutturazione del canale (si ama dire qua e là ” ci sono le Venezie del nord”, in realtà di Venezia ce n’è solo una e irripetibile!!!!…sarà questa la Pisa del nord per il suo campanile che pende? he he ebbene sappiate che anche di Pisa ce n’è solo una e irripetibile !)
questa magnifica veduta di Delft è uno dei capolavori di Jan Vermeer nato qui nel 1632 sec, e mai allontanatosi dalla città dove morì nel 1675 a soli 43 anni, una copia del quadro si trova esposto nel museo locale a lui dedicato in questo autoritratto si raffigura estremamente serioso ( un bel tenebroso si direbbe nel linguaggio moderno) eppure nella sua città il suo universo di luci e di colori rivoluzionando l’arte figurativa ed anche la pienezza della famiglia nella quotidianeità, ebbe ben 11 figli.Purtroppo per iniziative sbagliate morì travolto dai debiti e a due anni dalla sua morte la moglie chiese il fallimento finendo sul lastrico, situazione riconducibile a molti grandi nomi della pittura.
al museo Mauristhuisdell’ Aia si trova insieme al quadro della veduta di Delft il suo più celebre: La ragazza con turbante/ o dell’orecchino di perla Si racconta che la ragazza dell’immagine fosse innamorata del Maestro,( domestica e musa di Vermeer )
olio su tela di 44,5 cm x. 35 cm.
La riscoperta di Vermeer ( rimasto a lungo misconosciuto) avviene nel 1995-1996 in occasione della retrospettiva allestita al Mauritshuis e alla National Gallery of Art di Washington. Ma già a partire dalla fine dell’Ottocento critici e storici dell’arte iniziano ad elogiare il valore dei suoi quadri.
posta di tre quarti rivolta verso l’osservatore ha lo sguardo languido dolcissimo, da cerbiatta, la bocca umida, socchiusa con due pennellate di rosa al lato a dare il tocco della genialità, sembra voglia implorare amore, ma anche esprimere con forza le sue ragioni.
lo sguardo intenso, languido, maliziosamente ammiccante
c’è poi quell’orecchino di perla, enorme che sembra raccogliere e riflettere tutta la luce, in contrasto col turbante che riconduce alle sue umili origini.La grande abilità tecnica di Vermeer è tattile in tutte le sue opere ma in questa la sua genialità esplode con una delle più belle espressioni di donna nella determinazione nello sfidare apertamente tutti i tabù dell’epoca e della sua condizione sociale senza nulla perdere della femminilità della sua anima
prima dell’uscita dei film del regista Peter Webber girato nel 2003 ( Girl with a Pearl Earring ) ispirato al romanzo omonimo di Tracy Chevalier, la conoscenza dell’opera era limitata ai cultori dell’arte pittorica, dopo la presentazione del film si ebbe il grande boom che ha fatto diventare questo quadro e la ragazza effigiata una icona quasi come la Gioconda di Leonardo, interpreti del film Scarlet Johansson ( resa particolarmente somigliante da un buon trucco ) e Colin Firth entrambi i personaggi ruotano intorno alla vita del pittore. per lei fu scelto il nome di fantasia di Griel essendo assolutamente ignoto quello reale,il film fu candidato a ben tre premi oscar
…è solamente un bacio
Unghiata di carne
a intervallare la morte del tempo
fame
sete bruciata
nello sprofondato ardere di un abbraccio
aggrappata in apnea sul tuo grembo
in deriva al piatto orizzonte
un bacio
mi si spezzano gli occhi e le reni
e tu dici
…è solamente un bacio.
Ventisqueras
La scuola dei “Primitivi” fiamminghi
Quando la parole “primitivo” significa cominciare da principio, Jan Van Eyck ( di cui ho analizzato il suo capolavoro in un post dedicato a Bruges) ne è il capostipite assoluto.In contemporanea col Rinascimento Fiorentino, agli inizi del ‘400 si sviluppò nelle Fiandre la grande pittura del Primitivi Fiamminghi.Il rinnovamento artistico in Toscana si basa sulla centralità dell’Uomo secondo i concetti dell’Umanesino, nelle Fiandre la ricerca si svolge soprattutto intorno all’Uomo,
Rigier Van der Weyden ( 1400-1464 ) conosciuto anche come ” Rogelet de la Pasture” che non è altro se non la traduzione del suo nome in francese essendo nato a Doomik, oggo Tourmai, in Olanda, a pochi Km dal confine francese. La Deposizione qui sopra raffigurata e forse il suo massimo capolavoro, dipinta per la chiesa di Notre Dame du Dehors si trovas ora esposta al museo del Prado a Madrid
opera di grande drammaticità e vigore si pensa che sia la parte centrale di un trittico parzialmente scomparso, il dipinto ha l’insolita forma di una T rovesciata le figure vi si stagliano con notevole senso plastico.Il fulcro è la figura esangue del Cristo, la partecipazione fisica ed emotiva di Maria sembra evocare i Misteri, testi religiosi come L’imitazione di Cristo” molto in auge in quell’epoca.
n precedenza, nella seconda metà del Trecento, gli artisti fiamminghi erano migrati in Francia presso le corti degli aristocratici di sangue reale; si trattava essenzialmente di miniaturisti, primi fra tutti i fratelli De Limbourg, che operavano nello stile gotico internazionale
l’assoluta meraviglia di questa lacrima che tracima dall’occhio
Van der Meyer fu anche un grande ritrattista
fino da bambina ero rimasta affascinata da questo ritratto di Isabella del Portogallo finita in Belgio come sposa del re, che io chiamavo ” la Dama con le corna” chissà poi magari era vero, ma beata innocenza non ne conoscevo il malizioso sottinteso!
Petrus Cristus, ( Baarle-Hertog 1410 Bruges 1475 circa) si hanno scarse notizie sulla vita, non è certo neppure il suo nome, che è stato dedotto dalla sua firma PETR XII apposta sui dipinti.Appartenne alla cosidetta ” seconda generazione” dei Primitivi Fiamminghi, quella fase della pittura delle Fiandre legata alla nascita della sua straordinaria scuola, la più importante con quella Toscana nel panorama delle arti figurative Europee del quattrocento
lo stile del Christus rese ispirazione da quelle del realismo minuto di Van Eyck
Sant’Eligio nella bottega di un orefice, Metropolitam Museum New York.Alcuni ipotizzano anche di un suo viaggio in Italia poiché fu il primo artista fiammingo ad adottare una costruzione spaziale geometrica e razionale della prospettiva a punto di fuga unico, non ci sarebbe da stupirsi, molti suoi amici erano italiani e quasi tutti provenivano dalla Toscana
Hans Memlin, pur se nato in Germania a Aschaffembourg in Baviera intorno al 1433, può considerarsi a pieno titolo nella seconda generazione dei Primitivi fiamminghi, trasferitosi a Bruges a 30 anni ( dove morì nel 1494 ) nulla si sa di questo periodo giovanile.Una delle sue opere più famose è il Giudizio universale conservato nella cattedrale di Danzica, qui sopra un particolare con L’Arcangelo San Michele che sguainando la spada scaraventa negli inferi i dannati
austero questo Cristo Benedicente L’opera di Memling delicata nei colori, caratterizzata da forme di estrema grazia venne presto notata anche in Italia dove i grandi bamchieri e mecenati come i Medici di Firenze dedicavano grande attenzione e finanze all’Arte del tempo
Dopo la morte del suo maestro Rogier van der Weyden avvenuta nel 1464, Hans Memling continua a dipingere opere d’arte sacra nel rispetto delle tradizioni pittoriche fiamminghe, limitandosi ad addolcire le espressioni dei personaggi ritratti. come dimostrano questi straordinari ed espressivi ritratti di donna
Adamo ed Eva si possono ammirare al Belvedere Superiore di Vienna Kunsthistorisches Museum,i pittori fiamminghi dell’epoca erano abituati a considerare la creazione di una pala d’altare, un lavoro artigianale, da fare a più mani, dove ogni pittore si occupava delle parti che gli venivano meglio: c’era chi faceva solo i fiori, chi faceva i visi, chi lo sfondo.Per questo motivo molte opere, forse dipinte da Hans Memling, sono state attribuite al suo maestro o ad altri collaboratori.
La mia opera preferita Gli Angeli Musicanti, posso solo immaginare la melodia dei loro suoni celestiali ma sono certa che assomiglia alla loro delicata bellezza
Il mio grande amore per l’Arte e la pittura spero possa esservi gradito, nelle mie piccole espressioni ed attenzioni di appassionata, chiudo questo post con una definizione del pittore espressa da Pablo Picasso
è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto
ed a proposito di quello che si è visto, ancora qualche bella immagine : uno spettacolare balconcino ( ed anche qualcosa surreale ha ha come questi zoccoli di legno carenati!) prima di salutare definitivamente Delft per salire ancora più a nord:
untrenino a vapore che ancora fa servizio sfilando con le rotaie fra i canali
e che dire di queste originalissime fioriere formate dal classici zoccoli colorati! un abbinamento che un po’ rappresenta l’Olanda stessa: fiori e zoccoli di legno! un grazie per la vostra attenzione e un arrivederci a presto ( senza dimenticare gli immancabili tulipani in una visione che rasenta il sublime! 🙂
qualche anno fa, quando ancora non tenevo un blog, una Pasqua molto alta mi parve l’ideale per visitare l’ Olanda che ancora non conoscevo, ma soprattutto per bearmi dell’incredibile e spettacolare fioritura dei tulipani e delle altre magnifiche varietà di bulbi che schiudevano i loro petali in quel periodo, ed è con quel ricordo e quei colori che voglio farvi gli auguri per questa festività dell’anno 2016
visitai Amsterdam, Rotterdam ed Haarlem, ma soprattutto ero interessata a Keukenhof un luogo veramente incredibile, a soli 35 km sud da Amsterdam.Il più bello e il più grande parco fiorito al mondo
vi si ammira ogni varietà e colore di tulipano, tutti all’unisono fioriti in 32 ettari di terreno, più di sette milioni di bulbi compresi narcisi, giacinti, muscari, e ogni altro tipo di bulbo che fiorisce in quel periodo!
qualcosa da non credere, che abbaglia gli occhi e li fa stropicciare in continuazione, per esser certi di non avere le traveggole
rapiti da tanta bellezza che la natura con la complicità e la passione dell’uomo può regalare. Al suo interno anche uno dei classici mulini che caratterizzano l’Olanda, vi si puà salire ed avere una panoramica mozzafiato del parco
l’idea di creare il Keukenhof venne al sindaco di Lissie ( che è una cittadina poco distante) nel 1949,
insieme a coltivatori del posto diedero vita a questo spazio che doveva rappresentare una specie di mostra all’aperto per far conoscere le novità delle ultime ibridazioni di tulipani.
forse non si sarebbero mai potuti immaginare di arrivare a creare un ambiente così esclusivo ed unico al mondo
è incredibile la perfezione che in ogni angolo del giardino, senza una sbavatura, senza un ciuffetto d’erba fuori posto ci accompagna nel passeggiare tra i viali e vialetti
abbagliati dalla lucentezza dei fiori, dagli accostamenti arditi di varietà e colori
Invincibile alchemica presenza
oscilla fra i rami
sfolgorio d’oro in luci devastate
s’ingombra
non ha ora, né luogo, né presenza
s’esalta e s’inchiara
di purezza e Bellezza soltanto.
Ventisqueras
non è difficile immaginare come questo parco botanico sia uno dei luoghi in assoluto più fotografati al mondo anche se resta aperto solo per 2 mesi all’anno, giusto il tempo della fioritura
zampilli di fontane, pavoni che pur esibendo il loro ventaglio di piume sembrano scomparire difronte alla maestositò del luogo, giochi di pietre nell’acqua, tutto qui è perfezione e meraviglia
messo quasi a fare da sentinella subito fuori dal parco il castello di Keukenhof ( da cui il parco prende nome)
di notte con tutte le luci accese..farà la guardia ai ladri di tulipani?
certo aggiunge un tocco di romanticismo in più ed anche di mistero, sono rimasta per un po’ a scrutare le finestre incorniciate dai rampicanti sperando si affacciasse una bella castellana in antico costume…he he mi spingo sempre troppo oltre con la fantasia 🙂
peccato non sia visitabile
difficile scegliere un’immagine emblematica del parco di Keukenhof per salutarlo e salutare voi…questa così sognante mi sembra perfetta
di nuovo i miei più affettuosi auguri di Buona Pasqua a tutti gli amici e i lettori
Nata di primavera ( oggi avrebbe compiuto 85 anni )
Amici e lettori carissimi stamane passando dal Blog ho notato un avvenimento molto strano, tantissime visualizzazioni sul post che il 13 maggio 2013 avevo dedicato ad una Grande Poetessa che molto amo, il mio piccolo omaggio, contemporaneamente ho visto che Google le dedicava l’apertura, ed allora ho capito! non potevo restare indifferente a questo ed ho anche pensato, come già un caro amico e commentatore mi aveva fatto notare che in questo post -DELFT 2- non avevo presentato nessun testo poetico, le ragioni erano altre, ok, ma ora credo alla luce di una qualche ed imprevedibile magia l’unico testo poetico doveva e poteva essere solo il Suo, della Grande Alda! mi sono commossa ci credete?, Allora ancora a Lei e a tutti coloro che la amano va il mio grato saluto e pensiero Ventisqueras
Inizierò questo secondo capitolo dedicato a Delft così come il primo: una bicicletta qui in prospettiva con le coltivazioni di tulipani, ma li primo argomento di cui parlare sarà quello della Compagnia olandese delle Indie orientali (Vereenigde Geoctroyeerde Oostische Compagnie forse meglio conosciuta con la sigla VOC la cui intensificazione fu all’origine dello sviluppo e dell’agiatezza della nazione
questo nome evoca fantasie di viaggi favolosi nel lontano ed allora semi-sconosciuto oriente
la storia di Delft si può dire che iniziò contemporaneamente alla sua ascesa, questa stampa d’epoca ci fa immaginare come doveva essere
questa è la riproduzione fedele di un galeone con cui i mercanti intraprendevano i grandi viaggi commerciali verso l’est del mondo
la Compagnia delle Indie qui a Delft aveva sede in grandiosi palazzi edificati sull’Oude Delft,
alle numerose sedi delle città olandesi si contrapponevano, ovviamente quelle situate in oriente
questo è l’edificio principale della compagnia in Delft l’Oost Indich Huis, Fondata nel 1602 già nel 1650 cominciò ad avere le prime difficoltà dovute alla concorrenza delle compagnie Inglesi e francesi delle guerre cruente che le coinvolsero e non ultimi gli attacchi dei pirati attratti dalla preziosa mercanzia stipata sulle navi,
ma anche per i brutali metodi di insediamento nelle colonie, che impedirono un pacifico e costruttivo dialogo con la popolazione.. Nel 1800 a causa dei grandi debiti la gloriosa compagnia venne sciolta, assorbita in gran parte da quella Inglese.
le famosissime porcellane conosciute come Delft blu
la pregiata lavorazione artistica della porcellata iniziata nel 1640 comprendeva ben 32 fabbriche e non aveva concorrenza fino all’importazione della stessa dalla Cina attraverso la VOC, ora rimane solo una fabbrica a produrla: la Porceleyne Fles ( i cinesi combinavano guai già fino da allora!!! )
Nieuwe Kerk ( Chiesa Nuova ) costruita in pieno gotico nel XIV sec. e terminata dopo due sec. nel 1510 e nonostante abbia i suoi begli annetti la si continua a chiamare così. Il suo campanile per altezza è secondo solo a quello di Utrecht sempre in Olanda
la chiesa è situata al centro della città nella piazza dell’antico mercato ( la Markt )
la Nieuwe Kerk è uno spettacolo visivo eccezionale con il suo campanile-torre che diventa un tutt’uno con con la chiesa così diversa dalle consuete architetture ecclesiali
è possibile salirvi fino in cima ( eh, ma che faticaccia! ) per ammirare il panorama della città e dintorni
l’interno ve lo farò scoprire in un modo inconsueto: attraverso una serie di quadri del pittore olandese Emanuel de Witte ( 1617-1692 )
che illustrano con immagini fedeli e altamente scenografiche la maestosità del luogo, qui si torna al reale con le sepolture dei membri della famiglia Reale olandese gli Orange-Nassau compreso Guglielmo I detto il taciturno padre fondatore dell’Olanda indipendente, ucciso a Delft nel 1584 per mano di un simpatizzante spagnolo. Tutt’oggi questa tradizione continua
la lunga serie di bellissime vetrate rappresenta alla base i membri della famiglia reale.La Nieuwe Kerk nasce, secondo la leggenda dalla visione di un mendicante piuttosto eccentrico certo Simone che un giorno del gennaio 1351 cadde in ginocchio nell’angolo dove poi venne eretta la chiesa, dichiarando che aveva avuto una visione della Madonna che gli chiedeva di edificarla in quel luogo, contemporaneamente anche Jan Col altro abitante di Delft ebbe la stessa visione, ma nessuno sembrò farci caso.Ogni anno in gennaio si ripetevano le stesse visioni, dopo la morte del mendicante continuarono a Jan Col, questo per 30 anni, infine ( chi la dura la vince) la chiesa venne edificata
il quattrocentesco Prinzcenhof in origine era un convento fu in seguito abitato da Guglielmo I detto il Taciturno e adibito a suo quartier generale a seguito della fondazione della Repubblica delle sette province unite d’Olanda e fu anche testimone della sua uccisione
nel muro si possono ancora vedere i fori delle pallottole che ferirono mortalmente il principe
nella grande piazza del mercato si può anche ammirare la facciata rinascimentale del Palazzo del Municipio,Stadhuis, solo quella in quanto lo stesso non è visitabile
originariamente progettata dall’architetto olandese Hendrick de Keyser fu pesantemente modificata nel corso dei secoli
questo video vi fa vedere qualcosa di molto inconsueto: un gigantesco parcheggio per biciclette incredibilmente strutturato, quando l’ho visto non credevo ai miei occhi anche se ben mi ero accorta della predilezione degli olandesi per le biciclette!
ancora stupendi tulipani per salutarvi in questo secondo post dedicato a Delft,a presto, e grazie per l’attenzione
He si, siamo in Olanda! alcuni dei suoi simboli più conosciuti ce lo dicono! Mi è sembrato un modo simpatico per iniziare questa nuova avventura continuando a salire verso Nord, farò alcune tappe in Olanda, le città più grandi le avevo già visitate ed ora cerco nuove dimensioni di storia e di vita.Ci troviamo a Delft ( circa 100.000 abitanti ) nell’Olanda meridionale che prende il nome dal canale ( gracten ) su cui è stata costruita: una storpiatura di” delven” che in olandese significa scavare. Questi canali erano di primaria importanza per il ruolo mercantile di ogni antica città olandese
un immagine “cult” per rappresentarla, più che quelle dei suoi grandiosi monumenti credo possa essere questa: uno dei suoi placidi canali alberati dove i tigli si piegano gentili verso le acque, ornati di fiori e ponticelli armoniosi invitano a passeggiare senza fretta in tutto relax
o magari a fotografare i riflessi di monumenti nelle grandi vetrate che abbondano nei nuovi palazzi dei lungo-canali
riflessi ondeggianti, contorti se invece si osservano danzanti nell’acqua
camminare a piedi significa inoltrarsi nella stupenda città vecchia salendo su ponticelli ad arco acuto, aspettando che i turisti smettano di camminarci sopra per ammirare in santa pace i vecchi palazzi di mattoni scuri dalle bianche finestre ed avere, finalmente, libero l’orizzonte!
Delft fu fondata oltre 750 anni fa e ottenne i suoi diritti di città dal Conte Guglielmo II d’Olanda nel 1246
la grande suggestione dei canali che caratterizza i Paesi Bassi si deve alla continua lotta che le popolazioni locali hanno intrapreso da secoli per difendersi dal mare del nord le cui grandi tempeste sconvolgevano quel territorio sommergendolo in continuazione, e dalla necessità di far giungere sulla terraferma i grandi mercantili per lo scambio di merci che erano il fulcro del commercio e dell’agiatezza di quei luoghi. Al Museo Het-Princenhoof si può osservare come esempio un veliero davvero splendido
una serie di dighe e dune lungo le coste e i fiumi impediscono a questi territori di essere inondati, mentre numerose stazioni di pompaggio prosciugano l’acqua piovana in eccesso
anche qui come a Bruges nei canali sciama una moltitudine di cigni, mi chiedo se anche a Deflt varrà la condanna di Massimiliano D’Asburgo che obbligava i cittadini di Bruges a mantenerli per l’eternità! 🙂
I cigni di Delft
ha un cuore fatto di giglio il candido cigno,
si ferma alla fontana a pettinarsi le piume
il cielo è in un secchio, gli fa da specchio
come Giacinto
altero e superbo non si cura del passare del tempo
negli antichi canali, forse
come lui sarà immutabile, eterno.
Terra di luce, cielo d’acqua una goccia nella testa
cade, come musica s’affaccia
pallidi sogni agitano la loro corsa
giacendo silenziosi con le timide farfalle dell’alba.
Ventisqueras
circa il 20% del territorio e il 21% della popolazione sono localizzati sotto al livello del mare, mentre più del 50% dei Paesi Bassi ne é appena di un metro al disopra. Buona parte del terreno è costituita da polders,ovvero territori strappati al mare a paludi costiere o a lagune
ed eccoli i canali ancora più affascinanti vestiti di luci come Dame con le paillettes, mentre si percorre l’Oude Delft il vecchio canale, dall’atmosfera accogliente e intima ( gezellig, come direbbero in olandese).Questo fu il primo canale scavato nella città e lo chiamarono Delf ed in seguito Delft, poi venne scavato un secondo canale chiamato Nieuwe Delft, ( nuovo Delft ) e così da allora il primo canale scavato divenne l’Oude Delft
e cosa ne pensate di questo spettacolare mercato dei fiori?
in questa immagine dove gli antichi palazzi tutti impettiti e sussiegosi sembrano beffarsi del tempo che scorre, osservo anche lo strano connubio fra barche e automobili perfettamente allineate entrambe in attesa di essere usate
il vecchio canale di Delft è il luogo che racconta l’intera storia della città se non addirittura quella dell’Olanda intera
tutti gli edifici storici più importanti sono situati lungo il suo corso o in qualcuno dei suoi angoli
e qui una sequenza straordinaria di antichi palazzi storici che portano orgogliosamente impressa sulla loro facciata a caratteri d’oro zecchino la data della loro costruzione
la grande quantità di biciclette che si trova ovunque e lo sfrecciare più o meno veloce dei ciclisti per strada è una costante che ancora riesce un poco a suscitarmi meraviglia, ma certo preferita di gran lunga al caotico traffico di automobili delle nostre città!
altra costante sono i tipici zoccoli di legno,
che vengono esposti ovunque con piacevole impatto visivo, ne ho acquistati anche io naturalmente, ma sono molto rumorosi e non credo li indosserò mai 🙂
per non parlare dei mulini a vento, che troneggiano qua e là, rendendo unico l’ambiente
incantevoli nei paesaggi primaverili
ed ecco l’inverno con i suoi grandi ricami di gelo, in questi luoghi molto umidi è più favorito ad appiccicarsi ovunque con i suoi arabeschi che alla luce dei lampioni scintillano come filagrane argentate
l’autunno che è la stagione che più amo lancia i suoi riflessi rossi a colorare le acque e questo ravviva il paesaggio che spesso è di un triste colore grigiastro e difficilmente vi si ritrova il nitore lucente dei nostri cieli mediterranei.
Spero di essere riuscita a darvi un piccolo resoconto della vita nei canali di queste lande nel suo diverso ritmo storico e naturalistico.
A presto con altre emozioni da raccontare.
( le stupende foto delle 3 stasgioni in cui non ero presente a Delft mi sono state gentilmente prestate-ringrazio-)