Bisanzio
In lancinante fiorire d’anima
uno stuolo turrito di sogni e di pensieri in tondo
mi colma gli occhi fino all’orlo
cadendo da una fitta gola di stelle muoiono le parole sulla pelle
stanno strette alla vita
che corre e scorre infinita e finita
Ventisqueras
nel primo post su Istambul vi ho narrato delle sue origini romanico-storiche, delle guerre, delle dinastie che si sono succedute fra sconfitte e vittorie
in questo post che ho intitolato ” La fiaba” vi dirò la sua visione ottomano-bizantina, quella degli harem, delle odalische e sultani, degli eunuchi e delle moschee blu, di quel lato fiabesco, appunto e romantico che vive in ogni angolo nascosto della immensa megalopoli e che ti assale e la ridimensiona , servendola su un piatto d’argento cesellato alla tua portata di essere umano
mi sono perdutamente innamorata di queste lampade nel Gran Bazar, avrei voluto acquistarle tutte ( qui riaffiora il mio essere eterna bambina, Peter Pan al femminile, he he, chissà se volessi forse potrei anche volare)…dove le avrei messe? non so, forse nella mia stanza…mhhh troppe, sì, allora in giardino a far concorrenza alla luna o alle luccioline di maggio
contro il cielo rosso del tramonto e le snelle guglie dei minareti i grandi stormi delle oche selvatiche provenienti da Eliath e dirette a nord migrano con certezza assoluta cecrando la loro meta come ogni anno, io amo moltissimo le oche, mi sembra di averne già parlato in un post sull’Alaska
questo straordinario video costruito sulle note colme della malinconica bellezza del violino di Ahu Saglam grande musicista e autore turco, sembra inneggiare alla loro libertà e splendore che completa l’incanto della natura dei luoghi sorvolati…(poi che un esercito di cacciatori giunti da ogni parte di Europa ne interrompe il volo con la stolta idea di cacciarle…beh è solo un fatto che mi strazia l’anima…)
Palazzo Topkapi ( letteralmente ” La porta del cannone”)
costruito in posizione strategico-panoramica a Punta Serraglio
il palazzo fu arem e residenza dei Sultani ottomani
stupisce ad ogni angolo per la preziosità leziosa di ogni suo particolare
il maestoso ingresso al grande palazzo prelude a magiche visioni
Odalisca
Sono andata cercando catene.
-Pesanti catene per te.-
Sono andata cercando
l’amore molto felice
che non ha catene –per me-
ti ho cercato al mercato degli schiavi
non ti ho trovato.
Sono allora andata a vendermi
al mercato degli schiavi
con un fiore rosso fra i capelli
mi hai trovata.
Con catene di fiori mi hai liberata.
Ventisqueras
immaginavo un frusciare di vesti di seta
giovani voci far fiorire risate …ma chissà quante storie di gelosie ed anche di morti misteriose ad intrecciarsi
in questi ambienti ovattati e sfarzosi
dove immensi tesori sono ancora custoditi gelosamente
architettura grandiosa e contemporaneamente intimistica nei preziosi particolari
—
chissà quali occhi bellissimi si sono affacciati da queste finestre
a malincuore si lasciano alle spalle visioni magiche e sogni, ora persi in mezzo ai fiori
Ventisqueras
si dice che anche il pavimento dell’inferno sia lastricato di buone intenzioni….sì, sì, questo vale anche per me! Vorrei trascorrere più tempo sul blog, ma per ora non mi è ancora possibile, per farmi scusare solo un pochino posto un altro dei miei piccoli pensieri-emozione sulla splendida ISTAMBUL,
grazie a tutti, vi voglio bene