L’alabarda d’argento è simbolo di Trieste, lo troviamo difronte al mare nella Piazza Unità d’Italia, secondo la leggenda San Sergio partendo dalla città per l’evangelizzazione profetizzò la sua morte per martirio, dicendo che quando questa fosse avvenuta avrebbe mandato ai fedeli un segno. Nel giorno in cui fu ucciso ( Persia nel 336 ) cadde dal cielo in quella che allora era chiamata Piazza Maggiore una alabarda d’argento, tutt’ora conservata nella Cattedrale di San Giusto, pare sia inattaccabile da qualsiasi agente corrosivo o che ne offuschi la lucentezza
Il viaggio
Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un’altra riva, e arriverò.
Cesare Pavese
Trieste vista dal Carso :una striscia di terra stretta contro al mare a guardarla dall’alto ti si stringe il cuore, ad ogni battito dice ITALIA !!!
commemorazione della data del ritorno definitivo della città all’Italia col passaggio della pattuglia acrobatica dell’aeronautica italiana “Le frecce tricolori”
26 ottobre 1954
le truppe americane lasciano il “Territorio Libero di Trieste” così proclamato dall O.N.U. in attesa del trattato ( inglorioso, dico io ) che riconsegnò alla Patria solo una parte dei territori che sarebbero storicamente dovuti esserle annessi, le truppe di terra dal varco di Duino e dal porto la Marina Militare entrarono in città accolti da tutta la popolazione commossa, felice, festante. L’Amerigo Vespucci, il nostro vascello dei sogni era in rada per partecipare al generale tripudio
ed ogni tanto vi ritorna illuminando di tricolore il glorioso trealberi. Ho parlato di romanticismo nell’italianità triestina perché l’irredetismo popolare ha ricordato i moti rivoluzionari carbonari che portarono all’Unità d’Italia ( immagini prese dal web)
crocevia di mondi latini, tedeschi e slavi è una città dai molti confini, non solo geografici, ma anche culturali e storici
sul molo “Audace” chiamato così dal nome della nave da cui sbarcarono i Bersaglieri, primo corpo dell’ Esercito Italiano a toccare il suolo di Trieste nel 1918 una prima volta irredenta e liberata dopo la vittoria sull’esercito austroungarico che la occupava, due statue rappresentano i due diversi momenti storici del ricongiungimento all’Italia
un bersagliere con le piume al vento che porta il tricolore, e”Le ragazze di Trieste ” due sartine che cuciono la bandiera italiana, ricordano le varie e complesse vicissitudini storiche dopo l’occupazione nazista e in seguito quella di Tito del 1954
installate nel 2004, le due statue furono realizzate dallo scultore Fiorenzo Bacci, in occasione del 50 anniversario della liberazione
La bora
Il vento, il vent0
lettere d’avorio che sillabano il sempre
le scompone il vento folle
folle di mille voci urlanti e mille.
Nessun capiva l’aspro profumo che saliva dal mare
il vento, era il vento che ti faceva tremare.
Sole rosso dentro la sera racchiudeva un frutto
folle la sua preghiera
Ventisqueras
soffia fortissimo il vento di bora da ottobre a marzo, arriva da est e da nord con una furia irriverente che lungo i secoli ha portato con se il richiamo ad antiche leggende, che ci raggiungono da un territorio antico, quello delle popolazioni illirico-istriane dell’età del bronzo
la bora è la storia stessa di Trieste, la Tergeste romana crocevia commerciale con l’Est definitivamente colonizzata nei primo secolo a.C.Soffiava forte nell’era Bizantina, come in quella Longobarda, che allora come ora porta con se il detto:
” la bora nassi in Dalmazia, la se scatena a Trieste, e la morì a Venessia!( nasce in Croazia, si ferma e si scatena a Trieste e muore a Venezia)
alla potentissima Repubblica della Serenissima, avversaria dichiarata da sempre di Trieste, questo detto popolare pensò bene di lasciare gli ultimi sospiri del “suo” vento!La città si affidò nel 1382 alla protezione austriaca e Venezia non fece più paura
Così gli Asburgo si guadagnarono una bella fetta di storia tutta triestina, in tre secoli la città si sarebbe trasformata nel principale scalo dell Impero superando del tutto la rivale Venezia.Il periodo del maggior splendore fu nel 1719 quando Carlo VI concesse alla città lo stato di Porto Franco
Il Caffè degli Specchi e Piazza Unità d’Italia certo Trieste è una città ben strana se si lascia raccontare da un vento e da un Caffè ( sia pure con gli specchi!!! ) ma se questo Caffè si trova in una delle piazze più belle d’Italia ( e se dico d’Italia dico anche del il resto del mondo! ovvio) che ha scenari di magie diurne e notturne, tutto diventa semplicissimo e plausibile
forse anche la luna si è accesa come un lume a falce calante opera di un grande design e non tramonta mai, sta infissa lassù chiodata da una stella
atmosfere della “mitteleuropa” ancora si conservano in queste caffeterie triestine, dove ai cittadini piace sedersi all’aperto respirando aria di mare
l’antico di Trieste non muore mai, tutti lo sanno ed ancora si racconta di una città che ha visto arrivare gente da ogni parte:tedeschi, slavi, boeri, greci, ebrei
ed eccolo il famosissimo Caffè degli specchi che ha visto a conciliabolo grandi menti dell’8oo
Joyce, Rilke, Umberto Saba, Italo Svevo, intenti forse a discutere di mondi che stavano per finire e di futuri incerti che stavano cominciando
A Trieste ove son tristezze molte,
e bellezze di cielo e di contrada,
c’è un’erta che si chiama Via del Monte.
Incomincia con una sinagoga,
e termina ad un chiostro; a mezza strada
ha una cappella; indi la nera foga
della vita scoprire puoi da un prato,
e il mare con le navi e il promontorio,
e la folla e le tende del mercato.
tratta da ” tre vie di Trieste ” di Umberto Saba
ho scelto questa vecchia foto per rappresentare questo testo straordinario di un Poeta per me troppo sottovalutato, le sue parole si leggono tra le pietre dell’erta come canto d’amore per la sua Trieste
nata nel 1869 la Barcolana è una storica regata velica internazionale che si tiene ogni anno nel Golfo di Trieste nella seconda domenica di ottobre.E’ una delle regate più affollate al mondo, ne detiene il record con la partecipazione nel 2001 di ben 1968 imbarcazioni.
lo spettacolare passaggio in parata difronte al castello di Miramare ( le immagini della Barcolana sono prese dal web)
si va facendo sera e Joyce sembra un qualunque turista ammirato guardare dal suo monumento nel Canal Grande l’avvicinarsi del tramonto
l’aria s’accende di rosso e una vela passando ne raccoglie tutto il bagliore.
lo so, è riduttivo parlare di Trieste solo con un post, le cose da vedere e da raccontare sarebbero moltissime, ma questa volta la mia sosta di un solo giorno non mi ha permesso di documentare molto, sorry, sarà per un nuovo ritorno 🙂
Ventisqueras