Il sole di mezzanotte è certo una delle più forti emozioni da provare alle latitudini artiche, è un qualcosa di indescrivibile quel rosso fiammeggiare della nostra stella che riesce a sorgere dopo solo quattro ore sia pure da un tramonto in luci. E’ sorto prima della partenza dall’isola di Vagar per recarmi a Mykines
Il faro alto nel verde è il suo simbolo
anche se non è la prima cosa che si vede arrivando su questa isola estrema e selvaggia
colonne di basalto circondano l’attracco in questo grande fiordo, un piccolo pontile, il mare un olio azzurro rubato a qualche tela di un grande pittore, ed anche il vento sembrava eccezionalmente essersi addormentato
il sole sorto a mezzanotte volle farmi compagnia in tutto il suo celeste percorso in questa giornata particolare
salendo al villaggio che è l’unico e da nome all’isola tutto mi parve cristallizzato in quelle poche case colorate pennellate da un vento a mitraglia lungo i fianchi scoscesi della collina
qualche timido fiore, qua e là, fra l’erba
timido e sparuto come questi appena visibili dietro una piccola bandiera delle Faroe all’ingresso di una delle sue caratteristiche case in legno
I coriacei lupini anche qui dardeggiano di rosa nel piccolo giardino di pietre tra un ruscello e le case colorate…e le case…già! solo quaranta come il numero degli abitanti di Mykines, ma coloro che vi risiedono per tutto l’anno, pensate, soltanto dieci e le case sempre abitate soltanto sei!
Le case di Mykines
erano solo poche case
sotto quella grande luce addormentate
piccole e colorate
forse abitate dalle fate del Nord
avrei voluto che il tempo
abbagliato dal rosso dei ricordi
bagnando l’idea, si fosse arreso
qui con me bloccato
dimenticando tutto quello
che c’è da dimenticare
e soltanto sognando
restare
Ventisqueras
un tempo Mykines fu uno dei più grandi insediamenti di tutte le Faroe, nel 1940 vi risiedevano circa 170 persone
io le immagino spuntate come funghi dalla terra queste case occhieggianti finestre bianche e tetti d’erba, forse risalite dai lidi sotterranei dove abitano gnomi, fate, folletti e i mitici troll, di cui sono piene le fiabe dei paesi del nord!
accanto alle case dai tetti d’erba non ci sono lussuose fuoriserie parcheggiate, ma barche colorate! a proposito dei tetti d’erba mi è stato chiesto come fanno ad impiantarli, diciamo che è piuttosto semplice, sopra i tetti di mattoni viene steso uno strato di 20 cm di terra e sopra questo seminati ( o trapiantati già con la zolla ) piante grasse di un tipo particolare che rapidamente si estendono e non hanno bisogno di manutenzione, essendo la loro crescita in altezza molto limitata
le strade sono molto strette e prevedono solo un passaggio pedonale o con animali da soma
le donna abilmente sferruzzano pesanti maglioni con la pregiata lana delle loro greggi, ce ne sarà molto bisogno nella lunga stagione invernale
ancora case, molto fascinose in questa livrea bianco-rossa che io non ho potuto ammirare
gli interni presentano angoli molto accoglienti, molto riscaldati, ovviamente
una tipica faccia di feroese
forse è il gestore di Cristianshus l’unico B&B di Mykines, dove ci si può fermare per trascorrere la notte
ora ci allontaniamo dal villaggio per la passeggiata al faro ( circa 5 km ) è consigliato non soffrire di vertigini 🙂
perché talvolta si cammina vicino agli strapiombi osservando da vicino le grandi colonie degli uccelli
lo spettacolo è sempre più affascinante : per raggiungere il faro posto sull’isoletta di MykinesHòlmur si attraversa un ponte-passerella lungo 40 metri e alto 35 gettato sulla gola di Hòllmiògv
e finalmente il faro! eccolo laggiù in lontananza…si staglia in uno scenario da urlo!
a rallegrare il cammino spesso i buffi pulcinella di mare si affacciano ad osservare, per nulla spaventati, solo curiosi
il faro è stato costruito nel 1909,
in una giornata di sole la prospettiva è scenograficamente esaltante
l’sola di Mykines appartiene alla parte di più antica formazione delle Faroe, essendosi creata da eruzioni vulcaniche circa 60 milioni di anni fa, in seguito ad una eruzione più recente si sono formate lunghe fenditure nella terra, riempite in breve tempo da lava che ha prodotto grandi vulcani piatti, nella gola do Hòlmgiògv se ne possono osservare alcuni
una giornata particolare, certo, di solito Mykines si presenta così: avvolta dalle brume e con il mare urlante che scaraventa onde gigantesche sulle rocce…ci è stato detto dagli isolani che il sole ci ha seguito fin qui dall’Italia, con un sorriso annuisco…ma sarà poi così potrebbe aver fatto troppa fatica, no? ha ha 🙂
Ne ho parlato molto di questo gioiello selvaggio su cui ho lasciato un pezzetto di cuore più delle pur bellissime città sì, ma troppo occidentalizzate e saluto Mykines con tristezza …chiudendo questo a quasi un anno dalla mia partenza è come se lo lasciassi per la seconda volta!
ho iniziato con un cielo rosso e così voglio finire, che sia un’alba o un tramonto a queste latitudini si sa, non ha molta importanza è la rossa luce che domina e comanda…buon tutto!
Ventisqueras