è sulla punta estrema del Golfo dei Poeti che s’affaccia come un sogno avanzato in dolcezza sul mare il campanile di Tellaro, con una leggenda da raccontare
anche questi colori sfumati tra il viola, il violetto e il rosa la raccontano sorridendo ai cherubini che con i gomiti appoggiati alle nuvole e le manine paffute sulle gote stanno curiosi ad ascoltare
Gli abitanti di Tellaro, dopo essere stati oggetto di varie incursioni saracene, per il vicino covo dei pirati del levante ligure, decidono di fare i turni di guardia per sempre controllare l’orizzonte.
Una notte tocca a Bernà, strano personaggio non ben individuato nelle tradizioni del borgo, ma che invece di sorvegliare, colto dalla stanchezza si addormenta .
gli abitanti del piccolo borgo ormai erano indifesi e il silenzio assoluto regnava tra i vicoli…
Proprio quella notte col loro carico di morte e terrore arrivano i Saraceni, pronti a uccidere, rapire, saccheggiare, ma un grosso polpo, che si narra vivesse felice nelle acque davanti al piccolo porticciolo
arrampicatosi a fatica fino in cima al campanile, suonò le campane a distesa avvinghiandosi con i tentacoli alle funi. Il paese fu salvo essendo stato svegliato per tempo e gli abitanti uniti e compatti tra loro misero in fuga i Saraceni e il grande polipo del porticciolo fu ancora più felice….e chissà se anche lui avrà un suo piccolo paradiso d’acqua e sorriderà nel sentirsi ancora oggi ricordato
Ed è così che Tellaro fù salva grazie all’allarme dato dalle proprie campane azionate dal temerario polipo. ( ah, certo ma quanto mi sarebbe piaciuto vederlo nella sua solenne funzione di campanaro!!!)
Acquarello di fiore marino
Tatuato sulla sinuosa danza dell’onda
acquerello di fiore marino ruoti
nel gorgoglio di schiuma bionda
alto, ti levi col vento dipingendo di pelle
un sorriso.
Leggera frescura spenge l’arsura,
gocciolanti perle azzurrine soffocano
la dimensione di sentirmi esistere
come molle chiarità acquosa
ritrovandomi però soda e perduta
in un involucro di carne, statua cosciente
di sonno oblioso, seme a disperdermi
occulto
a fuggire, per diventare stelo e fiore d’onda
lasciarmi assorbire
dall’infida sabbia, sull’arenile.
Ventisqueras
ora , giustamente, vi chiederete : ma cosa c’entra Frank Sinatra con la Riviera Ligure? eh eh c’entra, c’entra…
il grande Frank, che come sapete era di origine italiana era ghiottissimo delle trenette al pesto alla genovese, partiva appositamente dai lontanissimi U.S.A. per venirsele a mangiare…credo che quel piatto dovesse avere un costo piuttosto elevato, ha ha
la cucina ligure ha succulenti piatti a base di pesce di cui anche io sono ghiottissima, anche se, per andarli a mangiare adopero una semplice automobile e non l’aereo! …i costi sono modici, sì, sì…
i poeti Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti, lo scrittore e regista Mario Soldati che abita stabilmente in una villa presso Tellaro e lì vi muore il 19 giugno 1999, il giornalista Indro Montanelli che è solito dimorare a Monte Marcello sono fra i tantissimi letterati che hanno stabilmente goduto di questa straordinaria bellezza e gentilezza delle popolazioni .
è la Liguria terra leggiadra
il sasso ardente, l’argilla pulita
s’avvivano di pampini al sole.
E’ gigante l’ulivo a primavera
appar ovunque la mimosa effimera.
Ombra e sole s’alternano
per quelle fondi valle,
che si celano al mare
per vie lastricate,
che vanno in su fra campi di rose,
pozzi e terre spaccate,
costeggiando poderi e vigne chiuse.
In quell’arida terra il sole striscia
sulle pietre come serpe,
il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
tratta da Liguria di Eugenio Montale
approdi di sogno
dondolano barche colorate fra le case-torri
….. e lo sciacquio del mare e il frusciare del vento sono le uniche voci che interrompono il silenzio
il verde delle eleganti palme fa da ombrello al maturare dei datteri
da lontano i grandi pini contorti dal” marino” vegliano sulle anse azzurre del mare
nell’entroterra i casali rustici si fanno abbracciare dall’argento degli olivi, grande ricchezza di questa terra generosa
i piccoli cimiteri affacciati sul mare fanno pensare ad un riposo dolce e infinito
ma sempre l’occhio ritorna ad accarezzare quelle scure scogliere
quel veleggio di bianche vele
a sfumarsi nel tramonto…e dal sogno cui abbiamo aperto gli occhi all’inizio del post, con quelle vele al sogno li richiudiamo
a tutti il mio abbraccio e il mio saluto dal Golfo dei Poeti
Ventisqueras
dedicata a Genova
Questo post era un omaggio alla bellezza del Golfo dei Poeti e alla Liguria, non avevo previsto ancora di pubblicarlo, volevo continuare con la serie di Istambul, ma l’alluvione che ancora una volta ha messo in ginocchio Genova mi ha così scossa che ho voluto fare un piccolo omaggio-denuncia per una città e una regione che sono sempre nel mio cuore
Genova vista da una pisana
Sorge, bianco di vento un tintinnare
un cupo torreggiare nella marina chiusa
di antichi vascelli avvinti alle polene
che dalla prua angeli e sirene, lasciano cantare
hanno grandi e nudi i seni
come rigidi fiori addormentati
a ridestare dolci ricordi.Un dispiegare di vele s’indovina
tra mitiche terrazze di sogni di mattini
dove pieno ride il sole
da via del campo alla bocca di lupo
fino al dilagare della piazza a mare
un brulicare di gente che intasa la foce
nell’erta illanguidita sul fare della sera
d’arabescate ombre un grovigliare.
Ventisqueras
questo è uno testi che ho dedicato a Genova in un ricordo limpido e gioioso, ed è così che la voglio ricordare, non com’è ora: violentata e tradita
la sua conformazione geologica con i monti che la circondano in un abbraccio, fermando le nuvole che vi s’impigliano aiutate dal clima dolce del mare che produce in quantità calore sotto forma di vapore acqueo, forma come un imbuto in cui s’incanalano rapide le acque dei torrenti che tracimano quando i temporali sono particolarmente devastanti
queste sono le conseguenze, certo non le più gravi se si pensa alla perdita di vite umane.Ma queste tragedie che si ripetono non sono da imputare ai soli eventi naturali, la dissennatezza nel costruire, l’incuria, l’indifferenza colpevole delle autorità restano la più grande delle dissennatezze
aggiungo il mio grido di dolore a quello dei fratelli genovesi e della Liguria tutta. ( foto prese dal web)