Potrebbe essere una leggenda, una favola di altre epoche portata nel mondo dalle voci del viaggiatori innamorati di questa terra
verrebbe da pensare a qualche magia, stupirsi di trovare il luogo che ha cullato un mito così lontano e singolare.
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Notte insonne persa nel nulla del silenzio
Quando ascoltavo era soltanto vento
fruscio silenzioso s’appoggiò sul cuore,
quando guardavo era d’argento
di luna stupore
disegnava fuggitiva sull’orizzonte
a sfumarsi le parole-
Quando riguardai stava sorgendo il sole.
Eppure, dove il mare Mediterraneo, il mare della nostra vita, si è fatto ancora più dolce e benefico così domestico da raccogliersi come in un lago, una piccola terra di riviera conserva vivo un segreto di molti secoli: è qui che la Poesia ha trovato il suo orizzonte e la sua casa.
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Tra le ombre rosate dei suoi borghi, nel morbido movimento dei suoi colli, oltre l’azzurro profondissimo del suo mare, questa terra apre discreta al sogno miracolosamente intatto di Shelley, Petrarca e Montale , il mistero della perfetta armonia di un canto all’unisono tra l’uomo la sua terra, il suo mare.
Un microcosmo unico, così vicino alle rotte consuete del turismo, eppure così lontano dai luoghi comuni. Chi valica i suoi confini di ripide falesie e profumate pinete, sa che ha inizio un viaggio di stupore e meraviglia, ancora dopo tanti secoli un paesaggio che si insinua nello sguardo sino a confondersi con l’anima di chi lo cammina.
I borghi:
Porto Venere ( o Portovenere )
Il nome del borgo Portus Veneris deriva da un tempio dedicato alla dea Venere Ericina posto esattamente nel luogo in cui ora sorge la chiesa di San Pietro.
probabilmente legato al fatto che, secondo la tradizione, la Dea era nata dalla spuma del mare, abbondante proprio sotto quel faraglione.
questo impressionante video può davvero far pensare come una Dea possa aver scelto di nascere fra queste schiume! sembra che il mare voglia portarsi via l’intera Punta San Pietro!
un breve cenno la presenza nel Golfo, più precisamente a Fezzano di Alessandro Pepoli detto il Botticelli autore del celeberrimo quadro ” La nascita di Venere”. Il Golfo dei Poeti era un tempo chiamato Golfo di Venere
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da qualsiasi prospettiva o in qualsiasi ora tu la guardi questa rocca e la chiesa ripidi sulla falesia hanno un incredibile fascino
a battezzarlo Golfo dei Poeti fu il 30 agosto del 1910 il commediografo Sem Benelli, che proprio in una villa affacciata sul mare di San Terenzo lavorò al suo capolavoro “La cena delle beffe“: durante l’orazione funebre di Paolo Mantegazza: “Beato te, o Poeta della scienza che riposi in pace nel Golfo dei Poeti. Beati voi, abitatori di questo Golfo, che avete trovato un uomo che accoglierà degnamente le ombre dei grandi visitatori.
alla prima metà del XII secolo la Repubblica di Genova costruì un Castrum vetus sulla punta San Pietro, all’estremità occidentale della baia.
Quel primo insediamento fu racchiuso da una muraglia che dalla chiesa di San Pietro arrivava a proteggere l’intera area del borgo antico.
fu eretta tra il 1256 e il 1277, in segno di ringraziamento per la vittoria sui Pisani, in suggestiva posizione prominente sul promontorio.
l’interno della chiesa, dai classici colonnati in marmo bianchi e neri
..marinai e navigatori, popolo libero con radici fortemente legate al territorio
borghi dalle verdissime colline degradanti al mare
grandi nomi della letteratura europea fissarono qui la loro casa per trarne ispirazione e beneficio intellettivo
nell’incanto delle case colorate vicino agli approdi
scorci poetici occhieggianti dai vicoli
e sempre infondo ad ognuno di essi la limpidità azzurra del mare
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salutiamo quello che viene anche definito anfiteatro d’acquacon un ultimo sguardo d’amore rivolto verso Punta San Pietro
Le isole :
Palmaria, Tino, Tinetto
una veduta generale del Golfo dei Poeti , in evidenza Punta San Pietro e l’sola di Palmaria
uno scorcio particolare dell’isola di Tino che, come quella di Tinetto sono sotto la giurisdizione militare e pertanto ( nel Golfo de La Spezia si trova uno dei più grandi arsenali della Marina Militare Italiana) non sono sempre accessibili, mentre l’isola della Palmaria lo è in qualsiasi momento
suggestiva immagine dell’isola con il faro in funzione
grandi cespi di rosa canina o cistus illeggiadriscono il sottobosco
sull’isola del Tino ritroviamo le alte pareti di roccia bianca che scendono a strapiombo sul mare e la rigogliosa vegetazione sviluppatasi in una numerosa varietà di specie
ci sono anche i ruderi dell’abbazia di San Venerio, risalente al XI secolo, che fu un insediamento monastico spesso minacciato dalle incursioni dei Saraceni. Per questo agli inizi del XV secolo i monaci abbandonarono l’isola per trasferirsi a Le Grazie.
Il Patrono del Golfo della Spezia è San Venerio, la cui festa è celebrata il 13 settembre di ogni anno. In tale occasione si svolge un suggestivo pellegrinaggio via mare al santuario posto sull’isola del Tino
L’isola di Palmaria è caratterizzata dalle alte falesie che in certi punti si aprono all’improvviso. Molto suggestive sono la Grotta Azzurra, da visitare con una piccola imbarcazione, e la Grotta Colombi,
frequentata in epoca preistorica, che si trova su una parete a strapiombo a circa 30 metri sul livello dell’acqua.
La vegetazione dell’isola è molto rigogliosa ed è possibile godere di tutta la sua bellezza effettuando il periplo dell’isola passeggiando lungo il sentiero di circa 6 chilometri.
probabilmente deve l’origine del suo nome al termine “Balma”=Grotta, (piuttosto che alla presenza di palme nane) presenta interessanti valori paesistici, determinati anche dalle differenti caratteristiche orografiche dei suoi versanti: l’orientale, che scende gradatamente a mare coperto da una ricca vegetazione di tipo mediterraneo; l’occidentale, definito da ripide scogliere che raggiungono i 188 m di altitudine.
…con una idilliaca visione del piccolo arcipelago vi saluto dal Golfo dei Poeti con questo mio primo post-
Ventis