Chissà se 5200 anni fa, quando Ötzi o la mummia del Similaun pastore o cacciatore che fosse, a primavera camminava libero sui grandi prati fioriti della Val Senales
a pochi km di distanza da dove è avvenuto il suo ritrovamento,emergendo quasi intatto dal buio dei secoli nella sua bara di ghiaccio
certo le abitazioni preistoriche non saranno state così ricche di comfort come questi bellissimi masi centenari storici
L’incantevole miraggio del Santuario di Monte Santa Caterina ci parla dell’eterno, con il suo campanile aguzzo sembra toccare il cielo
molto suggestivo il panorama con la neve e per chi come me, è appassionato di sci, un preludio-invito alla nuova stagione in arrivo
o, se preferite un tipico Jodler tirolese, con immagini deliziose delle vallate italo-austriache
non conoscevo la zona, sono salita quassù curiosa di vedere ( benché la Val Senales non sia poi molto distante dalla mia seconda casa di Campitello di Fassa non ero mai salita fin quassù) i luoghi dove fu ritrovata la mummia di Otzi che ha destato in me una grandissima curiosità e interesse dopo la visita al museo di Bolzano. Innamorandomi (e come avrebbe potuto essere altrimenti?) dei luoghi, della storia, delle tradizioni,della composta allegria che questa popolazione in apparenza ancora così distaccata dalla realtà che si vive all’esterno trasmette a chi la viene a conoscere.
Questo splendore arroccato sopra un cocuzzolo è il castello di Schnalta
una cascata che forma il fiume Otzil da cui prende il nome la valle nel territorio austriaco Otzental che ha dato il nome anche alla mummia del Similaun , ma di questo ne parlerò più dettagliatamente nel prossimo post
non è difficile fare di questi incontri
mentre l’autunno ricama con l’oro e col rosso giù nella valle
e la fila dei monaci di pietra del convento claustrale della Certosa di Karthaus im Schnaltal ( la Chiesa degli Angeli) incute una certa angoscia ed inquietudine con quelle sagome austere e misteriose
prosaicamente ( considerata la fame e la stanchezza) preferisco pensare alle delizie tirolesi che si troveranno sulla tavola dell’albergo di Vernago affacciato sulle rive dell’ incantevole, omonimo lago
il tramonto mi raggiunge colmando di dolcezza e malinconia il profilo dei monti, pensando all’alba del domani che mi porterà al Similaun
idealmente preceduta da Otzi, così come è stato ipoteticamente ricostruito su basi scientifiche e dagli indumenti quasi perfettamente conservati che gli sono stati trovati vicini,( notare l’ingegnosità del mantello! ) ed esposto nel museo di Bolzano, in quello che doveva essere circa 5200 anni fa il suo ultimo viaggio fra le montagne, a domani dunque, felice notte.
Ventisqueras