….c’era una volta una valle dove fiorivano i ciliegi
e fortunatamente c’è ancora
e c’era una volta un castello abitato dai fantasmi… che, si dice, ci siano ancora
il Castello è quello medioevale dei Vicari, qui vicino, a Lari, in provincia di Pisa…venite che vi accompagno
La valle dei ciliegi
D’antico ocra vestito gigante altero
immoto riposi
abbandonato, come vecchio al sole,
riposano i tuoi piedi tra cipressi, filari di viti
e olivi, -castello di Lari-
Emergendo dai tuoi colli ventosi
da secoli t’incurvi ad osservare
-in semicerchio di luci chiare-
a maggio l’alba a festa dei ciliegi.
Il candore ne ascolti, in sottofondo
sciami d’api a ronzare, marea
danzante che s’espande, e disperde
polline al crocevia del tempo.
Nell’arcate di pietre consunte
del borgo, tra un rosseggiare di gerani
troni di aranci e di limoni esplodono
dall’angolo dove il rugoso vento
va a girare richiamando
di canti, voci antiche di vittoria.
Ventisqueras
nella corte del castello sui muri bianchi di calce gli stemmi della potente casata dei Vicari
sull’intersezione di tre crinali superiori, arroccato su una dolcissima valle di ciliegi, ulivi secolari e cipressi sorge il piccolo borgo di Lari sovrastato al centro dal suo imponente Castello dei Vicari.
La struttura attuale risale alla prima metà del Seicento, ma la sua esistenza è accertata già da alcuni documenti risalenti all’alto medioevo.
fu conteso tra Pisa, che se ne impossessò e lo trasformò in Capitanato del Comune, e Firenze che conquistò definitivamente Lari intorno al 1400, potenziandone tra le altre cose il sistema difensivo, dopo numerosi scontri e sanguinose battaglie.
Il castello divenne la dimora stabile dei Vicari nonché sede del tribunale, che includeva la sala delle torture, luogo dove gli interrogati venivano giustiziati qualora fossero risultati colpevoli, tra le più atroci sofferenze
La sala dei tormenti. (ovvero la sala delle torture) E’ molto sconvolgente questa visita, si possono osservare e toccare ( brrrr) gli autentici strumenti dell’epoca, quali solo menti perverse potevano immaginare e costruire per terrorizzare e procurare sofferenza a poveri esseri umani, magari anche innocenti
immagini raccapriccianti, e come ogni luogo degli orrori che si rispetti anche il castello di Lari ha i suoi fantasmi.Giovanni Princi (detto il Rosso della Paola) venne incarcerato a Lari per le sue idee politiche e all’interno del castello trovò anche la morte dal momento che fu trovato impiccato alle inferriate della sua cella la mattina del 16 dicembre 1922.
Le ragioni della sua morte (apparentemente un suicidio) non furono mai chiarite, anche se sul corpo furono trovati segni inequivocabili di percosse e torture e fu quindi ipotizzato che fosse stato ucciso e poi solo successivamente impiccato.
Quando il carcere venne chiuso l’ex guardiano continuò ad abitare il castello insieme alla sua famiglia e questi furono i primi ad affermare che ogni tanto, la notte del 15 di dicembre, il Rosso della Paola tornava a manifestarsi. Molte altre persone affermano di aver assistito a fatti inspiegabili avvenuti all’interno del castello e soprattutto di aver visto un uomo, avvolto da una strana nebbia, dileguarsi velocemente nell’oscurità.
Gostanza da Libbiano fu anche lei ospite di queste tetre prigioni inquisita per stregoneria, in realtà praticava solo cure diremmo oggi omeopatiche, era una strega buona, ma fu accusata di avere ucciso un giovane con le sue erbe, trattenuta per lungo tempo nella cella al castello dove finì per impazzire, ed anche se non fu riconosciuta colpevole e in seguito liberata, morì senza riacquistare le sue facoltà intellettive e pare che ogni tanto torni nella cella dove fu tenuta prigioniera e gridi tutta la sua disperazione, le sue urla strazianti nelle notti di luna echeggiano in tutta la valle.
ma lasciamo queste atrocità e torniamo a camminare per le belle viuzze del borgo
La bella chiesa del secolo X di Santa maria Assunta dedicata anche al culto di San Leonardo di Noblac, abate, eremita, di Limoges o del Limosino (castello di Vandôme, Corroi, 496 circa – Noblac, 6 novembre 545 ) il suo culto risale all’epoca delle Repubbliche Marinare, gli equipaggi, viaggiando molto riportavano nei piccoli centri della provincia di Pisa echi di eventi lontani
case caratteristiche con accesi colori rallegrano le vie
panni stesi ad asciugare alle finestre sventolano come festose bandiere
mentre ad ogni passo nuove prospettive ci accarezzano dalle stradine vuote, ripercorrendo antichi passi che hanno consunto questo acciottolato
scorci panoramici incorniciati dal candore dei ciliegi e dagli austeri cipressi incantano e
ancora ci abbagliano
a tutta questa abbondanza di fiori seguono poi i frutti succosi, inevitabile vi fosse una sagra paesana dedicata appunto alle ciliegie
le strade si riempiono di colorate e festose bancarelle ed è impossibile resistere all’acquisto di questo dolcissimo
ed invitante frutto
sui rami del ciliegio due colombelle, una chiara, una scura
una era il sole, l’altra la bella luna, io non ero nessuno
ma volavo con loro quando accese fuochi la notte nel cielo
Ventisqueras
la neve qui è un evento raro e questa nevicata nel 2012 ha accresciuto fascino all’indiscussa bellezza della valle dei ciliegi
Fiore di ciliegio
Soffia un vento d’occhi chiari sulle cime delle colline,
spazia un gracidare di tenero sole
Esplodono i ciliegi in chiarore mentre il corvo
gracchia sui merli della torre e la ragazza dorata
nel fiume si bagna i capelli e l’acqua s’inchiara.
Cerco silenzi di guanciali, poggio il capo
sopra quel manto di profumato fiore
candida stella. tenero dolore.
Ventisqueras
ancora una volta il mio saluto ve lo lascio da qui, i miei impegni ancora non mi permettono di essere presente sul blog. Sto bene, ringrazio chi ha chiesto notizie della mia salute. Vi ringrazio tantissimo dell’attenzione e affetto che continuate a dimostrarmi nonostante la mia , ormai lunga assenza. Vi ricordo e vi abbraccio tutti con affetto. MI MANCATE TANTO!