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Lei giunse…
Al tramontare del sole lei giunse,
non si fece fretta.
Ebbi tempo i capelli di ravviare
un raggio di luce il verde nei miei occhi
lasciò brillare.
Lei giunse e mi disse piano:
“andiamo ”
Non si fece fretta.
I secoli sono passati i neri cavalli
si sono fermati nell’orbita aureolante
delle sette lune.
Lassù
ho lasciato il mio cuore che ancora
palpitava d’amore.
Tutti noi abbiamo Angeli che ci aspettano nell’immensità del mistero, o perlomeno è dolce immaginare che così possa essere, ed allora quando per noi giungerà ” Lei “, il distacco dagli affetti che ancora ci legano qui sulla Terra non sarà tristezza, ma Speranza, quella del giorno che forse potremo ricongiungerci con loro.
Questo mio post vuole essere come un arcobaleno teso fra noi e l’infinito, incontro ai nostri Angeli.
La voce
… mamma,
quante volte ti ho chiamata,
la mia voce s’e’ consumata.
Mamma….Mamma, parola che ora è
pianto di ricordi.
Mamma,
prima luce nel mattino
stella di carezze, ombra tiepida e sicura
più non ti chiamo, più non mi rispondi
il tuo sguardo fiero mi nascondi,
tu che tutto mi hai donato nulla più mi dai,
ma dalla terra dove ti disfi e tutta ti consumi
ecco, ti sento ancora mi parli
mi dici di non avere paura:
là, dove alta la luce vive, il buio si dimentica,
il canto degli angeli è l’unica voce
che, in larghi cerchi
in alto sale.
…e ti sedevi
…e ti sedevi accanto alla porta del giardino,
nei tuoi occhi stanchi, fasciati d’azzurra malinconia
entravano folate di stupori che ti facevano tornare bambina
nel tuo cestino dei lavori sempre fiori,
fiori di trina, che ancora ricamerai lassù
dove il mio amore t’indovina.
E morte
E morte, atrocemente non si piegherà più
col suo dominio spurio sui tuoi occhi chiusi,
è entrata in te dalle fessure aperte nelle tue ossa
che le hanno ceduto, è uscita con un
sospiro assoluto dalla tua immobile bocca
come un taglio dritta e tesa
ora ti è asciutta, sconosciuta
E morte
col suo manto d’oscura bragia, danzò una danza
di spasmi sul tuo sorriso, ti prese per le gocce del
tuo sangue, ti assorbì per gioco.
Una incerta crisalide involuta restò di te,
presa ai piedi e al gomito
da un assurdo rombare di stelle.
A Paola
I campi del paradiso
A te piega il cuore in solitario canto
amica che hai lasciato le pene che ti tenevano afflitta
in questo mondo
esilio d’oscuri sensi in cui si cambia
splendore di campi d’alba,
eterni.
per Ely
Langue sulle ciglia una pena di stelle
Langue sulle ciglia una pena di stelle
tremano
stoffe setose dal vento frustate, si legano
nastri di rossi arcobaleni notturni
ad affondare nella pace cruda di spazi muti
negli strati più profondi dell’anima
non teme l’artiglio degli anni l’azzurro di conchiglie
risuonante la canzone dell’Amore perduto
– amore che non ha più frecce a trafiggere denti-
silenzio ( dove mi porti? t’appoggi
alla finestra di luna oltre il gomito aguzzo del monte
gratti sangue all’aurora di baci con grande rumore
dorato )
tagliò la foresta tutta la neve caduta
sulla punta acuminata del mio pensiero segreto ( non
mi svegliare amore per sempre perduto e mio
per sempre
non mi destare
dormirò nel riflesso dei tuoi occhi chiusi
per sempre)
*
Il termine Angelo ha origine dal latino angelus, a sua volta derivato dal greco ἄγγελος, ánghelos, che significa inviato, messaggero.
La loro esistenza è una verità di fede confermata dalla Sacra scrittura e dalla tradizione cattolica. Secondo una definizione di sant’Agostino il termine angelo non definisce l’essere della creatura bensì l’ufficio o il compito assegnato da Dio.
Nella Chiesa cattolica gli angeli assumono una dimensione fortemente cristologica. Essi annunciano Cristo, lo servono, ne sono messaggeri, sono creati fin dalla loro origine in funzione del suo regno.
Assistono e proteggono la Chiesa e la vita umana, per questo vengono invocati nelle celebrazioni e nelle preghiere dei credenti.
Nel nostro comune immaginario l’Angelo può essere un tramite tra l’essere umano e Dio, e dopo la morte di persone care esse stesse diventano angeli col compito di proteggerci e consolarci dal cielo, ovviamente nessuno può avere certezze di questo, ma è certo un modo per lenire la mancanza di chi si è amato e non è più presente nella nostra vita