Se una delle traduzioni del significato di Faroe è ” L’isola delle pecore “c’è il suo buon motivo, queste sembra tengano una tavola rotonda per una specie di conciliabolo, come se dovessero prendere una qualche importante decisione sul loro tenore di vita 🙂
sono ben 70.000 gli ovini sull’isola e vengono rappresentati anche nello stemma ufficiale
ricordo di aver titolato un post sull’Alaska ” un mare collinoso di balene” questo mi sembra un mare collinoso di pecore he he
bellissimi esemplari che danno lane pregiate molto apprezzate, con cani pastore decisamente all’altezza della situazione !
nell’intero arcipelago non ci sono alberi, anticamente furono tagliati per fare spazio ai campi di pastura, un verde scintillante, a tratti quasi fosforescente domina fin quasi a lambire il mare, là dove le alte falesie vi declinano dolcemente
gli ovini a gruppi sparsi spuntano un po’ ovunque a caratterizzare gli scenari mozzafiato
o addirittura come un normale cittadino questo splendido esemplare sembra attendere il bus
le poste faroesi raccontano la storia dell’arcipelago con emissione di francobolli, in questo è raffigurato il Santo Brendano di Clonferi , circondato dalle pecore che si dice siano state introdotte nelle isole proprio dall’Irlanda da cui provenivano i monaci
un vento incontrastato scendeva verde
sul verde dei prati
portava quel colore alle stelle
che rilucevano per caso
sentenziando una notte verde
intorno alle case dai tetti aguzzi
e ai campanili stretti nei fiordi
Ventisqueras
il caratteristico tetto delle case dei lontani villaggi, sovente ha uno spesso tappeto erboso, sembra che riesca a trattenere meglio il calore all’interno
qui addirittura lo hanno fatto anche per la cuccia del cane!
mi immagino la vita in questi posti sperduti quando le notti invernali sembrano eterne e il vento gelido fischia battendo alle finestre colorate…che immane contrasto con la nostra vita tumultuosa!
ogni villaggio è racchiuso da un campo coltivato, circondato a sua volta da un altro più grande dove far pascolare le pecore, anche le strade strette sono a dimensione umana e non prevedono che transito pedonale ( deve essere veramente molto limitato 🙂 stranamente non mi viene malinconia a questo pensiero ma una sorta di pace sconsiderata 🙂
le frequenti piogge spingono le acque che si riuniscono in rivi in cascatelle che scrosciano dai dirupi formando una delle caratteristiche del paesaggio
qualche ciuffo di cespugli fioriti spunta qua e là, a illeggiadrire
mentre le nebbie di Tolkien ancora aleggiano avvolgendo i picchi nel mistero dei secoli
sorprendono sempre questi impetuosi e spumeggianti corsi d’acqua che interrompono la solitudine degli immensi prati
e per salutarvi se mai ci fosse stato ancora bisogno di sancire l’assoluta stratosferica unicità di questo arcipelago ho inserito una sequela di visioni panoramiche, per ultimo un delicato tramonto tra i fiordi
vi ringrazio dell’attenzione 🙂 augurando a tutti le cose più belle
Ventisqueras