3) FærØer- L’isola delle pecore-Sheep Island

 

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Se una delle traduzioni del significato di Faroe è ” L’isola delle pecore “c’è il suo buon motivo, queste sembra tengano una tavola rotonda per una specie di conciliabolo, come se dovessero prendere una qualche importante decisione sul loro tenore di vita 🙂

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sono ben 70.000 gli ovini sull’isola e vengono rappresentati anche nello stemma ufficiale

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ricordo di aver titolato un post sull’Alaska ” un mare collinoso di balene” questo mi sembra un mare collinoso di pecore he he

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 bellissimi esemplari che danno lane pregiate molto apprezzate, con cani pastore decisamente all’altezza della situazione !

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nell’intero arcipelago non ci sono alberi, anticamente furono tagliati per fare spazio ai campi di pastura, un verde scintillante, a tratti quasi fosforescente domina  fin quasi a lambire il mare, là dove le alte falesie vi declinano dolcemente

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gli ovini a gruppi sparsi spuntano un po’ ovunque a caratterizzare gli scenari mozzafiato

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o addirittura come un  normale cittadino questo splendido esemplare sembra attendere il bus

Faroe_stamp_252_Europe_and_the_Discoveriesle poste faroesi raccontano la  storia dell’arcipelago con emissione di francobolli, in questo è raffigurato  il Santo  Brendano di Clonferi , circondato dalle pecore che si dice siano state introdotte nelle isole proprio dall’Irlanda da cui provenivano i monaci

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un vento incontrastato scendeva verde

sul verde dei prati

portava quel colore alle stelle

che rilucevano per caso

sentenziando  una notte verde

intorno alle case dai tetti aguzzi

e ai campanili stretti nei fiordi

Ventisqueras

 

House_in_Tinganes,_Torshavn_(4902591104)il caratteristico tetto delle case dei lontani villaggi,  sovente ha uno spesso tappeto erboso, sembra che riesca a trattenere meglio il calore all’interno

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qui addirittura lo hanno fatto anche per la cuccia del cane!

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mi immagino la vita in questi posti sperduti quando le notti invernali sembrano eterne e il vento gelido fischia battendo alle finestre colorate…che immane contrasto con la nostra vita tumultuosa!

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ogni villaggio è racchiuso da un campo coltivato, circondato a sua volta da un altro più grande dove far pascolare le pecore, anche le strade strette sono a dimensione umana e non prevedono che transito pedonale ( deve essere veramente molto limitato 🙂 stranamente non mi viene malinconia a questo pensiero ma una sorta di pace sconsiderata 🙂

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le frequenti piogge spingono le acque che si riuniscono in rivi in cascatelle che scrosciano dai dirupi formando una delle caratteristiche del paesaggio

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qualche ciuffo di cespugli fioriti spunta qua e là, a illeggiadrire

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mentre le nebbie di Tolkien ancora aleggiano avvolgendo i picchi nel mistero dei secoli

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sorprendono sempre questi impetuosi e spumeggianti corsi d’acqua che interrompono la solitudine degli immensi pratiHvalba_sunset,_Faroe_Islands

e per salutarvi   se mai ci  fosse stato ancora bisogno di sancire l’assoluta stratosferica unicità di questo arcipelago ho inserito  una sequela di visioni panoramiche, per ultimo un delicato tramonto tra i fiordi

vi ringrazio dell’attenzione 🙂 augurando a tutti le cose più belle

Ventisqueras

                                     

2 ) Ötzi, la mummia del Similaun, la transumanza, la bara di ghiaccio-Ötzi, the mummy of Similaun, transhumance, the ice coffin

05022011385-736316 1168 ed ecco l’alba sulle montagne della Val Senales, le notte si schiara fino ad ingentilirsi nel rosa e la luna si sbianca osservando da lassù uno scenario che forse dalla sua lontananza percepisce come nulla fosse mutato da 5200 anni fa

 

Ascoltando salire l’alba da una notte di sogni silenziosi

 

Ascolto sogni silenziosi nella notte

salire rapidi dagli alberi

ascolto come fosse l’alba del mondo

in un suono rosso d’inconsapevole nebbia

ascolto le origini dei ricordi, di tutti i ricordi

ascolto passi di una neve disciolta,

di ghiaccio perforato dalla mente del tempo

e l’alba nuda, rosata

oscenamente distesa sui monti, ascolto

di sogni impalliditi con la luna

Ventisqueras

art03_rekonstruktioned ecco ricomparirmi a fianco il misterioso amico, che idealmente e silenziosamente mi sta accompagnando nei luoghi del suo ritrovamento

 

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era salito fino quassù lasciando dietro di se nelle valli l’autunno per incontrare le prime nevi, certo, la stagione era quella, un corredo di foglie e piccoli rami spezzati trovati lì accanto sta a confermarlo

03_39_are_f1_970_resize_526_394nessuno può sapere perché quel giorno fosse salito fin quassù, forse non era solo aveva gente del suo clan con se, forse erano saliti per cacciare, per fare provviste per l’inverno per le loro famiglie , sono stati ritrovati nel suo bagaglio gli strumenti per farlo, ma nessuno può saperlo

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Canto notturno di un pastore errante dell’Asia

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
la vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
move la greggia oltre pel campo, e vede
greggi, fontane ed erbe;
poi stanco si riposa in su la sera:
altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
al pastor la sua vita,
la vostra vita a voi? dimmi: ove tende
questo vagar mio breve,
il tuo corso immortale?

                                   Giacomo Leopardi

a me piace immaginare che Otzi fosse un pacifico pastore e insieme agli altri compagni fosse salito all’Alpe  per la Transumanza

non perdetevi questo video A SCHERMO INTERO  è STRAORDINARIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO !!!!!

mi ha profondamente commossa l’immagine del pastore che sopraffatto  dalla fatica si è lasciato cadere addormentato sul prato, al suo lato gli scarponi, ai piedi ruvidi calzini di lana…

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Già da millenni ogni anno, a metà giugno, le pecore attraversano il valico alpino per spostarsi da Senales e dal Sonnenberg di Silandro ai pascoli estivi dietro la Ötztal (Austria).
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Gli antichi sentieri restano segnati come cicatrici dal passaggio della lunga fila dei transumanti; su in alto il loro transitare rimane disegnato sul candido della neve.
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In certi tratti del cammino capita che tutto si stemperi nell’ incognita della nebbia, quando il paesaggio scompare nel grigio denso del respiro di chi fatica a procedere.E’ uno scenario unico e stupefacente, un ritorno alle origini e alla purezza della vita.
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La transumanza è una pratica antica che consiste nella conduzione stagionale di mandrie e greggi, da aree montane verso zone meno elevate e viceversa.

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Chi ha partecipato a questo spettacolo primitivo non lo dimenticherà mai. Il felice ritorno di oltre 3.700 pecore e 300 capre è accolto con grandi  festeggiamenti a valle , centinaia di turisti seguono a gruppi  questa emozionante migrazione essa è patrocinata dall’UNESCO DEFINITA PATRIMONIO NATURALE DELL’UMANITA’
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lentamente le greggi scendendo dai luoghi impervi  raggiungono le valli fiorite
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e i luoghi abitati
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 fino a raggiungere il lago, luogo di raduno e d’incontro
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 con i turisti per la grande festa per la fine della transumanza
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ed ora qualche immagine straordinaria dei bellissimi cani pastori tedeschi delle Alpi da sempre i migliori compagni di lavoro per gli uomini delle greggi
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finalmente mi sto incamminando al Similaun
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nel luogo esatto dove due coniugi alpinisti tedeschi videro emergere dal ghiaccio Otzi
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 qui è stata deposta una lapide a ricordothumb_5f5300ec50
 così, in questa esatta posizione Otzi rcomparve dal buio dei secoli
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 e questo è il suo ipotetico volto ricostruito….ma ne parlerò nel prossimo post di questo straordinario ritrovamento che ha illuminato di luce il vissuto dei nostri lontanissimi avi, a presto con Otzi, dunque.
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