Il candore delle Dolomiti

Le grandi nevicate di questo inverno da anni e anni non si verificavano così  copiose e le Dolomiti hanno acquistato un fascino incredibile a raccontarsi per questo ho deciso di fissarlo nelle tante foto emozionanti che qui pubblicherò 

PH Mauro Garigliano dal web

Seguiamo le orme di questo amico della montagna che ha la fortuna di dormire sotto le stelle nello scenario fantastico di passo Giau con a fronte  visibilissima la Via Lattea

Una notte di Luna piena fa d’oro anche le stalattiti di ghiaccio della finestra che guarda a uno scenario incantato

Al passo SanPellegrino il rifugio Fuciade sembra un’immagine uscita da un sogno

Nelle case appoggiate sui dolci pendii le finestre sono illuminate

S’immaginano fiamme guizzare nei camini accesi

Io penso che questa grande nevicata che ha coperto le Alpi e le Dolomiti siacome una grande coperta che vuole proteggere tutto il mondo da questa immane tragedia che inaspettatamente ci ha colpiti sconvolgendo ogni certezza ed ogni conquista che mai pensavamo ci venisse sottratta

Gli ultimi abitanti di Zoldo nel bellunese si affrettano a tornare alle loro case mentre soffice e leggera cade la neve e gli scarponi scricchiolano sul sentiero

 

Proviamo ad aggirarci anche noi  in questi paesaggi muti incredibilmente suggestivi guardando la neve che s’accumula sui tetti delle  case

Un gruppo di gatti si ritrovano per crogiolarsi nel sole❤

Sul suo grande carro dorato il sole s’affaccia in mezzo alle Tre Torri di Lavaredo inondando le cime frastagliate coi suoi raggi rosso-dorati

 

Si fa più  rosato il cielo  abbraccia i tetti delle case e i campanili mentre in lontananza le cime dolomitiche si accendono con l’enrosadira

Qui siamo alla Chiesetta del Passo Rolle con il Cimon della Pala che contempla dall’alto e sembra stupito

In questo candore i camosci in fila indiana  danno la scalata sui ripidi sentieri in cerca di qualche cespo di erba celato tra la neve…ma vengono anche assistiti e foraggiati dalle guardie forestali che gli fanno trovare grandi mucchi di fieno

Poi stanchi si fermano in poco a riposare

Il paesaggio è  quasi da Lapponia mentre siamo a Sappada!😁


 

E tutto si fa pura Poesia

La storia del Rubino capitolo primo

 

Amici e lettori in questo periodo mi sono appassionata a diverse visioni della vita non vorrei annoiarvi ma visto l’amicizia che ancora mi avete dimostrato nonostante il lungo silenzio voglio provare a postare qualcosa di questi miei nuovi interessi, il primo è  quello dei gioielli che non certo per il.loro valore ma per la storia che racchiudono iniziando dalle loro origini, e sapeste quante storie liete che si tramutano in  tragedie  quante   mutazioni storiche, ruberie litigi dinastici si susseguono nel seguire il loro percorso e quanta bellezza e bravura ci fanno sognare e stupire i maestri orafi veri artisti e innovatori, se vi va seguiamo insieme qualche capitolo della loro storia.

IL RUBINO

Dopo il diamante, il rubino è la pietra preziosa più pregiata in assoluto.
Conosciuto da migliaia di anni, per molte antiche culture il rubino è stato un simbolo sacro e come tale veniva utilizzato per adornare statue e idoli. Dai re veniva utilizzato per abbellire le corone e gli scettri.
Il rubino è caratterizzato da una colorazione rossa dai toni vivaci, anche se è possibile trovarlo  rosato o color vinaccia. In genere è una pietra preziosa brillante ed estremamente dura.
La gamma dei colori del rubino va dal rosato alle sfumature dell’arancio, del porpora e del rosso-marrone a seconda del cromo e del ferro contenuti nella pietra. Il colore più richiesto è quello designato come “sangue di piccione”, un rosso vivo con un tocco di blu.

A documentare la prima magia: una coppia di orecchini della celebre casa Cartier di Parigi appartenuta al tesoro dei Romanov di Russia 

La storia del rubino 2)

Il nome rubino deriva dal latino “ruber”, rosso. Mentre molte gemme rosse continuarono a essere chiamate ‘Rubini’ fino ai progressi della scienza gemmologica nel XVIII secolo, per tutta l’antichità Rubino, Granato e Spinello vennero complessivamente designati col termine “carbunculus” (‘piccolo carbone’ in latino). Note agli antichi Greci col nome di “antrax” (carbone vivo), queste pietre erano bellissime gemme di colore rosso intenso che, esposte al sole, diventavano del colore dei carboni ardenti.

Ultimamente molte analisi sono state eseguite anche sui gioielli antichi e uno dei più famosi errori fu riscontrato nei gioielli della corona britannica, con il “Rubino del principe nero”enorme gemma centrale vera attrazione della corona che ha indossato anche Elisabetta II il giorno della sua incoronazione

e il “Rubino del Timur”, inserino in un collier con oro e piccoli diamanti entrambi riconosciuti come Spinelli.

Storia del Rubino 3)

Il Rubino è da sempre il protagonista di miti e leggende: gli antichi indiani credevano che il Rubino possedesse un fuoco interno che avrebbe avuto il potere di garantire una lunga vita,

I Maharaja principi ricchissimi di estesi territori se ne adornavano a profusione esaltando così  la loro potenza 

Persino le armi venivano esibite con opulenza e sfoggio di grande fantasia

 

nei loro harem dove vivevano separate dal resto della corte le loro mogli o concubine venivano letteralmente coperte di favolosi gioielli

 

Alcuni di essi venivano commissionati anche dai grandi orefici dell’occidente, qui vedete alcuni collier Cartier uno più  bello dell’altro

Mentre nel Medio Evo si credeva avesse poteri divinatori e che il suo colore si oscurasse in vista di disgrazie. Usati dagli abitanti della Birmania come talismani contro le malattie, la cattiva sorte e le ferite, i Rubini erano noti un tempo come ‘gocce di sangue sgorgate dal cuore della madre terra’.

Nei testi puranici si narra che il dio-sole Surya rubò il sangue di Bala, un demone dotato di grandi poteri, e fuggì vagando per i cieli e rivestendoli del suo splendore. Il re dell’isola di Sri Lanka, Ravana, decise però di placare il volo del dio, poiché geloso della sua magnificenza. In un primo momento Surya sembrò spaventato e lasciò cadere il sangue del demone, che si depositò sul fondo di una distesa d’acqua nella regione di Bhararta. In poco tempo le rive dell’acqua si riempirono di splendide pietre preziose dal colore rosso acceso e penetrante, luminose e potenti proprio come Surya.

La poesia la rimando al prossimo post…sono rimasta confusa da tali splendori 🤭😳😳😳🤣🤣🤣🤣🤣lieta di essere con voi, a presto

Ventis❤

I gioielli nella Storia ( la storia dei gioielli)

mi hanno da sempre affascinata i gioielli non tanto per quel desiderio quasi prettamente femminile di possederli e di adornarmene ma per capire quell’eccessivo desiderio che ha portato anche a commettere atroci delitti. Il gioiello in sé stesso è arte e segue fedelmente i canoni e gli ideali delle Epoche Storiche, tenterò un districarmi nei loro meandri…compito molto arduo se non quasi del tutto impossibile, ma come sempre seguirò una mia strada vorrete perdonarmi

Iniziero’ da colei che ritengo un’icona di eleganza e raffinatezza del secolo XX, i suoi gioielli ne rispecchiano l’intelligenza ed il buongusto Jaqueline – Jackie- Bouvier Kennedy Onassis.in quest’immagine nel giorno del suo matrimonio con il presidente John..e lo splendido anello di smeraldi e diamanti del fidanzamento

Questo invece è  il dono di nozze di John Fitzferald

Il bracciale in oro perle e diamanti dono di nozze di John Fitzgerald

Le tiare e le corone sono sempre state un distinguo della nobiltà ma negli ultimi secoli anche le grandi ereditiera o le star famose non hanno esitato ad esibirle in parte dimostrandone un uso eccessivo e pacchiano,Jackie con questa straordinaria stella che rappresenta il sole indossata con un semplicissimo abito bianco ha dimostrato ancora una volta come si può indossare gioielli con stile e grazia

Una serie di anelli da capogiro!

 

Alcune delle sue spille

 

Una serie di favolosi colliers

E per chiudere questo preziosissimo diamante rosa.Dopo la sua morte e le varie tragedie che hanno continuato a colpire le due grandi dinastie cui è  entrata a far parte non so dove saranno andati a finire questi e tutti gli altri innumerevoli gioielli di Jackie ma credo abbia poca importanza ormai, vivranno nel suo ricordo❤

*

Il cuore della Luna


*

la bella Luna venne alla fucina
sulla sella di nardo
del suo cavallino brado
alla fucina
dove i fabbri e il vento battono
il ferro

muove la Luna i suoi capelli d’oro
mostra
i suoi seni di stagno duro
attenta!
i gitani dagli occhi di bragia
farebbero col tuo cuore anelli
e collane di corallo
da vendere al mercato
in un bianco cestello

*
a Federico Garcia,
questo testo è un divertissement con le parole del Poeta
*

Ventisqueras

*

  •  

Copia dei miei articoli 🤔😳

Scorrendo l’interno del mio blog mi sono accorta che stanno copiando i miei articoli senza perlomeno indicare la provenienza…beh ci vuole una bella faccia tosta e soprattutto una assoluta mancanza di idee per spacciare testi altrui per propri…ma si sa il.mondo è pieno di persone senza pudore. Non capisco che soddisfazioni possano trarci🤣🤣🤣
Con l’occasione saluto i miei amici di una volta se ancora capita che passino da queste parti…beh sì mi sono stancata di scrivere su questo sito, ma vi ricordo con affetto
Auguro a tutti un anno migliore del 2020…che non ci vuole molto he?!❤

I rifugi più belli delle Dolomiti in provincia di Trento

I “Rifugi” come spiega bene la parola sono un riparo sicuro per il viandante sia esso semplice turista in escursioni più  o meno difficoltose o scalatore alpinista che vi sosta come partenza per una nuova impresa sportiva o di ritorno dalla stessa.Costruiti in zone paradisiache sono il riposo della mente e non solo del fisico per le emozioni di cui i grandi panorami ci gratificano.

 Gruppo Sella -Canazei Trento

 

Inizio con quella che è  stata tappa della mia prima escursione di una certa difficoltà: la” traversata delle Dolomiti “partendo dal passo Pordoi per raggiungere il Passo Gardena.

Rifugio Piz Boe’ -Capanna Fassa m.3152 slm*a due passi dal cielo!

Affacciata sull’orlo del precipizio ad osservare le cime dolomitiche che  si estendono a perdita d’occhio come fossero gigantesche onde di un mare primordiale

Riporta il vento forme amabili del mio tempo

Piano qui

le luci si fanno moccoli di candela

le strapazza il vento

qua e là

una pioggia di stelle sospese sull’abisso

crea cascatelle,

aghi di ghiaccio e nonsoche’

piano qui

mi s’appunta sul seno l’agrifoglio

buca un po’…

riporta il vento forme amabili del mio tempo

tutto ammucchiato tra piccole luci

incorniciate tra sorrisi e croci

sui denti

e più  in là

qui

tutto si rarefa’.

VENTISQUERAS

lungo il percorso si incontrano questi grandi altari di pietra a inquadrare  visioni di rarefatte atmosfere

Una montagna d’amore❤

Rifugio Torre di Pisa -gruppo del Latemar- Cima Cavignon  m. 2671 slm – Predazzo -Trento

Prende il nome da questo pinnacolo che si eleva poco distante dal rifugio e che assomiglia al celebre monumento della mia città  e forse anche per questo mi è  particolarmente caro

In estate è  meta  di un massiccio turismo per cui sarebbe consigliabile arrivarci all’inizio o alla fine della stagione

mentre in inverno è  raggiungibile solo  con gli sci o le ciaspole ma lo scenario che si presenta alla vista è  incomparabile!

Col silenzio notturno  le grandi stellate sembrano raccoglierti al centro del firmamento restando  immersi in una atmosfera irreale, fiabesca.

Rifugio al lago Nambino m 1700 slm ( circuito dei 5 laghi) Madonna di Campiglio -Trento

Arrivarci in autunno quando la magia del foliage è  al massimo dei colori in tutti i toni e le sfumature che vanno dal verde al giallo rosso e al marrone è  come venire catapultati nel pieno di un’orgia di Bellezza

Questo delizioso rifugio ve lo presento nella veste  quattro stagioni ( così  magari potrete scegliere la preferita)Quattro come la musica di Vivaldi o la pizza !🤭😊😉😃😄🤣

con la candida veste  della neve è sorvegliato dallo splendido  “Bernardo ” dalla livrea scura che si prende cura degli ospiti❤

colto nel pieno di una fitta nevicata!

La primavera porta brezze gentili a soffiare sul lago

ed infine arriva l’estate smagliante e lussureggiante con l’eco delle voci dei bambini che giocano lungo le sue sponde…è  con  vero rimpianto dover lasciare questa magia della natura

Rifugio Re Alberto I

alle Torri del Vaiolet m 2621slm celeberrima metà di scalate e ardite imprese.Questo rifugio iniziato a costruite nel 1923, era solo una capanna,  fu ampliato dallo scalatore Tita Piaz -chiamato il diavolo delle Dolomiti per la spericolatezza delle sue imprese-.A lui si deve il nome del re del Belgio dato al rifugio,  appassionato di montagna e che accompagnava nelle sue escursioni

la via lattea e le Torri del Vaiolet connubio di bellezza per sognare.

nel rosso del tramonto si slanciano alla conquista del cielo!

un rocciatore alla conquista della vetta❤

nessuna immagine seppure di bellezza straordinaria vi potrà raccontare la forte emozione che suscita questo luogo

Rifugio Damiano Chiesa m 2060 slm

comune di Nago -Trento

Vi starete chiedendo che cosa sia quello che vedete…un castello di ghiaccio simile a quelli siberiani del film Il dottor Zivago…( e in sottofondo la dolcissima musica del tema di Lara…) o una casetta delle fiabe fuggita da Frozen di Disney? Niente di tutto questo😊

Le abbondanti nevicate dell’inizio inverno  2019 e la seguente ondata di gelo hanno letteralmente ghiacciato questo rifugio cosi  isolato su una montagna priva di alberi rendendolo fenomeno molto raro e suggestivo per le nostre latitudini

così  si presenta la costruzione in condizioni  normali di neve

Lo splendore del lago di Garda tra la neve è  l’altra grande suggestione spettacolare che si gode  da questo angolo di paradiso.Buona montagna a tutti🙋‍♀️🌹❤

Firenze: Bella di notte

Entro dei ponti tuoi multicolori

L’Arno presagio quietamente arena

E in riflessi tranquilli frange appena

Archi severi tra sfiorir di fiori

Azzurro l’arco del’intercolonno

Trema rigato tra palazzi eccelsi

Candide righe nel’azzurro:persi

Voli su bianca gioventù  in colonne.

Firenze – Dino Campana

“Firenze stanotte sei bella in un manto di stelle

che in cielo risplendono  trepide come fiammelle”

canta un antico song della tradizione fiorentina…E se non siete mai stati a Firenze cercate di essere lì  in una notte stellata

salite al piazzale Michelangelo e contemplate la città in  silenzio in tutto il suo splendore.Santa Maria Novella come isola felice risplende sui tetti addormentati

Ph.Gabriele Mantellini 👏👏👏❤

a volte è  la Dea Diana sta a dondolare su una esilissima falce di luna in sorprendersi sospesa sullo spettacolare complesso del Duomo di Santa Maria del Fiore e del campanile di Giotto

altre la Dea si fa piena e rotonda e si ferma incantata sulla cima della cupola proprio lassù  dove la Croce  svetta come a fermare il tempo

è  nel’ora che tutto  raccoglie il rosso del tramonto che l’ardita sagoma del Davide si staglia oscura troneggiando

o si fa appoggiare dal’indiscreta luna sul tardi,  un sospiro innamorato sulla spalla

Ph.Enrico Fontanelli ❤👏F


in centro allumano le luci alle finestre mentre decrescono i passanti

il fiume accoglie tutti i colori del cielo e li raduna sotto i ponti

l’ultimo bacio del sole al Ponte Vecchio

e la notte danza tra lo splendore dei ponti che sembrano scorrere sul’Arno al’ infinito

…Siamo agli Uffizi. ..che dite entriamo senza farci vedere?

Tra le grandi Opere d’Arte capolavori unici universalmente conosciuti ho scelto due dipinti di minuscole dimensioni colmi di Bellezza e fascino che m’incantano e commuovono

Masaccio 1401/1428 “La Madonna del Solletico” chiamata cosi per il moto giocoso della Madre verso il figlio…difficile vedere in un dipinto un gesto così dolce disceso alla dimensione umana 💕


È di
Tommaso di ser Giovanni di Mone Cassai soprannominato Masaccio, questo capolavoro di minuscole dimensioni ( 24×18 cm.)stupefacente per la perfezione racchiusa in cosi poco spazio.Il dipinto era stato commissionato per la devozione privata del cardinale Casini per questo viene anche chiamata Madonna Casini.Non si hanno notizie sulle vicende antiche del quadro ma fu per ben due volte trafugato ( la prima dall’esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale, ed entrambe le volte recuperato da R. Saverio. Riscoperto soltanto nel 1947 il primo ad attribuire al Masaccio ( uno dei precursori del Rinascimento a Firenze) fu nel 1950 il Longhi.

È  agli Uffizi dal 1988.Elemento particolare il corallo rosso al collo del Bambinello: amuleto di origine antichissima.

Rosso Fiorentino “Putto che suona” o “Angiolino musicante” olio su tela 39×47 datato 1521 firmato Rubenus Florentinum

Rosso Fiorentino al secolo Giovan Battista di Jacopo Gasparre uno tra i maggiori esponenti degli “eccentrici fiorentini”pionieri del manierismo, fu allievo di Andrea del Sarto

agli Uffizi dal giugno 1605, prima che se ne scoprisse la firma durante un restauro il dipinto fu erroneamente attribuito al Beccafumi

tocchi di rosso a ravvivare l’opera di grande estrazione cromatica esaltata da scintillanti passaggi chiari conosciutissima a livello. mondiale.

Angiolino musicante

l’onde rosse arruffate dei capelli

navigano un mare celestiale

piccoli sogni

piccoli sonni

sembra il capolino ciondolare

Ventisqueras

La mi’bella Pisa ❤Chiesa di Santa Maria della Spina

Quando il rosso del tramonto accende i lungarni e le prime luci lasciano scie luminose nell’acqua lo scenario è  incomparabile, si stagliano nette  in controluce le sagome della torre della Cittadella  ( antica dogana e porto della Pisa potente Repubblica Marinara )e della Chiesa di Santa Maria della Spina inconfondibili  incasttonate tra gli antichi e splendidi palazzi schierati a far ala al fiume ormai prossimo all’abbraccio del mare

il sole è  rimasto incastrato tra le guglie  del gioiello in stile gotico -pisano e sembra non voler abbandonare tanta bellezza e tanta pace

ornata da guglie, intarsi, pinnacoli si specchia nel fiume offrendo uno spettacolo unico e pittoresco

(foto do Gurlando Alberti)

costruita nel 1230 sul ponte Nuovo distrutto nel XV secolo ( per questo anticamente veniva chiamata “Santa Maria del Ponte Nuovo )

il nome attuale le venne attribuito nel 1333 quando un mercante di ritorno dalla Palestina porto’ a Pisa la preziosa reliquia di una spina della corona del Cristo, che donò  alla Chiesa, la stessa fu trasferita in Santa Chiara dove viene venerata tuttora

la facciata presenta raffinati giochi decorativi


intarsi,tabernacoli

i tabernacoli custodiscono una imponente statua della Madonna col Bambino attribuita a Giovanni Pisano che ora si trova insieme a tutte le altre statue-sostituite da copie- nel Museo Nazionale di San Matteo

per i lavori trecenteschi di ampliamento si alternarono grandi artisti come Nino, Andrea,Giovanni Pisano,Lupo di Francesco, Giovanni di Balduccio

A causa delle frequenti piene dell’Arno con conseguenti alluvioni  nel XIX la Chiesa venne spostata per maggior sicurezza  sul lato sx  del fiume ma non venne più  rimontata la sacrestia

l’interno è  di una semplicità spartana

vi viene custodita una magnifica Madonda chiamata “della Rosa” attribuita a Giovanni e Nino Pisano1345/48

ancora uno sguardo esterno affascinati e stupiti dalla folla di Santi, demoni, ricami, pizzi e merletti che ci assalgono da quest’ altro, forse meno conosciuto ma preziosissimo capolavoro che arricchisce la mi’bella Pisa.

Il fiume scorre lento trasportando

secoli di storia, rispecchiano

visioni di un Tempo che fu che è

di grande memoria❤

Ventisqueras

Sognare con il Liberty o Arte Nouveau- Gioielli- Vetrate- La casina delle civette

La denominazionè “ARTE NOUVEAU” venne coniata in Belgio per questo stile conosciuto in Italia anche come LIBERTY o Floreale.È  stato un movimento risalente alla fine del sec.XVIII fino agli anni 20 del XIX che ha coinvolto tutte le arti con grandi esponenti,
fu anche una dottrina filosofica

questo stile cosi  elegante ed armonico mi ha sempre coinvolta moltissimo in tutte le sue forme.I gioielli sono una di queste, rappresentati da grandi creatori come il francese Rene’ Lalique o l’italiano Bugatti. Questo delizioso orecchino in oro e smalti ne coglie tutta la raffinatezza

e che dire di questo pendente con perle dalle nuance delicate?

il pettine con amesiste è  una delle mie passioni!

mentre il collier con fili di perle, filigrana d’oro e smalti lo vedo portato con eleganza da una grande dama

bracciale con lapislazzuli platino e piccoli brillanti in armoniche evoluzioni

questa spilla con orchidea è  una piccola magia💖

Rene’ Lalique collana in oro smalti e filagran

tre magnifici esempi di raffinatissime vetrate

ROMA VILLA TORLONIA

 

Museo “La casina delle civette” tra Liberty esoterismo e magia

Una vera chicca in una Roma desueta nascosta nel parco di Villa Torlonia.Il villino a dir poco fiabesco fortemente voluto dal Principe Goivanni Torlonia jr.scontroso ed amante del’ esoterismo

fu lui a trasformare quello che nasceva come “capanno svizzero” in un villino dallo stile eclettico così  fantasioso da farlo apparire come visione di un colorato sogno

così  diverso dalla sontuosa e principesca dimora residenziale.Grandi finestre,  porticati, tetti spioventi con tegole in cotto smaltato, archi, archetti, scale, scalette. ..Ancora definirla fiabesca pur se scontato  è  il solo termine che le si addice

il nome deriva dalla presenza un po’ ovunque di immagini di civette, ripetute  in ogni modo:soprattutto nelle magnifiche vetrate ideate nel 1916 da Duilio Ciambellotti.La civetta è  un uccello controverso chi dice porti sfortuna e che  il suo canto preannunci la morte ( io ne ho una nidiata sugli alberi del vicino boschetto, le sento ogni notte…avrei dovuto essere passata a miglior vita da mo’😁😂😃😂)per greci e romani era espressione di saggezza e sapienza, la dea Atena /Minerva era spesso raffigurata con una civetta o un gufo sulla spalla, nel Medioevo era uno dei simboli della stregoneria, tuttora lo è  del’esoterismo.

Al terzo giro di chiave si apriva la notte

una luna di latte porgeva i suoi seni di luce

a nubi rosate e soffici

dal boschetto profumato delle acace

era l’ora dello sfarfallare delle civette e dei gufi

danzavano veloci tra i rami con lo stesso

ritornello cuccumio cuccumio cuccumio…

Ad ascoltarle solo le stelle

Al terzo giro di chiave si richiudeva  la notte

lasciava cadere il suo nero mantello

e l’alba appena desta mandava a dormire le creature del buio addormentando

tutti i sogni

Ventisqueras

le vetrate la parte più  bella del Museo

fantasiose, eleganti, luminose colmano di riflessi angoli e pareti

 

felice di salutarvi ❤❤❤

 

Rocca Calascio – L’Aquila- un Castello tra le nevi, Territorio dei lupi e la transumanza.A Castle of the snow.Territory of the wolves

Nel clamore del tramonto sorge il Castello di Rocca Calascio emergendo come un fantasma dal Medioevo

inserito dal National Geographic tra i 15 più bei Castelli del mondo, per la sua posizione panoramica altamente scenografica è  stato scelto come set cinematografico di film cult famosissimi  “Lady Hawke“1985 e In nome della rosa” 1986

i lupi che sono tornati a popolare i monti del’Abruzzo lo hanno scelto come habitat e non è  raro vedere la loro sagoma elegante e fugace stagliarsi nel candore del manto nevoso

situato ad un’ altezza di 1450 m.s.l.m. inserito nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è  tra i più  elevati Castelli d’Italia e simbolo della Regione Abruzzese

la sua costruzione dovuta probabilmente a Ruggero d’Altavilla fu iniziata in pieno Medioevo: nel XII Sec. dopo la conquista Normanna (si calcola  nel 1140) con funzione di Torre di Guardia o di avvistamento

lupi aquile e falconieri le visioni selvagge di Rocca Calascio

fece parte con altri 3 comuni della celebre baronia di Carapelle e ne seguì  le vicende storiche fino al 1806, anno di abolizione del feudalesimo

nei secoli seguenti vi si instaurarono molte fra le più  potenti Casate del loro tempo  tra cui i Piccolomini, i Cattaneo i Medici di Firenze( che a Santo Stefano di Sessanio avevano i loro traffici per la lana ) e i Borbone.

Rocca Calascio domina la valle del Tirino a poca distanza dalla piana di Campo Imperatore, il Castello è  visitabile anche nelle ore notturne in uno scenario incomparabile,  un tempo vi si accedeva attraversando  un ponte levatoio di legno con uno sbalzo di 5 metri, ora vi si sale agevolmente da una rampa

sul sentiero che porta a Santo Stefano di Sessanio sorge il Tempio a pianta ottagonale dedicato a Santa Maria della Pietà datato intorno al  1560, la leggenda vuole che sia stato edificato nel punto in cui la popolazione sconfisse una banda di feroci briganti provenienti dai confinanti  territori pontifici

foto Mario 89

il Tempio ( ora semplice oratoio )visto dal Castello forma un insieme armonioso con  il paesaggio che li circonda

foto Pagliai

nel 1806 la Rocca  venne in parte distrutta insieme al borgo di Calascio da un forte terremoto. In seguito restaurata mentre il paese rimase per lungo tempo disabitato e in rovina

alla fine degli anni 90 una giovane coppia di coniugi romani vi si stabili’ costruendo un edificio turistico, con il loro esempio dando valore al sito

lentamente il borgo venne ripopolato

ora vi abitano stabilmente circa 10 persone, ma altre hanno riattato diverse dimore per i periodi della villeggiatura.

la notte con le luci che sembrano piccole stelle scintillanti sulla neve il borgo sembra abitato dalle fate e si sta col fiato sospeso in attesa di vederne una uscire dalla porta di casa😊

la vicina piana di Campo Imperatore a primavera riveste i prati sconfinati di migliaia di crocus violetti

bottoni d’oro che risplendono al sole, papaveri e margherite colmano le amene  montagne che circondano Rocca Calascio in uno spettacolo indescrivibile: il Corno Grande la Maiella i Monti Marsicani la serrano un abbraccio di maestosa bellezza

LA TRANSUMANZA

“Settembre, andiamo è  tempo di migrare ora in terra d’Abruzzi i miei pastori

lascian  li strazzi e vanno verso il mare

scendono all’Adriatico selvaggio

che verde è  come i pascoli dei monti ”

da Pastori di Gabriele D’Annunzio

fino a pochi decenni fa l’antica e dura vita dei pastori ripercorreva la tradizione della transumanza che  si rinnovava ad ogni primavera ed autunno, fedeli bellissimi e favolosi nel controllo e difesa delle greggi i candidi “pastori abruzzesi” accompagnavano gli amici umani nelle lunghe migrazioni

nell’autunno si lasciavano i freschi pascoli d’altura mentre incombeva la neve cercando il clima mite del mare

attraversando i borghi sperduti sulle montagne un gran concerto di campanacci  e belati  come un’onda sonora si spandeva nelle valli, lontano

andavano per gli antichi tracciati in terra battuta già  pervorsi dai Sanniti e dai Romani che vengono ora chiamati TRATTURI.L’ultima transumanza fatta a piedi risale ormai al lontano 1968

I Tratturi sono tre strade, le più antiche d’Italia :

Il primo L’Aquila -Foggia chiamato anche Magno, lungo ben 200 km. che aveva due soste importanti a Rocca Calascio e Santo Stefano di Sessanio

questo che sembra un igloo in pietra era uno dei rifugi cui si riposavano i pastori

in questa vecchia immagine si documenta il riposo dei pastori e del gregge: hanno appena raggiunto il mare.

Gli altri due Tratturi facevano il percorso Celano-Foggia e Pescasseroli-Candela

le moderne transumanze vengono percorse dai pastori accompagnando le greggi con i muli o con i cavalli

….E per tetto un cielo di stelle

Prendo note sulla punta delle dita

a stendere tra finestre chiuse e sottotetti

i bisbigli delle stelle che gocciano sulla melodia dei ricordi

a battere tasti silenziosi.

Passa e ripassa il vento sulle soglie addormentate

elemosinando piccole perle di luce

miste a filamenti di giorni asciutti dietro

la trasparenza dei vetri

Uno stuolo turrito di sogni mi colma gli occhi

fino all’orlo

…E per tetto un cielo di stelle

Ventisqueras

alcune immagini sono prese dal web

Leonardo da Vinci il più grande Genio mai esistito ❤ 2 maggio 1519 Amboise – 500 anni dalla sua morte

autoritratto del Maestro non di certa attribuizione, mi piace ricordarlo così 

❤quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte ( 2 maggio 1519 ad Amboise) del più Grande Genio mai conosciuto al Mondo LEONARDO DA VINCI…Il fatto che sia venuto alla luce a pochi km da dove abito io e passeggiato e visto sorgere albe e stelle, respirato la mia stessa aria mi fa sempre emozionare….il piccolo borgo di Vinci immerso nella bellezza dei colli e sovrastato dal Castello dei conti Guidi è  meta continua di reverente pellegrinaggio per conoscere i luoghi che hanno visto il passaggio di questa Stella luminosa

ammantato di neve è  ancora più suggestivo

dal monumento a lui dedicato traspare la severa Rocca

il casolare in pietra dove è  nato e vissuto con il nonno che lo ha riconosciuto ( figlio illegittimo di suo figlio Ser Piero notaio in Firenze ) e tenuto con sé fino all’età  di 9 anni quando per  le sue grandi doti artistiche è  stato indirizzato verso la Bottega del Verroccho presso cui già lavoravano illustri esponenti della pittura rinascimentale

i volti purissimi dei suoi Angeli ci raccontano che hanno visto il Paradiso

questo mio piccolo e frettoloso omaggio si concentra su due quadri che io particolarmente amo proprio per la Bellezza dei suoi Angeli che mi rappresentano la parte spirituale e incontaminata dell’essere umano

il primo è  “L’Annunciazione ” del 1473/75

che si può  ammirare alla Galleria Uffizi in Firenze

di cui aggiungo in sequenza qualche altro squisito particolare

L’Ave di Guido Valeri

La campana ha suonato
e l’Angelo è venuto.
Lieve lieve ha sfiorato

con l’ala di velluto
il povero paese;
v’ha sparso un tenue lume
di perla e di turchese
e un palpito di piume;
ha posato i dolci occhi
sulle più oscure soglie…
Poi, con gli ultimi tocchi
cullàti come foglie
dal vento della sera,
se n’è volato via:
a portar la preghiera
degli umili a Maria.

questa dolcissima e ingenua Poesia imparata a memoria con le prime nozioni alle elementari mi ha catapultata nel mondo degli Angeli…Era come ci fosse un piccolo segreto tra loro e me…poi li ho riconosciuti in questi due dipinti di Leonardo e ogni tanto li vedevo comparire nei grandi prati di margherite a primavera ( ora vi hanno costruito ville con piscine )

o mentre coglievo profumate viole mammole, specchiarsi nelle pozze d’acqua delle prode…Se dicevo di vederli mi accoglievano con un sorriso ma io lasciavo perdere mi bastava di essere la sola a conoscerli.Col tempo dell’infanzia se ne sono andati insieme all’innocenza eppure qualcosa di loro continua a restare in me e i dipinti di Leonardo a ricordarli

l’Angelo della “Madonna delle rocce” è  l’altro da me conosciuto

una perfetta visione

angelica

riflessa nella Poesia di questo quadro esposto al Louvre -Parigi -e datato 1483/86 di cui ne esiste un’altra versione esposta alla Nathional  Gallery  di Londra.

Ai suoi e miei Angeli

❤Ventisqueras

Castelluccio di Norcia Perugia- un piccolo sogno di neve e fiori…A dreams of snow and flowers

…E si inizia come a raccontare una fiaba:

C’era una volta un paesino arroccato sopra un cucuzzolo dei monti Sibillini a 1452 m.s.l.m.

uno dei centri abitati più elevati dell’Appennino, gli abitanti furono  circa 150, nell’ultimo censimento ( 2011) poi ridotti a 120 ma ora i residenti sembra siano 8 soltanto. Vivevano una vita quieta divisa tra la semina, il raccolto delle lenticchie e la pastorizia

Castelluccio non è  solo un delizioso antico piccolo borgo ma emozione, luogo magico dove uomo e natura si fondono e ritrovano intatta la loro armonia

posto sulla sommità  di un piccolo colle che domina uno dei più  vasti altopiani del’Appennino Centrale si raggiunge percorrendo una splendida strada panoramica, giungendo dalla bellissima Norcia che dista solo 28 km.

questa grande estensione ( per un totale di 15 kmq ) è divisa in tre porzioni PianGrande,

PianPiccolo e PianPerduto

l’altopiano che prende de Il nome dal borgo di Castelluccio è  posto nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ai piedi del Monte Vettore m. 2476

queste superfici planari naturali si sono formate nel corso di milioni di anni, con lenti ma costanti movimenti geologici dovuti alla formazione degli Appennini

il microclima della piana è  assimilabile a quello della steppa, queste condizioni ecologiche scoraggerebbero molte coltivazioni, eppure sono state superate grazie ad una virtuosa convivenza tra il fattore umano e la natura che ha portato nel tempo ad una selezione di varietà  di lenticchie ( lens culinaris )ritenuta la migliore in Europa e ora denominata come  “Lenticchia di Castelluccio IPG”

LA FIORITA

Si potrebbe pensare che la fioritura della piana di Castelluccio sia dovuta all’influorescenza delle lenticchie ma non è  così! quello che viene considerato uno spettacolo floreale UNICO AL MONDO è  dovuto allo svilupparsi di una serie di piante definite INFESTANTi, la presenza di queste “estranee” si trasforma in una potenzialità : le radici danno modo che nel tempo si manifesti un costante livello di umidità  atto a permettere alle lenticchie uno sviluppo perfetto.

la fioritura avviene nel periodo compreso tra i primi di maggio fino a luglio in un susseguirsi non sincrono di diverse fioriture iniziando dalle corolle gialle della senape selvatica, papaveri, le note candide della camomilla bastarda, dal leucantemo allo specchio di Venere per finire con le note blu del fiordaliso che sarà l’ultimo tocco di colore.

quando i gelidi venti dell’inverno passano e la neve ricopre di un candido manto tutta la zona il paesaggio diventa lunare!

silenziosamente di neve un mantello

copre il sonno dei fiori

con una nenia dolcissima ne preserva

il sogno

Ventisqueras

il boschetto che traccia lo stivale dell’ITALIA❤❤❤

questo idilliaco paesaggio purtroppo ora non esiste più

un fortissimo boato seguito da uno scuotimento come della mano di un gigante mostruoso che voleva tutto distruggere; il 30 ottobre 2016 ha quasi completamente raso al suolo Castelluccio

in questa nostra Splendida l’Italia una delle sue unicità  è  data dal clamore che anche il suo borgo più  sperduto e nascosto possiede grandi tesori artistici retaggio di storia e culture diverse che hanno edificato ovunque la Bellezza. Anche in questa chiesetta di Castelluccio dedicata a Santa Maria Assunta vi erano custoditi

fortunatamente in previsione di questi catastrofici eventi che già avevano devastato il luoghi vicini furono messi al sicuro

tutt’oggi l ‘altare risplendente della foto precedente sì presenta così

non vi furono vittime ma lontano dalle loro case i pochi abitanti perdono la loro identità 

ancora osservano stupiti quello che resta delle loro graziose dimore

ma i fiori simbolo della piana che per millenni hanno colonizzato

come simbolo di rinascita hanno ripreso a fiorire tra le macerie: un invito a ricominciare

il primo agnellino è  nato

la piccola campana di una Cappellina sperduta tra i prati ha ripreso a suonare

e il paese addormentato a sognare…

Presto il coraggio e l’Amore degli abitanti di Castelluccio li faranno tornare alle loro abitudini di Pace e lavoro. ..andiamoli a trovare. .. sarà  tutto di nuovo in fiore e avranno uno stimolo in più  nella nostra stretta di mano, nel nostro solidale sorriso❤❤❤❤

Stelle e fiori delle Dolomiti per augurarvi una Santa Pasqua serena

 

Piano
qui
le luci si fanno moccoli di candela
le strapazza il vento
Piano
qua e là
ritornano forme amabili del mio tempo
tutto ammucchiato fra le stelle
anche loro piccole luci
incorniciate
tra sorrisi e croci
sui denti
e più in là
Piano
qui
tutto si rarefa’

Ventisqueras

l’incanto di una stellata e della Via Lattea che in un abbraccio scintillante emergono dallo spettacolo delle Tre Cime di Lavaredo ( province di Bolzano e Belluno dichiarate patrimonio dell’umanità  dall’UNESCO )Foto Govoni

queste spettacolari immagini delle Dolomiti e dei loro fiori sono di un grande fotografo della zona Diego Da Pont che ringrazio e applaudo

Passo Gardena e i leggiadri prati di crocus che ingentiliscono l’asprezza delle possenti guglie rocciose

il sole sorge ad est e i suoi raggi accendono di mille colori i prati addormentati

ancora le Tre CImerese di Lavaredo, ai suoi piedi nella nuda roccia rododendri rosa sono parte del grande spettacolo!

e che dire di questa guglia rocciosa che sembra emergere ancora innevata dai prati in fiore?( Passo Rolle Cimon della pala )

ai piedi del Civetta i delicati fiori del camedrio alpino scintillanti come l’ultima neve

 

ho visto petali splendidamente chiusl

timidi e teneri e gioiosi come volti di bambinI curiosi

in attesa di nuovi giochi

 

il colore intenso della genziana illumina la roccia

il rosso delle eriche è  il fuoco dell’autunno

rara e preziosa l’orchidea selvatica chiamata volgarmente scarpetta di Venere

scenari di bellezza incomparabili

e ancora luci di stelle a tremare nella notte difronte al “Cristo Pensante “

voli d’uccelli ad annunciare l’alba

incredibili cori del cielo a salutare le ultime immagini dei prati in fiore

Sono simbolo d’innocenza, candore, di Pace
lasciate che io viva la mia Pasqua serena non sulla vostra tavola, ma a brucare felice l’erba nei prati ❤
Ventisqueras


 

Venezia…ed è ancora carnevale! Il più bello del mondo !

A Venezia
nessuna è come te
Dea del mare che minacci tempeste

e ti lasci colorare da antichi merletti

nessuna ha un cielo così grande
dove si perdono i colombi

Ventisqueras

 

e nella piazza piu  bella e famosa del mondo dal campanile si libra una festosa Colombina ad annunciare un nuovo inizio del Carnevale

guarda stupita la luna…infine si decide scende anche lei a festeggiare

luna
misteriosa e lucente
hai sguardi lontani
per noi piccoli mortali
che seguiamo incerti
il tuo immortale cammino

Ventisqueras

e non poteva essere che della Luna questa scarpetta fatata😊

di trino e merletti come la basilica si adorna e sogna la damina

poi quando arriva la notte scende la malinconia

un triste Re attende solitario sotto a un ponte …A nulla serve il suo bastone di comando

mentre il sorriso malizioso e furbetto di Giacomino sottintende chissà  quali amorose licenze!

e ora è  tutto un turbinio nella notte misteriosa

maschere…maschere maschere a iosa!

i primi raggi del sole accendono i canali

e ancora piovono da tutte le parti maschere e maschere e maschere

ogni volta che torno sul Blog mi sorprendo ed anche mi commuovo per tutte le visualizzazioni che ancora trovo nonostante la mia lunga assenza.Vi ringrazio tutti dal profondo con questo post siete nel mio cuore❤

Cartoline di Natale ❤ Merry Christmas Feliz Navidad Joyeux Noel Feliz Natal

da Salerno una serie di luci d’Arte meravigliose : il veliero dei sogni

la slitta di papà  Natale augurando a tutti voi il dono che più  desidera il vostro cuore

un volo di angeli ad annunciare la nascita del Bambinello che la Pace nel mondo possa portare

la carrozza di Cenerentola

per salire nel mondo delle fiabe ricordando i Natali di quando eravamo bambini

ed infine a rappresentare tutte le città  italiane lo straordinario allestimento della Galleria  Vittorio Emanuele di Milano

❤❤❤

Cartolina di Natale da Portovenere -La Spezia

una stellata ci invita a guardare in alto dove l’eterno traspare

le luci della marina schierate come tanti soldatini sull’attenti a sorvegliare il castello addormentato

vivere non è  abbastanza disse la farfalla.

Bisogna avere il sole, la libertà

un piccolo fiore.

Hans Chistian Andersen

 

vivere non è  abbastanza disse l’Amore

bisogna condividere con gli altri il cuore

vivere è  camminare per le strade di antichi borghi e sentire dietro quelle porte la vita pulsare

vivere è  un gioco di luna che tra le nubi compare e scompare..

❤❤❤

Cartolina di Natale da Camogli -Genova

Il mare in certi giorni
è un giardino fiorito.
Reca messaggi il vento.
Venere torna a nascere
ai soffi del maestrale.
O chiese di Liguria, come navi
disposte a esser varate!
O aperti ai venti e all’onde
liguri cimiteri!
Una rosea tristezza vi colora
quando di sera, simile ad un fiore
che marcisce, la grande luce
si va sfacendo e muore.

tratta da “Liguria” di Vincenzo Cardarelli

una bolla d’aria o una palla colorata da appendere all’albero così  il borgo di Camogli proteso sul mare presenta questa cartolina di Natale

dai pertugi dei caruggi risplendono le luci della Chiesa-presepe

mentre un grande albero spoglio rivestito di foglie di luce sembra spuntare dal nulla nel buio

e ancora le case-torri rispecchiano i colori sul mare a confondersi con le luci delle lampare

il mare ad ogni tempesta scaglia le sue candide schiume contro le indomite mura  che non si lasciano mai sopraffare

ed eccoci ai saluti e agli auguri per tutti voi amici e per il mondo intero ricordando con Dostoevskij che solo la Bellezza ci potrà  salvare ❤❤❤

Natale al nord- I Krampus -La leggenda dei Demoni Caproni-Dobbiaco-Tolbrach-San Candido -InnichenChristmas in the north- The Krampus -The legend of the Demons Caproni-Dobbiaco-Tolbrach-San Candido -Innichen

avanza nel buio della notte un corteo fiammeggiante di Demoni Caproni sono i Krampus che un tempo tiranneggiavano i villaggi depredando e terrorizzano con le loro maschere orripilante e brandello bastoni e fruste …ma in testa a questo corteo di mostri c’è  San Nicola di Bari che con il suo intervento riuscì  a sconfiggerli e a riportare la pace fra le montagne

questa tradizione che si perde nella notte dei tempi può  simboleggiare l’eterna lotta fra il bene e il male

o, dato che si svolge nei primi giorni di dicembre la lotta tra la luce e il buio nel solstizio invernale

pensate nei tempi antichi quando questi paesini restavano isolati nella neve col buio che incombeva prestissimo e tutto era silenzioso interrotto solo dal fischiare della tormenta…Quali pensieri cupi e superstizioni demoniache potevano destare

ed eccoli allora i Krampus emergere terribili …Si dice che tra di loro così  orribilmente mascherati si celasse anche Satana in persona per partecipare alle loro scorribande…Ma fu scoperto e sconfitto da San Nicola insieme con tutti i demoni Caproni

si racconta anche che il Santo li abbia condannati a portare dolciumi ai bambini buoni dei villaggi e carbone o addirittura a rinchiudere in gabbie di legno e fare prigionieri quelli che erano stati cattivi durante l’anno…Per questo i piccoli ne sono terrorizzati!

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Dobbiaco (Toblach in tedesco ) nella Val Pusteria  piccolo comune della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige; assieme a Sesto e San Candido  uno dei cosiddetti comuni dell Tre cime ed è uno di quelli in cui dopo il 5 di dicembre nel periodo dell’Avvento si svolge la sfilata dei Krampus

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che qui si quantificano in circa 400 richiamando una moltitudine di turisti  cui non fanno spavento le terribili maschere o il rischio di prendere frustare o bastonate in testa!

Dobbiaco  anche detta ” La porta delle Dolomiti “Tor zu den Dolomite i primi insediamenti  si possono far risalire con buona approssimazione alla tarda età del ferro, e probabilmente i primi abitanti della zona furono gli illiri. Di questi primi stanziamenti si sono trovate tracce sulla collina a nord-ovest del paese, chiamata dalla popolazione locale Platte. I primi abitatori vivevano di caccia, ma anche di un esteso commercio derivante dai prodotti dei pascoli e dei campi.

FB_IMG_1543983620631Toblacher  see,Il lago di Dobbiaco è un piccolo delizioso lago alpino, di origine franosa, a 1.176 m slm Il lago si trova a sud dell’omonimo paese.

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  • La Rienza è il suo immissario ed emissario e nell’uscita forma una particolarissima cascatella chiaccherina

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San Candido (/sanˈkandido/Innichen in tedesco) a pochi km da Dobbiaco sempre in provincia di Bolzano, situato nell’Alta Pusteria. nei pressi della sella di Dobbiaco, al di là dello spartiacque alpino, poiché attraversato dal fiume Drava, affluente del Danubio. San Candido e la vicina Sesto sono quindi tra i pochi comuni italiani non facenti parte della regione geografica italiana perché appartenenti al bacino idrografico del Danubio.

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Il territorio di San Candido rappresenta l’ultima punta (ad occidente) di diffusione dell’harpfe, un caratteristico essiccatoio del grano costituito da due pali verticali congiunti da pali orizzontali. In questi giorni di alta affluenza turistica è rallegrato dalle decorazioni natalizie e sono lontani questi atavici ricordi

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la Chiesa di San Giovanni Battista da particolare risalto con i colori e gli ori che ne decorano la facciata esterna e i mercatini di Natale si compongono con le loro casettine di legno colme di piccoli ninnoli artigianali

Vi consiglierei di guardare il video a schermo intero  è ‘na favola!!!!!

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Nele sue vicinanze il Lago di Braies

La sua fama ha raggiunto l’apice grazie alla fiction Tv ‘Un passo dal cielo’. Ma il Lago di Braies era lì da millenni prima che una troupe televisiva lo scoprisse e restasse abbagliata dalle sue acque color verde smeraldo.

Lago di Braies

 Tarda il tuo dono di smeraldo

un violino gelido risillaba

note fra la neve caduta

gemiti di perse foglie

non più mie e il canto smemora

 raccoglie vie d’acqua sulle mie mani erbose

ali lente oscillano tra i rami  il cuore migra

lontano

Vemtisqueras 

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C’è chi l’ha definito ‘perla dei laghi alpini’, chi ‘paradiso naturale delle Dolomiti’. Gli appellativi evocano tutti un paesaggio incantato, quasi fiabesco che, solo se lo si è visto di persona, lo si può comprendere.

 

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Spunta all’improvviso alla fine di una bellissima strada costeggiata da prati e pinete che arriva da Dobbiaco ,il lago non  grande circa 400 metri ma si può passeggiarvi in un indimenticabile tour per tutta la sua circonferenza tra piccole spiagge di finissima sabbia bianca tra i verde degli abeti  FB_IMG_1543983816684

gli abitanti del luogo non sono affatto contenti della notorietà acquisita, lamentano un numero troppo grande di visitatori che intasano il traffico e disturbano la pace del luogo

FB_IMG_1543983841384tornerò a parlare diffusamente di questi luoghi che hanno un carico di bellezza e storia davvero incredibile, per ora vi saluto con questa immagine di festa…e vi prego non sognatevi i Krampus che poi ve la prendete con me !

Ventisqueras

Il castello di Tures (valle Aurina)Bolzano la stanza delle streghe e Margherita -The Castle of Tures – Campo di Tures (Valle Aurina) Bolzano – The room of the witches and Margherita

C’era una volta un castello…cominciano così  le fiabe vero? ma questo castello che svetta tenebroso sotto un cielo plumbeo ha una storia  tristissima da raccontare…

eppure la natura le è  amica e le grandi montagne innevate che lo circondano sembrano raccoglierlo e proteggerlo in un amichevole abbraccio

il Castello di Tures a Campo Tures ( Sand in Taufers ) nella omonima valle compresa nella  valle Aurina è  un grande complesso militare risalente al XIII secolo qui  illeggiadrito dalla neve

o  esaltato nell’autunno tra le macchie di colore dei larici imbionditi

  1. e come scorre lieto cantando tra i sassi  il fiume Aurino mentre spunta tra un ciuffo di salici in una natura meravigliosa il castello!

vogliamo entrare per osservarlo più da vicino? guardate mi ha raggiunta un pavone che sembra volermi fare da guida…certo, certo sarà  la mia fantasia ma io indovino una presenza enigmatica e misteriosa oltre le parvenze di questo magnifico pennuto

la struttura in solida pietra è  alleggerita  da rivestimenti in legno di cirmolo profumatissimo

dai terrazzamenti la valle c’insegue inorgoglita della sua grande bellezza

si ascolta anche il lontano scroscio di una impetuosa cascata

che mi piace immaginare in inverno tra il ghiaccio. ..Mentre una inquietante presenza la osserva accoccolata raccolta nei suoi pensieri …sono le mitiche Aguane custodi e protettrici delle fonti d’acqua

Aguane

Ninfe fatte d’acqua

spiriti vaganti nelle fonti tra le nevi

voi conoscete i misteri e i pensieri

le voci tutte della montagna

proteggetele e cantatele

     le loro meraviglie

Ven

e di colpo mi trovo proiettata in una stanza…oooh ecco! è  quella che viene chiamata parlandone a bassa voce “la stanza delle streghe”…ma perché?  ecco la leggenda racconta che in un tempo molto lontano in questo castello visse una fanciulla di nome Margherita, era la figlia del ricchissimo padrone del castello, lei si innamorò  ricambiata del giovane capitano delle guardie e pur contrastata in ogni modo dal padre volle sposarlo.Il giorno delle nozze il padre crudele fece uccidere il giovane capitano

Margherita pianse fiumi di lacrime e per sette anni rimase rinchiusa a piangere e a lamentarsi in questa stanza poi misteriosamente scomparve.Ma la sua invisibile presenza ancora si ascolta con  fruscio delle sue vesti di seta tra le stanze del maniero e in questa stanza si odono i suoi pianti e lamenti.

Altro

La notte della luna rossa-The night of the red moon

                                          27 Luglio 2018 La notte della Luna rossa

chi mi conosce solo un po’ ben sa quanto io sia attratta dalla luna e in quella notte magica il mio terrore era che le nuvole ne ostacolassero la visione,ma fortunatamente non  stato così.Però io l’ho potuta ammirare in un luogo solo ero curiosa di sapere che cosa  avessero visto altri, così ho fatto un giro sul web ed ho trovato queste  immagini meravigliose

La prima arriva dalla mia Toscana il Duomo e il campanile di Giotto  sembrano osservare stupiti lo spettacolo della  luna che sorge tra le brume

(stupita a Capri è lei che osserva i faraglioni )

La luna cammina sull’acqua.
Com’è tranquillo il cielo !
Va segando lentamente
il tremore vecchio del fiume
mentre un ramo giovane
la prende per uno specchio.

Federico Garcia Lorca

( A Parigi lancia la sfida alla torre Eiffel )

Una luna strana

Alla ricerca della chiave di basso

del suo pentagramma

forse

 un po’ mi assomiglia

(da Bologna la Basilica di San Luca sembra perplessa)

si è vestita anche lei

di un jeans troppo largo

che era stato di un’altra

strizza un occhio e

 distrattamente mi dice

ok

(e le torri Asinelli e Garisenda sembrano allungarsi per osservarla meglio)

nonostante tutto

prima o poi

lenta ricomincerà la danza delle foglie

uno scodazzo giallo che piega indeciso

qua e là

e questo vento incerto sa smuovere un  cipiglio

di cenere e tempeste

invece no

(da Genova il suo simbolo la Lanterna sembra una luce fioca e traballa un po’)

serve solo ad asciugare i molti  capelli biondi delle fate

nelle vecchie fiabe dove ipotesi indecenti

 si muovono per avanti

in fila-filastrocche e a battere le mani sui denti

(Roma Caput Mundi gioca con la luna come una palla)

(…uno sguardo dal Colosseo…)

strana la luna

stanotte  più di sempre

(he ! si è fatta infilzare dal campanile di San Marco )

stanotte più di sempre

cerca quello che cerco io

nei templi di Zarathustra sulle sabbie rosse

che si sgretolano al sole

( il leone le ruggisce…forse la vuole sbranare )

e non si pente

 non mi dice nemmeno se fra cento giorni

o cento anni

lo troveremo mai

Ventisqueras

( ora è a  Sion in Svizzera in bilico tra la neve e la fortezza ma forse cade giù )

(e ora stai attenta se soffia il vento la Torre ti cade addosso !)

La luna venne alla fucina
col suo sellino di nardi.
Il bambino la guarda, guarda.
Il bambino la sta guardando.

Nell’aria commossa
la luna muove le sue braccia
e mostra, lubrica e pura,
i suoi seni di stagno duro.

Fuggi luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero col tuo cuore
collane e bianchi anelli.

                                                              Da Luna di Federico Garcia Lorca

( La punta del campanile di San Pietro a Portovenere l’ha ributtata su )
(a San Gimignano è rimasta incastrata tra le torri! )

 

(a Monteriggioni è un enorme rubino rosso incastonato come sopra una corona delle torri di vedetta del castello )

e questa è la luna più bella a pochi kilometri da casa mia ..vorrebbe dare una spallata alla Torretta degli Upezzinghi e buttarla giù…cucù! )

La Luna mi conosce come io conosco Lei …lunatiche un po’ pazze, non vi meravigliate ci divertiamo insieme !

Dimensione autunno autumn size

 

Dove vanno le foglie arrossate
che il vento stacca dagli alberi?
Volano e passano: il brusio del vento
è tutto ciò che rimane dell’autunno.

 K.Saionji

Invincibile alchemica presenza

oscilla fra i rami

sfolgorio d’oro in luci devastate

s’ingombra

non ha ora, né luogo, né presenza

s’esalta e s’inchiara

di purezza, soltanto

l’autunno

Ventisqueras

 

L’autunno fa chinare il capo ai girasoli che stanchi del loro volgersi intorno al sole s’abbandonano a un dolce sonno

  1. sulle alte montagne i larici imbiondiscono i loro aghi tracciando una mappatura di sbuffi dorati nell’aria .Santa Maddalena nella Val di Funes si lascia coccolare in quell’abbraccio beato, mentre le Odle attendono con ansia quello candido della neve che le ripari dal gelo

precipita di petali azzurri

e di silenzi bianchi

la profondità del tempo

mentre l’uva cangia i colori

e sorride al vento

Ventisqueras

i piccoli ponti sugli abissi sembrano arcobaleni di pietra tesi ad incontrare nuovi pensieri

mentre il rosso delle foglie tappezza di grandi arazzi monocromi i sentieri del bosco

Il Tempio di San Biagio a Montepulciano da spettacolo e sconfigge le nebbie e il tempo sovrastando la valle

Autunno mansueto, io mi posseggo
e piego alle tue acque a bermi il cielo,
fuga soave d’alberi e d’abissi.
Aspra pena del nascere
mi trova a te congiunto;
e in te mi schianto e risano:
povera cosa caduta
che la terra raccoglie.
(Salvatore Quasimodo)

di sentieri vivaci  colmano i boschi i ciclamini vellutati, sembra di camminare in un sogno ad occhi aperti

Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C’è il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.
(Federico Garcia Lorca)

 

 

 

(  Pisa,  la mia bellissima provincia sconosciuta )

Castelnuovo Val di Cecina  in colloquio silenzioso di luci con la Via Lattea

Dopo tanta

nebbia

a una

a una

si svelano

le stelle.

Respiro

il fresco

che mi lascia

il colore

del cielo

(G. Ungaretti)

funghi e foglie nel bosco in armonia di colori

                                      ed ora  il  saluto dell’Autunno ve lo porge per me col suo delicato colore il colchicum                                                    autunnale, un abbraccio e un grazie per la vostra attenzione

                                   Ventisqueras

Dedicata a Genova- solo immagini e Poesia-Only images and poetry are dedicated to Genoa

“Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, Superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica signora del mare”“ Francesco Petrarca

1358  dalle  ” relazioni di viaggio”del  grande Poeta viene scandito il suo soprannome che tutt’oggi la contraddistingue La Superba

Puttana può essere la sorte o la malasorte Fabrizio De André

La lanterna e il porto

 

                                                                                               

  Ma se ghe penso alôa mi veddo o mâ,
veddo i mæ monti, a ciassa da Nonçiâ,
riveddo o Righi e me s’astrenze o cheu,
veddo a lanterna, a cava, lazù o Meu…
Riveddo a-a séia Zena iluminâ,
veddo là a Fôxe e sento franze o mâ
e alôa mi penso ancon de ritornâ
a pösâ e òsse dôve ò mæ madonâ.                                        Ma se ci penso allora io vedo il mare,
vedo i miei monti, piazza della Nunziata,
rivedo Righi e mi si stringe il cuore,
vedo la lanterna, la cava, laggiù il Molo…
Rivedo alla sera Genova illuminata,
vedo là la Foce e sento frangere il mare
e allora io penso ancora di ritornare
a posare le ossa dove ho mia nonna

                          sotto ogni immagine un versetto di Giorgio Caproni tratto dal suo testo Litania

Genova mia città intera.
Geranio. Polveriera.
Genova di ferro e aria,
mia lavagna, arenaria.

Genova città pulita.
Brezza e luce in salita.
Genova verticale,
vertigine, aria scale.

Genova nera e bianca.
Cacumine. Distanza.
Genova dove non vivo,
mio nome, sostantivo.

Genova mio rimario.
Puerizia. Sillabario.
Genova mia tradita,
rimorso di tutta la vita

Genova in comitiva.
Giubilo. Anima viva.
Genova in solitudine,
straducole, ebrietudine.

(immagine del vecchio porto )

Genova di limone.
Di specchio. Di cannone.
Genova da intravedere,
mattoni, ghiaia, scogliere.

Genova grigia e celeste.
Ragazze. Bottiglie. Ceste.
Genova di tufo e sole,
rincorse, sassaiole.

            La Cattedrale San Lorenzo consacrata senza che ancora fosse finita la facciata nel 1118 , completata nel XIV sec. stile Germanico- Gotico

Genova tutta tetto.
Macerie. Castelletto.
Genova d’aerei fatti,
Albaro, Borgoratti.

Genova che mi struggi.
Intestini. Caruggi.
Genova e così sia,
mare in un’osteria.

 

Genova illividita.
Inverno nelle dita.
Genova mercantile,
industriale, civile.

Genova d’uomini destri.
Ansaldo. San Giorgio. Sestri.
Genova in banchina,
transatlantico, trina.

Genova tutta cantiere.
Bisagno. Belvedere.
Genova di canarino,
persiana verde, zecchino.

Genova di torri bianche.
Di lucri. Di palanche.
Genova in salamoia,
acqua morta di noia.

Genova di mala voce.
Mia delizia. Mia croce.
Genova d’Oregina,
lamiera, vento, brina.

Genova nome barbaro.
Campana. Montale, Sbarbaro.
Genova dei casamenti
lunghi, miei tormenti.

Genova di sentina.
Di lavatoio. Latrina.
Genova di petroliera,
struggimento, scogliera.

Piazza De Ferrari

Genova di tramontana.
Di tanfo. Sottana.
Genova d’acquamarina,
area, turchina.

Genova di luci ladre.
Figlioli. Padre. Madre.
Genova vecchia e ragazza,
pazzia, vaso, terrazza.

                                                                                 La città dei caruggi

 

Genova di Soziglia.
Cunicolo. Pollame. Trilia.
Genova d’aglio e di rose,
di Pré, di Fontane Masrose.

Boccadasse e la sua Poesia in ogni stagione

 

Genova di Caricamento.
Di Voltri. Di sgomento.
Genova dell’Acquasola,
dolcissima, usignuola.   

Genova tutta colore.
Bandiera. Rimorchiatore.
Genova viva e diletta,
salino, orto, spalletta.

Genova di Barile.
Cattolica. Acqua d’Aprile.
Genova comunista,
bocciofila, tempista.

 Genova di Corso Oddone.
Mareggiata. Spintone.
Genova di piovasco,
follia, Paganini, Magnasco.

       Genova che non mi lascia.
Mia fidanzata. Bagascia.
Genova ch’è tutto dire,
sospiro da non finire.

e come la LItania di Caproni Genova non finisce risorge , sorride….ricomincerà

Ventisqueras                                                 

 

 

Pisa e i suoi monti Pisani un inferno di fuoco-Pisa and its Pisani mountains a hell of fire

Monti Pisani 24 settembre 2018 ore 22,30 inizia l’incendio

Questa immagine è  il simbolo della tragedia che sta devastando la mia amatissima terra:la Torre degli Upezzinghi a Caprona,  perennemente in bilico su una ex cava di pietra, da lassù il ghibellino Dante Alighieri fu l’osservatore fiorentino della battaglia di Cascina combattuta contro i guelfi pisani, riandando a quel ricordo ora la ” Torretta” come la chiamiamo noi pisani, così avvolta dalle fiamme sembra uscire da uno dei suoi gironi infernali

l’incendio sta divorando il monte Serra attaccato da diverse angolazioni, per lo scellerato disegno di un piromane

anche la storica e meravigliosa Certosa di Pisa nel comune di Calci è  stata assediata dalle fiamme e solo la grande lotta dei vigili del fuoco e un fortuito cambio di direzione di vento sono riusciti a salvarla

la luna piena affacciata sopra quell’orrore guarda stupita.il disegno perverso dell’uomo contro Madre Natura

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