nello spettacolo di un favoloso tramonto si stagliano le torri di San Gimignano, miraggio di un tempo antico che di bellezza fece incetta e canto
Muto è il tempo
Muto è il tempo che scavalca l’ombre
si tace e non risponde
ma per lui la storia canta e si veste dei colori
delle belle torri che in San Gimignano
sulla bocca della sera, di un tramonto rosso
si fanno bandiera
angeli o demoni cosa saranno, quegli stracci
di nubi sfilacciate che ramazzano l’orizzonte?
In quest’ora del vespero la terra è fatta di cielo
non ha nido la notte e tacciono le stelle
muto è il tempo che scavalca l’ombre.
Ventisqueras
visione o sogno? le colline toscane sono tutto questo, e forse nei pressi di Sangimigrano raggiungono la loro perfezione
compensati dai raggi del sole che penetrano come oro liquido negli spettacolari chicchi d’uva da cui spremuti, ha origine la favolosa Vernaccia di San Gimignano nettare prezioso di questi filari perfettamente allineati
L’origine del nome Vernaccia è piuttosto incerto, probabilmente prende il nome dal latino vernaculum (=del posto), altre ipotesi, come quella del poeta seicentesco Marchio Lucidi farebbero discendere il nome da Verno, gelido. Secondo il Vocabolario Treccani deriva invece dal toponimo Vernazza, borgo delle Cinque Terre, ove veniva prodotto un vino dallo stesso nome sin dal Medioevo.
. alla fine del sec XIII la Vernaccia era già un vino pregiato Dante nella Divina Commedia aggirandosi tra i golosi del Purgatorio, incontra Papa Martino IV reo di essere stato vinto troppo spesso dalla voglia di Vernaccia ( ‘mbriacone ha ha ) “ e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e la Vernaccia” (Purg. XIV,19-24)
per motivi di lavoro percorro sovente questa strada in ogni stagione e spesso mi fermo per immortalare qualche visione che mi urge negli occhi, beh, potrei passare dalla superstrada sarebbe più agevole, ma preferisco alzarmi un’ora prima e non privarmi di questo insuperabile spettacolo. In autunno, quando già si è vendemmiato e le foglie delle viti ingialliscono coprendo d’oro i fianchi rotondi delle colline. nella solenne e splendida solitudine in’alto San Gimignano troneggia, sembra non lasciare nulla al caso che non si chiami perfezione
anche i girasoli quando cominciano a chinare il capo e ad intristire formano superbe macchie di colore
sul far della sera il sole ci saluta dai tetti dei magnifici rustici in pietra, talvolta sbuffi di nuvole rosa fanno l’atmosfera surreale
lo spettacolo dei colori che cambiano lascia senza respiro
stessa meraviglia ci coglie salendo dal versante senese
e ogni più piccolo dettaglio sembra posato dalla mano di un grande artista in totale armonia con ciò che l’uomo ha creato
ci stiamo avvicinando lentamente alla straordinaria città cristallizzata in vestigia medioevali, premiata dall’ Unesco come patrimonio universale dell’ umanità,
al tempo del suo massimo splendore era una tappa ( Mansio) della storica via Francigena che Sigerico arcivescovo di Canterbury percorse di ritorno dal suo pellegrinaggio a Roma verso l’Inghilterra nel 990/994 circa
fu lui per primo a chiamarla Sce Gemiane dal nome di un santo cui era particolarmente devoto e che ora è patrono della città.
Avvicinandoci si fraziona l’intero, emergono e si stagliano i contorni, mi colgono emozione e stupore, come la prima volta che la vidi da bambina
altere nella loro veste di pietra le torri ci parlano nel loro linguaggio arcano, ormai delle 72 storicamente costruite ne restano soltanto 16, e questo ci fa pensare come doveva presentarsi il panorama di allora!
da ogni angolazione le torri esaltano tetti artisticamente irregolari
in una sera di nebbia restai attonita ad osservare, ero convinta che da uno dei vicoli potessero uscire cavalieri medioevali con l’armatura argentata e la spada sguainata, non per battagliare ma per cacciare la nebbia che m’infastidiva…ma che razza di idea, ha ha ha
epperò! dovete ammettere che non del tutto vaneggiavo! ebbene li avevo visti i cavalieri poco prima, guerreggiare in in affresco medioevale del Palazzo Comunale sì, sì!
in questo post ho voluto che tutto il fascino dei diversi panorami fossero in grado di condurvi per mano all’interno della città: parlerò di storia ed arte, nel grande splendore che contorna questa meraviglia toscana e universale, visitata ogni anno da una moltitudine di turisti provenienti da ogni angolo del mondo 🙂 a presto, allora
Ventisqueras